Descrizione
generale
Il Cimon della Pala deve il suo nome alla sottostante Pala Monda, il ripido costone erboso privo di alberi alla base delle rocce del versante Sud-Ovest. La vetta fu conquistata il 3 giugno del 1870 da parte di Edward Robson Whitnell con Santo Siorpaes e Christian Lauener lungo il versante nord. Oggi questo percorso è stato abbandonato per via della friabilità della roccia e per la presenza di alcuni tratti ghiacciati. L'attuale via normale sale infatti lungo il versante est e fu percorsa la prima volta da Ludwig Darmstadter con Luigi Bernard e Johann Niederwieser il 9 luglio del 1889.
Nel 1970, in occasione del centenario della conquista di questa vetta, simbolo delle Pale di San Martino, venne attrezzata una via ferrata. I promotori, nonché finanziatori dell'impresa, furono proprio Bolver e Lugli (a cui il tracciato è dedicato). La via ferrata, ripercorre quasi in toto una vecchia via d'arrampicata di difficoltà di II-III (via Higusi) aperta il 2 agosto 1921 dai fratelli Hilde e da Sigurd e Gunther Langes.
Attacco della ferrata
Da San Martino di Castrozza raggiungere la stazione alta della
cabinovia Colverde. Da qui, mediante il sentiero n. 712 (indicazioni per la ferrata) salire in direzione della sovrastante parete sud-ovest del Cimon della Pala. Salire lungo un vago canale sino ad incrociare il sentiero che dal rifugio Rosetta conduce a Malga Fosse (Sentiero dei Finanzieri).
Le indicazioni per la ferrata (palina) conducono ad una targa commemorativa (2280 Mt.) che indica l'attacco della via ferrata (anche se di fatto non vi sono funi metalliche). Mediante bolli rossi e brevi tratti di arrampicata salire lo zoccolo sino a raggiungere l'attacco vero e proprio (2550 Mt.).
AGGIORNAMENTO: Pietro Gavazzi, il 27 agosto 2018, ci ha segnalato che nei pressi della targa commemorativa sono stati posizionati dei nuovi cavi, della lunghezza di 50 Mt., che consentono di raggiungere più agevolmente l'attacco vero e proprio.
Descrizione della ferrata
Una volta raggiunti i cavi metallici è impossibile perdersi. La via ferrata, come detto sopra, ripercorre una vecchia via d'arrampicata di II°, III° grado, pertanto questa si snoda lungo i tratti più deboli della parete. Sarà necessario superare delle placchette ma anche dei camini e dei diedri.
Quasi tutto il tracciato è protetto da un cordino metallico (solo un breve tratto di circa 20 Mt. ne è privo). Terminata la ferrata, mediante una piccola traccia, in circa 10 minuti si raggiunge il
bivacco Fiamme Gialle (3005 Mt.).
Discesa
Lasciando il bivacco alle spalle scendere a sinistra lungo piccoli salti rocciosi coperti da detriti sino a raggiungere il passo del Travignolo (2925 Mt.). Qui buona parte delle cordate, anziché scendere lungo la valle dei Cantoni (discesa da noi adottata e qui di seguito relazionata) sale in vetta alla Cima Vezzana (3192 Mt. - la più alta del gruppo delle Pale di San Martino; calcolare circa 20' dal passo) e discende lungo il versante nord mediante il sentiero attrezzato "Gabitta/D'Ignoti". Raggiunta la Val di Strut prosegue lungo il "sentiero delle Farangole" sino al rifugio Rosetta.
Per rientrare più velocemente al rifugio Rosetta (soluzione da noi adottata), scendere lungo la valle dei Cantoni mediante tracce di sentiero e brevi tratti innevati. Un salto verticale viene evitato passando a destra (viso a valle) e superando qualche piccolo passo d'arrampicata. Dopo aver perso ancora quota, sulla destra si stacca un sentiero che sale al
Passo Bettega (2667 Mt. - indicazioni) dal quale si prosegue sul sentiero n. 716 che conduce al rifugio Rosetta. Da qui, mediante il sentiero n. 701, si raggiunge la stazione alta della funivia Rosetta (corse ogni 20 minuti - 10' dal rifugio).
Una volta raggiunto il Passo Bettega ed imboccato il sentiero n. 716 è anche possibile scendere direttamente alla stazione
alta della cabinovia Colverde, evitando così di salire sino al rifugio Rosetta e risparmiando il costo di una corsa in funivia. |