Val Gabbia dalla Val Grigna

 
Zona montuosa Prealpi Bresciane Località di partenza Loc. Ponte Sesa - Bienno (BS)
Quota partenza 1145 Mt. Quota di arrivo 1667 Mt.
Dislivello totale 680 Mt. Sentieri utilizzati n. 780, 765, 768, 772, 765, 780
Ore di salita 3 h. 20' Ore di discesa 2 h. 30'
Data di uscita 05/01/2023 Giudizio sull'escursione Discreta
Sass Balòss presenti Omar, Gölem Difficoltà E
Amici presenti

Roberto.

Condizioni climatiche e dei sentieri

Bella giornata invernale di sole, con temperature gradevoli. Sentieri bene tracciati, anche se poco o nulla frequentati. Indicazioni sufficienti.

Eventuali pericoli
Nessuno.
Punti di appoggio
Lungo il percorso si passa presso alcune case rurali e alcune malghe. In inverno alcune stanze della Malga Silter Val Gabbia vengono rese disponibili ad uso di bivacco per gli escursionisti: noi ci siamo fatti un bel té caldo… corretto grappa!
Materiale necessario oltre al tradizionale
Molto indicate le ciaspole, se si effettua questo itinerario in inverno con neve fresca.
Caratteristiche dell'escursione

Descrizione generale
Escursione invernale con le racchette da neve nella vasta Foresta Regionale della Val Grigna, territorio di oltre 28 kmq caratterizzato da valli isolate e ammantate di estese abetaie, tra la media Valle Camonica e l'alta Val Trompia/Val Sabbia. Il percorso si svolge su strade forestali e sentieri che si prestano anche per la pratica della mountain bike, con zone umide e torbiere, lariceti e pascoli di media e alta quota, e numerose malghe disseminate lungo il percorso. La piacevole camminata, che risale dalla valle del fiume Travagnolo nei pressi di Ponte Sesa, ci porta ad addentrarci in una velle sue valli più intatte ed appartate: la Val Gabbia, fino all'accogliente Malga Silter Val Gabbia, posta in mezzo a pascoli e acquitrini, a fianco del bel torrente. In inverno è una piacevole passeggiata su neve, ideale da farsi con le ciaspole se è presente neve fresca.
Descrizione percorso
In bassa val Camonica, proveniendo da Brescia o Bergamo, portarsi a Bienno e senza farsi attirare tra i sui stretti vicoli medievali oltrepassare il paese
seguendo le indicazioni per il Passo di Crocedomini lungo la strada SP345 delle Tre Valli; meno di 300 metri dopo il primo tornante verso destra imboccare in discesa Via Provinciale seguendo le indicazioni per il Borgo di Prestine. Al primo tornante verso sinistra svoltare a destra su Via Roncolino attraversando il ponticello sul torrente e seguendo a destra questa via fino ad un incrocio a “T”, qui svoltare a sinistra su Via Prada. Inizia adesso poco più avanti una ripida strada (che nel primo tratto coincide con Via Rovenna), che dopo avere attraversato le ultime case più alte dell'abitato di Prestine si addentra nel bosco stretta tra due muretti a secco con tratti molto ripidi e a volte piuttosto sconnessi. In ogni modo questa strada forestale (che coincide con il sentiero 780) è sempre asfaltata, è lunga 4,2 km e si percorre in auto in circa 15 minuti; è consigliabile un mezzo 4x4 sebbene – volendo – la si potrebbe percorrere anche con una buona autovettura. Ci conduce a passare dapprima sotto a una condotta forzata di acqua nei pressi di alcuni prati, poi sotto al portico di una santella isolata (Santella di Parais), per poi inoltrarsi nel fitto della foresta di abeti con tratti a sbalzo sul solco profondo della Val Grigna e arrivare alle belle case isolate in località Sesa di Sotto. 500 metri oltre questo gruppo di case lungo la strada è possibile osservare sotto di noi il grande ponte metallico, chiamato Ponte di Sesa, che attraversa il torrente Travagnolo. In prossimità della stradina che si stacca per scendere verso il ponte è presente un ampio slargo dove è possibile parcheggiare la macchina, sotto una piccola casetta isolata rivestita di legno.
Iniziamo a camminare scendendo ad attraversare il ponte di metallo e proseguendo lungo il sentiero 780 (chiamato in questo tratto "Strada di Sesa”), in realtà una strada carrozzabile sterrata che compie subito un tornante verso destra e prosegue in moderata salita costeggiando alcune case isolate addentrandosi nella foresta. Dopo circa 20 minuti si stacca sulla destra una diramazione della strada che scende poche decine di metri di quota portandoci nei pressi di una casa/rudere posta in una radura nei pressi del torrente Grigna. Un po' più a sinistra si cercano dei passaggi sulle rocce per guadare (con attenzione!) il fiume, e una volta dall'altra sponda si rinviene una traccia poco marcata senza numero che va verso destra e poi sale più ripida piegando direttamente verso monte, salendo nella bellissima e luminosa foresta di abeti fino ad ad affiancare il torrentello che scende dalla Val Gabbia. Seguiamo per un breve tratto il piccolo torrente e giungiamo a incrociare il sentiero 765, nei pressi del Ponte di Berto (Put de Berto), modesto ponticello in legno sopra il Torrente Val Gabbia (1345 Mt., 1 h. dalla partenza), isolato nel pieno della foresta. Imbocchiamo quindi il sentiero 765 verso destra attraversando il ponte e tenendo la sinistra al bivio poco più avanti, continuiamo a salire con andamento costante e più o meno rettilineo nella foresta, superando poco dopo un breve tratto molto ripido su facili rocce, procedendo subito sopra lungo il sentiero che si fa più facile e che ci porta a un grande prato circondato dai boschi dove sorge Malga Piazzalunga (1505 Mt., 1 h. e 40' dalla partenza). Dal primo edificio che si raggiunge, svoltare a sinistra a gomito prendendo il sentiero 768 che passa subito accanto a un abbeveratoio, e poi prosegue sempre verso Sud-Est salendo con pendenze moderate nel bosco di abeti, poi, raggiunta la quota di 1610, inizia a scendere gradualmente facendoci perdere nel complesso 50 metri di quota, e conducendoci a sbucare sul sentiero 772 (1560 Mt., 2 h. 15' dalla partenza). Imbocchiamo quindi questo evidente sentiero verso destra (a sinistra invece si scende verso la Malga Val Bresciana, ma lo faremo al ritorno…) per iniziare ad addentrarci nella bella Val Gabbia, che si apre subito davanti a noi con la sua caratteristica forma a glaciale “U”, ammantata nella parte più bassa di fasce boscose che lasciano il posto più in alto ai larici, man mano sempre più radi, mentre al centro della valle scorre il bel torrente. Noi ci addentreremo nella valle, tra il Dosso Acuto alla nostra destra, e il Monte Bresciana alla nostra sinistra. Si costeggia piacevolmente il fiume, attraversando un piccola pietraia per poi attraversare subito dopo il corso d'acqua con l'aiuto di un piccolo ponticello in legno. Si prosegue tra i larici salendo dolcemente mentre ci portiamo nella parte più ampia e paludosa della vallata, caratterizzata da grandi prati attraversati da numerosi ruscelli che alimentano delle piccole torbiere alpine. Attraversiamo un altro boschetto e sbuchiamo sul pianoro successivo, caratterizzato da ampi pascoli adiacenti al fiume e, poco più avanti, dall'evidente Malga Silter Val Gabbia (1665 Mt.), dove termina questa nostra escursione.
Discesa
Ritorniamo sui nostri passi seguendo lo stesso itinerario fatto all'andata, ma giunti alla confluenza del sentiero 772 con il 768, invece di salire a sinistra tornando a ripercorrere il 768, continuare dritti lungo il 772 iniziando un'evidente discesa che ci porta subito a transitare dalla Casera di Val Gabbia (1529 Mt.); da lì si prosegue lungo il sentiero la discesa piuttosto ripida nel bosco arrivando a un ponticello che ci permette di attraversare il torrente, poi se ne segue il corso per qualche centinaio di metri sulla sponda opposta, rimanendone al di sopra mentre questo scorre incassato al di sotto.ci si allontana dal torrente per proseguire la comoda discesa, transitando ad un certo punto al di sopra dei ruderi di Malga Val Bresciana Inferiore (1425 Mt.), in una piccola radura nel bosco. Pochi metri oltre la ex malga, si nota un sentiero che si stacca a gomito in discesa sulla sinistra; se noi proseguissimo dritti arriveremmo comodamente in poco più di 20 minuti alla Casina Vecchia di Campolungo (o Malga Campolungo Inferiore), dove in estate è aperto un agriturismo con ristoro, e da dove basterebbe seguire la strada sterrata per ridiscendere a Ponte di Sesa, ma noi invece imbocchiamo il sentierino senza numero che si stacca in discesa a sinistra, passando al di sotto dei ruderi di Malga Val Bresciana Inferiore e discendendo il bosco di conifere sottostante. In poco tempo perveniamo di nuovo
al Ponte di Berto, da cui eravamo transitati durante la salita. Ma invece di scendere in verticale ripercorrendo il sentierino che risaliva ripido dal guado disagevole dell'andata, prendiamo il più comodo sentiero 765 verso destra, che con una discesa costante ci porta a attraversare il Torrente Grigna con un grande ponte (con degli sbarramenti per impedire il transito di moto e mezzi a motore), per poi piegare a sinistra dall'altro lato della valletta, e confluire poco più avanti nella strada sterrata del sentiero 780, che percorriamo interamente in discesa fino al Ponte di Sesa, dove avevamo parcheggiato.

Note

La nostra intenzione era quella di proseguire lungo la Val Gabbia e salire verso sinistra all'ampia sella tra le sovrastanti Punta dell'Arciprete (2074 Mt.) e Dosso Betti (2142 Mt.) per poi salirne le due cime, e discendere dal versante opposto con il sentiero 768 nella parallela Valle Bresciana, e poi da lì calare verso la Casina Vecchia di Campolungo (o Malga Campolungo Inferiore). Purtroppo l'ora avanzata della giornata e la neve poco portante ci hanno fatto desistere.

Un'altra alternativa possibile per il ritorno (neanche questa effettuata), era quella di seguire il sentiero 775 in direzione nord-est dalla Malga Silter Val Gabbia; questo sentiero contorna a quota abbastanza costante le pendici occidentali, settentrionali ed orientali della Punta dell'Arciprete e del Monte Bresciana raggiungendo il Pian delle Assi (1732 Mt.), per “svallare” nella adiacente Valle Bresciana fino alla Malga Val Bresciana (1784 Mt.); anche qui purtroppo i tempi ristretti e la quantità abbondante di neve fresca sui tratti rocciosi visibili dal basso ci hanno fatto rinunciare.

Commenti vari

La zona del Ponte di Berto, di Piazzalunga e la vicina zona di Campolungo sono caratterizzate da resti di forni fusori e da antiche miniere (alcune pare siano addirittura preistoriche) e per l'estrazione di rame e ferro.

Per l'occasione, ci ha accompagnato l'amico Roberto Ciri (celebre “guru” di vienormali.it nonché Guida Ambientale Escursionistica AIGAE), che si è spesso attardato a raccogliere nel bosco campioni di escrementi e rigurgiti di animali di vario genere, per allestire delle collezioni ad uso didattico. Lui dice che ne escono delle belle teche molto eleganti e raffinate, che si prestano anche come articolo regalo per il gentil sesso: mah… proveremo! In ogni modo un grazie a Rob per il prestito delle ciaspole a Guly: si sono rese utili nella parte più alta con la neve molle.

La lunghezza totale del nostro percorso è stata di 12,9 Km. La velocità media (comprese le soste) è risultata essere pari a 1,9 Km/h.

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Strumenti di lavoro per il nostro amico Rob…

Nei bei boschi della Foresta della Val Grigna

   

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In salita verso il Ponte di Berto

Finalmente all'imbocco della Val Gabbia

   

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Addentrandoci nella val Gabbia

La neve inizia a richiedere l'uso delle ciaspole

   

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Rob alla Malga Silter Val Gabbia

Ci racchettizziamo per la discesa

   

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Occhiali da sole di emergenza

Altro campione “biologico” per la collezione del Rob

   

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Rilievi GPS