Descrizione generale
La Nord del Pizzo d'Uccello è sicuramente la parete più famosa di tutto il gruppo delle Alpi Apuane. I primi tentativi sono della cordata Piantanida/Stagno, due alpinisti genovesi che il 22 ottobre 1922 cercarono di effettuarne la prima salita. I genovesi salirono i primi 250 Mt. della zona est della parete (sopra i cantoni di neve vecchia) ma stante l'ora tarda dovettero rinunciare. Il 9 ottobre 1927 Stagno con Daglio, Frisoni, Sabbadini portò a compimento la salita uscendo sul ripiano di Capradossa dove la cordata salì un canale-camino parallelo alla cresta e raggiunse così la vetta. La linea di salita conosciuta come la "Via dei Genovesi" non affronta direttamente la parete nord.
A porre fine a questo problema alpinistico furono due alpinisti lombardi: Nino Oppio e Serafino Colnaghi che il 2 ottobre 1940 aprirono quella che oggi è considerata la via più bella e ripetuta della parete. La Oppio/Colnaghi è anche chiamata semplicemente via Classica e si svolge lungo un percorso molto logico
sfruttando fessure e camini.
Durante le numerose ripetizioni sono stati abbandonati parecchi chiodi ma, anche se la via è oggi ben protetta, è fondamentale avere con se friend e cordini. Tutte le soste sono attrezzate, alcune addirittura con uno spit. In via sono presenti anche soste che risultano essere superflue.
Attacco, Descrizione della via
Dall'autostrada A15 uscire ad Aulla. Svoltare subito
a destra e poi a sinistra. Seguire le indicazioni per Fivizzano.
Dopo qualche chilometro seguire per Casola in Lunigiana e successivamente per Minucciano. Oltrepassato il paese, subito dopo una galleria svoltare a destra seguendo le indicazioni per "Orto di Donna" e per il rifugio Donegani (riaperto da meno di un anno
dopo ben sette di chiusura).
Giunti al rifugio la strada è sbarrata e occorre proseguire a piedi. Oltrepassato il primo tornante, dopo qualche centinaio di metri sulla destra, disegnata sulla roccia, c'è una freccia con scritto all'interno 187 e una targa che indica la Foce Sìggioli.
Da questo punto salire nel bosco sino a giungere sulla cresta di Caprarossa (1420 Mt. circa - qui corre il sentiero n. 181). A questo punto avrete davanti a voi l'imponente parete nord. Piegare a destra e raggiungere la ferrata "Zaccagna"
mediante la quale si scende lungo un'affilata cresta fino a giungere ai "Cantoni di Neve Vecchia" (nomignolo appioppato dagli abitanti del posto
perché in questo angolo la neve tarda ad andarsene). Terminata la
ferrata ci si dirige verso la base della parete. A circa un terzo
della parete si può notare un'evidentissima depressione e, sulla
sua verticale, a pochi metri da terra, un caratteristico tetto a
freccia. Da questo punto risalire circa un centinaio di metri
verso sinistra (viso a monte) fino ad un piccolo ripiano dove c'è
un chiodo di sosta. Quando l'abbiamo ripetuta noi penzolavano 2
cordini ed 1 friend delle ande rotto.
1° tiro:
salire verticalmente per qualche metro puntando all'evidente chiodo.
Aggirare lo spigolo a destra e poi salire in direzione di un diedro oltre il quale si traversa a sinistra. Ignorare la sosta
(2 chiodi+spit) e salire una paretina sino alla sosta sovrastante (2 chiodi con cordino).
25 Mt., IV+, 3 chiodi, 1 sosta intermedia.
2° tiro:
salire obliquando verso destra lungo una rampa. Sostare in corrispondenza di un terrazzino alla base di un diedro (2 chiodi con cordone). 25 Mt., III, IV. Non proseguire
nel diedro poiché qui inizia la via Diretta dei Pisani.
25 Mt., III+.
3° tiro:
seguire la rampa erbosa verso sinistra sino ad un diedro.
Attenzione che la rampa continua. Salire il diedro e sostare su due chiodi e un vecchio spit.
40 Mt., II, III, IV, 1 chiodo.
4° tiro:
ancora lungo la rampa; oltrepassare un alberello (cordino) e salire delle placche sino a giungere in sosta
formata da 3 chiodi uniti da un cordone. 40 Mt.,
III, 2 chiodi, 1 cordino su pianta.
5° tiro:
ancora lungo la rampa obliqua. Si supera un diedrino molto corto
ma con passo delicato e si raggiunge un ampio canale. Si sosta prima di entrarvi su chiodi. 30 Mt., III,
IV, 1 chiodo.
6° tiro:
salire nel canale che man mano si stringe sino a
diventare camino. Dove diventa tropo stretto si sosta su due chiodi sulla destra.
50 Mt., III, III+, 1 chiodo (sulla sinistra del canale).
7° tiro:
salire il camino per poi uscirne sulla destra su una rampa
detritica. Proseguire lungo la rampa riportandosi progressivamente
verso sinistra alla base del camino successivo. Sosta su due
chiodi. 55 Mt., IV, III, 2 chiodi.
8° tiro:
ancora lungo il camino con difficoltà sostenute sino ad arrivare ad una terrazza detritica dove sulla sinistra, sopra la sosta, vi è scritto in vernice rossa "Lotta continua".
55 Mt., III, IV+, 6 chiodi.
9° tiro:
salire il camino di destra (noi l'abbiamo trovato piuttosto bagnato).
Quando il camino si apre spostarsi sulla parete sinistra e salire
fino a superare uno strapiombino. Obliquare poi a sinistra, salire
una lama per un paio di metri giungendo su un terrazzino. Da qui
si rientra nel camino a sinistra con un breve passo in discesa. Si
sale alcuni metri fino alla sosta su chiodi con cordino. E'
possibile traversare a sinistra prima dello strapiombino
rientrando subito nel camino, si vedono 2 chodi. Sembrerebbe più
semplice ma non sappiamo come sia.
55 Mt., IV+, IV, 6/7 chiodi (di cui uno instabile).
10° tiro:
tiro chiave della via. Si sale il camino (ignorare la sosta che incontra) sino a quando diviene strapiombante. Qui, atleticamente, si traversa verso destra (eventualmente azzerabile) uscendo su facili rocce
da risalire fino alla sosta su 2 chiodi. 50 Mt., IV, V+, IV, 4 chiodi.
11° tiro:
proseguire senza via obbligata rimontando rocce abbastanza semplici raggiungendo così la sommità del primo pilastro. Sosta da attrezzare. 50 Mt., III, 2 chiodi.
12° tiro:
ancora per rocce semplici sino a raggiungere una sosta dove con vernice rossa c'è una scritta "Potere alle masse".
Proseguire a destra della sosta su terreno a tratti erboso fino ad un ripiano
alla base di un diedro molto verticale. La sosta è su due chiodi,
uno difficile da utilizzare perché piantato molto profondamente.
55 Mt., III, 2 chiodi.
13° tiro:
salire la parete a destra della sosta superando un tratto strapiombante (due
begli appigli instabili) quindi traversare a sinistra sino a raggiungere il diedro.
Risalirlo fino ad incontrare la sosta su 3 chiodi. 30 Mt., V, V+, 6 chiodi.
14° tiro:
salire obliquando a sinistra per facile rampa sino ad imboccare un camino. Si sosta su due chiodi (piuttosto distanti tra loro).
30 Mt., III, II, 1 chiodo.
15° tirio:
salire il camino (non sempre continuo). Noi abbiamo proseguito
fino ad incontrare sulla destra una placca appoggiata con 2 chiodi
di sosta uniti da cordone. Possibilità di spezzare il tiro, altre
soste presenti. 65 Mt., III, IV, 5/7 chiodi.
16° tiro:
riportarsi nel camino, superare i
due chiodi di sosta che si incontrano sulla sinistra e spostarsi a destra
riprendendo a salire con bellissima spaccata il camino che diviene
sempre più verticale. Verso il suo termine un paio di passi in
leggero strapiombo permettono di raggiungere rocce più semplici e
sostare.
55 Mt., IV, IV+, numerosi chiodi.
17° tiro:
salire le ultime rocce fino al pendio detritico. Facendo attenzione ai sassi
instabili salire verso destra raggiungendo così la sommità del
secondo pilastro. Si sosta su un fix con anello ed un chiodo. 40 Mt.,
III, II.
18° tiro:
scalare lo spigolo vincendo un leggero strapiombo (chiodo
visibile dalla sosta). Piegare a destra
e salire un caminetto articolato sino al suo termine da dove si esce sulla destra. Rimontando facili rocce si raggiunge la cresta Ovest dove si sosta su di uno spuntone. Possibilità di dividere il tiro.
75 Mt., III, IV, III, II, 4 chiodi.
Proseguire verso sinistra lungo la
comoda cresta fino a raggiungere la vetta del Pizzo D'Uccello.
Discesa
Dalla vetta scendere mediante la via Normale (bolli) che corre lungo la cresta est fino a giungere
alla Foce di Giovo (non fermarsi al Giovetto) dove è situata una palina in legno con
delle indicazioni. Scendere a sinistra (sentiero n. 37) in direzione delle cave di marmo di "Orto di donna" e del rifugio Donegani.
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