Descrizione generale
Il Monte Pellegrino si innalza solitario nella piana in cui sorge la città di Palermo ed arriva a toccare i 600 metri di quota. Il versante Ovest è rivolto verso la città mentre quelli Nord ed Est sono rivolti verso il mare e sovrastano il paese di Mondello e le borgate dell'Addaura, di Vergine Maria e dell'Arenella. A Sud non troviamo una parete compatta ma delle fasce rocciose ed un bosco attraverso cui salgono i tornanti della strada che conduce sulla sommità del monte.
Le pareti di Valdesi costituiscono l'estremità settentrionale di
Monte Pellegrino. Si presentano come una lunga fascia rocciosa alta
70 Mt. circa che separa l'abitato di Mondello da quello dell'Addaura.
La Crestina di Valdesi fa da spartiacque tra la il versante ovest e quello est. Non si ha una data certa della sua prima salita, ma si presume sia avvenuta negli anni '40 o '50. Il tratto iniziale della cresta venne demolito per i lavori della costruzione della strada che sale al Monte Pellegrino (tra l'altro da anni ormai chiusa al traffico) e vennero imbracati quasi tutti i suoi torrioni con cavi d'acciaio e reti paramassi. Nonostante questo la cresta risulta ancora percorribile e solo su un tratto si è costretti ad arrampicare sulle reti; in tutto il resto dell'itinerario si passa più volte accanto ai cavi di contenimento ma che non intralciano la progressione.
Arrampicata semplice ma a tratti decisamente aerea ed esposta, regala una bella vista sul golfo di Mondello e la zona dell'Addaura.
Attacco, descrizione della via
Da Palermo dirigersi verso il paese di Mondello seguendo la via
alberata del viale Diana che poi diventa viale Margherita di Savoia. Prima di raggiungere l'abitato, arrivati allo svincolo con semaforo che incrocia viale dell'Olimpo,
prendere la strada a destra che va verso l'Addaura (via Monte Ercta, indicazione per
il Santuario di Santa Rosalia). Da qui è ben
visibile a destra lo Spigolo Valdesi (con alla base la struttura in
cemento denominata bunker); a sinistra dello spigolo la parete
prosegue e poi piega a sinistra verso il mare, formando la Parete
Ovest al termine della quale si trova la Cresta Nord o Crestina di Valdesi. Parcheggiare al bordo della strada, poco prima della cresta, e camminare poche decine di metri fino alla curva verso destra. Le rocce della cresta arrivano proprio a toccare il cemento della strada. Si attacca sul versante ovest, ossia sul lato destro della cresta.
Le lunghezze di seguito descritte sono molto indicative, ci si può fermare per sostare un po' dove si vuole.
1° tiro:
alzarsi per roccette e vegetazione puntando al muretto verticale molto lavorato. Superarlo fino a raggiungere il filo di cresta e, restando ancora sul versante ovest, proseguire pochi metri verso destra fino a quando è possibile cambiare facilmente versante e sostare comodamente su una grossa clessidra (da attrezzare). Pochi metri più in alto si vede l'unico chiodo di via presente. 30 Mt. crica, I, III.
2° tiro:
seguire la cresta fino a raggiungere la prima punta dove si sosta (cavi delle reti paramassi). Purtroppo questa lunghezza è quasi completamente disturbata dalle reti paramassi sulle quali è necessario arrampicare. 40 Mt. circa, II, 1 chiodo difficilmente utilizzabile.
3° tiro:
scendere all'intaglio con il secondo torrione e risalire aggirandolo sul suo lato sinistro. Superare un saltino più verticale e sostare (1 anello di ancoraggio delle reti) appena oltre su comodo pultpito. 35 Mt. circa, I, III.
4° tiro:
si percorre ora un tratto più pianeggiante. Conviene tenersi sul versante ovest (lato destro) evitando dei piccoli saliscendi. Si raggiunge una forcella nella quale è presente una finestra di roccia (qui termina la via Apprendista stregone). Oltrepassarla, proseguire ancora alcuni metri, e sostare (cavi d'acciaio). 35 Mt. circa, I, III, 1 clessidra con cordone.
5° tiro:
senza difficoltà, salvo un breve salto di 2 metri, si prosegue fino al termine della cresta raggiungendo la terrazza erbosa sommitale. Sosta da attrezzare su grosso masso (clessidra o spuntone). 30 Mt. circa, I, II, 1 clessidra con cordone.
Percorrendo gli ultimi metri della cresta si nota sulla sinistra un canale: è l'inizio della Scaletta di Valdesi che useremo come discesa.
Discesa
L'opzione più rapida e comoda consiste nel seguire in discesa
la Scaletta di Valdesi imboccando il canalino che scende subito
verso nord sul versante est. Seguire le vaghe tracce che riportano
alla base della parete superando dei brevi salti verticali, non difficili ma alcuni decisamente esposti, che collegano varie cengette vegetate (passi di II, qualche raro bollo rosso lungo il percorso). Si arriva sulla strada asfaltata non molto distanti dall'attacco della cresta e dalla macchina.
Tuttavia se non la si conosce, oppure se non si è
abituati a cercare i passaggi giusti, questa soluzione potrebbe risultare complicata.
Segnaliamo quindi altre due possibilità:
1- traversare lungamente verso destra (viso a monte) tutta la
cengia erbosa fino al suo termine dove si imbocca un canalone che
riporta alla base della parete. Siamo al limite destro della parete
ovest, quindi bisogna costeggiarla tutta in direzione della cresta
nord fino a raggiungere la macchina;
2- esistono anche delle calate in corda doppia ma trovare il primo ancoraggio non è semplicissimo se non si ha idea di dove sia. Cercare il primo ancoraggio (clessidra con cavo d'acciaio e maglia rapida) posto sul bordo della parete circa 50-60 metri più a destra dal termine della cresta:
1a. calata: 40 Mt. andando leggermente a sinistra sino una piazzola con ulivo (fine del Diedro bianco, sosta 2 spit con catena);
2a. calata: 35 Mt. fino a terra.
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