Monte Pellegrino
Valle del Porco e Santuario di Santa Rosalia

 
Zona montuosa Appennino Siculo - Monti della Conca d'Oro Località di partenza Palermo (PA)
Quota partenza 90 Mt. Quota di arrivo 455 Mt.
Dislivello totale +365 Mt. Sentieri utilizzati Non numerati
Ore di salita 1 h. Ore di discesa 45'
Data di uscita 06/01/2015 Giudizio sull'escursione Discreta
Sass Balòss presenti Luca Difficoltà E
Amici presenti
Claudia, Giada e Melina.
Condizioni climatiche e dei sentieri

Giornata serena e soleggiata con temperature calde al sole. I sentieri che si percorrono sono evidenti ed in buono stato.

Eventuali pericoli

Nessuno.

Presenza di acqua
No.
Punti di appoggio
Bancarelle e bar nelle immediate vicinanze del santuario.
Materiale necessario oltre al tradizionale

Trattasi di una semplice escursione, a due passi dalla città, per la quale non serve niente di particolare.

Caratteristiche dell'escursione

Descrizione generale
Il Monte Pellegrino si innalza solitario nella piana in cui sorge la città di Palermo ed arriva a toccare i 600 metri di quota. Il versante Ovest è rivolto verso la città mentre quelli Nord ed Est sono rivolti verso il mare e sovrastano il paese di Mondello e le borgate dell'Addaura, di Vergine Maria e dell'Arenella. A Sud non troviamo una parete compatta ma delle fasce rocciose ed un bosco attraverso cui salgono i tornanti della strada che conduce sulla sommità del monte.
La Valle del Porco si trova sul versante ovest ed è una gola incassata tra pareti di roccia altre fino a 100 metri (sulle quali si sono svolti alcuni dei primi tentativi arrampicatori della Sicilia). E' l'unica via naturale, utilizzata fin dall'antichità, di facile accesso alla sommità del Monte Pellegrino.
Dal sito www.santuariosantarosalia.it: Un’ode al signore ed una croce incise sulle rocce recita in greco: “Sii glorificato dovunque sempre, o Dio” in un graffito che suggerisce come, in epoca bizantina, fosse una strada già regolarmente percorsa dai pellegrini.
Attualmente è un itinerario escursionistico abbastanza percorso e molto apprezzato per l'ambiente naturale in cui si svolge e per il senso di isolamento dalla vicinissima città che si prova.
Descrizione percorso

Da Palermo dirigersi verso il paese di Mondello seguendo la via alberata del viale Diana sino a raggiungere le ex scuderie reali, ora "casa natura" (indicazione su cartello stradale). Qui non è molto facile parcheggiare; conviene proseguire ancora 150 Mt. circa e parcheggiare sulla destra (circa 7 posti auto). Seguire uno dei sentierini presenti in direzione dell'imbocco dell'evidente Valle del Porco. Addentrarsi nella valle passando in un tunnel formato da una costruzione in pietra. Il sentiero non è mai eccessivamente ripido ma presenta alcuni piccoli salti rocciosi. E' impossibile perdersi poiché la traccia è ben evidente e comunque il percorso risulta obbligato tra le alte pareti. Si continua fino a che la valle si apre nel bosco soprastante. La traccia conduce al "Gorgo di Santa Rosalia", una laghetto artificiale per la raccolta dell'acqua piovana con alcune strutture adiacenti in disuso. Si continua ancora per poco sbucando sulla strada asfaltata a pochissima distanza dal Santuario di Santa Rosalia.

Discesa
Si segue a ritroso il percorso della salita.
Se avete raggiunto la "casa natura" con mezzi pubblici potreste anche valutare di tornare in città prendendo un autobus direttamente da qui.

Note

Dal sito www.leviedeitesori.com
Tutti conoscono il Santuario di Santa Rosalia, ma pochi sanno che il Monte Pellegrino custodisce anche il "Gorgo di Santa Rosalia". Si tratta un piccolo paradiso ricco di specie diverse, un’oasi di biodiversità nascosta sulla famosa montagna tanto amata dai palermitani.
Poco distante dal santuario troviamo questo specchio d’acqua, che ospita alcune specie di interesse comunitario. Qui, infatti, abitano e si riproducono, ad esempio, due tipi di anfibi unici degli ambienti acquatici siciliani: il Rospo Smeraldino e il Discoglosso dipinto, ma vi sono anche tanti insetti acquatici. Le specie convivono pacificamente, senza che l’una prenda il sopravvento sull’altra.
L’importanza naturalistica del Gorgo di Santa Rosalia è nota da tempo. Nel 1959 il ricercatore angloamericano George Evelyn Hutchinson arrivò a Palermo dall’Università di Yale, cercando e trovando alcuni rari insetti acquatici. Le scoperte fatte su Monte Pellegrino lo colpirono al punto da proporre la proclamazione di Santa Rosalia a patrona degli studi di biologia evoluzionistica.
Il gorgo è un piccolo stagno, del diametro di circa 20 metri. Di norma, è alimentato dalle piogge autunnali, prosciugandosi nella stagione più calda.
È per questo che, adesso, si pensa al “ripristino ecologico” del luogo. Un recupero del sistema ambientale minacciato, ma non del tutto compromesso, condizione tale per cui è ancora possibile riequilibrare le condizioni originarie. Per farlo, i tecnici del Comune e dell’Università hanno predisposto un progetto, adesso ammesso a un finanziamento di poco meno di 500mila euro, che prevede la riduzione della presenza degli eucalipti che circondano il gorgo, la creazione di siepi naturali e pietraie attorno al laghetto al posto dell’attuale argine in cemento, che sarà sostituito anche da un terrapieno impermeabilizzato. E ancora, la creazione di sottopassi per i rospi (ma anche utile a mammiferi e rettili) per evitare impatti con i veicoli che attraversano la strada che si trova non distante dallo specchio d’acqua.
Si tratta di un ecosistema che ospita una fauna e flora acquatica che riesce a superare la fase secca, producendo delle cisti di resistenza, delle uova che restano quiescenti nei sedimenti durante l’estate e appena arrivano le piogge si reidratano, formando le nuove comunità acquatiche che ripopoleranno lo stagno”. Un equilibrio che si è iniziato a rompere a partire dagli anni ’50 del secolo scorso, con il rimboschimento di specie arboree esotiche, come gli eucalipti, che crescendo hanno nascosto lo stagno, rendendo più difficile il ciclo naturale. “Gli uccelli o l’azione del vento tendono a disperdere queste cisti e uova nei sedimenti, che così possono colonizzare gli ambienti circostanti, garantendo la biodiversità – prosegue il biologo – . Ma gli eucalipti col tempo hanno reso lo stagno poco visibile agli uccelli e impenetrabile al vento, quindi i meccanismi di dispersione che assicuravano e che possono prevenire anche fenomeni di estinzione, non funzionano più. C’è poi un altro problema – conclude Naselli Flores – gli eucalipti sono come delle pompe che prosciugano acqua, tanto che furono impiantati durante il periodo fascista per supportare le opere di bonifica degli acquitrini. Questi alberi, ormai cresciuti a dismisura, diminuiscono il periodo di invaso, al punto che oggi il gorgo è ancora asciutto nonostante le piogge”.

Commenti vari

Nel periodo estivo attenzione alle zecche.

   

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Attraversamento del tunnel nella prima parte del percorso

   

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Luca e Giada durante la salita

L'ingresso del santuario di Santa Rosalia
   
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Qualcuno, troppo stanco per la salita, si stà riposando Discesa ancora attraverso la Valle del Porco
   
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Immagini della Valle del Porco durante la discesa
   
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Vista dell'evidente Valle del Porco dalle ex scuderie reali