Descrizione generale
Via aperta il 19 luglio del 1920 dalla cordata Langes e Merlet che in altre occasioni, sempre nell'immediato dopoguerra, aprirono linee di salita che oggi sono divenute classiche e quindi super ripetute. Lo Spigolo del Velo, sul versante nord-ovest della Cima della Madonna, è ormai considerata la più classica delle salite non solo delle Pale di San Martino ma di tutte le dolomiti. Si stima che questa via vanti più di 6000 ripetizioni. La roccia che troverete in via è magnifica: tutto ciò che vi capiterà per le mani è ottimo e c'è inoltre da meravigliarsi del fatto che non presenta il minimo segno di unto.
Attacco, descrizione della via
Da Fiera di Primiero imboccare la strada statale n. 50 che sale verso San Martino di Castrozza ed il Passo Rolle. In corrispondenza di un netto tornante si stacca una piccola strada forestale che conduce alla Malga Zighertaghe
(palina di legno in loco). Proseguire lungo la strada (alcuni tratti sterrati) sino ad incontrare un divieto di circolazione. Sulla sinistra vi è un parcheggio con una fontana. Lo stesso parcheggio è raggiungibile imboccando la strada da San Martino di Castrozza e seguendo le indicazione per la "centrale termica" e poi "rifugio al velo". Questa seconda opzione è la migliore in quanto si evita un tornante sterrato che può causare problemi in salita a macchine senza trazione integrale.
Proseguire lungo il sentiero n. 713 che sale la Val de la Vecia sino al rifugio Velo della Madonna (ultimo tratto attrezzato), situato proprio alle pendici della Cima della Madonna. Dal rifugio seguire il sentiero n. 739 (direzione passo di Ball - rifugio Pradidali) inizialmente in discesa. Dopo breve si incontrerà
la "Ferrata del Velo". Seguire il cavo metallico per circa 150 metri, sino a quando
piega nettamente a sinistra. Un clessidrone indica l'attacco.
1° tiro:
salire slegati per circa 60 Mt. senza un percorso obbligato sino
a raggiungere un ampio terrazzo con ometto. 60 Mt., II, III.
2° tiro:
salire le rocce soprastanti, anche qui con difficoltà contenute, puntando al filo dello spigolo. La sosta è su clessidre poco sotto un piccolo intaglio. 45 Mt., II, III.
3° tiro:
proseguire verticalmente per qualche metro. Piegare poi verso destra lungo placche puntando ad un diedrino al termine del quale è possibile vincere facilmente un tratto verticale. Poco oltre vi sono due soste. La prima si trova su un vecchio chiodo con anello. La seconda, un poco più a destra è una clessidra con cordini. 45 Mt., III, III+, 1 passo di IV.
4° tiro:
superare alcuni metri molto verticali a sinistra della sosta
(clessidra con cordino), poi per terreno più semplice, sino ad un'ampia terrazza dove si sosta. Qui si è alla base del primo pilastro.
55 Mt., IV+, III+.
5° tiro:
dalla sosta è possibile vedere la sovrastante parete giallastra con una
fessura che sale da sinistra verso destra e dei chiodi con cordino. Si tratta della variante Zagonel e presenta difficoltà di V+. Dalla sosta salire quindi le facili rocce
alcuni metri e poi piegare a destra fino a raggiungere lo spigolo. Sostare in corrispondenza di un vecchio chiodo. 35 Mt., III+, II.
6° tiro:
rimontare la parete verticale (chiodi) seguendo una fessura. Proseguire
seguendo il filo dello spigolo puntando alla base di una placca
verticale con chiodo e cordino. La si supera piegando prima a
sinistra (delicato, 3 chiodi) e poi a destra, nuovamente in
direzione dello spigolo raggiungendo la sosta (2 chiodi). 35 Mt., V+, V,
7 chiodi.
7° tiro:
proseguire per rocce semplici sino a raggiungere una terrazza dove c'è una clessidra con cordino.
La via non sale in vetta al primo pilastro anche se vi sono diversi cordini di sosta
sulla cima. Dalla sosta scendere alcuni metri a sinistra aggirando
il pilastro e sostare su una clessidra appena superato l'intaglio.
Molti superano l'intaglio salendo appunto in cima al primo pilastro
per poi scendere e spaccare sul secondo con difficoltà. 45 Mt., IV,
III, II,
I.
8° tiro:
iniziare a salire il secondo pilastro seguendo una fessura dapprima verso destra, poi verso sinistra sino a giungere su di un piccolo ripiano dove due vecchi chiodi indicano la sosta. 35 Mt., IV, IV+, 1 chiodo.
9° tiro:
proseguire in verticale con difficoltà simili al tiro precedente sino a sostare in prossimità di uno strapiombino giallo. 35 Mt., IV, IV+.
10° tiro:
vincere lo strapiombo a sinistra della sosta (chiodo). Proseguire poi lungo rocce più appigliate
che si fanno via via sempre meno ripide fino al successivo intaglio.
Anche qui facoltà di superarlo alti con spaccata o scendere alcuni
metri ed entrare nell'intaglio. Nel primo caso conviene attrezzare
la sosta su 2 chiodi vicini un po' più in alto della "spaccata". Nel
caso invece si scenda nell'intaglio si trovano 2 chiodi di sosta
anche qui.
40 Mt., V, IV, III, 1 chiodo.
11° tiro:
dall'intaglio salire la parete per circa cinque metri. Successivamente piegare a sinistra lungo una fessura. Risalirla sino al suo termine. Proseguire poi per placca sino alla sosta. 40 Mt., V+, V, IV+, 3 chiodi.
12° tiro:
continuare per placche e salti tenendosi a circa 10 metri dal camino
sulla destra, fino ad incontrare 2 chiodi di sosta.
25 Mt., IV, III+, 1 chiodo.
13° tiro:
sempre in verticale, piegando leggermente a sinistra. Si
raggiunge un terrazzino con un chiodo su roccia gialla. Superare
l'ultimo ostacolo direttamente sopra il chiodo oppure aggirarlo a
sinistra. Si raggiunge una grossa terrazza dove un ometto indica il termine della via.
45 Mt., IV, III+.
Seguendo la cresta e gli ometti raggiungere la vetta. 60 Mt.,
I.
Discesa
Abbassarsi lungo la cresta (ometti e frecce rosse) in direzione del Sass Maor sino a giungere al cospetto di una spaccatura. Oltre la spaccatura (che richiede un passo d'arrampicata di IV) vi è un grosso anello di calata. In alternativa è possibile evitare la spaccatura salendo le facili rocce sino a giungere ad uno spuntone con cordini dal quale effettuare una calata di circa 35 Mt. fino un buon anello cementato posizionato circa a metà del camino Winkler.
Da questo secondo anello calarsi per circa 50 metri raggiungendo così un altro anello (le frecce
rosse che si trovano dalla terrazza conducono allo stesso anello, ma
con semplici passi d'arrampicata).
Calarsi per altri 30 metri e raggiungere la forcella che divide il Sass Maor dalla Cima della Madonna.
Dalla forcella scendere il canalone in direzione sud-est (guardando la Cima della Madonna a sinistra) seguendo gli ometti sino a raggiungere un enorme masso che lo chiude. Qui sulla sinistra c'è un anello di calata (20
Mt.). In alternativa è possibile effettuare una traversata di qualche metro sulla sinistra (viso a valle - II) e poi ridiscendere per rocce semplici.
A questo punto stare nel canale di destra seguendo gli ometti
(tratti di II). Dopo aver camminato lungo una cresta il canale si biforca nuovamente. Seguire il ramo di sinistra
(segni rossi, ometti). In corrispondenza di un salto effettuare una calata di 15 Mt. (cordini con maglia rapida un po' nascosti sulla destra). Scendere camminando per una decina di metri sino a giungere in corrispondenza dell'ultimo anello cementato. Effettuare una calata di 20 metri. Da qui in breve, lungo tracce sulla destra (viso a valle), si raggiunge il sentiero n. 747 che in 10 minuti conduce al rifugio del Velo, poi mediante il sentiero n. 713 seguito
in salita si torna al parcheggio. |