Monte Pellegrino/Parete Ovest di Valdesi - Cresta Nord (Crestina di Valdesi)

 
Zona montuosa Appennino Siculo - Monti della Conca d'Oro Località di partenza ondello (PA)
Quota partenza 5 Mt. Quota di arrivo 95 Mt.
Dislivello totale +80 Mt. la via (170 circa lo sviluppo) Sentieri utilizzati Non numerati
Ore di salita 2' dal parcheggio all'attacco
1 h. 15' la via
Ore di discesa 15'
Esposizione Ovest ed Est Giudizio sull'ascensione Bella
Data di uscita 04/01/2024 Difficoltà I, III
Sass Balòss presenti
Luca.
Amici presenti
Alessandro.
Condizioni climatiche, dei sentieri e della roccia

Giornata serena e calda. La roccia in via è ottima.
La "Scaletta di Valdesi", una delle opzioni di discesa, presenta due o tre passi decisamente esposti.

Eventuali pericoli
Soliti da arrampicata in ambiente. Seppure le difficoltà sia decisamente contenute, la cresta in alcuni tratti è abbastanza affilata e molto esposta. Prestare particolare attenzione a non far cadere nulla dalla cresta in quanto nella prima parte si ha sotto la strada, e nella seconda invece si sovrasta la zona della falesia denominata "le reti" e potrebbe esservi gente.
Presenza di acqua
No.
Punti di appoggio
Nessuno.
Materiale necessario oltre al tradizionale

Normale dotazione alpinistica. Sufficienti alcuni cordini e 5 o 6 coppie (meglio lunghe). Su tutto l'itinerario si trovano in totale 1 chiodo (che non si riesce a rinviare) e 2 sole clessidre con cordone. Però in molti tratti la cresta è stata imbracata con le reti per proteggere la strada sottostante e ci si può facilmente assicurare a questi cavi di contenimento.

Caratteristiche dell'arrampicata

Descrizione generale
Il Monte Pellegrino si innalza solitario nella piana in cui sorge la città di Palermo ed arriva a toccare i 600 metri di quota. Il versante Ovest è rivolto verso la città mentre quelli Nord ed Est sono rivolti verso il mare e sovrastano il paese di Mondello e le borgate dell'Addaura, di Vergine Maria e dell'Arenella. A Sud non troviamo una parete compatta ma delle fasce rocciose ed un bosco attraverso cui salgono i tornanti della strada che conduce sulla sommità del monte.
Le pareti di Valdesi costituiscono l'estremità settentrionale di Monte Pellegrino. Si presentano come una lunga fascia rocciosa alta 70 Mt. circa che separa l'abitato di Mondello da quello dell'Addaura.
La Crestina di Valdesi fa da spartiacque tra la il versante ovest e quello est. Non si ha una data certa della sua prima salita, ma si presume sia avvenuta negli anni '40 o '50. Il tratto iniziale della cresta venne demolito per i lavori della costruzione della strada che sale al Monte Pellegrino (tra l'altro da anni ormai chiusa al traffico) e vennero imbracati quasi tutti i suoi torrioni con cavi d'acciaio e reti paramassi. Nonostante questo la cresta risulta ancora percorribile e solo su un tratto si è costretti ad arrampicare sulle reti; in tutto il resto dell'itinerario si passa più volte accanto ai cavi di contenimento ma che non intralciano la progressione.
Arrampicata semplice ma a tratti decisamente aerea ed esposta, regala una bella vista sul golfo di Mondello e la zona dell'Addaura.
Attacco, descrizione della via

Da Palermo dirigersi verso il paese di Mondello seguendo la via alberata del viale Diana che poi diventa viale Margherita di Savoia. Prima di raggiungere l'abitato, arrivati allo svincolo con semaforo che incrocia viale dell'Olimpo, prendere la strada a destra che va verso l'Addaura (via Monte Ercta, indicazione per il Santuario di Santa Rosalia). Da qui è ben visibile a destra lo Spigolo Valdesi (con alla base la struttura in cemento denominata bunker); a sinistra dello spigolo la parete prosegue e poi piega a sinistra verso il mare, formando la Parete Ovest al termine della quale si trova la Cresta Nord o Crestina di Valdesi. Parcheggiare al bordo della strada, poco prima della cresta, e camminare poche decine di metri fino alla curva verso destra. Le rocce della cresta arrivano proprio a toccare il cemento della strada. Si attacca sul versante ovest, ossia sul lato destro della cresta.
Le lunghezze di seguito descritte sono molto indicative, ci si può fermare per sostare un po' dove si vuole.

1° tiro:
alzarsi per roccette e vegetazione puntando al muretto verticale molto lavorato. Superarlo fino a raggiungere il filo di cresta e, restando ancora sul versante ovest, proseguire pochi metri verso destra fino a quando è possibile cambiare facilmente versante e sostare comodamente su una grossa clessidra (da attrezzare). Pochi metri più in alto si vede l'unico chiodo di via presente. 30 Mt. crica, I, III.

2° tiro:
seguire la cresta fino a raggiungere la prima punta dove si sosta (cavi delle reti paramassi). Purtroppo questa lunghezza è quasi completamente disturbata dalle reti paramassi sulle quali è necessario arrampicare. 40 Mt. circa, II, 1 chiodo difficilmente utilizzabile.

3° tiro:
scendere all'intaglio con il secondo torrione e risalire aggirandolo sul suo lato sinistro. Superare un saltino più verticale e sostare (1 anello di ancoraggio delle reti) appena oltre su comodo pultpito. 35 Mt. circa, I, III.

4° tiro:
si percorre ora un tratto più pianeggiante. Conviene tenersi sul versante ovest (lato destro) evitando dei piccoli saliscendi. Si raggiunge una forcella nella quale è presente una finestra di roccia (qui termina la via Apprendista stregone). Oltrepassarla, proseguire ancora alcuni metri, e sostare (cavi d'acciaio). 35 Mt. circa, I, III, 1 clessidra con cordone.

5° tiro:
senza difficoltà, salvo un breve salto di 2 metri, si prosegue fino al termine della cresta raggiungendo la terrazza erbosa sommitale. Sosta da attrezzare su grosso masso (clessidra o spuntone). 30 Mt. circa, I, II, 1 clessidra con cordone.
Percorrendo gli ultimi metri della cresta si nota sulla sinistra un canale: è l'inizio della Scaletta di Valdesi che useremo come discesa.
Discesa
L'opzione più rapida e comoda consiste nel seguire in discesa la Scaletta di Valdesi imboccando il canalino che scende subito verso nord sul versante est. Seguire le vaghe tracce che riportano alla base della parete superando dei brevi salti verticali, non difficili ma alcuni decisamente esposti, che collegano varie cengette vegetate (passi di II, qualche raro bollo rosso lungo il percorso). Si arriva sulla strada asfaltata non molto distanti dall'attacco della cresta e dalla macchina.
Tuttavia se non la si conosce, oppure se non si è abituati a cercare i passaggi giusti, questa soluzione potrebbe risultare complicata.
Segnaliamo quindi altre due possibilità:
1- traversare lungamente verso destra (viso a monte) tutta la cengia erbosa fino al suo termine dove si imbocca un canalone che riporta alla base della parete. Siamo al limite destro della parete ovest, quindi bisogna costeggiarla tutta in direzione della cresta nord fino a raggiungere la macchina;
2- esistono anche delle calate in corda doppia ma trovare il primo ancoraggio non è semplicissimo se non si ha idea di dove sia. Cercare il primo ancoraggio (clessidra con cavo d'acciaio e maglia rapida) posto sul bordo della parete circa 50-60 metri più a destra dal termine della cresta:
1a. calata: 40 Mt. andando leggermente a sinistra sino una piazzola con ulivo (fine del Diedro bianco, sosta 2 spit con catena);
2a. calata: 35 Mt. fino a terra.

Note

Via semplice ma con passaggi decisamente molto aerei ed esposti. Attenzione che una persona non abituata potrebbe agitarsi e andare nel panico.

Commenti vari
Nel periodo estivo attenzione alle zecche.