Descrizione generale Lunga
sequenza di cime facilmente raggiungibili con poco sforzo e limitato
dilivello, ma di sicura soddifazione. Ci troviamo in alta Valle
Brembana sulle bucoliche pendici che sovrastano il piccolo l'altopiano
dei Piani dell'Avaro. Vista la felice posizione della zona, potremo
ammirare un ampissimo panorama da tutte le cime che raggiungeremo,
praticamente a 360 gradi: dalle Grigne al Monte Disgrazia, con tutto
quello che ci sta in mezzo. L'escursione appare particolarmente
interessante nel periodo invernale, con neve ben assestata o in
limitate quantità. Attenzione invece in caso di neve abbondante non ben
assestata, poiché il tracciato transita anche sotto pendii molto
ripidi.
Descrizione percorso
Saliamo
fino alla luminosa e ridente località dei Piani dell'Avaro, sopra
l'abitato di Cusio in alta Valle Brembana. La strada per arrivarci
(soggetta ad un ticket giornaliero) è lunga e con vari tornati, ma
sempre comoda e ben tenuta. Al termine della salita lasciamo l'auto nei
pressi del grande edificio del rifugio Ai Piani dell'Avaro. Da qui
saliamo lasciandoci alle spalle il stesso, seguendo una evidente strada
sterrata con direzione Monte Avaro e rifugio Benigni. Poco distante dal
rifugio vediamo una bella baitella isolata che lasciamo alla nostra
sinistra. Il percorso serpeggia tra gli ampi pascoli e sale senza
troppa fatica. Già da qui abbiamo una bella vista sulle lontane Grigne.
Arrivati ad una palina, possiamo proseguire luno il sentiero 109A che
ci condurrebbe al Monte Avaro, oppure salire a destra lungo il sentiero
n. 109 per i Laghetti di Ponteranica. Optiamo per la seconda soluzione.
Le pendenze così aumentano subito e il tracciato sale deciso tra prati
e cespugli. In breve passiamo accanto ad una piccola baita sempre
aperta (Ol Baitèl), con ampia vista sui Piani dell'Avaro e sul percorso
appena fatto. Proseguiamo oltre la baita, passandola sulla destra.
Ancora uno sforzo su terreno un poco ripido, con qualche masso
affiorante ed eccoci all'incrocio con il sentiero n. 101, dove una
palina ci indica di andare verso sinistra per il rifugio Benigni. Le
pendenze si riducono ed il sentiero ci conduce in falsopiano verso il
Monte Avaro, ben visibile davanti a noi con la sua tondeggiante mole
erbosa ed il grande ometto di sassi sulla sua cima. Arrivati ad una
sella, dovremmo scendere in una evidente conca ai nostri piedi e con un
giro anti orario portarci alla base del Monte Avaro. Invece
abbandoniamo il sentiero 101 e saliamo su ripido pendio erboso verso la
vetta del Monte Triomen alla nostra destra. Saliamo senza una vera
traccia, ma stando vicini al facile costone erboso alla nostra
sinistra. facciamo un minimo di attenzione all'erba scivolosa e alle
alte pendenze, ma senza alcuna difficoltà eccoci sulla cima del Monte
Triomen. Bellissima la vista, sotto di noi, sulla conca dei
Laghetti di Ponteranica sul versante opposto a quello di salita. Alla
sinistra della cima, prosegue una bella crestina che scende ripida ed
un poco esposta alla sella tra il Monte Triomen e il Monte Tribortoi.
Noi invece scendiamo verso destra su quella che apparentemente è una
facile dorsale erbosa che al suo termine ci deposita sulla tondeggiante
sommità del Monte Foppa. In realta la discesa, in caso di neve, non è
affatto banale e presenta un paio di tratti ripidi ed un poco esposti,
ma nulla di minimamente impegnativo. A circa metà della dorsale
incontreremo un grosso ometto di sassi. Arrivati alla ampia sella
erbosa che segna la fine della discesa, un breve strappo successivo ci
porta alla vicinissima cima del Monte Foppa con altro ometto di pietra
molto alto. Torniamo in pochi passi alla sella erbosa e da qui è ben
evidente il sentiero che scende verso destra in un'ampia conca. Dopo i
primi metri, che scendono decisi, le pendenze diminuiscono. Superiamo
una palina che ci indica verso sinistra i Laghetti di Ponteranica. Noi
invece procediamo dritti in basso. Poco dopo tendiamo ad andare a
destra, seguendo quella che appare come una vaga dorsale molto ampia e
poco accentuata, evitando comunque di spostarsi verso il centro del
vallone alla nostra sinistra. Superiamo una piccola baita di pietra. Ci
portaimo ai piedi di un dosso che presenta una bella placca rocciosa
alla nostra destra. Costeggiamo questa placca (chi volesse divertirsi
la può salire fino alla sommità per poi discendere dal versante opposto
a riprendere il sentiero originale). Con un giro in senso orario
aggiriamo il dosso e sbuchiamo in una bella zona aperta che seguiamo
senza difficoltà fino all'antecima del Monte Mincucco (di poco più alta
della vetta vera e propria). Scendiamo da questa per prati e pascoli
aperti fino alla base dell'ultima ripida ma breve salitella che, sempre
per pascoli e qualche pietra affiorante, ci porta sulla panoramica cima
del Monte Mincucco, dove un ometto di pietra ci attende. Volgendosi
indietro possiamo ammirare il percorso fatto dal Monte Triomen, fino
alla sella del Monte Foppa e da lì al Mincucco. Bellissima la vista
anche sulla montegna più bella della zona: il Monte Valletto con le sua
caratteristica cima. Torniamo ora sui nostri passi fino alla sella che
precede il Monte Foppa. Da qui seguiamo l'evidente sentiero n. 101 a
mezzacosta che taglia le pendici del Monte Triomen. In breve e senza
sforzo, torniamo all'incrocio con il sentiero n. 109, dove ritroviamo
la palina che ci segnala il rifugio Benigni. Lo seguiamo nuovamente
fino al punto in cui lo avevamo abbandonato per salire il Triomen.
Questa volta scendiamo nella conca ai nostri piedi con percorso
antiorario fino alla sella erbosa tra il Monte Avaro a siniwtra e il
Triomen a destra. Qui superiamo una palina che ci indica il Monte Avaro
a pochi minuti ed il Passo Triomen (o Forcella del Triomen) a destra. Andiamo senza difficoltà
verso il Monte Avaro percorrendo un comodo sentierino non sempre
evidente tra erba e cespugli fino ad arrivare alla tondeggiante cima
sormontata dall'ennesimo grosso ometto di sassi. Bella la vista sulla
zona del Pizzo Tre Signori, su quella del rifugio Benigni e sulle
lontane Grigne. Torniamo ora alla palina che indicava il Passo Triomen
e con una certa fatica, su ripido valloncello erboso, in una ventina di
minuti raggiungiamo la sella tra il Monte Triomen a destra ed il
Tribortoi a sinistra. Per esile traccia molto ripida che sale a stretti
tornantini nei pressi della cresta, raggiungiamo la cresta stessa,
ormai in vista della croce di vetta. Poche decine di metri in
falsopiano ed eccoci al cospetto della ligne croce del Monte Tribortoi,
prorprio davanti alla elegante vetta del Monte Valletto che pare
lasciarsi toccare allungando una mano.
Discesa Torniamo
con una certa attenzione alla sella tra Tribortoi e Triomen, avendo
cura di guardare bene dove mettere i piedi in caso di neve. Da qui
ridiscendiamo velocemente il vallone fino alla sella che precede il
Monte Avaro. Ora proseguiamo dritti ignorando il sentiero che scende
alla nostra sinistra. Ripassiamo sotto la cima dell'Avaro per poi
piegare verso il basso alla nostra sinistra lungo il sentiero n. 109A.
Procediamo tra prati e pascoli serpeggiando lungo il sentiero non
sempre ben evidente. Lasciamo alla nostra destra un evidente muretto a
secco e pieghiamo a sinistra. Sotto di noi sono ben visibili i Piani
dell'Avaro. Arrivati su una ampia sterrata la seguiamo verso il basso,
tra qualche rado abete. Superiamo un acquedotto. Sempre lungo la
sterrata torniamo senza possibilità di errore al grande edificio del
rifugio Ai Piani dell'Avaro dove abbiamo lasciato l'auto.
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