Descrizione Generale Piacevole
e solitaria escursione lungo la pochissimo battuta Val Braone, che
nei mesi invernali rimane abbandonata alla sua natura selvaggia.
Si
tratta di una valle, la Val Braone, tipicamente adamellina, con
ripidi costèr che precipitano levigati dal ghiacciaio fino al
fondovalle, ricco di corsi d'acqua, e in questo caso di interessanti
ambienti palustri di medio/alta quota.
Molto
bello anche il colpo d'occhio che si gode dal Forcellino di Mare,
valico che mette in comunicazione la Val Braone con la sottostante
Conca del Listino, posta alla testata della Val Paghera. Descrizione Percorso
Giunti a Breno, in media Val Camonica, proseguire
per pochi chilometri verso Edolo fino alle indicazioni a destra
per Ceto. Pochi tornanti e il paesello è raggiunto, proprio
nei pressi delle prime case si stacca a destra una stradina
con un tornante a gomito (cartelli di strada chiusa, si può
comunque transitare in auto) che si addentra, con percorso
molto ardito (strada a tratti dissestata) nella verdissima
e profonda Val Paghera. Dopo circa 4-5 chilometri si giunge
ad un bivio a quota 1.000 metri, nei pressi delle Case Scalassone,
qui nello slargo si può parcheggiare.
Si
segue per qualche centinaio di metri la strada che si stacca sulla
destra, pianeggiante nel bosco fitto, poi una curva stretta a
sinistra e la strada diviene sentiero e prende a salire,
costeggiando dapprima le belle casette Scalassone (fontana), poste
in una radura sotto la bellissima mole del Pizzo Badile Camuno.
Si
prosegue lungo il sentiero che sale ripido a tornanti nel bosco di
conifere (più sopra larici) ignorando ad un certo punto una traccia
che si stacca in prossimità di un tornante verso sinistra. Il
percorso è indicato da evidenti bolli, e porta piacevolmente fuori
dal bosco più fitto portandosi sul fianco sinistro (orografico)
della Val Braone, che da qui si apre alla vista, regalando notevoli
scorci sulla Concarena e sul Pizzo Badile. Si
supera il torrente con un primo ponte in legno, poi si riprende a
salire, ora meno ripidamente.
Usciti
dal bosco si giunge all'inizio di una spianata contornata
da larici, qui si trova un altro ponte in legno sul torrente,
e una cappelletta con madonnina sulla destra. Si percorre
il sentiero che si addentra nella spianata, gli alberi finiscono
e la spianata si presenta di fronte, ampia e paludosa; in
fondo, sotto a delle rocce, si trova la malga Foppe di Sotto
(1700 Mt., 2 h.). Il sentiero giunge quasi alla malga, ma
poco prima piega a destra e si riprende a salire tra
rocce e radi larici, raggiungendo su uno sbalzo dominante
la piana la malga Foppe di Sopra (1950 Mt., 2 h. 45'). In
un suo locale al piano terra è ricavato il rifugio Prandini,
ricovero di emergenza, che noi abbiamo rinvenuto aperto e
rifornito di legna.
Dopo
la malga Foppe di Sopra il sentiero prosegue tra ripiani erbosi
e placche di roccia salendo poco ripidamente, ben presto ci
si appresta ad un altra zona pianeggiante attraversata dal
torrente, poco oltre è già visibile il rifugio Gheza (2.087
Mt., 3 h 15'), posto in una bella posizione sotto la testata
della valle, lo si raggiunge dopo avere attraversato il torrente.
Dal
rifugio seguire la mulattiera militare che sale in diagonale
verso sinistra, raggiungendo, tagliando a mezzacosta gli ampi
pascoli, il Forcellino di Mare (2191 Mt., 3 h. 30'), valico
da cui è possibile svallare nella Conca del Listino e nella
Val Paghera. E' visibile quasi un centinaio di metri sotto
il passo il minuscolo Laghetto di Mare (2.122 Mt.), proprio
sul margine della conca che scende ripidissima verso il fondovalle.
Discesa
Dal
Forcellino di Mare è possibile ridiscendere per il medesimo
percorso fatto all'andata (come nel nostro caso), oppure scendere in
Val Paghera dalla Conca del Listino (sentiero già visibile
dall'alto del passo, taglia la conca in diagonale) e poi dalla
località Valpaghera ripercorrere la strada in discesa fino al bivio
Scalassone dove si è parcheggiato. |