Pizzo Tre Signori - Via Anna nel sole
Zona montuosa Alpi Orobie Località di partenza Loc. Laveggiolo - Gerola Alta (SO)
Quota partenza 1471 Mt. circa Quota di arrivo 2436 Mt. circa
Dislivello totale +812 Mt. circa per l'attacco
+153 Mt. la via (180 lo sviluppo)
Sentieri utilizzati N. 101, 118
Ore di salita 2 h. 20' per l'attacco
2 h. 10' la via
Ore di discesa 2 h. 10'
Esposizione Nord-est Giudizio sull'ascensione Sufficiente
Data di uscita 16/08/2024 Difficoltà V+, VI
Sass Balòss presenti
Bertoldo.
Amici presenti
Paolo.
Condizioni climatiche, dei sentieri e della roccia

Giornata soleggiata con temperature gradevoli, che ci hanno permesso di arrampicare in maglietta nonostante l'esposizione. I sentieri che si percorrono sono comodi e ben segnalati. L'ultimo tratto, che si risale per raggiungere l'attacco, richiede un po' d'intuizione. La roccia (verrucano lombardo) è quasi sempre ottima.

Eventuali pericoli
Soliti da arrampicata in ambiente.
Presenza di acqua
Al parcheggio e nei pressi di una baita che s'incontra dopo circa 40'.
Punti di appoggio
Il rifugio Trona Soliva (1907 Mt.) e il Rifugio Falc (2120 Mt.).
Materiale necessario oltre al tradizionale
Normale dotazione alpinistica. La via è protetta a fix (pochi e decisamente datati) ed è quindi necessario integrare con dadi, friend e cordini.
Caratteristiche dell'arrampicata

Descrizione Generale
Il Pizzo dei Tre Signori è la cima più alta del gruppo e si presenta come un'ardita piramide. Il toponimo antico era Pizzo Varrone; quello attuale deriva dal fatto che su questa cima s'incontravano i confini di tre stati: la Repubblica Veneta, il Ducato di Milano e la Repubblica dei Grigioni, ed ora segna invece i confini delle tre province di Bergamo, Lecco e Sondrio. Il panorama dalla vetta è vario e spazia sui gruppi del Resegone, del Legnone, del Diavolo, del Coca, del Redorta fino alla Presolana, all'Arena e nelle belle giornate anche al Monte Rosa.
Non si hanno notizie della prima salita; quella nota è del 21 aprile 1881 compiuta da Lorenzo Parimbelli, Michele Reina e la guida Giuseppe Rigamonti detto Fulatt.
L'interesse alpinistico del Pizzo è rimasto nullo fino a quando, negli anni '90, R. Ruffoni sale la rampa/diedro che taglia la parete Nord-est dell'omonima bastionata. Andrea Savonitto qui e su altre strutture della zona, ha tracciato numerosi itinerari. Il più famoso e certamente il più ripetuto è Anna nel sole (aperta con Gianluigi Lanfranchi 1997), che di fatto rappresenta la via più interessante della parete. Qui diedri e placche si alternano offrendo un'arrampicata varia.
La via è attrezzata con dei rari fix di passaggio, che mostrano tutta la loro età. Alcune soste, inizialmente attrezzate con un solo fix, sono state recentemente rinforzate con un nuovo fix inox. La domanda che si pone è come mai, chi ha portato il trapano fin quassù non abbia svolto un lavoro completo sostituendo anche i fix di passaggio dei primi tiri, oggi decisamente marci, che ogni inverno restano coperti dalla neve per mesi.
Nel complesso l'ambiente è molto bello e ripaga delle fatiche dell'avvicinamento. La via, forse complice anche il breve sviluppo, risulta poco interessante.
Attacco, Descrizione della via
Dal centro di Morbegno (SO) seguire le indicazioni per la Val Gerola e, dopo aver raggiunto il comune di Gerola Alta, svoltare a destra seguendo le indicazioni per la frazione di Laveggiolo. La strada termina in corrispondenza di un comodo parcheggio, dov'è presente anche un WC pubblico e una fontana dell'acqua.
Da qui parte la strada carrozzabile che sale in direzione di alcuni alpeggi e del rifugio Trona Soliva. Imboccarla percorrendo le varie varianti di sentiero che evitano dei lunghi tornanti. In circa 1 ora si raggiunge così il rifugio. Poco oltre, sulla destra, si stacca una marcata traccia che sale al Lago d'Inferno e al rifugio Falc. Attenzione: poco prima della diga il sentiero perde repentinamente quota per poi risalire. Conviene rimanere alti percorrendo una traccia segnalata con un grosso ometto, che costeggia il lago e conduce alla Bocchetta del Varrone (2126 Mt.), appena sopra il rifugio Falc. Seguire il sentiero verso sinistra che sale verso la Bocchetta d'Inferno. Costeggiare alti il lago facendo attenzione alla traccia, che in alcuni punti è un po’ sdrucciolevole. Raggiunta una fascia rocciosa, abbandonare la traccia CAI e rimontare un facile conoide ghiaioso che conduce alla Parete Arcana (sulla destra) e alla Bastionata Nord-Est (sulla sinistra).
Portarsi alla base della parete di sinistra e rimontare alcune facili rocce tendendo a sinistra fino a raggiungere un piccolo pianerottolo erboso con diversi ometti. Circa 5 Mt. in alto a destra è visibile un fix con maglia rapida (presente anche un vecchio fix arrugginito non visibile dal basso). L'attacco può risultare faticoso da individuare. In alternativa all’ultimo tratto di avvicinamento è possibile salire la placca di sinistra con difficoltà di II e III.

1° tiro:
rimontare le facili rocce di destra e raggiungere la ben visibile sosta (2 fix+maglia rapida). Risalire la placca sfruttando inizialmente il vago diedro di destra. Superare un breve tratto verticale e riprendere a salire dritti lungo facili rocce fino a raggiungere un terrazzo erboso. Qui spostarsi a sinistra e sostare (2 fix+maglia rapida) alla base di un diedro. 35 Mt., V, 1 fix, 1 sosta intermedia (2 fix+maglia rapida).

2° tiro:
salire l’impegnativo diedro fino al suo termine sfruttando delle lame. Una paretina più appigliata conduce alla sosta (2 fix+maglia rapida), posta sulla destra, alla base di una grande placca. 30 Mt., V+, 2 fix.

3° tiro:
rimontare il muretto a destra della sosta e salire lungo la placca sfruttando i punti deboli. Salire una spaccatura sulla destra (nut incastrato alla base) e poi raggiunta una macchia d'erba sulla destra percorrerla in direzione della parete (non salire a sinistra perché poi ci si ritrova più alti della sosta). Sostare (2 fix+cordone+maglia rapida) lungo la rampa-diedro della via Ruffoni alla base di un impegnativo diedro nerastro disturbato in alto dalla vegetazione (muschi e ciuffi d'erba). 30 Mt., III+, III, 1 nut incastrato.

4° tiro:
salire lungo la rampa-diedro della via Ruffoni fino a quando è possibile rimontare facilmente la parete di destra. Compiere un lungo traverso prestando attenzione a delle lame di dubbia tenuta fino a raggiungere una placca con roccia solida. Risalirla verso destra in direzione della sosta (2 fix+cordone+maglia rapida) che si trova alla base di un diedro. Probabilmente è possibile salire direttamente il muro a sinistra della sosta con difficoltà maggiori (soluzione non verificata). 30 Mt., III, IV+, IV, 2 chiodi vicini (della via Ruffoni).

5° tiro:
salire il diedro e spostarsi a sinistra per imboccare una netta spaccatura. Con qualche passo delicato si raggiunge una vaga cengia, che consente di traversare a sinistra fino alla sosta (2 fix+cordone+maglia rapida). 20 Mt., VI, V+, 1 chiodo, 3 fix.

6° tiro:
alzarsi e portarsi alla base del netto diedro a sinistra. Salirlo con decisione, superando alcuni faticosi passi in Dülfer. Continuare lungo il diedro, ora più semplice, fino a quando è possibile spostarsi sulla placca di sinistra. Passi via via più semplici conducono alla sosta di fine via (2 chiodi+fix+cordone). 35 Mt., VI, V+, IV, 2 fix.
Discesa
Dal termine della via spostarsi a destra (viso a monte) e per facili risalti raggiungere il sentiero che scende dalla sommità del Pizzo dei Tre Signori. Percorrendo la traccia in salita è possibile, in circa 20 minuti, raggiungere la vetta. Seguendola in discesa (a un bivio tenere la traccia alta) si guadagna la Bocchetta del Piazzocco (2237 Mt.), che consente di cambiare versante e riportarsi verso il Lago d'Inferno. Abbassarsi in breve alla Bocchetta del Varrone (2126 Mt.) e percorrendo a ritroso i sentieri di avvicinamento rientrare al rifugio Trona e quindi a Laveggiolo.

Note

Dal libro "Alpi Orobie" di Silvio Saglio, Alfredo Corti e Bruno Credaro (CAI-TCI, 1957):
Il 20 agosto 1913 l'Associazione Studenti di San Stanislao innalzava sulla vetta del Pizzo una croce colla seguente iscrizione: "Qui dove più fulgida splende - la gloria del Creato - la Croce di Cristo - ricordi all'ardito viatore - le più nobili e salutari ascensioni - verso la Patria celeste - l'Associazione Milanese - Giovani Studenti di S. Stanislao - nel venticinquesimo della fondazione - a commemorare il centenario costantiniano - col concorso delle limitrofe comunità eresse - agosto MCMXIII".
La croce veniva benedetta dal Cardinale Ferrari. Questa prima croce, data la sua esile forma e lo stiracchiamento della bufera o delle comitive numerose, venne divelta nell'anno 1933. Subito si pensò ad una sostituzione. Il 19 luglio 1935 il Cardinale Schuster benediceva la nuova croce, opera dell'architetto Pasquè, che venne innalzata poi sulla vetta del Pizzo ed inaugurata il 10 agosto dello stesso anno. Colla Croce il Pizzo divenne un grande altare.
Il primo sacrificio venne celebrato il 7 agosto 1914 e dinnanzi alla nuova imponente croce venne celebrato il 10 agosto 1935; tutti gli anni sul Pizzo per ben due volte si rinnova il Sacrificio del Calvario. Pio X lasciava in data 25 marzo 1914 al Cardinale Ferrari ogni facoltà in proposito e il cardinale concedeva infatti "pro duobus Missis altera in commemorationem Trasfigurationis Jesu Christi, altera in commemorationem Exaltationis S. Crucis, duobus diversis diebus".

   
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Il Lago d'Inferno visto dall'attacco Paolo sul primo tiro
   
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Paolo sui primi metri del quinto tiro... ... seguito da Will
   
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L'impegnativo ultimo tiro La parete Nord-est della Bastionata Nord-est
del Pizzo dei Tre Signori con il tracciato della via Anna nel sole