Valmoresca e Rifugio Ca' San Marco

 
Zona montuosa Alpi Orobie Località di partenza Località Valmoresca - Averara (BG)
Quota partenza 800 Mt. circa Quota di arrivo 1830 Mt.
Dislivello totale 1000 Mt. circa Data di uscita 14/11/2014
Ore di salita 3 h. Ore di discesa 2 h.
Sentieri utilizzati n. 110, 113, 133 Giudizio sull'escursione Discreta
Sass Balòss presenti Omar Difficoltà E
Condizioni climatiche e dei sentieri

Cielo nuvoloso con leggera pioggerella in mattinata. Forti nebbie nella zona del Passo di San Marco. Un timido sole ha fatto capolino nel pomeriggio permettendo di terminare il percorso senza problemi.

Eventuali pericoli
Nessuno. Si consiglia di non sostate per troppo tempo sotto alle paretine rocciose lungo la parte finale del bosco in Valmoresca in quanto sono piuttosto soggette alla caduta di sassi, magari mossi da camosci dispettosi, piuttosto abbondanti in questa zona.
Presenza di acqua
Troverete acqua lungo la Valmoresca, al rifugio Ca' San Marco (se aperto) e al bar-ristoro a 10' di cammino su asfalto dopo quest'ultimo.
Punti di appoggio
La casa del guardiano della diga di Val Mora (1 h. 30' dalla partenza) offre un ottimo riparo. Alcune baite nella zona del lago possono servire all'occorrenza. Il rifugio Ca' San Marco e il vicino bar-ristoro dopo circa 1 ora abbondante dalla diga. Durante la discesa vi imbatterete in varie baite più o meno accoglienti.
Materiale necessario oltre al tradizionale
Nulla.
Caratteristiche dell'escursione

Descrizione generale
Lungo anello escursionistico (16-17 km), facile e privo di pericoli. Molto bella la zona dal lago di Val Mora fino al rifugio e quella della Gambetta. Il dislivello contenuto e il tipo di sentiero rendono adatta la camminata anche ai meno esperti. Interessante anche la parte di percorso che ricalca la Via Mercatorum: un'antica via commerciale dell'epoca medievale.
Descrizione percorso
Dal centro di Averara, in alta Val Brembana, in corrispondenza di un tornante verso sinistra, imbocchiamo la stretta strada della Valmoresca e la percorriamo per un paio di km fino ad un bivio dove a sinistra viene indicato Caprile Inferiore. Accanto c'è un cartello che parla della Via Mercatorum ed uno spiazzo sterrato dove parcheggiamo.
Lasciata la macchina ci incamminiamo verso sinistra (viso a monte) e superiamo un ponte e subito dopo prendiamo il sentierino (n. 110) a sinistra che, salendo tra alberi ed un muretto a secco coperto di muschio, sbuca poco dopo sulla strada asfaltata abbandonata in precedenza, tagliando un tornante. Proseguiamo seguendo la strada asfaltata verso destra, superando un bivio alla nostra sinistra per Santa Brigida. Poco oltre alcune baite, tra cui una nominata "Ol Piazzol", rimangono alla nostra sinistra. La strada si stringe. Giunti ad un ponticello con barriere in metallo verde la strada diventa sterrata. Saliamo con pendenza limitata nel bosco. Alla nostra destra, in basso scorre il torrente creando pozze e cascatelle. Arrivati ad uno spiazzo al cui centro si trova un complesso di baite (località Losco, 20' dalla partenza), vediamo una palina in legno che ci indica il nostro sentiero 110 dritto e il 105 per il Col Maddalena, ed Averara a sinistra. Poco oltre superiamo un ponte ed alla nostra sinistra, all'interno del bosco si intravede un altro ponticello più vecchio che scavalca lo stesso torrente sopra ad un roccione. Procediamo dritti sulla sterrata che abbandoniamo qualche centinaio di metri dopo per salire verso sinistra su un evidente sentierino che taglia il fianco del ripido bosco di abeti bianchi (5' dalle case). Subito incontriamo numerosi massi coperti da muschio. Più avanti il sentiero è protetto da alcuni pali in ferro e da un cavo metallico. In basso, alla nostra destra si intravede ancora la strada abbandonata. La pendenza aumenta decisamente. Passiamo accanto ad alcune formazioni rocciose poco stabili. Molto bello il bosco in cui prevale il maestoso abete bianco. Alterniamo tratti molto ripidi ad altri più rilassanti, punti in cui camminiamo al cospetto di paretine rocciose verticali, ad altri in cui il bosco cade a precipizio verso destra. in vari punti ci sono protezioni in ferro alla nostra destra. Giunti sotto ad un'alta parete liscia, troviamo una piccola croce in ferro a ricordo di una persona deceduta nel 1844 (30' dal bivio per il bosco) e poco oltre una seconda croce del 2002. Poco oltre quest'ultima usciamo all'improvviso dal fitto bosco e abbiamo una bella vista della parte di valle che dobbiamo ancora risalire. Pochi minuti ed arriviamo ad un ponticello metallico (1 h. abbondante dalla partenza) grazie al quale attraversiamo il torrente Mora preceduto da una palina che ci indica la direzione da seguire. Subito dopo il ponticello una seconda palina ci indica che siamo in località Ponte dell'Acqua, a 1250 Mt. di altezza. Saliamo lungo il sentiero ben segnalato e caratterizzato, a tratti, da gradini in pietra. Alla nostra sinistra si sente e si vede il torrente che crea cascatelle e pozze. Tutt'attorno, ripidi fianchi erbosi, punteggiati da abeti e larici, si alzano dal fondovalle. La salita prosegue tra affascinanti scorci sui salti e sulle cascate fatte dal torrente Mora, in particolar modo sull'ultima, alta una decina di metri e più, fino alla casa del guardiano della diga di Val Mora, preceduta dalla piazzola d'atterraggio per elicotteri ed alcuni tavoli in legno. Ci dirigiamo verso la casa del custode camminando in un bel prato ed entriamo, attraverso una porticina in metallo, in un lungo tunnel illuminato che corre sotto la diga per sbucare sul lato opposto del torrente. Risaliamo ora alcuni gradini in cemento e ci portiamo al livello dello sbarramento artificiale. Pieghiamo a destra ed in breve siamo al cospetto del lago artificiale della Val Mora che in questa occasione risulta pieno fino all'orlo (1546,50 metri sul livello del mare). Molto bello l'ambiente che circonda il lago. Proseguiamo lungo l'ampia strada sterrata e pianeggiante che costeggia il lago sul suo lato destro orografico. Arrivati all'estremità opposta del bacino idrico, superiamo una lunga stalla per l'alpeggio e poco dopo arriviamo ad un bivio dove è presente un cartello didattico in legno che ci illustra lo sviluppo e la storia della Via Mecatorum, il cui percorso abbiamo seguito fin ora. Qui la Via Mercatorum prosegue verso sinistra e si dirige al Passo di Verrobio, noi invece andiamo a destra, superiamo un ponte ed iniziamo la salita verso il rifugio Ca' San Marco. Molto bella la vallata quasi pianeggiante che si sviluppa alla nostra sinistra (Piano dell'Acquanera). Ad una curva della sterrata verso destra, noi abbandoniamo la strada e svoltiamo su una evidente stradina a sinistra che in pochi minuti ci conduce ad una baita con stalla (Cascina di Cul, 1714 Mt.). Da qui, seguendo labili e fangose tracce lungo pascoli, guadagniamo quota spostandoci progressivamente verso destra. Incrociato il sentiero 101 proveniente da sinistra, lo seguiamo verso destra fino ai tralicci elettrici posti nel piazzale del rifugio Ca' San Marco.
Discesa
Proseguiamo lungo la strada asfaltata che in piano ci conduce all'incrocio con la strada che sale al Passo di San Marco. Dall'incrocio, dove si trova un rifugio-ristoro, si scende verso il basso ed al primo tornante si abbandona l'asfalto per tagliare lungo una mulattiera ciottolata (l'antica Via Priula). Pochi metri di dislivello e si fuoriesce di nuovo su asfalto al tornante n. 10 (località Cola di Ancogno vago, 1759 Mt.). Poco prima incontriamo la sterrata del sentiero n. 110 che proviene dal lago di Val Mora e che abbiamo abbandonato durante la salita. Subito dopo una palina ci indica la direzione per il sentiero 113 che seguiamo verso destra abbandonando l'asfalto. Poche decine di metri e incontriamo una casera (casera d'Ancogno) e subito dopo lasciamo alla nostra sinistra la discesa della Via Priula per Ponte dell'Acqua, sentiero 114. Proseguiamo invece dritti sul sentiero 113, lungo i muri della stalla della casera. Camminiamo in mezzacosta su prati e pascoli, transitando spesso sotto ad antiestetici tralicci dell'alta tensione. Superiamo un abbeveratoio e, dopo una breve salita, alla nostra sinistra, in basso si nota un roccolo per cacciatori. Sempre lungo il sentiero si sale ancora un poco per poi scendere verso un traliccio alla cui base sono riportate le indicazioni. Scendiamo così in un piccolo valloncello, per risalirlo poco dopo e dirigerci verso un gruppetto di grossi larici. Arriviamo poi ad una piccola baita (Casera del Dosso) posta poco a sinistra del sentiero e ad un abbeveratoio con una pozza vicina. Da qui scendiamo in uno splendido vallone prativo circondato da abeti e chiuso a sinistra da una sinuosa dorsale erbosa (località Gambetta). Scesi nel vallone, rimaniamo al suo centro fino ad un paio di baite poste dietro ad un dosso (dosso Gambetta). Dalle baite ci dirigiamo verso un piccolo traliccio metallico. Qui abbandoniamo il sentiero 113 per scendere verso sinistra nel bosco lungo il sentiero 135. La traccia diviene meno evidente. Usciti dal bosco si prosegue per prati fino ad un terzo abbeveratoio su cui si leggono labili indicazioni. Continuiamo la discesa ai margini del bosco. Superiamo un grosso larice bruciato che pare un opera d'arte astratta. Poco dopo il sentiero sbuca su un'ampia sterrata nei pressi della baita Bortulu. Scendiamo verso destra lungo la sterrata. Ora non ci resta che seguire la lungo discesa su questa ripida e noiosa strada sterrata passando per la baita Chiarelli, l'Alpe Cantedoldo (1400 Mt.). Il tracciato si sviluppa interamente all'interno della bella, ma molto ripida abetaia, e porta alla frazione di Caprile Inferiore da qui siamo partiti la mattina.

Note
Buona parte della salita si svolge lungo l'antica Via Mercatorum; precedente al 1600, è la prima strada di collegamento che scendendo da nord e attraverso il Passo di Morbegno-Verrobbio, porta in Val Mora e passa dalla dogana di Averara (bellissimo paesino che merita una visita ai suoi antichi portici). In seguito all'apertura della Via Priula, la Via Mercatorum perderà gradualmente importanza, ma rimane tutt'oggi una bella testimonianza del passato.
Commenti vari

La zona del Passo San Marco è di suo una zona molto piacevole e i suoi panorami sono dolci ed ampi, peccato per la forte presenza di tralicci elettrici che rendono il tutto molto poco attraente.

   

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Il Lago artificiale di Val Mora

Il Piano dell'Acquanera

   

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Il rifugio Ca' San Marco

La zona del Dosso Gambetta

 

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