Valle dell'Albina

 
Zona montuosa Alpi Orobie Località di partenza Loc. Bondo Petello - Albino (BG)
Quota partenza 400 Mt. Quota di arrivo 930 Mt. circa
Dislivello totale 550 Mt. Data di uscita 05/11/2017
Ore di salita 2 h. 30' Ore di discesa 1 h. 30'
Sentieri utilizzati n. 550, 536, 515 Giudizio sull'escursione Sufficiente
Sass Balòss presenti Omar Difficoltà E
Condizioni climatiche e dei sentieri

Classica mattinata autunnale, uggiosa e a tratti nebbiosa. Sentieri perfettamente indicati, evidenti e sicuri. L'unico tratto un poco labile e scosceso è quello che conduce alla grotta Paradis di Asegn, ma si tratta di pochi minuti di cammino.

Eventuali pericoli
La grotta Paradis di Asegn si trova in un luogo impervio, tra alte pareti strapiombanti e placche verticali, qui occorre fare un certa attenzione a non scivolare sul terreno spesso umido, ma soprattutto alla concreta possibilità di cadute di pietre dall'alto, come testimoniano i numerosi sassi lungo questo tratto; io personalmente ho assistito alla caduta di una pietra di discrete dimensioni dove poco prima stavo camminando... Si consiglia quindi di percorrere questo punto piuttosto velocemente.
Presenza di acqua
Poco dopo la partenza, prima di arrivare alla chiesetta della Madonna della Neve, sulla destra incontrerete una piccola fontanella. Durante la discesa arriverete alla sorgente delle Foglie, posta a 702 Mt. di quota, dove scorre acqua fresca.
Punti di appoggio
Dopo le ultime case a monte della chiesetta della Madonna della Neve, non si incontra più nulla, fino alla successiva chiesetta della Madonna del Portico. Anche la grotta della Scabla, offre un ottimo riparo in caso di maltempo, così per la successiva grotta della Comar. Da qui in poi non si rinvengono altri punti di riparo, se non un paio di capanni da caccia.
Materiale necessario oltre al tradizionale
Pila frontale per illuminare bene le grotte, specialmente per quella del Paradis di Asegn.
Caratteristiche dell'escursione

Descrizione generale
La Valle Albina si sviluppa, tortuosa e stretta, dall'abitato di Bondo Petello (frazione del comune di Albino, ad inizio Valle Seriana) fino alle soglie di Selvino; sale umida e fresca tra boschi misti, pinnacoli rocciosi, canalini e versanti scoscesi. Tra le caratteristiche principali di questa poco conosciuta valletta vi sono sicuramente le numerose cavità, anfratti e grotte distribuite lungo i suoi fianchi. Alcune di queste sono facilmente visitabili, come la grotta Paradiso di Asegn, la Grotta della Scabla e quella della Comar. La prima, la più ampia, interessante e ricca di concrezioni è quella più impervia da raggiungere, ma con un minimo di attenzione può essere ammirata da tutti. La seconda è quella con la storia più affascinante, grazie ai numerosi reperti trovati, tra cui interi scheletri umani, elementi di artigianato (collane e collane) e monete di epoca romana. La terza è poco più di una galleria naturale. L'intera camminata è comunque da ritenersi di sicura soddisfazione grazie anche al bel sentiero ad anello che la caratterizza, agli scorci panoramici e all'affascinante bosco misto nel quale si cammina.
Descrizione percorso
Lungo la strada della Valle Seriana, giunti ad Albino, si sale verso Bondo Petello, seguendo le indicazioni per la funivia che conduce a Selvino. Arrivati all'ampio parcheggio della funivia, si lascia l'auto per incamminarci lungo la strada asfaltata che porta fino alla chiesa della Madonna delle Nevi con il segnavia CAI n. 550. La strada sale abbastanza rapidamente. Si supera una fontanella alla nostra sinistra. Poco dopo eccoci ad un incrocio con un'altra strada asfaltata. Proseguiamo verso destra, superiamo le ultime case, una azienda agricola con cavalli e poco dopo eccoci davanti alla chiesetta della Madonna delle Nevi (secolo XV). Pochissimi metri prima della chiesa, ignoriamo un bivio che verso sinistra sale al Monte Cereto e alla fonte delle Foglie; sarà da qui che scenderemo al ritorno. Oltrepassata la chiesetta, incontriamo ancora qualche casetta ormai ai margini del bosco. Finalmente eccoci entrare nel fitto della vegetazione. Il sentiero ora è sterrato e sassoso. Ignoriamo una deviazione verso sinistra chiusa da una sbarra metallica; proseguiamo ed arriviamo ad un pascolo recintato dove si trovano capre ed asini. Poco dopo ecco una panca di legno. Continuiamo dritti senza possibilità di errore sull'ampio sentiero boscoso che alterna tratti pietrosi ad altri gradinati. In alcuni punti il sentiero è costeggiato da un muretto. Superiamo una santella con l'immagine della Vergine (località Quader); ora il sentiero sulla sinistra è costeggiato da paretine rocciose. Raggiungiamo un tratto di percorso caratterizzato da gradoni ciotolati e con alcuni dolci tornanti guadagniamo quota. Arrivati ad un ponticello in pietra, attraversiamo il greto del torrente Albina per riprendere la salita lungo il versante opposto della valle (sinistro orografico). Poche decine di metri dopo, in coincidenza di un tornante verso sinistra, ecco una piccola targhetta sulla destra che ci indica la direzione per la grotta Paradis di Asegn. Deviamo momentaneamente verso destra. Scendiamo lungo una traccia in discesa, facendo attenzione al terreno scivoloso e ripido. Passiamo accanto ad una fascia rocciosa e poi pieghiamo decisamente verso sinistra seguendo la zona rocciosa. Entriamo così in una forra piuttosto stretta ed alta. Sopra di noi alte pareti rocciose ci chiudono la vista del cielo. In breve eccoci davanti ad una grande apertura nella roccia dalla forma rotonda. Con l'aiuto di un paio di corde fisse (attenzione in caso di terreno umido) ci portiamo all'ingresso della cavità rocciosa e vi entriamo. Questa, sebbene di ridotte dimensioni, si presenta ricca di formazioni rocciose, pulita e facilmente visitabile. Le sue dimensioni non superno i 10 metri di larghezza e una quindicina di profondità, ma l'ambiente circostante la rende affascinante e selvaggia. Alla sinistra della cavità si innalzano alcune difficili vie d'arrampicata strapiombanti a formare una piccola ed impegnativa falesia. Tornati sui nostri passi fino al sentiero n. 550, lo seguiamo nuovamente in salita. Dopo pochi minuti eccoci ad una seconda targhetta con la direzione verso destra per la Grotta della Scabla (o Bus de la Scabla) che raggiungiamo dopo una salitella di 20-30 metri. La grotta questa volta è costituita da una sola sala di una decina di metri di larghezza e poco meno di profondità, sicuramente meno affascinante della prima, ma è più importante da un punto di vista archeologico. Riprendiamo ora il sentiero n. 550 tornando sui nostri passi fino all'incrocio. Andiamo ancora in salita fino ad una bacheca che illustra le caratteristiche e la storia della grotta appena visitata; qui un secondo sentiero porta alla grotta, arrivandoci dall'alto. Poco dopo la bacheca siamo al cospetto della chiesetta della Madonna del Portico. Andiamo oltre seguendo il sentiero di sinistra fino ad una pietra miliare indicante la direzione per Selvino verso sinistra. Qui si trova anche una palina metallica con alcune direzioni. Noi andiamo a sinistra ed in breve arriviamo ad un paio di frecce su di un albero che ci indirizzano verso il Monte Cereto e il Purito a sinistra. Scendiamo fino ad un piccolo torrentello asciutto, lo attraversiamo e risaliamo più ripidamente verso un'abetaia posta più in alto. Poco prima di questa, una traccia pianeggiante si stacca verso sinistra, costeggia una fascia rocciosa e arriva alla terza ed ultima grotta da visitare: la Grotta Comar, allungata come una galleria, pare quasi scavata da mano umana. Ritorniamo al sentiero che sale nella abetaia. La percorriamo verso sinistra. Usciti da questa, il sentiero prosegue tra cespugli e tratti più aperti. Ad un certo punto, con una secca svolta verso destra, ci rimettiamo nel bosco più fitto ed in pochi minuti arriviamo ad incrociare l'ampio e pianeggiante sentiero n. 536. Lo seguiamo verso sinistra con indicazioni Monte Cereto e Monte Purito. Suppongo che verso destra questo porti a Selvino. Camminiamo comodamente e senza sforzo lungo questo bel tracciato, ampio e rilassante. Ad un certo punto il percorso tende a perdere quota e diviene più stretto. Alla nostra destra si innalzano canali rocciosi e piccoli pinnacoli, mentre a sinistra il fianco della montagna scende ripido e impervio. Il panorama diviene più ampio e spazia dall'Alben al Pizzo Arera, e dalla Cornagiera fino al vicino Monte Misma. Il sentiero ad un certo punto supera il bivio per salire al Monte Purito. Lo ignoriamo e proseguiamo su una comoda dorsale che alterna tratti tra la vegetazione ad altri più aperti. Oltrepassiamo un capanno da caccia subito dopo il quale una palina ci indica Albino e Monte Cereto. Seguiamo il sentiero in mezzacosta verso sinistra. Facendo ben attenzione, pochi minuti dopo ecco che vedrete una placchetta metallica che ci indica la discesa verso sinistra per la Madonna della Neve e la Sorgente Foglie. Andando dritti, invece, in pochi minuti si arriva ad un capanno da caccia circondato da un bel roccolo di betulle e da lì in breve alla croce del Monte Cereto (936 Mt.).
Discesa
Dal bivio per la Madonna della Neve, scendiamo dunque verso sinistra e su ripido sentierino a tornanti perdiamo rapidamente quota. In breve rientriamo nel bosco. Camminando su un sentierino un poco scivoloso e seguendo i numerosi bolli bianchi e rossi, eccoci alla Sorgente Foglie, posta sotto una piccola formazione rocciosa. Dopo esserci dissetati riprendiamo la discesa che non presenta nessuna variazione al tema del percorso boscoso su sentiero stretto e serpeggiante, fino alla chiesetta della Madonna delle Nevi. Da qui, andando a destra in circa 15-20 minuti di asfalto, ritorniamo al parcheggio della funivia.

Note
Proseguendo oltre il bivio dal quale inizia la discesa di ritorno verso la chiesetta della Madonna della Neve, in meno di 15 minuti è possibile arrivare sulla cima del Monte Cereto (936 Mt. di quota) sulla quale si trova un croce di ferro e dalla quale si gode un discreto panorama sulla parte bassa della Valle Seriana.
Commenti vari
Peccato per la pessima condizione della Sorgente Foglie che potrebbe essere meglio sistemata: la presenza di orrendi secchi di plastica rotti, un tubo arrugginito e sassi mal messi rendono questo piacevole luogo decisamente poco attraente. Io ho parcheggiato al grande piazzale della funivia di Albino che conduce a Selvino, ma in realtà è meglio proseguire ben oltre, fino alla chiesetta della Madonna della Neve dove esiste un parcheggio comodo e spazioso. In tal modo si risparmino al meno 30-40 minuti di cammino tra salita e discesa, evitando la noiosa parte asfaltata. Nella fretta della partenza ho scordato la macchina fotografica e le fotografie che qui sotto potete vedere, scattate dal mio cellulare degno della famiglia Flintstones, non rendono la minima giustizia al fascino delle grotte e dell'ambiente visitato.
   

Ingrandisci

Ingrandisci

L'ingresso della grotta Paradis di Asegn

Il Bus de la Scabla

   

Ingrandisci

Ingrandisci

La Grotta della Comar

Vista sulla bassa Valle Seriana ed il Monte Misma