Descrizione generale
Se
cercate una lunga escursione di poco impegno tecnico, ma con tratti
tutt'altro che banali, dall'importante dislivello e caratterizzata da
una grande varietà di ambienti attraversati, la salita al Pizzo
Desenigo o Monte Spluga saprà sicuramente soddisfare le vostre
aspettative. Siamo nella bassa Valtellina, sul versante Nord di questa
bella e lunga vallata. Dall'amena località di Poira di Civo, saliamo
prima per bei boschi misti, poi per ripidi pascoli punteggiati da rocce
a cui seguono aride ed ampie pietraie, fino ai piedi di questa montagna
che presenta due distinte cime separate, una sud orientale, più bassa, ed
una ad nord occidentale di pochi metri più alta e quindi considerata la vera e
propria cima. Da entrambe le vette si ammira un panorama ampissimo
verso Nord. Per la discesa abbiamo optato per un percorso diverso che,
passando dal bivacco Bottani, ci consente di compiere in tal modo un
interessante e di ampio respiro anello escursionistico. La camminata è
da considerarsi adatta ad escursionisti esperti e ben allenati, ma le
reali difficoltà (peraltro contenute) sono limitate agli ultimi metri
delle due cime.
Descrizione percorso
Dalla
strada di fondovalle della Valtellina, saliamo a Civo, sul versante
Nord della valle e da qui proseguiamo fino alla frazione di Poira di
Civo. La strada termina nei pressi di un ampio spiazzo con una
chiesetta e numerose baite sparse nel bosco. Lasciata qui l'auto,
prendiamo l'evidente strada sterrata, che si inoltra tra il bosco e le
baite, segnalata dal n. 422 per Careggio e Alpe Peccio. Camminiamo
tranquillamente. Giunti a Careggio superiamo una santella. Da qui
andiamo a destra. Poco dopo ecco una freccia su di un grosso muro a
secco, ed una statuetta di una madonnina, che ci indica verso sinistra.
Incrociamo un'ampia strada sterrata che seguiamo verso sinistra.
Arriviamo poi ad un baitello di metallo a 1610 metri di quota. In breve
eccoci all'Alpe Peccio che si apre sulla bellissima conca della Val Toate, con vista
sulla Torre di Bering e la cima Sud orientale del Pizzo di Desenigo.
Superiamo un paio di baite ed una fontana, ed inoltriamoci nel
valloncello davanti a noi, seguendo la direzione per il passo Colino.
L'ambiente cambia completamente. Ci troviamo ora tra radure erbose e
tratti boscosi. Con pendenza regolare saliamo, lasciandoci alle spalle
la vegetazione arborea che diviene via via più rara. Giungiamo così
all'Alpe Colino, a quota 2100, dove superiamo una rustica baitella di sassi ed
una fontana. Una palina ci segnala i due passi di Colino: orientale ed
occidentale. Il sentiero si sposta decisamente verso destra lungo un
traverso in leggera salita, che ci avvicina alla bella e severa parete
della Torre di Bering. Arrivati ad una palina, pieghiamo decisamente
verso sinistra, abbandonando il sentiero per il Passo Colino Orientale
ed i Laghi di Spluga. Ora il tracciato è meno evidente, ma sale bollato
verso sinistra al Passo Colino Occidentale, in decisa e faticosa
salita. Il sentiero si sviluppa tra erba e sassi che divengono man mano
predominanti. Superiamo un pianoro dove è presente una grossa pozza (o ciò che
ne rimane in caso di scarsità di piogge). Da qui riprendiamo a salire
molto ripidamente fino all'evidente Passo Colino Occidentale sopra di
noi. Giunti al valico, ci meritiamo una breve pausa, per poi riprendere
verso destra lungo una intricata pietraia lungo la quale dobbiamo
cercare il percorso migliore, tra grossi blocchi instabili e brevi
tratti erbosi. Quella che vediamo ben evidente alla nostra destra non è
la cima principale del Desenigo, ma la sua vetta orientale, di qualche
metro inferiore e ben distante da essa. Facendo molta attenzione al
terreno insidioso, raggiungiamo un piccolo ghiaione ripido che scende
dalla cima orientale. Lo risaliamo fino a portarci sulla cresta in
coincidenza di un'evidente sella. Da qui cerchiamo di essere più
fedeli possibile alla crestina che sale verso sinistra, tra balze
erbose e gradoni rocciosi da afrontare con cura. Al termine della
ripida cresta, dobbiamo affrontare ancora qualche metro verso sinistra
scendendo ad un intaglio per poi risalire all'ometto di vetta. Panorama
entusiasmante verso la zona del Pizzo Ligoncio e più lontano verso i
giganti retici. Dalla cima Orientale, esiste una evidente linea di
cresta che ci collega alla Cima Occidentale, considerata la cima vera e
propria. Tale cresta però presenta passaggi impegnativi e non
conoscendone le difficoltà e la natura, abbiamo preferito evitarla.
Torniamo quindi all'intaglio poco prima della vetta e discendiamo con
attenzione un ripido canalino sassoso alla nostra destra. Appena
possibile pieghiamo verso destra e con un lungo traverso senza percorso
obbligato, ci spostiamo alla base della Cima Occidentale. Il percorso è
piuttosto impegnativo, ma non difficile e richiede una certa dose di
intuito e capacità di leggere il terreno. In ogni caso, tra placche
inclinate, cenge erbose e pietraie altamente instabili, ci portiamo ai
piedi di una evidente placconata vericale alla nostra destra. Superiamo
tale paretina e risaliamo tra sfasciumi fino ad una sella alla base
della Cima Occidentale. Ora abbiamo due possibilità: quella più facile
è risalire il pendio davanti a noi fino alla piccola croce di vetta,
tra erte balze erbose frammiste e tratti rocciosi facili ma molto
ripidi; oppure seguire la cresta di sinistra, decisamente più
divertente ma anche più impegnativa, con passaggi un poco atletici su
buona roccia a lame (max II grado evitabile), con il conforto del
percorso più abbordabile e frequentato pochi metri alla nostra destra,
nel caso dovessimo avere problemi lungo la breve ma erta crestina. In
un caso o nell'altro, in meno di 5 minuti, eccoci sulla vetta della
nostra montagna.
Discesa
Evitiamo
accuratamente di discendere dalla cresta rocciosa, che affrontata in
discesa sarebbe poco piacevole, scendendo quindi lungo il pendio più
tranquillo, ma che richiede comunque molta attenzione, vista la
pendenza. Arrivati alla selletta dobbiamo tornare al Passo Colino
Occidentale con un lungo ed intricato traverso verso sinistra tra
pietraie, ghiaioncelli ed erba. Dal passo, evitiamo di scendere lungo
il percorso fatto in salita verso l'Alpe Colino, ma pieghiamo a destra
e percorriamo la balla velletta che scendiamo lungo di essa, tra sassi
ed erba, fino ad un evidente pianoro erboso con tanto di pozza. Qui, su
un grosso masso, troviamo una scritta bianca (Biv. B.C.) che ci invita
a salire verso sinistra, raggiungere il Passo di Visogno e poi calare
al bivacco Bottani-Cornaggia. Saliamo dunque verso sinistra
serpeggiando tra grossi massi e stretti passaggi erbosi. Un alto ometto
di sassi ci guida dall'alto Giunti al pianoro erboso ci possiamo
fermare un attimo per goderci il panorama sul percorso di discesa
appena compiuto. Dal passo proseguiamo la discesa facendo attenzione a
non smarrire i bolli bianchi e rossi. Il percorso è un poco intricato ed
il fondo sconnesso, ma senza fatica arriviamo in vista del bivacco, ben
lontano sotto di noi. Ora non ci resta che raggiungerlo, facendo
attenzione a non smarrire il percorso migliore tra erba alta e sassi
instabili. Arrivati ai piedi del bivacco, che è posto sopra un piccolo
dosso, saliamo pochi metri di dislivello ed entriamo nel piccolo
rifugio in metallo di colore rosso e bianco. Riprendiamo nuovamente la
discesa, sempre su terreno aperto, tra prati e sassi. Arriviamo poi ad
un grande pianoro erboso ed umido, quasi paludoso, con un piccolo
laghetto ed alcune pozze. Al termine del pianoro transitiamo sulla
destra di una caratterostica baita in pietra con una stalla annessa. Da
qui in poi il paesaggio cambia: tornano a dominare cespugli ed
arbusti, poi iniziamo a trovare i primi mughi ed altre piccole
conifere. Superiamo una specie di abbeveratoio e poco dopo un bel
tavolo da pic-nic all'ombra di pini ed abeti. Dopo aver attraversato un
tratto ricco di ginestre, eccoci in località Pra Succ, dove
incontriamo alcune baite e case. Da qui abbiamo una bellissima vista
sulla Valtellina sotto di noi. Alcuni cartelli gialli ci indicano la
via per Poira di Civo. Entriamo ora nel fitto bosco misto sotto le case
e scendiamo lungamente fino ad incrociare una carrareccia nel bosco che
attraversiamo per rientrare subito tra la vegetazione. Ora dobbiao solo
seguire il poco evidente sentiero che con numerosi tornanti scende
rapido e ripido verso Poira di Civo. Le prime case nel bosco ci
segnalano che la nostra meta è vicina. Eccoci infatti all'auto.
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