Descrizione generale
La Roda di Vael è rinomata nel mondo alpinistico sopratutto per la sua "Parete Rossa" teatro, nel corso degli anni, di importantissime imprese alpinistiche firmate da alcuni dei nomi più noti dell'ultimo secolo.
Questa via è stata salita da Renato Casarotto, Giovanni Majori e Maurizio Zappa il 30 maggio del 1978 unicamente con l'ausilio dei nuts. L'itinerario corre circa 50 metri più a destra della ben più ripetuta via Dibona e può essere scomposto in tre parti. La prima si sviluppa per circa 200 metri lungo un sistema di fessure e diedri. Seguono circa 150 metri di rocce facili lungo un canale/colatoio (seconda parte) che consentono di guadagnare una terrazza dalla quale si imboccano i camini terminali (terza parte). In corrispondenza di questa terrazza, il 3 agosto del 2013, è stata aperta una variante da M. Bozzetta e D. Vanzetta che sale l'impegnativo pilastro finale (difficoltà sostenute di V+ e VI).
La via è poco chiodata ma ottimamente integrabile con friend.
Attacco, descrizione della via
Raggiungere Carezza (Nova Levante/BZ - 1 Km. prima del Passo di Costalunga salendo da Bolzano) e mediante la seggiovia salire al
rifugio Paolina (2127 Mt.). Da qui imboccare il sentiero n. 552 verso sinistra e, dopo un lungo traverso, raggiungere il bivio con il sentiero n. 549. Imboccarlo e proseguire fino al successivo bivio con il sentiero n. 551 (indicazioni per il Passo di Vaiolon). Prima di raggiungere lo stretto canale che sale al passo, quando il sentiero si avvicina alla parete, prendere un traccia sulla destra (all'inizio poco marcata) che costeggia tutta la "Parete Rossa" della Roda (diversi sali-scendi) fino al pilastro grigio che si trova sul suo bordo destro. E' anche possibile, dal sentiero n. 552, salire direttamente per ripido ghiaione, con tracce poco marcate, fino alla base del pilastro. L'attacco è posto proprio sotto la verticale della cima del pilastro dove una rampa, un po' erbosa e obliqua verso destra, porta alla base di una serie di diedri.
Sulla sinistra del pilastro,
nel punto in cui questo si salda alla parete gialla, si trova l'attacco della via Dibona.
Leggi note a fine relazione per l'avvicinamento senza seggiovia.
1° tiro:
salire la rampa erbosa verso destra sino a raggiungere la verticale dell'evidente sistema di diedri e sostare (2 clessidre+chiodo+cordone). 30 Mt., II, III.
2° tiro:
non seguire il marcato diedro ma alzarsi leggermente sopra la sosta e spostarsi a sinistra raggiungendo la placca fessurata. Superarla e poi obliquare a destra entrando nel diedro. Superare uno strapiombino uscendo verso destra e, dopo pochi metri, raggiungere il pulpito sulla sinistra sul quale si sosta (2 chiodi+cordino+maglia rapida). 50 Mt., IV, V+, V, 1 chiodo, 2 clessidre.
3° tiro:
salire a sinistra la placchetta e poi più facilmente per un breve diedro. Al suo termine traversare a destra e, per gradoni, salire fino alla base del lungo diedro dove si sosta (3 chiodi) su comodo terrazzo. 35 Mt., IV+, V-, IV, III, 1 chiodo.
4° tiro:
salire interamente il bel diedro continuo. La sosta (3 chiodi, di cui1 con maglia rapida) è su uno scomodo gradino sul lato destro del diedro, pochi metri sotto ad una strozzatura strapiombante. 50 Mt., V+.
5° tiro:
alzarsi sfruttando la fessura e superare la strozzatura. Spostarsi a sinistra in una conca detritica. Qui sono presenti 2 chiodi lontani (possibile sosta intermedia). Continuare superando un caminetto verso sinistra e poi traversare per detriti verso sinistra fino alla base di una rampa che sale obliqua verso destra (nella rampa evidenti blocchi gialli). Qui attrezzare la sosta (spuntone lungo la rampa o bella fessura alla sua base sulla sinistra). 45 Mt., V+, IV, II, V+, II, 1 chiodo, 1 sosta intermedia (2 chiodi).
6° tiro:
seguire la rampa e poi per rocce grigie, tendendo a destra, fino al più marcato canale. Seguirlo fino alla terrazza detritica. Sosta da attrezzare (spuntone o masso incastrato). 70 Mt., IV, III, IV, 1 chiodo.
7° tiro:
sull'evidente pilastro soprastante corre la variante Bozzetta/Vanzetta (2 chiodi di sosta alla base). La via originale sale nel profondo camino/canale pochi metri più a destra. Attraversare la terrazza detritica raggiungendone la base. Sosta da attrezzare. 40 Mt., I.
8° tiro:
salire il ramo destro del camino fin sotto un enorme masso incastrato che ne impedisce il proseguimento. Sosta da attrezzare (spuntone). 60 Mt., IV, IV+.
9° tiro:
traversare a sinistra (roccia un po' marcia) fino a delle rocce solide (chiodo). Proseguire in verticale per alcuni metri e poi obliquare verso destra. Rimontare la lama entrando nuovamente nel camino, ora canale, e proseguire facilmente fino al termine della parete. Sosta da attrezzare (massi incastrati).
45 Mt., III, IV+, IV, III, 1 spuntone con cordone, 1 chiodo.
Da qui traversare per sfasciumi verso destra (viso a monte) sino a raggiungere l'evidente sentiero che sale in direzione della vetta. Possibile raggiungerla con breve camminata oppure iniziare direttamente la discesa.
Discesa
Dal sentiero scendere verso destra
(sud) lungo l'evidente traccia sino a raggiungere la ferrata. Seguirla in
discesa, superare una scala metallica e raggiungere un intaglio. Da qui
è possibile scendere lungo il canalone di sinistra o salire la
breve paretina che si ha di fronte. In entrambi i casi si
raggiunge il
rifugio Roda di Vael dal quale si torna al rifugio Paolina (sentiero n. 549).
Dal termine della via è anche possibile seguire brevemente il sentiero fino alla vetta della Roda di Vael, e poi scendere lungo la cresta
nord/nord-ovest (anch'essa attrezzata con cavi metallici) sino al Passo del Vaiolon dal
quale si scende direttamente, percorrendo il canalone a sinistra, verso il rifugio Paolina. |