Zuc di Cam, rifugio Grassi, Zuc di Valbona

 
Zona montuosa Alpi Orobie Località di partenza Località Ceresola - Valtorta (BG)
Quota partenza 1340 Mt. circa Quota di arrivo 2200 Mt. circa
Dislivello totale +1300 Mt. circa compresi i saliscendi Data di uscita 10/07/2017
Ore di salita 3 h. 30' fino al rifugio Grassi Ore di discesa 3 h. dal rifugio al parcheggio
Sentieri utilizzati n. 104B, 101, 36, 34 Giudizio sull'escursione Discreta
Sass Balòss presenti Omar, Bertoldo Difficoltà E
Condizioni climatiche e dei sentieri

Mattinata uggiosa, qualche goccia alla partenza ci ha consigliato di portarci l'ombrello. Nebbie e nuvole basse per l'intera giornata ci hanno impedito di godere del bel panorama lungo la dorsale percorsa. Sentieri ben segnalati e comunque evidenti. L'unico tratto non segnalato, ma logico e lampante è quello che conduce sulla cimetta dello Zuc di Cam e dello Zuc di Valbona, ma si tratta solo di salire tra prati fino a non avere più nulla sopra di noi.

Eventuali pericoli
Nessuno ma attenzione alla vipere: noi ne abbiamo trovata una acciambellata sulla cima dello Zuc di Cam.
Presenza di acqua
Poco dopo il Passo di Gandazzo, lungo la dorsale erbosa che sale verso il Passo del Toro, si trova una piccola sorgente, ma per arrivarci occorre tenersi bassi ad un bivio poco evidente del sentiero, evitando si salire direttamente verso la larga cresta erbosa. Ovviamente sarà possibile trovare acqua presso il rifugio Grassi.
Punti di appoggio
Alla partenza da Ceresola si trova il bar-rifugio Il Trifoglio, con nuova gestione e prezzi decisamente buoni. Lungo il percorso, all'inizio si incontrano numerose baite che possono dare riparo. Dal Passo di Gandazzo, con una deviazione in discesa di 5 minuti si raggiunge il rifugio Buzzoni. Dalla Bocchetta di Foppabona, dove è presente anche un alpeggio, in circa 30 minuti si arriva al rifugio Grassi.
Materiale necessario oltre al tradizionale
Nulla.
Caratteristiche dell'escursione

Descrizione generale
Rilassante e tranquilla passeggiata lungo una parte dell'erbosa dorsale orobica lecchese (DOL) che dalla zona dei Piani di Bobbio, conduce al rifugio Grassi. Si tratta di un percorso adatto anche ai meno allenati, per sfruttare una giornata di brutto tempo, oppure per una bella camminata nella neve lontani dai pericoli di slavine. Un aspetto interessante di questa escursione è sicuramente l'ampio panorama verso il lecchese (in caso di bel tempo). 
Descrizione percorso
In Valle Brembana, dopo Lenna, si prende il ramo occidentale della valle, quello che porta verso il Passo di San Marco. Giunti a Olmo al Brembo, si devia a sinistra verso Valtorta. Prima del centro del paesello, si sale a sinistra, alla località di Ceresola, da dove partono gli impianti sciistici della zona Valtorta-Piani di Bobbio. Dall'ampio parcheggio sterrato, dove si lascia l'auto, ci si incammina lungo l'ampia strada asfaltata che conduce verso i Piani di Bobbio e il cui accesso è vietato ai veicoli. Dopo poche centinaia di metri, l'asfalto lascia il posto allo sterrato ed arrivati al primo tornante verso sinistra, una palina ci invita a procedere verso destra in direzione del rifugio Grassi e del Passo di Gandazzo (sentiero 104B). Scendiamo in un piccolo valloncello sempre su strada sterrata, attraversiamo il torrente sul fondo della valletta e risaliamo verso la pista da sci che scende dai piani di Bobbio. Attraversiamo la pista stessa per poi piegare decisamente a sinistra (freccia su un masso) e risalire una seconda pista da sci attraversandola in diagonale verso l'alto. Al suo margine opposto rientriamo in un bel bosco di faggi. Usciti dal bosco vediamo una bella baita ristrutturata verso destra. Attraversiamo una terza pista salendo verso destra in direzione di un casottino in legno ed una palina in legno con l'indicazione per il rifugio Grassi (sulla palina sono indicate anche le coordinate del rifugio per il gps). Camminiamo ora in un bosco più ampio e fitto, sempre di faggi. Saliamo con regolarità fino ad uscire dal fitto della vegetazione e risalire un prato che alla sua sommità termina al Passo di Gandazzo. Qui una palina di indica quota (1651 Mt., 1 ora da Ceresola) e luogo; una freccia segnala anche il rifugio Buzzoni a poca distanza scendendo lungo il versante opposto, quello lecchese. Noi andiamo a destra lungo il sentiero 101 delle Orobie Occidentali con direzione rifugio Grassi. Risaliamo con una certa pendenza la bella e panoramica dorsale erbosa che divide la Valle Brembana dalla Valsassina. Oppure restiamo poco sotto la dorsale sempre su sentiero un poco sconnesso. Il tracciato inizialmente è chiaro e ben tenuto, ma in breve diviene rovinato dall'erosione dell'acqua che ha scavato ampi e profondi solchi. Pochi minuti ed arriviamo ad un tratto caratterizzato da alcune placche rocciose molto inclinate e facili da affrontare ma che in caso di neve marcia, possono risultare scivolose. Seguiamo il sentiero 101, oppure ce ne discostiamo leggermente verso sinistra per restare più fedeli alla linea della dorsale. Giunti al Passo del Toro (palina che indica località e quota - 1945 Mt.), il sentiero compie una secca curva verso sinistra ed in mezzacosta prosegue verso una bella cengia larga circa 1 metro ma alla cui destra scende verticale un profondo e roccioso precipizio; ci troviamo per poche decine di metri in una zona rocciosa e scura, alla nostra sinistra si innalza una nera paretina che incombe strapiombante sulle nostre testa, mentre a destra abbiamo il suddetto precipizio. Percorsa la breve cengia, dove sono anche presenti delle catene (utili in caso di neve, pioggia o ghiaccio), arriviamo ad una selletta (che sia questo il vero Passo del Toro?) dalla quale torniamo a percorrere la facile dorsale che per un breve tratto risulta pianeggiante. Riprendiamo la salita su terreno erboso. Sopra di noi, alla nostra sinistra, si trova una rotonda sommità della dorsale. Il panorama, in caso di cieli limpidi, ora è completamente aperto verso il lato lecchese (Grigne e Resegone) e verso il lato brembano (Pizzo dei Tre Signori e zona del Passo San Marco). Volendo si può raggiungere questa cimetta e da lì proseguire sempre sulla linea di confine tra le due province, raggiungere la cima del Monte Foppabona per poi scendere alla omonima bocchetta; oppure restare più bassi sul pianeggiante e regolare sentiero 101 che con meno fatica ci porta alla medesima bocchetta a 1985 mt; qui c'è anche una palina ed una bacheca che illustra le caratteristiche della zona. Poco distante, in basso verso sinistra, si trova l'Alpe di Foppabona. Dalla bocchetta saliamo con percorso libero alla cima dello Zuc di Cam (2192 Mt.) su facile terreno erboso e cespuglioso, fino al piccolo altare in pietra posto sulla sommità. Tornati alla bocchetta, seguiamo le indicazioni della palina per il rifugio Grassi, scendendo verso destra. Seguiamo un evidente sentiero che taglia in mezzacosta le pendici nord-orientali del Monte Foppabona ed entra in un bel valloncello erboso. Dopo un tratto in discesa, sempre in mezzacosta, riprendiamo a salire. Siamo ora sotto le erbose pendici Est dello Zuc di Valbona. Con un ampio giro in senso orario, eccoci, senza fatica e problemi in vista del rifugio Grassi (1987 Mt. di quota), che raggiungiamo in circa 30' dalla bocchetta di Foppabona. Dal rifugio, ci portiamo verso l'evidente sella posta alle spalle dello stesso e che mette in comunicazione la Val Brembana con la Val Biandino. Da qui andiamo a sinistra su labili tracce erbose, salendo verso l'alto. Il percorso è libero e semplice ed in 20 minuti eccoci sulla sommità tondeggiante ed erbosa dello Zuc di Valbona.

Discesa
Scendiamo ora lungo i prati del lato opposto dello Zuc di Valbona, verso la omonima bacchetta. Si tratta di prati molto ripidi e scivolosi. Giunti sopra ad alcune balze piuttosto irte, con attenzione arriviamo ad una selletta. Da qui, la crestina prosegue salendo un salto roccioso che poi riprende a scendere trasformandosi in un costone fatto da rocce marce che scende direttamente alla bocchetta. Noi abbandoniamo la crestina per scendere a sinistra della selletta. Facendo attenzione alla pendenza su erba, arriviamo ad incrociare il sentiero che taglia questo fianco dello Zuc di Valbona, lo seguiamo verso destra ed eccoci in breve alla Bocchetta di Valbona (2046 Mt.). Torniamo ora sui nostri passi lungo il sentiero n. 34 (Sentiero delle Miniere) che in poco tempo, con andamento in mezzacosta ci riporta nei pressi del rifugio Grassi. Poco prima di raggiungere il rifugio, deviamo a destra e torniamo sul sentiero che risale alla bocchetta di Foppabona e da qui a ritroso verso Ceresola.

Note

Nella zona attorno al rifugio Grassi esistono vecchie miniere ed un sentiero che gira attorno allo Zuc di Valbona, porta ad osservarne una di queste, posta poco sotto, direzione Nord, della Bocchetta di Valbona. Una volta tornati al Passo di Gandazzo, è possibile proseguire verso i Piani di Bobbio (45 minuti) e da qui scendere verso Ceresola, allungando in questo modo il percorso.

Commenti vari
Dopo tantissimo tempo Matteo ed Omar, sempre presi da impegni ed obiettivi diversi, sono tornati a fare una passeggiata insieme. E' stato piacevole e divertente, anche se la meta originale della loro giornata sarebbe stata ben altra cosa rispetto alla scelta fatta, ma il maltempo, purtroppo li ha costretti a rimandare il loro progetto.
   

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Omar e una lumachina

Nei pressi del passo di Gandazzo

   

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Sulla cima dello Zuc di Cam

Tagliere (ormai vuoto) e birra al rifugio Grassi

   

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Omar e, in lontananza, il rifugio Grassi

In vetta allo Zuc di Valbona

   

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Qualcuno ci ha preceduto sulla cima