Zona
montuosa |
Alpi Orobie |
Località
di partenza |
Località Bratte
- Premolo (BG) |
Quota
partenza |
715 Mt.
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Quota
di arrivo |
1770
Mt. circa |
Dislivello
totale |
+1250 Mt. circa
|
Data
di uscita |
16/03/2013 |
Ore
di salita |
3 h. 30' |
Ore
di discesa |
3 h. 30' |
Sentieri
utilizzati |
n. 245,
242 |
Giudizio
sull'escursione |
Bella |
Sass
Balòss presenti |
Omar,
Gölem |
Difficoltà |
EE |
Condizioni climatiche e dei sentieri |
Splendida
giornata di sole, fredda ma con le condizioni
ideali per camminare su neve abbastanza
assestata. Abbiamo trovato neve in parte battuta
a partire dai 1300 Mt., con uno strato di almeno
40 Cm. attorno ai 1700 metri. Sentieri ben
segnalati e chiari fino a pochi minuti dal
rifugio, quando sono terminati anche gli ultimi
cespugli e lungo i pascoli non vi erano più
bolli in quanto ormai completamente coperti
dalla neve. |
Eventuali pericoli |
Nessuno. |
Presenza di acqua |
Alla
partenza, in uno spiazzo per la manovra al
capolinea del pullman trovate una fontanella.
Dopo circa 30 minuti dalla partenza troverete
una bella e limpida fonte. Nei pressi del bivio
tra il sentiero 242 e 245, pochi metri più in
alto lungo il 245 c’è una grande fontana
abbeveratoio il cui rumore si sente già in
lontananza. Anche alla Baita di Sopra vi è una
fontana, ma noi l’abbiamo trovata asciutta. |
Punti di appoggio |
Lungo
la prima parte del cammino si incontrano due o
tre baite che possono dare un minimo di
riparo, l’ultima delle quali è la Baita di
Sopra a poco meno di 1300 Mt., dopo circa 2
ore dalla partenza. Il rifugio Santamaria in
Leten ha una bella veranda coperta, ottima in
caso di pioggia, e nelle immediate vicinanze
c'è una piccola baita anch’essa dotata di
piccola veranda. Per poter usufruire del
rifugio occorre ritirare le chiavi presso il
signor Reginaldo
Peracchi,
in via Marconi 17 a Ponte Nossa (BG);
cellulare: 348.5625687; telefono: 035.701537.
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Caratteristiche dell'escursione |
Descrizione
generale
Bella
la Val Dossana (o Nossana come si legge in
alcune cartine, siti internet e libretti),
stretta e lunga nella sua prima parte, ricca
di pinnacoli rocciosi, torrioncini e pareti
verticali; ariosa e soleggiata nella sua parte
alta fino all’ampia conca nella quale sorge il
rifugio Santamaria in Leten. La camminata si
presenta piuttosto lunga, ma non
eccessivamente faticosa in quanto gli oltre
1000 metri di dislivello sono ben
distribuiti, e fino ai 1.300 Mt. della Baita di
Sopra non si fanno grossi sforzi. Da qui in
poi, invece, la pendenza diviene più decisa e
costante e i meno allenati potrebbero
risentirne. Proprio questo, unitamente alla
neve abbondante che abbiamo trovato, ci ha
portato a classificare l’escursione come EE.
Descrizione percorso
Lungo
la strada della Valle Seriana, arrivati a
Ponte Nossa, girate a sinistra verso Premolo,
risalite tutto il paese e portatevi in
località Bratte. Qui termina la strada e, poco
dopo un ampio spiazzo che permette ai pullman
di linea di fare manovra, trovate un comodo
parcheggio accanto ad alcune villette. Sul
lato opposto della strada c’è una palina con
alcuni cartelli indicatori tra cui quelli per
la Val Dossana e il rifugio Santamaria.
Prendete quindi il pianeggiante e sassoso
sentiero n. 245 che, con andamento
pianeggiante o leggermente in discesa, vi
permette di inoltrarvi nella valle, tra abeti
e alcuni rari e piccoli ghiaioni. A seguito di
lavori poco oltre il sentiero è stato
allargato per consentire il passaggio di mezzi
d’opera, rovinandolo non poco. Perdendo
leggermente quota superate un paio di bivi che
portano ad alcuni siti archeologici (che
visiteremo al ritorno). Superate un canale
sassoso con le sponde da poco rinforzate
artificialmente con cemento e pietre. Da qui
il percorso si restringe e torna ad essere un
bel sentiero nel bosco, alto sul fondovalle,
che possiamo ammirare in alcuni punti
panoramici. Lungo il cammino incontriamo
alcune postazioni per fare ginnastica all’aria
aperta, e dopo circa 30’ una bella fonte a cui
fare rifornimento, e una pozza per il
ripopolamento degli anfibi. Continuiamo fino
ad un evidente bivio al quale prendiamo verso
sinistra e subito incontriamo un curioso
riparo ricavato sotto una poco invitante
grotta. Camminiamo ora in salita per un breve
tratto per poi proseguire in falsopiano e poi
in leggera discesa. Alla nostra destra, in
basso, notiamo una baita immersa in un grande
prato. Dopo pochi minuti di cammino,
incrociamo un sentiero a destra che proviene
proprio da quella baita e che seguiremo al
ritorno. Arriviamo ora ad un altro bivio. A
sinistra continua il sentiero 245 e che in
pochi metri porta ad una bella fontana, mentre
a destra parte il sentiero 242, che seguiamo
perdendo un poco quota fino ad attraversare il
greto secco del torrente (Mt.
840) sul
fondo della valle (freccia in legno tra i
sassi). Ci troviamo ora sul lato opposto della
valle, e torniamo a salire nel bosco, prima
tramite alcuni tornantini, poi in mezzacosta.
A sinistra si vede una baita in basso ed in
lontananza. Il sentiero più avanti ci porta a
riattraversare il greto del torrente, in una
zona di massi e rocce levigate dalla forza
dell’acqua. Da qui in avanti il percorso
diviene abbastanza continuo in salita. Per
l’ennesima volta si cambia versante della
valletta e si cammina in un bel bosco di
faggi. Ad un certo punto, un segnale in legno
ci invita ad una brevissima deviazione verso
destra per visitare un faggio monumentale di
circa 400 anni (Mt. 1270). Fatta la foto di
rito sotto al “Gigante della Val Dossana”,
come viene chiamato il faggio, si torna sui
propri passi ed in pochi minuti si giunge alla
Baita di Sopra (quota indicata in 1.320 Mt., ma
i gps danno 1296 Mt.). Da qui si ha un
bellissimo panorama sulla testata della valle
e su parte del percorso fatto in salita.
Proseguiamo il percorso sul lato sinistro
della valle per poi scendere al torrente e
risalire sul lato opposto. Camminiamo per
alcuni minuti paralleli al torrente per poi
abbandonalo e compiere una repentina
deviazione verso sinistra risalendo il ripido
bosco con numerosi e faticosi tornanti.
Fuoriusciti dal bosco proseguiamo, sempre in
salita, tra cespugli e noccioli fino ad uscire
completamente dalla vegetazione e trovarci su
ampi prati. Da qui continuiamo dritti per un
tratto fino a portarci più o meno alla quota
del rifugio, che è già visibile in lontananza
al centro del vallone che scende dai monti
dinanzi a noi, leggermente verso destra.
Percorriamo l'ultimo tratto in mezzacosta
passando sopra ad un ripido salto erboso e in
pochi minuti siamo dinanzi ad una baitella con
un teschio di bovino attaccato alla parete,
immediatamente dietro la quale c’è il rifugio.
Discesa
Avviene
lungo la medesima via di salita. Giunti a
circa 20 minuti di cammino dall’auto, sulla
destra abbiamo visto un cartello che indicava
il sito archeologico del Canal d’Andruna.
Abbiamo quindi seguito tale indicazione. Il
ripido sentierino nel bosco sale con stretti
tornanti sassosi segnalati da bolli verdi e
porta fino ad una bacheca con le spiegazioni
di quanto ritrovato in questo luogo posto
sotto ripide paretine rocciose e stretti
canalini: i resti di 7 uomini dell’età del
rame con i loro utensili. In realtà da vedere
oggigiorno non c'è più nulla. Proseguendo
lungo i bolli verdi, si giunge, con l’aiuto di
alcune catene messe nei punti più ripidi e
scivolosi, anche ad una grande grotta e da
qui, sempre seguendo i bolli si arriva ad un
ripidissimo ghiaioncello, che segue la sponda
di un corso d'acqua, imbrigliato con reti
artificiali. Scendendo con attenzione lungo
questo ghiaione si sbuca nuovamente sul
sentiero 245 e da qui verso destra si torna
all’auto in pochi minuti. Oppure si può
proseguire attraversando il ghiaione e tornati
nel bosco, sempre tenendo d’occhio i bolli
verdi, ricongiungersi al sentiero 245 più
avanti, ormai in vista dell’auto.
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Note |
Dal
rifugio Santamaria è possibile proseguire verso
la Baita Valmora e da qui discendere lungo il
sentiero 245 della Val Gorgolina e
ricongiungersi al 242 in corrispondenza del
bivio tra i due sentieri posto nelle vicinanze
della bella fontana abbeveratoio. L’elevata
quantità di neve non battuta ci hanno fatto
optare per un ritorno sulle nostre tracce. Lungo
il primo tratto di percorso sono presenti
numerose deviazioni, una di queste, ben indicata
da cartelli, porta ad un paio di punti di
interesse archeologico in quanto proprio qui
sono stati trovati resti di antichi uomini ed
utensili dell’età del rame. Vi si trovano anche
resti di miniere. La valle è riconosciuta Sito
di Importanza Comunitaria (SIC). |
Commenti Vari |
Il
nome del rifugio viene spesso storpiato in Santa
Maria in Leten, in realtà non si tratta della
Beata Vergine, ma di Luigi Santamaria, a cui il
rifugio è dedicato.
La lunghezza totale
del percorso è di 15,9 Km. La nostra velocità
media (comprese le soste) è stata di 2,25 Km/h. |
SCARICA IL FILE PER IL GPS |
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Guly segue le tracce per il rifugio
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Omar
al faggio secolare
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Giungendo
alla Baita di Sopra
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In
sosta alla Baita di Sopra
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Vista
sui monti circostanti |
Omar
sui pascoli prima del rifugio, già visibile
in lontananza |
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Omar
in una delle sue trasformazioni macabre
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Finalmente
al rifugio, tra poco si scende
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Rilievi
GPS
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