Pizzo dei Tre Signori

 
Zona montuosa Alpi Orobie Località di partenza Ornica (BG)
Quota partenza 920 Mt. Quota di arrivo 2554 Mt.
Dislivello totale +1700 Mt. circa con i saliscendi Data di uscita 04/10/2014
Ore di salita 3 h. 30' Ore di discesa 3 h. 15'
Sentieri utilizzati n. 106, 101, 45 Giudizio sull'escursione Discreta
Sass Balòss presenti Omar Difficoltà EE
Condizioni climatiche e dei sentieri

Nebbie e nuvole basse per l'intera giornata. Sentieri ben segnalati e comodi, tranne durante la discesa nel lungo traverso dopo l'incrocio tra il sentiero 45 ed il 101, dove quest'ultimo è risultato danneggiato dalle slavine di quest'inverno.

Eventuali pericoli
Nessuno.
Presenza di acqua
Troverete acqua lungo tutta la Val d'Inferno.
Punti di appoggio
Numerose le baite private che si incontrano nel lungo percorso fatto. A parte quelle nella prima parte di sentiero, a partire dall'inizio della Val d'Inferno, troverete possibilità di riparo nell'agriturismo d'Alpe Ferdy (La Casera, 1415 Mt.; 1h. dalla partenza); nella Baita Ciarelli (1629 Mt.), che permette di accedere ad un piccolo locale sempre aperto al pubblico. Poco oltre si giunge al ricovero Baita Predù a quota 1800 Mt. (nome che deriva da grossa pietra) ricavato sotto un grosso masso e, per ultimo, il ricovero Corna dei Vitelli (anche qui corna intesa come roccia), anch'esso ricavato sotto un masso. Dopo la discesa dal pizzo, giunti ad incrociare il sentiero 101, poco ad est della Bocchetta Alta, è possibile, con una deviazione di circa 30' verso destra, arrivare al Rifugio Grassi.
Materiale necessario oltre al tradizionale
Nulla.
Caratteristiche dell'escursione

Descrizione generale
Lunga ed a tratti faticosa salita alla bella e panoramicissima vetta del Pizzo dei Tre Signori. La salita si svolge lungo l'affascinante Val d'Inferno fino alla Bocchetta d'Inferno e da qui in vetta per il versante nord-est; la discesa, con facili tratti attrezzati, avviene dalla "via del caminetto" lungo il versante opposto. Si torna ad Ornica ancora per la Val d'Inferno dopo oltre 1700 Mt. di dislivello e quasi 7 ore di cammino (soste comprese). L'escursione, sebbene non difficile, è adatta a escursionisti esperti (attenzione alla discesa, in parte attrezzata, lungo il caminetto dove è richiesta una minima esperienza su tratti esposti) ed allenati. Altissima la probabilità di incontrare grossi stambecchi sul versante meridionale della montagna.
Descrizione percorso
Dall'ingresso di Ornica, ameno e solitario paesino in alta Val Brembana, si prosegue fino ad una evidente curva verso sinistra. Poco dopo un cartello indica la partenza del sentiero 107. Noi proseguiamo dritti tra le case del paese fino ad un successivo tornante verso destra. Qui una strada stretta sale dritta (Via del Santuario, indicazioni anche per il sentiero 106 e l'agriturismo Ferdy). Io ho parcheggiato poco prima di questa strada, ma consiglio di proseguire in salita fino ad arrivare ad un piccolo santuario poco prima del quale esiste la possibilità di parcheggiare comodamente l'auto e guadagnare qualche decina di metri di dislivello. Ovunque abbiate parcheggiato, a piedi si supera il suddetto santuario (969 Mt.), poco dopo si incontra una bella fontana alla nostra destra (palina che indica la località Prato del Forno, 1000 Mt.)
e circa 100 Mt. oltre, abbandoniamo l'asfalto per prendere un sulla sinistra sentierino che costeggia uno spumeggiante torrente. Saliamo lungo il sentiero che in breve sbuca di nuovo sulla strada asfaltata appena abbandonata. Sarà così per qualche minuto. Il sentiero taglierà tornanti e curve della strada. Arrivati ad un ampio tornante destrorso, proseguiamo dritti abbandonando definitivamente l'asfalto per il ripido sentiero n° 106. Entriamo in un bellissimo bosco misto. Il percorso segue ed attraversa in più punti il torrente che scende dall'alto (attenzione ai tronchi con cui sono fatti i ponticelli perché risultano molto scivolosi). Con ripidi e continui tonanti il sentiero sale velocemente nel bosco misto. Supera le Baite di Costa (1279 Mt., 30' dal parcheggio), svolta decisamente a destra e passa accanto alla Baita Giai. Cinque minuti dopo incrociamo un'ampia e pianeggiante strada sterrata (lo Stradù) che seguiamo verso sinistra. Dopo circa 200 Mt. la strada compie un curva verso destra e noi possiamo ammirare un bellissimo scorcio sul fondovalle. Dopo la curva proseguiamo in leggera discesa fino a deviare verso destra (vi è una piccola struttura dell'acquedotto) su un sentierino che si immerge in un fitto bosco di abeti, pulito e ben tenuto. Il percorso prosegue in leggera salita. In pochi minuti arriviamo alla fine del bosco ed all'inizio della bella Val d'Inferno. Risaliamo ora l'ampio sentiero sterrato che serpeggia tra prati e abeti fino ad arrivare presso l'Agriturismo d'Alpe Ferdy (1415 Mt., 1 h. dall'auto). Da qui scendiamo leggermente verso sinistra, attraversiamo un ponticello di legno per poi tornare a salire piuttosto ripidamente verso la testata della valle, tra prati, recinti per animali, faggi, larici ed abeti. Giunti presso la Baita Ciarelli (1 h. 20' dalla partenza), l'ambiente si fa più ampio e si riducono le piante d'alto fusto. Continuiamo a salire su comodo ma ripido sentiero, attraversando verso sinistra il torrente al centro della valle per poi risuperarlo verso destra fino ad arrivare ad una curiosa costruzione posta sotto ad un enorme masso di verrucano lombardo (tipica roccia di queste zone): si tratta della Baita (più giusto chiamarla ricovero...) Predù (40' dall'agriturismo). Camminiamo tra grossi massi ed erba, alzandoci sempre più, per poi spostarci verso sinistra, attraversare per l'ennesima volta il torrente ed arrivare ad un secondo ricovero (Baita delle Corna dei Vitelli, 1910 Mt., 10' dal bivacco Predù) posto sotto un masso. Passiamo oltre il ricovero aggirandolo verso sinistra e salendo per prati ripidi fino ad incrociare il sentiero 101 che seguiamo verso destra per un breve tratto. Giunti ad una palina che ci indica la Bocchetta d'Inferno saliamo verso destra. Poco dopo abbandoniamo il sentiero 101, alla nostra destra e visibile la croce in legno del Poiat (2095 Mt.), piccolo dosso erboso piramidale all'inizio del vallone pietroso, per inoltrarci all'interno di quest'ultimo che termina presso la bocchetta d'Inferno. La conca è dominata dall'imponente e severa sagoma della Sfinge, alta torre rocciosa dalla curiosa forma di profilo umano nella sua parte terminale. Saliamo su comodo sentierino sassoso, prima tra erba e poi saltando su grossi massi sparsi. Transitando sotto la Sfinge, posta alla nostra sinistra, non possiamo non restare intimiditi ed affascinati da questa formazione rocciosa. Il sentiero che risale il vallone rimane inizialmente alla sua sinistra (per chi sale), passata la Sfinge si sposta verso il centro e lo attraversa per portarsi sul suo lato destro. Qui si sale con alcune serpentine verso un masso su cui si leggono alcune indicazioni confuse, tra cui rifugio FALC a sinistra e rifugio Benigni a destra (meno di 1 h. dal bivacco Corna dei Vitelli). Noi prendiamo verso sinistra ed in breve risaliamo un gradone pietroso e siamo alla Bocchetta d'inferno (quasi 3 h dal parcheggio). Sotto di noi, verso nord si vede bene il lago d'Inferno e il rifugio FALC. Una palina indica varie direzioni. Noi andiamo a sinistra, verso al vetta del Pizzo dei Tre Signori. Saliamo su un versante aperto e roccioso grazie ad un sentiero a tratti poco visibile che serpeggia tra grossi massi (per chi ne avrà voglia ci sarà la possibilità di affrontare direttamente alcuni di questi massi, tagliano tornanti e deviazioni). Seguiamo i numerosi ometti in un ambiente quasi lunare. Senza mai essere troppo faticoso, né tanto meno difficile, il percorso procede tra vallette e dossi rocciosi fin sotto al croce della cima che si raggiunge con un ultimo ripido tratto in 30' dalla bocchetta.
Discesa
Si puo rientrare percorrendo a ritroso lo stesso itinerario di salita oppure scendere verso Ovest lungo il sentiero 45 che, dopo un primo tratto pianeggiante, scende leggermente esposto (presenza di alcune catene) fino ad un ampio intaglio roccioso. Da qui si entra nello stretto camino appoggiato (da cui il nome del sentiero "Via del Caminetto"). Fate attenzione alla roccia sempre umida in questo punto ed alla probabile presenza di neve fino ad inizio estate. Nel caminetto sono presenti delle catene appena sistemate. Usciti da questi ripidi e originali passaggi, dopo qualche altro tratto attrezzato nel quale fare attenzione all'esposizione, affrontiamo un facile passaggio in cresta pianeggiante. Arrivati ad una Madonnina (15' dalla croce), dalla quale volgendosi indietro si può osservare l'ardito percorso appena fatto, saliamo nuovamente un breve tratto e torniamo a camminare sul semplice cresta erbosa. Ad un certo punto il percorso piega a sinistra e scende ripidamente (altre catene) verso il basso con alcuni tornantini e facili salti rocciosi fino ad un traverso protetto da un cavo metallico al termine del quale si torna a scendere verso destra senza più nessuna difficoltà fino ad una palina posta sul sentiero 101. Andando a destra si arriva in 30' al rifugio Grassi. Noi invece andiamo a sinistra sul 101 (indicato qui anche come Sentiero dei Solivi) che con un lungo traversone in mezza costa ed in saliscendi (più sali che scendi...) ci riporta poco sopra la Val d'Inferno. Il sentiero è erboso e tranquillo, anche se taglia i ripidi pendii meridionali del pizzo, e risulta danneggiato dalla neve di questo inverno. Arrivati su un ampio costone erboso deviamo decisamente verso sinistra e, sempre sul 101 in parte rovinato dalle slavine, arriviamo ad incrociare in sentiero 106 fatto in mattinata e da qui proseguiamo verso Ornica.

Note
A partire dal XVI secolo, la Valtellina passa sotto il dominio del ducato delle Tre Leghe, e da allora sulla cima del pizzo convergono i confini dei domini della Serenissima Repubblica Veneta (versante orobico bergamasco), del ducato di Milano (montagne del lecchese) e, appunto, delle Tre Leghe. Da qui il nome Pizzo dei Tre Signori. Ancora oggi la sua cima è posta al vertice delle province di Lecco, Sondrio e Bergamo.
Commenti vari

Durante la discesa ho avuto il grande piacere di incontrare e conoscere Francesco, il tenace ed appassionato autore del bellissimo sito "Le mie Orobie" (www.lemieorobie.com) all'interno del quale troverete numerose escursioni, di varie tipologie e difficoltà, riguardanti la zona delle Orobie, nonché qualche bella puntatina fuori dai confini bergamaschi.

Altre ripetizioni
Luca e Matteo avevano già effettuato questa salita il 2 giugno 2003.
   

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La Valle d'Inferno da Baita Ciarelli

La Sfinge vista da sotto

   

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Verso al Bocchetta d'Inferno

Uno sprazzo di azzurro dietro alla Sfinge

   

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Dalla Bocchetta d'Inferno, in basso il Lago d'Inferno

Omar sulla cima del Pizzo dei Tre Signori

   

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Il tratto dal Caminetto

Autunno in Val d'Inferno

 

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