Descrizione generale
Grandiosa via aperta su un'altrettanto grandiosa parete: quella del Primo Pilastro del Monte Casale. Il Primo Pilastro a sua volta si divide in Pilastro Cristina e una parete molto verticale denominata Pilastro Giusti. La via più classica di quest'ultima parete è la via del Missile che, insieme al Pilastro Gabrielli, sono tra le vie più belle aperte da Giuliano Stenghel.
Dal libro "Lasciami volare" di Giuliano Stenghel (Emanuelli Editore 1995):
IL MISSILE di Alessandro Baldessarini (Baldix)
"Giuliano mi informa di avere individuato un nuovo tracciato di roccia su un'impressionante muraglia del Monte Casale. All'improvviso un brivido mi attraversa la schiena, conosco le difficoltà delle vie di Giuliano, quasi tutte scovate di corsa, ma la sua idea di dedicare la nuova avventura al ricordo dell'amico Massimo Giusti, da poco scomparso, mi stimola, obbligandomi ad accompagnarlo. [...]
Velocissimo come un proiettile, lo vedo "scavalcare" uno strapiombo ed entrare in un diedro, la sua specialità, ma poi si arresta e sconsolato ridiscende per alcuni metri. Il diedro, così bello ed entusiasmante purtroppo svanisce nel nulla lasciandoci ai piedi di una placca strapiombante.
Vedo Giuliano guardare continuamente a sinistra ed avventurarsi lungo un traverso che solo a guardarlo con gli occhi sfocati, mi viene da rimettere. E' il suo modo di muoversi in parete, molte sue vie si sono risolte in arrampicata libera sfruttando delle traversate. Lui mi ha sempre detto: "Il traverso rappresenta l'estetica sublime dell'uomo sulla roccia!".[...].
Attacco, descrizione della via
Da Arco percorre la Valle del Sarca in direzione Trento. Raggiunta
la frazione di Pietramurata parcheggiare vicino alla cava sotto le
pareti del Monte Casale e poi imboccare il sentiero ben visibile
(indicazione per la ferrata "Che Guevara") che costeggia il fianco
sinistro della cava. Poi il
sentiero entra nel bosco ed inizia a salire verso sinistra. Alzati di quota si prosegue verso destra sotto le pareti (è comunque visibile una traccia) sino alla zoccolo del Primo Pilastro. Si risale tale zoccolo sempre verso destra oltrepassando gli attacchi delle vie "Se la conosci la eviti", "Giuma" e
"Non solo pane".
Si prosegue in salita su una rampa terrosa e verticale fino ad
arrivare ad una stretta cengia dove si può far sosta utilizzando un
albero (vecchio cordino). E' ben visibile un lungo tetto
orizzontale, la via "del Missile" attacca e passa appena a destra di
questo tetto.
In alternativa è possibile raggiungere la rampa terrosa che porta all'attacco seguendo un altro sentiero che sale ripidamente lungo lo zoccolo proprio sotto la verticale del Primo Pilastro.
1° tiro:
muretto iniziale poi attraversare in obliquo verso sinistra
(stare sopra la pianta) fino ad arrivare ad uno spuntone sullo
spigolo dove si sosta (da attrezzare). 35 Mt., IV, III.
2° tiro:
dallo spuntone in discesa fino ad aggirare lo spigolo, poi salire
per un diedro fessurato rosso fino a un pulpito dove si sosta (3
chiodi+ cordone) in vista del successivo traverso. 40 Mt.,
V.
3° tiro:
traversare a sinistra tenendo la fessura orizzontale con le mani fino
ad arrivare a dei cordini penzolanti un po' marci. A questo punto
abbassarsi (VI+) leggermente, gli appigli risultano molto più
piccoli ma è un passo e si arriva sulla linea della sosta (2 chiodi)
rialzandosi leggermente. 25 Mt., V, VI+, 4 chiodi (di cui 1 con lungo
cordone).
4° tiro:
dalla sosta salire verticalmente in placca (passo iniziale sprotetto
e impegnativo, 3 Mt.) che conduce ad un diedro (da proteggere, bello
e tecnico) che si segue fino in sosta (3 chiodi). 45 Mt., VI, V+,
1 chiodo.
5° tiro:
proseguire su un diedro poco a destra della sosta con molti chiodi e
un cordino bianco. Poi segue un traverso, esposto ma facile, verso sinistra (restare bassi, buone prese) fino alla sosta (2 chiodi). 35
Mt., VII- oppure A0, IV+, 4/5 chiodi.
6° tiro:
bellissimo tiro su roccia solida, compatta e rossastra. Linea logica
alla ricerca delle minori difficoltà sfruttando prima delle grosse lame
poi dei diedri rossi. Lunghezza esposta con tratti strapiombanti. Dalla sosta obliquare a destra fino a prendere
un’evidente lama che conduce alla sosta successiva (cordone su
spuntone). 45 Mt., VI+, 4/5 chiodi.
7° tiro:
si sale per il camino sovrastante cercando di starne
all’esterno poiché, per incastrarsi, è abbastanza stretto. Al suo termine si dovrebbe sostare scomodamente su un masso
incastrato. Il tiro successivo originale andrebbe in traverso a
destra su cengia. Noi abbiamo proseguito senza sostare per la
“variante diretta”. All’uscita del camino salire dritti per una
fessura (visibile un chiodo, difficoltà V+, forse qualcosina di più) per poi obliquare a destra
superando uno strapiombetto ben appigliato. Alzarsi ancora un poco e
traversare a destra in placca verso un grosso spuntone sul quale
attrezzare la sosta.
50 Mt., V+, 4/5 chiodi, 1 cordone su masso
incastrato.
8° tiro:
andare a destra per cengetta terrosa fino a incontrare un diedro.
Salire lungo il diedro fino ad una zona alberata, quindi traversare a
destra 6/8 Mt. e sostare su una grossa pianta. 45 Mt., V.
E’ possibile sostare
su una pianta più a sinistra (sulla verticale del diedro) e seguire
l’uscita diretta per il logico proseguimento del diedro fessurato superando il tettino che lo chiude (VI).
9° tiro:
inizialmente dentro un canale-diedro poi attraversare a destra circa
2 Mt. (raggiungendo una piantina) all’altezza di uno strapiombo.
Salire per fessura obliquando leggermente a sinistra fino ad una
pancia con roccia rossa. Superare la pancia e salire in aderenza
sulla placca soprastante (attenzione alla qualità della roccia che
cala notevolmente sugli ultimi metri). Salire ora le facili rocce
fino al bosco dove si sosta su una pianta. 40 Mt., VI, 4 chiodi.
Discesa
Usciti dalla via si risale su terriccio inizialmente dritti poi
andare verso destra per delle tracce nel bosco fino ad arrivare alla
strada forestale che si segue in direzione di Sarche (destra, viso a monte) sino ad un bivio con delle paline. Seguire le indicazioni per Sarche e, tramite sentiero che scende più ripidamente nel bosco, si raggiunge la strada asfaltata che porta a Madonna di Campiglio.
Da qui è consigliato l’autostop; in alternativa dovrebbe essere
presente un sentiero o strada forestale che evita di arrivare al
parcheggio della cava su strada asfaltata. 2 ore se fatta interamente
a piedi fino al parcheggio della cava.
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