Monte Torena - Cresta Sud-Est

 
Zona montuosa Alpi Orobie Località di partenza Valbondione (BG)
Quota partenza 920 Mt. Quota di arrivo 2911 Mt.
Dislivello totale 2000 Mt. Sentieri utilizzati n. 305, 324, 308
Ore di salita 5 h.
Ore di discesa 4 h.
Data di uscita 24/07/2021 Giudizio sull'escursione Molto bella
Sass Balòss presenti Omar
Difficoltà PD-; III- (II obbligato)
Condizioni climatiche e dei sentieri

Qualche nebbia e qualche nuvola bassa hanno rovinato una bellissima giornata di montagna, limitando i panorami e soprattutto creando qualche problema di orientamento e percorso. Sentieri ben segnalati fino al rifugio Barbellino al lago naturale. Da qui al Passo Grasso di Pila, il tracciato è meno segnalato, ma comunque evidente. Dal passo alla vetta non esitono segni, tracce o indicazioni, salvo rarissimi ometti fino all'antecima del Torena, poi è impossibile sbagliare visto l'obbligo di seguire fedelmente la sottile cresta. La cresta fino all'antecima è piuttosto semplice, ma erta ed esposta, mentre la seconda parte diviene molto esile, rocciosa, esposta e a tratti friabile. Il ritorno lungo la costa che scende al Passo del Serio si sviluppa su sfasciumi molto instabili. Da dopo il passo, l'itinerario diviene confuso e poco segnalato per un tratto nel quale è facile perdere la giusta traccia. Più in basso tutto torna ben segnato.

Eventuali pericoli
Attenzione e cura nel procedere lungo la cresta Sud-Est del Torena, la prima parte è caratterizzata da ripide balze erbose alternate a facili tratti rocciosi, mentre la seconda presenta esposizione notevole, passaggi impegnativi e roccia poco affidabile.
Presenza di acqua
Acqua presente fino al rifugio presso il Lago naturale del Barbellino.
Punti di appoggio
Ottimo punto di appoggio sarà il rifugio Curò, che si raggiunge in meno di due ore da Valbondione, con il vicino ostello. Da qui, in circa un'altra ora si arriva al rifugio Barbellino, presso il lago naturale omonimo, recentemente nominato rifugio Ludwigsburg, cittadina tedesca gemellata con Valbondione.
Materiale necessario oltre al tradizionale
Molto consigliato il casco nella prima parte della cresta.
Per i meno esperti potrebbe essere utile uno spezzone di corda per superare alcuni tratti esposti ed instabili; in questo caso, ovviamente occorre essere almeno in due...
Caratteristiche dell'escursione

Descrizione generale
Il monte Torena svetta alla fine della conca del Barbellino e ne chiude la parte settentrionale. Ben visibile già nei pressi del rifugio Curò, la sua forma caratteristica, con le due cime separate da una lunga cresta, lo rendono facilmente riconoscibile. La salita alla sua vetta qui descritta si sviluppa lungo la poco frequentata ed impegnativa cresta Sud-Est che parte dal Passo Grasso di Pila e si compone di due parti ben distinte: una prima parte più abbordabile, su terreno misto con ripide balze erbose e facili tratti su gradoni rocciosi, ed una seconda, dal carattere decisamente alpinistico, molto esposta, esile e severa, sebbene mai troppo difficile (max III grado, con molti tratti di II). La mancanza di passaggi, segni o tracce lungo la cresta, l'ambiente di alta montagna, la natura della roccia, rendono questa salita, nel complesso piuttosto lunga e con dislivello importante, adatta a soli escursionisti allenati, esperti e abituati a muoversi in tali contesti
Descrizione percorso
Da Valbondione, in alta Valle Seriana, si sale lungo l'ampio e sterrato sentiero 305 che in meno di 2 ore porta al rifugio Antonio Curò. Inizialmente si cammina nel bosco, poi, sempre su comodo e ampio sentiero, si fuoriesce da questo per iniziare un lungo tratto tra prati. Il percorso taglia i ripidi pendii che scendono dall'alta vallata in cui siamo immersi. La zona del rifugio è ben presto visibile, poco a destra del salto delle cascate del fiume Serio (aperte varie volte durante l'anno, quando vengono rilasciate per alcuni minuti le acqua imprigionate nel bacino artificiale del Lago Barbellino), ma il tragitto è ancora lungo, anche se non faticoso e compie un ampio giro verso destra per poi tornare a sinistra, passare lungo una comoda ed ampia cengia tagliata nella roccia verticale del Monte Verme e quindi arrivare alle soglie del rifugio Curò (1915 Mt.) da poco affiancato dall'ostello Barbellino. Il rifugio è posto sopra il bellissimo invaso artificiale del Barbellino, dal colore turchese intenso. Seguiamo ora la pianeggiante e comoda strada sterrata militare che costeggia il lago sul lato destro (per chi sale) e porta in circa 1 ora al lago Naturale del Barbellino dove si trova il rifugio Barbellino (2130 Mt.). Dal'edificio proseguiamo verso la conca verso l'evidente mole del Torena. Restando sul lato destro orografico del lago naturale, camminiamo lungo il sentiero che conduce al Passo Grasso di Pila. Superiamo un tozzo torrioncello erboso dalla cima tronca con una piccola madonnina, posto al termine del lago. Il Passo di Pila è ben evidente alla base della lunga cresta Sud-Est che dovremo affrontare. Risaliamo ora la valle verso detto passo, con pendenza via via superiore. Il tracciato è ben evidente e segnalato da bolli, serpeggiante tra prati e piccole pietraie. Passiamo anche in una zona di grossi massi. Giunti ad un pianoro troviamo un piccolo laghetto semi asciutto ed una zona paludosa. Andiamo sul lato sinistro (per chi sale) del vallone e proseguiamo sempre su sentierino piuttosto ripido e sassoso. Eccoci ora al termine della salita. Qui ci troviamo in una zona ondulata che non scende direttamente verso il versante opposto del passo, ma si sviluppa con alcuni saliscendi e conche. In caso di scarsa visibilità, ci sarà qualche difficoltà ad individuare la linea da seguire per portarci ai piedi della cresta da seguire. Per semplificare le cose, possiamo proseguire oltre il passo fino ad arrivare sul margine della dorsale che ci divide dalla Valtellina fino a vedere il lago di Belviso sotto di noi. Ora possiamo piegare decisamente verso sinistra e seguire detta dorsale che sale su terreno prativo verso il Torena. Arivati ai piedi della cresta, il terreno diviene più ripido e roccioso, ma ancora facile e camminabile. Più in alto iniziano balze erbose molto ripide che si alternano a brevi tratti rocciosi lungo i quali serve ricorrere all'uso delle mani, ma sempre su difficoltà limitate. Il percorso non è obbligato ed è facile sbagliare l'itinerario e trovarsi su pendii troppo esposti o tratti rocciosi. Con attenzione si sale la dorsale fino ad arrivare all'antecima a quota 2850 metri. Da qui inizia la cresta vera e propria e la differenza si vede fin da subito. La vetta sembra a portata di mano, ma la parte più bella ed impegnativa inizia ora. Percorriamo pochi metri su sfasciumi in cresta ed eccoci ad un ometto poco evidente. I primi metri sono ancora tranquilli, ma ecco che ad un certo punto ci troviamo davanti una serie di lame e spuntoncini rocciosi che dobbiamo superare stando sul loro filo. Si tratta di un punto molto esposto e con difficoltà attorno al II grado. Il baratro a destra è poco attraente... Oltre questo punto, ci aspetta una breve placca in discesa, altrettanto esposta e di non facile approccio. Con calma e molta attenzione, arriviamo alla base di questa placca (II grado superiore, molto esposto). Pochi metri camminabli ed eccoci ad un bel salto roccioso su terreno molto friabile. Massima attenzione a tutto quello che si usa come appiglio o appoggio. Usciti da questo tratto le difficoltà diminuiscono. La cresta, ora, sempre sottile ed aerea, nonché esposta, non presenta particolari difficoltà, se non quelle legate alla natura instabile della roccia. Il tratto difficile fin qui percorso, può essere aggirato con un lungo traverso sulla sinista, abbassandoci prima delle lame rocciose ed andando a cercare i passaggi migliori sulle ghiaie sottostanti la cresta, per poi risalire con una diagonale nuovamente verso la cresta, proprio al termine del tratto impegnativo. È chiaro che così facendo si perde parte del fascino e della soddisfazione. Seguiamo quindi la cresta, come dicevamo ora più abbordabile, fino ad arrivare alla base di una evidente parete rocciosa rossastra alta una decina di metri scarsi. Questa, non troppo friabile rispetto a ciò che la circonda, deve essere affrontata al suo centro, con difficoltà pari al III grado. Anche qui c'è una certa esposizione, ma meno rispetto ai tratti precedenti. Per chi non se la sentisse di salire direttamente la parete, è possibile passare all'estrema destra, per ripide balze erbose e pietre mobili (stesso discorso del tratto difficile precedente per “soddisfazione” e “impegno”). Usciti con una certa fatica ed apprensione da questa parete, le difficoltà terminano e non ci resta che proseguire senza particolari note fin sulla vetta del Monte Torena, in poche decine di metri. Panorama esagerato sulle cime della zona e sulla zona della diga del Barbellino, nonché sul sottostante il lago di Belviso, sul versante valtellinese.
Discesa
Dalla croce di vetta, proseguiamo lungo l'evidente e facile cresta che in una decina di minuti porta senza alcuna difficoltà alla cima occidentale del Torena dove un ometto di pietre ci attende e da qui, volgendosi verso la vetta appena lasciata si ha una bella vista sulla cresta percorsa fino quasi al Passo Grasso di Pila. Dall'ometto di pietra dobbiamo scendere verso il Passo del Serio e lo facciamo lungo una ripida dorsale sfasciumata dove occorre prestare attenzione a non smuovere troppi sassi che con estrema facilità rotolano a valle. Il percorso è piuttosto facile, ma l'instabilità del pendio sassoso richiede una certa concentrazione. Con una certa fatica si arriva all'ampio valico del Passo del Serio, posto tra il Torena e le Cime di Caronella. Dal passo pieghiamo decisamente verso sinistra sfruttando l'eventuale presenza di neve residua per velocizzare la discesa fino alla conca sottostante. Facciamo attenzione a rimanere sul lato destro del vallone che stiamo scendendo. Ad un certo punto si incontrano una serie di ometti che tendono a portarci sul lato sinistro, noi dobbiamo evitare tale cambio di posizione, cercando sempre di restare sulla destra, non troppo vicini però alla scura parete che scende minacciosa dalle Cime di Caronella. Aguzzando la vista, su alcuni massi sarà possibile troverete dei bolli circolari bianchi e rossi e una scritta indicante il Passo del Serio dal quale proveniamo. Continuando la discesa, dopo la pietraia, ci troviamo in una zona di ripidi pendii semi prativi. Oltre il sentiero, sempre segnalato, diviene stretto e con alcuni passaggi un poco esposti sui ripidi pendii rocciosi sotto di noi, ma non esistono difficoltà. La traccia procede su una cengia che poi torna sentiero, attraversa alcuni canali che scendono dalla nostra destra e poi si collega al sentiero che scende dal Passo di Caronella. Da qui in poi, procediamo su comodo sentiero segnalato che procede verso il Lago Naturale del Barbellino. Superiamo alcuni tralicci dell'alta tensione in alto alla nostra destra. Poi con una serie di tornantini perdiamo velocemente quota fino ad arrivare nei pressi del rifugio nelle vicinanze del lago. Da qui riprendiamo il sentiero del mattino che in meno di un'oretta sull'ampia mulattiera militare ci porta comodamente al rifugio Curò e da lì in circa 1 ora e mezza a Valbondione.

Note
La vecchia croce che si trovava sulla cima del Torena, giace rotta e sparpagliata nei pressi di quella nuova, eretta un paio di anni fa. Peccato perché la sua forma particolare, la ruggine e la vernice scrostata la rendevano originale e spartana. Quella attuale, lucida e di forma più tradizionale non ha il fascino della sua gloriosa compagna. I tratti più impegnativi della cresta sono in realtà aggirabili lungo tratti più o meno convenientemente praticabili senza grossi problemi, ma tale soluzione deturpa completamente lo spirito della salita lungo questo itinerario. Rimanere sul filo di cresta per l'intero percorso è sicuramente più appagante e regalerà sicura soddisfazione. Il parcheggio presso il paese di Valbondione deve essere fatto previo pagamento di un "gratta e sosta" del costo di ben 5 euro al giorno, acquistabile presso i negozi e bar del paese, oppure presso il distributore automatico nel parcheggio principale nel centro dell'abitato.
Commenti vari
Un grazie al gentile ed attento rifugista del rifugio al Barbellino che, vistomi da solo ad affrontare la salita, si è offerto di venirmi a cercare se non fossi tornato da lui entro un certo orario... Fortunatamente il mio ritorno è avvenuto in orario ed una buona e fresca birra presso il rifugio mi ha permesso di festeggiare la bella giornata tra le cime.
   

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Passo Grasso di Pila

L'antecima Est del Torena

   

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Facili tratti rocciosi lungo l'antecima Est

Sguardo verso il Passo di Pila salendo l'antecima Est

   

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Lame, spuntoni e paretine verso la vetta principale

La cresta sottile verso la paretina finale

   

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Omar sotto la rossa paretina finale

Omar accanto alla nuova croce del Torena

   

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Croce di vetta

Dalla cima ovest sguardo verso la vetta

   

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Passo del Serio

Salita e discesa dal Torena