Descrizione generale
Lungo anello escursionistico (16-17 km), facile e privo di pericoli.
Molto bella la zona dal lago di Val Mora e quella del Dosso Gambetta.
Il dislivello contenuto e il tipo di sentiero rendono adatta la
camminata anche ai meno esperti. Interessante anche la parte di
percorso che ricalca la Via Mercatorum: un'antica via commerciale dell'epoca medievale.
Descrizione percorso
Dal centro di Averara, in alta Val Brembana, in corrispondenza di un
tornante verso sinistra, imbocchiamo la stretta strada della Valmoresca
e la percorriamo per un paio di km fino ad un bivio dove a sinistra
viene indicato Caprile Inferiore. Accanto c'è un cartello che parla
della Via Mercatorum
ed uno spiazzo sterrato dove parcheggiamo. Lasciata la macchina ci
incamminiamo verso sinistra (viso a monte) e superiamo un ponte e
subito dopo prendiamo il sentierino (n. 110) a sinistra che, salendo
tra alberi ed un muretto a secco coperto di muschio, sbuca poco dopo
sulla strada asfaltata abbandonata in precedenza, tagliando un
tornante. Proseguiamo seguendo la strada asfaltata verso destra,
superando un bivio alla nostra sinistra per Santa Brigida. Poco oltre
alcune baite, tra cui una nominata "Ol Piazzol", rimangono alla nostra
sinistra. La strada si stringe. Giunti ad un ponticello con barriere in
metallo verde la strada diventa sterrata. Saliamo con pendenza limitata
nel bosco. Alla nostra destra, in basso scorre il torrente creando
pozze e cascatelle. Arrivati ad uno spiazzo al cui centro si trova un
complesso di baite (località Losco, 20' dalla partenza), vediamo una
palina in legno che ci indica il nostro sentiero 110 dritto e il 105
per il Col Maddalena, ed Averara a sinistra. Poco oltre superiamo un
ponte ed alla nostra sinistra, all'interno del bosco si intravede un
altro ponticello più vecchio che scavalca lo stesso torrente sopra ad
un roccione. Procediamo dritti sulla sterrata che abbandoniamo qualche
centinaio di metri dopo per salire verso sinistra su un evidente
sentierino che taglia il fianco del ripido bosco di abeti bianchi (5'
dalle case). Subito incontriamo numerosi massi coperti da muschio. Più
avanti il sentiero è protetto da alcuni pali in ferro e da un cavo
metallico. In basso, alla nostra destra si intravede ancora la strada
abbandonata. La pendenza aumenta decisamente. Passiamo accanto ad
alcune formazioni rocciose poco stabili. Molto bello il bosco in cui
prevale il maestoso abete bianco. Alterniamo tratti molto ripidi ad
altri più rilassanti, punti in cui camminiamo al cospetto di paretine
rocciose verticali, ad altri in cui il bosco cade a precipizio verso
destra. in vari punti ci sono protezioni in ferro alla nostra destra.
Giunti sotto ad un'alta parete liscia, troviamo una piccola croce in
ferro a ricordo di una persona deceduta nel 1844 (30' dal bivio per il
bosco) e poco oltre una seconda croce del 2002. Poco oltre quest'ultima
usciamo all'improvviso dal fitto bosco e abbiamo una bella vista della
parte di valle che dobbiamo ancora risalire. Pochi minuti ed arriviamo
ad un ponticello metallico (1 h. abbondante dalla partenza) grazie al
quale attraversiamo il torrente Mora preceduto da una palina che ci
indica la direzione da seguire. Subito dopo il ponticello una seconda
palina ci indica che siamo in località Ponte dell'Acqua, a 1250 Mt. di
altezza. Saliamo lungo il sentiero ben segnalato e caratterizzato, a
tratti, da gradini in pietra. Alla nostra sinistra si sente e si vede
il torrente che crea cascatelle e pozze. Tutt'attorno, ripidi fianchi
erbosi, punteggiati da abeti e larici, si alzano dal fondovalle. La
salita prosegue tra affascinanti scorci sui salti e sulle cascate fatte
dal torrente Mora, in particolar modo sull'ultima, alta una decina di
metri e più, fino alla casa del guardiano della diga di Val Mora,
preceduta dalla piazzola d'atterraggio per elicotteri ed alcuni tavoli
in legno. Ci dirigiamo verso la casa del custode camminando in un bel
prato ed entriamo, attraverso una porticina in metallo, in un lungo
tunnel illuminato che corre sotto la diga per sbucare sul lato opposto
del torrente. Risaliamo ora alcuni gradini in cemento e ci portiamo al
livello dello sbarramento artificiale. Pieghiamo a destra ed in breve
siamo al cospetto del lago artificiale della Val Mora che in questa
occasione risulta pieno fino all'orlo (1546,50 metri sul livello del
mare). Molto bello l'ambiente che circonda il lago. Proseguiamo lungo
l'ampia strada sterrata e pianeggiante che costeggia il lago sul suo
lato destro orografico. Arrivati all'estremità opposta del bacino
idrico, superiamo una lunga stalla per l'alpeggio e poco dopo arriviamo
ad un bivio dove è presente un cartello didattico in legno che ci
illustra lo sviluppo e la storia della Via Mecatorum, il cui percorso abbiamo seguito fin ora. Qui la Via Mercatorum
prosegue verso sinistra e si dirige al Passo di Verrobio, noi invece
andiamo a destra, superiamo un ponte ed iniziamo la salita verso la
strada del Passo San Marco. Molto bella la vallata quasi pianeggiante
che si sviluppa alla nostra sinistra (Piano dell'Acquanera). Poco dopo
il ponte la strada sterrata compie una curva verso destra per poi
proseguire dritti fino ad incrociare l'asfalto della strada che verso
sinistra porta al passo. Da qui inizia la nostra lunga discesa.
Discesa
Dall'incrocio con la provinciale si scendono pochi metri di dislivello
e si arriva al tornante n. 10 della strada del passo (località Cola di
Ancogno vago, 1759 Mt.). Subito dopo una palina ci indica la direzione
per il sentiero 113 che seguiamo verso destra abbandonando l'asfalto.
Poche decine di metri e incontriamo una casera (casera d'Ancogno) e
subito dopo lasciamo alla nostra sinistra la discesa della Via Priula
per Ponte dell'Acqua, sentiero 114. Proseguiamo invece dritti sul
sentiero 113, lungo i muri della stalla della casera. Camminiamo in
mezzacosta su prati e pascoli, transitando spesso sotto ad antiestetici
tralicci dell'alta tensione. Superiamo un abbeveratoio e, dopo una
breve salita, alla nostra sinistra, in basso si nota un roccolo per
cacciatori. Sempre lungo il sentiero si sale ancora un poco per poi
scendere verso un traliccio alla cui base sono riportate le
indicazioni. Scendiamo così in un piccolo valloncello, per risalirlo
poco dopo e dirigerci verso un gruppetto di grossi larici. Arriviamo
poi ad una piccola baita (Casera del Dosso) posta poco a sinistra in
basso rispetto al nostro sentiero e ad un abbeveratoio con una pozza
vicina. Da qui scendiamo in uno splendido vallone prativo circondato da
abeti e chiuso a sinistra da una sinuosa dorsale erbosa e boscosa
(località Gambetta). Scesi nel vallone, rimaniamo al suo centro fino ad
un paio di baite poste dietro ad un dosso (Dosso Gambetta). Dalle baite
ci dirigiamo verso un piccolo traliccio metallico. Qui abbandoniamo il
sentiero 113 per scendere verso sinistra nel bosco lungo il sentiero
135. La traccia diviene meno evidente. Usciti dal bosco si prosegue per
prati fino ad un terzo abbeveratoio su cui si leggono labili
indicazioni. Continuiamo la discesa ai margini del bosco. In basso
sotto di noi vediamo un grosso larice bruciato che pare un opera d'arte
astratta. Il percorso procede su un bel mezzacosta pianeggiante che ci
conduce tranquillamente presso una grossa casera dall'aspetto poco
inserito nel paesaggio. Da qui, dopo una brevissima discesa, si arriva
su un'ampia strada sterrata. E' possibile, con una deviazione verso
sinistra (indicazioni "rifugio" su una palina) arrivare ad una bella
baita ristrutturata che nell'idea originale sarebbe dovuta diventare un
rifugio, ma il progetto in realtà non è mai stato completato. Tornati
alla palina dopo la visita al rifugio, si scende ad una caseificio
(Caseificio Cantetoldo) lungo l'ampia e comoda sterrata. Più in basso
superiamo la piccola baita Bortulu. Continuiamo a seguire la strada.
Ora non ci resta che seguire la lungo discesa su questa ripida e noiosa
strada sterrata passando per la baita Chiarelli, l'Alpe Cantedoldo
(1400 Mt.). Il tracciato si sviluppa interamente all'interno della
bella, ma molto ripida abetaia, e porta alla frazione di Caprile
Inferiore da qui siamo partiti la mattina. |