Descrizione generale
La Rocca Sbarua è la palestra di roccia piemontese per eccellenza ed è composta da una serie di risalti granitici posti sul versante meridionale del Monte Freidour, sopra Pinerolo. Su queste pareti grandi alpinisti disegnarono numerose vie di salita. Oggi, con l'avvento dello spit, la Sbarua (che in piemontese significa "spavento") non diffonde più la paura di un tempo.
La via Gervasutti è stata aperta da Giusto Gervasutti il
"Fortissimo" e Renzo Ronco nel 1937 e risulta essere tra gli itinerari più conosciuti e ripetuti di tutta la struttura.
Rinomato, e per anni temuto, il tiro della "dulfer", allora
classificato solo IV superiore.
L'arrampicata, rispecchiando le caratteristiche di Gervasutti,
risulta essere atletica e rude.
L'itinerario è stato riattrezzato a fix. Sono presenti ancora alcuni vecchi chiodi che, ormai, risultano
essere superflui. Tutte le soste sono attrezzate con 2 fix collegati da una catena per un'eventuale
ritirata in corda doppia.
Attacco, descrizione della via
Dal centro di Pinerolo seguire le indicazioni per San Pietro in Val Lemina e Talucco. Oltrepassata quest'ultima frazione seguire per la contrada Dairin e parcheggiare in prossimità del termine della strada. Imboccare il sentiero che costeggia la montagna e che in circa 10 minuti di camminata conduce al Colle Ciardonet. Da qui scendere lungo la strada in direzione delle evidenti pareti rocciose sino a raggiungere un bivio dove sulla destra si stacca una piccola traccia di sentiero. Sia seguendo la strada che il sentiero si raggiunge in breve il
rifugio Melano. Proprio dietro al rifugio parte il sentiero che sale
a questo settore; oggi l'imbocco del sentiero è di difficile identificazione per via dei recenti lavori di ricostruzione del rifugio
che l'hanno cancellato.
Alzando lo sguardo dal rifugio ci si trova davanti al settore denominato "Placche Gialle" dove corre la storica
via artificiale di Guido Rossa. A sinistra delle "Placche Gialle" c'è il settore
"Centrale" dove corre la via Gervasutti. L'attacco si trova a sinistra della
via "Spigolo Centrale", scritta sbiadita di colore verde alla base.
1° tiro:
salire la placca sino ad aggirare lo spigolo. Continuare poi per una lama
verso destra e al suo termine tornare a sinistra alla sosta.
35 Mt., 5a, 1 chiodo, 5 fix.
2° tiro:
salire per terreno semplice in obliquo verso sinistra sino a raggiungere la sosta. 15 Mt., 3b, 2
fix.
3° tiro:
risalire l'evidente diedro oltre il quale, sulla destra, si sosta. 30 Mt. 4b, 4c, 4/5
fix.
4° tiro:
salire per diedrino fessurato a destra dello strapiombo che
sovrasta la sosta. Si recupera il compagno su un terrazzino obliquo.
15 Mt., 5a, 2 fix, 1 chiodo.
5° tiro:
alzarsi a destra della sosta e, con una spaccata, prendere la
fessura che si risale in dulfer fino al suo termine dove si sosta.
25 Mt., 5a, 3 fix, 1 chiodo.
6° tiro:
per giungere in cima alla struttura rocciosa si prosegue lungo la via Normale.
Spostarsi a sinistra e risalire le facili rocce fino sotto ad uno
strapiombo. Si attraversa sotto quest'ultimo (necessario strisciare
alcuni metri) fino alla sosta. 35 Mt., 3c, 5 fix.
7° tiro:
per facili rocce si prosegue sino alla sommità. Sosta da attrezzare (pianta). 20 Mt., 3b.
Discesa
Dal termine della via scendere in direzione della selletta che divide lo sperone dove corre la Gervasutti da
quello sovrastante. Qui è possibile scendere verso sinistra (viso a monte) lungo un sentierino (qualche tratto attrezzato)
che riporta nei pressi dell'attacco e al rifugio. |