Descrizione generale
Il Monte Vigna Soliva è il punto
culminante di un bel gruppetto montuoso, compatto e circolare, posto
all'imbocco dell'alta Valle Seriana, proprio davanti ai giganti della
zona, in posizione privilegiata per panorama ed esposizione al sole. Le
altre due cime del gruppo, che raggiungeremo con questa escursione,
sono il Monte Calvera che precede la ViGna Soliva ed il Pizzo delle
Corna (con due vette distinte) che la segue lungo la cresta del gruppetto montuoso. Le tre cime
sono poco frequentate, come testimoniano le segnalazioni
poco evidenti lungo il percorso, ma a chi volesse raggiungerle in
sequenza, sanno regalare bellissimi scorci panoramici (specialmente sui
giganti della Valle Seriana in primo piano), nonchè insoliti
ed interessanti angoli lungo tutto l'itinerario. Molto bello il tratto
in cresta tra le tre cime.
Descrizione percorso
Lungo la strada della Val Seriana, giunti a Pontenossa,
si prende la destra verso Valbondione. Una volta
giunti a Gandellino, si scende verso destra per entrare nel piccolo paese;
alla prima curva si segue a sinistra e si inizia una lunga serie di
tornanti verso il borgo di Tezzi Alti. Arrivati
alla chiesetta sulla sinistra, si parcheggia nel piccolo spazio per auto
davanti alla chiesa e si inizia a camminare su asfalto proseguendo in
salita. Al primo tornante sinistrorso si abbandona l’asfalto prendendo il
sentierino davanti a noi che subito si impenna tra prati e piante. Sbucati
su un’ampia strada sterrata, la si segue
verso destra ed al primo tornante si procede dritti in un prato. Si cammina
ora su sentierino sassoso che in breve si immerge in un boschetto per
sbucare poco dopo una baita, proprio davanti a d una palina che indica un
sentiero “agrituristico” denominato Flavio Tasca verso sinistra. Noi invece
andiamo a destra inoltrandoci sempre più in una bellissima abetaia
inizialmente in salita. Lasciamo alla nostra sinistra un grosso masso muschioso e poco oltre un bacino idrico dietro il quale
si trova piccola area pic- nic.
Qui facciamo visita ad un curioso masso sulla cui superficie sono scolpite
dei curiosi e misteriosi fori (pare fosse un masso sul quale in antichità
si facessero riti religiosi in favore del dio Saturno). Poche decine di
metri e ci imbattiamo nella fresca fonte di San Carlo (1165 Mt.). Giunti ad
un secondo bacino idrico sulle cui pareti sono presenti delle scritte un
poco confuse e delle indicazioni poco chiare, procediamo dritti e poi al
primo bivio subito a destra direzione
Vigna Vaga e Fontanamora.Poco
oltre eccoci ad un altro bivio, qui seguiamo la chiara indicazione
di una freccia di legno che ci invita a prendere il sentiero di
sinistra per il Monte Vigna Soliva. Saliamo ripidi e regolari.
Ignoriamo alla nostra destra un sentierino che scende verso la località
Spiazzi dell'acqua e proseguiamo dritti in salita su ampio sentiero
pietroso. Man mano saliamo, il sentiero si fà più stretto. Arrivati ad
un certo punto sulla sinistra si intravede una roccia con una sbiadita
scritta rossa che indica il Monte Calvera. Ultimamente è stata messa
una bella freccia in legno con la stessa indicazione. Abbandoniamo il
sentierone
per deviare a sinistra. Subito dopo una ben più evidente freccia rossa,
ci segnala di proseguire dritti e poi una seconda freccia ci conferma
la direzione corretta. Per oltre 20 minuti camminiamo nel fitto bosco
che ora mischia faggi e conifere. Un'altra recente freccia di legno con
la scritta Calvera ci indica di proseguire verso sinistra, mentre a
destra la freccia segnala la Vigna Soliva. Usciti dal bosco, eccoci in
una
radura erbosa puntinata da abeti, dominata in alto dalle del Calvera.
Bella vista alle nostre spalle sulla zona del Passo degli Omini. Seguiamo
la traccia nell'erba e, ad un
certo punto, pieghiamo verso sinistra in falsopiano. Con alcuni
saliscendi tra l'erba alta e i cespugli sparsi, arriviamo ad una zona
caratterizzata dalla presenza di grossi massi isolati ed un bellissimo
colpo d'occhio verso il Monte Pradella ed il Pizzo Farno davanti a noi.
Superiamo la Baita Zucchi, poco discosta in basso a sinistra del
percorso originale. Proseguiamo su traccia in mezzacosta tra larici
fino ad un paio di ruderi di baite, uno a destra ed un secondo più in
basso a sinistra. Alle nostre spalle si può ammirare la zona del Passo
degli Omini, il Timogno e l'Avert. Davanti a noi il Pizzo del Diavolo
di Tenda fa splendida mostra di sè. Saliamo in diagonale verso destra.
Alzandoci, possiamo vedere sotto di noi anche i cerchi irregolari di
alcuni recinti di pietra. Puntiamo ad uno spigolo roccioso rossastro in
alto. Ad un certo punto ci troviamo davanti alcuni ometti di pietra,
uno dei quali è posto sopra ad una roccia su cui è mal disegnata una
croce rossa ed una freccia ad indicarci la direzione. L'ennesima nuova
freccia di legno ci segnala la direzione per la Croce di Calvera.
Perdiamo quota,
ignorando l'evidente traccia che sale dritta tra l'erba. Entriamo ora
in un vallone che poco sopra è caratterizzato da una pietraia di rocce
violacee. Continuiamo a salire seguendo vari bolli rossi. La pietraia
rimane alla nostra destra, mentre noi siamo sul lato sinistro (salendo)
del vallone. Dopo circa 30' di salita ripida e monotona, su sentiero
zigzagante che a volte tende ad affievolirsi per poi ricomparire poco
più in alto, arriviamo ad una ben marcata sella. Qui si trovano una
bella pozza rotonda ed un riparo fatto di pietre coperte da un telo
plastificato. Ignoriamo gli ometti che procedono verso una specie di
passo più in alto e ci spostiamo verso destra in diagonale salendo tra
pietre ed erba. La salita è ripida ed occorre fare una certa attenzione
nel caso il terreno sia coperto di neve o ghiaccio. Sotto di noi, verso
destra il pendio è molto ripido e presenta alcuni salti rocciosi. Si
sale tendendo verso destra fino a trovarci sotto alla croce. Ma per
raggiungerla dobbiamo proseguire ancora verso destra e poi, una volta
raggiunta una specie di crestina, alla cui sinistra si trova una
trincea naturale parallela, si segue questa verso sinistra. In breve si
giunge ai piedi della grande croce in ferro. Dalla croce proseguiamo
lungo la crestina per poi andare leggermente a destra e tra vallette,
conche e dossi, ci portiamo sotto l'evidente gradone roccioso che si
innalza di una ventina di metri davanti a noi. Scendiamo per pochi
metri alla sua base e lo risaliamo grazie ad un canalino-rampa molto
facile. All'uscita da questo siamo all'inizio di una specie di pianoro
sul cui lato destro si trova un secondo gradone roccioso. Noi restiamo
bassi e percorriamo il pianoro verso nord. Poche decine di metri dopo
dobbiamo scendere sul fondo di un piccolo canyon profondo una decina di
metri. È questo un luogo di grande fascino: siamo completamente
circondati da rocce. Risaliamo la profonda fossa verso il lato
opposto per poi seguire la sottile cresta sulla quale sbuchiamo verso
sinistra. In breve, su facili roccette ed erba, arriviamo sulla ben più
tranquilla ed ampia dorsale erbosa che conduce sulla cima vera e
propria del Monte Calvera (20-30 minuti dalla croce). Bella la vista
sul Pizzo di Petto. Continuiamo lungo
la dorsale che graduatamente perde quota. Arrivati sopra ad un salto,
andiamo verso destra, facendo molta attenzione alla forte pendenza.
Scendiamo fino ad un saltino misto di rocce ed erba. Lo
affrontiamo sul filo di cresta per poi
andare a sinistra. La pendenza elevata e l'esposizione richiedono cura
nel procedere. Arrivati ai piedi del saltino, andiamo a sinistra in
mezzacosta con un traverso (attenzione in caso di neve ghiacciata) fino
ad una evidente selletta. Da qui risaliamo un dossetto erboso piuttosto
ripido grazie ad una labilissima traccia a tornantini. Al termine della
risalita siamo a poche decine di metri dalla cresta erbosa che si
dilunga verso la nostra vetta. Restando più bassi della cresta,
camminiamo in mezzacosta, salendo graduatamente verso la dorsale. Qui
arrivati, non rimane che seguirne il corso fino al pendio finale che
termina sulla cima del Monte Vigna Soliva. Davanti a noi ecco i 3000
metri delle Orobie e una bella parte delle Orobie bergamasche stesse.
Proseguiamo verso la terza meta di oggi: il Pizzo delle Corna. Per
raggiungerlo non ci resta che seguire la facile dorsale erbosa davanti
a noi, e che costituisce il proseguo della dorsale già affrontata fin
qui. Scendiamo con gradualita, mantenendoci leggermente sulla destra
del filo di cresta. Il panorama arriva anche verso la zona del Curò,
con le cime del Torena, del Recastello e del Tre Confini. Arrivati ad
una sella, riprendiamo a salire verso la prima delle due cime che
caratterizzano il Pizzo delle Corna, dalla tipica roccia aranciata
(2352 metri). Da qui, altra breve discesa e seguente risalita priva di
diffioltà ed eccoci alla seconda tondeggiante ed erbosa vetta (2351
metri)
Discesa Dalla
seconda cima del Pizzo delle Corna, si segue la ripida ed erbsa dorsale
che scende verso il fondovalle. Non esiste un sentiero segnalato ed
occorre aguzzare la vista per seguire una labile traccia tra erba e
terriccio. In caso di buona visibilità i problemi non esistono ed è
sufficiente seguire la linea di cresta davanti a noi puntando ad una
cresta rocciosa che, più in basso, si stacca verso sinistra dalla
nostra dorsale erbosa. Oltrepassanto il punto di incontro di questa
cresta, proseguiamo in discesa lungo il ripidissimo pendio erboso sotto
di noi, avendo come punto di riferimento la bella conca prativa in
basso, dove un paio di pozze d'acqua, ed una baita sono ben visibili.
Evidente è anche una strada sterrata che scende verso la Val Sedornia,
ma che non dobbiamo raggiungere, restando noi sul lato opposto della
conca erbosa. Mentre scendiamo abbiamo come direzione da seguire il
Pizzo di Petto e la cima che domina il Laghetto di Spigorel. Giunti al
termine della ripida discesa, ci troviamo alla sinistr del Passo di Val
Grande (1983 metri) pieghiamo verso destra, passando nelle vicinanze di
una baita, ma senza raggiungerla. Man mano scendiamo, ci avviciniamo ad
un solco profondo sul fondovalle, oltre il quale si vede bene la strada
sterrata che scende verso la Val Sedornia e gli impianti di risalita
della zona Cavandola e Sponda Vaga. Stando alti sopra il solco,
prendiamo l'evidente direzione che costeggia i ripidi fianchi della
Vigna Soliva da cui siamo discesi. Ora il sentiero è ben marcato
nell'erba. Superiamo un abete isolato. Più in basso ecco una baita che
lasciamo alla nostra sinistra, sotto al sentiero. Poco distante
sentiero lo scrosciare di una cascatella che scende seminascosta da una
valletta rocciosa alla nostra destra. Arriviamo al termine dei prati e
ci immettiamo nel fitto bosco di abeti. Subito il sentierino tra i
pascoli, lascia il posto ad un ampio sentiero nel bosco che velocemente
scende. Arrivati alla freccia che abbiamo incontrato durante la salita
e che indicava la Cima Cavlera, non ci resta che ripetere il percorso
già fatto e tornare all'auto.
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