Descrizione
generale
Il Sasso Cavallo è un imponente sperone calcareo che si presenta verso sud con una impressionante e liscia parete sulla quale sono stati tracciati difficili e impegnativi itinerari, rimasti per anni tra i più temuti delle grigne. Inoltre l'ambiente selvaggio e l'avvicinamento, non certo tra i più brevi, fanno si che difficilmente si trovi affollamento in parete. Proprio qui, nel 1991 è stata disegnata una linea (10 piani di morbidezza) considerata con molta probabilità la più bella via delle Grigne.
La via Bianca Maria è stata aperta da Riccardo Cassin e Augusto Corti il 28 agosto 1933 dopo un tentativo (alcuni giorni prima, il 24) da parte di Cassin e Antonio Piloni. E' dedicata a Bianca Maria Alini, figlia di Carlo Alini, titolare dell’officina dove lavorava Cassin e che gli aveva concesso il permesso di andare a scalare nonostante avesse esaurito le giornate di ferie (vedi note a fine relazione).
Alla fine degli anni '80 il gruppo del Soccorso Alpino di Mandello del Lario ha attrezzato una linea di calate sulla parete per eventuali soccorsi. Essendo queste molto vicine alla via Cassin (e in alcuni casi coincidenti), attualmente è possibile, saltando alcune delle vecchie soste originali, fermarsi sempre
su grossi fittoni cementati con anello (salvo rare eccezioni).
Riportiamo qualche passo scritto da Riccardo Cassin in occasione dell'apertura della via.
Dal libro "Capocordata" di Riccardo Cassin - CDA Vivalda Editori:
"[...] Ed eccomi con Augusto Corti. Per avere l’intera giornata a disposizione, saliamo da Mandello la sera del sabato, pernottiamo al rifugio Elisa, sgattaioliamo quando le tenebre si rompono e ai primi chiarori siamo già alla base. Abbiamo una corda da cinquanta metri che usiamo doppia, una staffa e un cordino da otto millimetri di trenta o trentacinque metri di lunghezza per il recupero del sacco e del materiale. Per un buon tratto conosco la via, e questo fa risparmiare tempo poiché non c’è da scrutare, indagare, cercare: più le difficoltà sono notevoli, più il percorso si stampa nella memoria, e anche a distanza di anni basta pensarci un po’ per rivedere nettamente delinearsi dinnanzi agli occhi della mente un determinato strapiombo, una placca, una fessura. Più intensamente si vive, più il ricordo si radica in noi a chiare e vivide tinte: sono le giornate bigie, eguali come un cielo nebbioso, che trascorrono invano, dissolvendosi nella memoria come fumo.
[…] La fessura continua sempre verso l’alto per altri venticinque metri e presenta due strapiombi. Giunto al primo mi accorgo che è un osso ben duro. Qui la roccia è liscia, compattissima, impercorribile. Non un intaglio, una crepa, un foro qualsiasi, anche minimo, dove conficcare il chiodo. Più considero il passaggio, più mi agghiaccia. Tasto, tocco, provo, riprovo, nulla. Sotto di me sta il compagno su ridicoli punti d’arresto, con dubbi chiodi d’assicurazione. “E’ il principio della fine”: il pensiero che non voglio formulare si fa strada nella mente e più mi sforzo per cacciarlo, più ritorna insistente. Per liberarmene, lo grido a Corti che una quindicina di metri sotto si regge ora su un piede ora su l’altro, manovrando le due corde. La risposta, borbottata a bassa voce, giunge come un brontolio: “Non può finire così”. Il compagno ha ragione: non deve finire così. Torno a provare, sbuffo, mi arrabbio, mi incaponisco. Il sudore mi impasta i capelli sulla fronte e corre lungo la schiena mentre i polpastrelli tastano le asperità del sasso; la staffa mi porta in fuori, ma la trazione della fune mi sostiene contro la roccia. Metto un chiodo, e questo mi dà fiducia per arrischiare di più. Da lì devo passare e, malgrado tutto, passo."
Attacco, descrizione della via
Ci sono due possibilità per raggiungere l'attacco:
1- da Cainallo (percorso da noi seguito):
raggiungere il paese di Esino Lario e seguire le indicazioni per Cainallo, dal quale si prosegue verso l'Alpe del Vò di Moncodeno, sino a raggiungere un ampio parcheggio (a pagamento nel periodo
primaverile/estivo).
Da qui s'imbocca il sentiero n. 25 che sale in direzione del rifugio Bogani. Raggiunto un bivio si abbandona il sentiero n. 25 e si segue il n. 24 sino alla Bocchetta di Prada (o passo della Val d'Era - 1626 Mt.).
Dalla bocchetta piegare a sinistra in direzione della Porta di Prada oltrepassando il bivacco/cappella dell'89a. Brigata Garibaldi. Continuare lungo il sentiero sino a raggiungere l'anfiteatro del Releccio dove si trova il rifugio Bietti/Buzzi e, oltre, la Bocchetta di Val Cassina (o Bocchetta di Sengg - 1823 Mt.). Da qui scendere nel canalone che separa il Sasso di Sengg dal Sasso Cavallo seguendo la ferrata. Al suo termine costeggiare verso destra la base della parete. Superare una zona gialla con dei grossi tetti e fermarsi circa 30-40 metri prima dello spigolo che separa la parete sud dalla sud-ovest. Si attacca in corrispondenza di una placchetta posta sotto la verticale dell'unica pianta evidente (accanto alla quale si farà la S2). Secondo alcune relazioni sulla placchetta dovrebbe esserci incisa una "C". Noi non l'abbiamo trovata.
2- dalla frazione di Rongio (Mandello del Lario): parcheggiare nei pressi della chiesa. Seguire il sentiero che sale al rifugio Elisa e, prima di raggiungerlo, abbandonare il sentiero e salire per tracce e ripidi prati alla base della parete. Individuare l'attacco come descritto sopra. 1200 Mt. di dislivello, 3 h. circa.
1° tiro:
imboccare la fessura-spaccatura appena sopra alla placchetta. Seguirla fino al suo termine sotto un tettino. Spostarsi a destra e sostare (1 fittone, 2 chiodi+cordini). 25 Mt., V+, 4 chiodi.
2° tiro:
spostarsi a destra e salire il diedrino fin sotto lo strapiombo. Traversare in placca a sinistra e poi salire in verticale fino una cornice. Si traversa a destra (vecchia sosta) e si sale per fessura in direzione dell'alberello usato per individuare l'attacco. Alla sua altezza si esce a destra su cengia dove si sosta (1 fittone).
30 Mt., V, VI+ oppure A1 su friend, A0, V, 7 chiodi, 1 sosta intermedia (2 chiodi+cordone+maglia rapida).
3° tiro:
superare la fessura strapiombante e continuare lungo il diedro. Quando possibile si esce a sinistra e si sale alla sosta (1 fittone).
30 Mt., A2, A1, 10/12 chiodi.
4° tiro:
traversare a destra in placca fino la fine del tettino. Non salire (ignorare il chiodo che si vede in alto) ma traversare ancora un paio di metri e poi iniziare a salire per placchette e lamette un po' vegetate. Più in alto, sul lato sinistro, la placchetta forma un diedrino. Sostare all'inizio di questo diedro (1 fittone).
40 Mt., V, VI-, V, 7/9 chiodi, 1 fix.
5° tiro:
salire la placchetta aiutandosi con la fessura. Poi per rocce erbose e un breve caminetto si punta alla base dell'evidente camino dove si sosta (1 fittone). 35 Mt., V, A0, IV+, IV, 3 chiodi, 1 sosta intermedia (2 chiodi+cordini).
6° tiro:
salire il camino fino un cespuglio di rose. Qui spostarsi a destra, superare uno strapiombino, e per rocce più semplici raggiungere il terrazzo di sosta (1 fittone). 30 Mt. V, VI-, III, 4 chiodi, 1 fix senza piastrina.
7° tiro:
spostarsi a destra e salire per rampe erbose fino ad una placca (chiodo). Obliquare a sinistra sino un diedro fessurato che si segue verso destra (alcuni passi in dülfer) fino al suo termine. Per balze erbose fino una specie di cengia. Spostarsi un po' verso sinistra individuando la sosta (1 fittone+1 chiodo+cordino). Attenzione agli attriti! 40 Mt., II, V, II, 3/4 chiodi.
8° tiro:
spostarsi a sinistra fino una lama arrotondata. Qui salire per placchette un po' erbose obliquando leggermente a sinistra fino ad una cengia erbosa. Superarla e continuare su facile placca fino alla sosta (1 fittone) più o meno sotto la verticale dell'evidente camino che caratterizza i tiri successivi. 30 Mt., IV+, III, 1 chiodo.
9° tiro:
alzarsi raggiungendo una rampa erbosa che si segue verso destra fino all'evidente fessura.
Seguirla fino alla base del camino dove si sosta (4 chiodi+cordini). 25 Mt., III, V+, 3 chiodi (2 dei quali vicini).
10° tiro:
seguire il camino fino una lama e chiodo con vecchia fettuccia. Qui traversare a destra portandosi sullo spigolo arrotondato che si risale (passo delicato; ci si può proteggere solo dopo averlo fatto!) fino alla sosta (1 fittone+1 clessidra+fettuccia). 20 Mt., A1, VI-, 7 chiodi.
11° tiro:
per la fessura strapiombante appena a destra del camino. Al suo termine entrare nel camino e seguirlo fino alla fine. Spostarsi a destra e sostare (1 fittone). 25 Mt., A2, A1, 11/12 chiodi, 2 massi incastrati con cordone, 1 fix.
12° tiro:
seguire la fessura/diedro. Dopo un tratto più verticale si raggiunge una placchetta con chiodo. Qui obliquare a destra (sosta intermedia) su fessurine e roccette un po' erbose fino una cengia. Spostarsi a sinistra verso un grosso masso e sostare (1 fittone).
45 Mt., V+, IV, 3 chiodi, 1 sosta intermedia (3 chiodi).
13° tiro:
salire a sinistra rimontando il grosso masso. Imboccare un camino che porta verso destra ad una zona di balze erbose. Seguirle, in obliquo verso destra, puntando alla breve spaccatura strapiombante alla base del quale si sosta (1 fittone). 40 Mt., IV, III, II.
14° tiro:
superare
la spaccatura strapiombante. Al suo termine spostarsi a destra e proseguire per balze erbose verticali fino una larga terrazza dove si sosta (1 fix+1 fix senza piastrina). 25 Mt., A2, II, 3 chiodi.
15° tiro:
seguire il canale erboso fino un tratto più ripido (1 fittone). Superarlo (roccia ed erba) sulla sinistra poi, appena possibile, traversare a destra in direzione dell'evidente pianta. Risalire le balze erbose fino alla fascia rocciosa dove si può sostare (da attrezzare con friend).
45 Mt., II, III, II, 2 chiodi, 1 sosta intermedia (1 fittone).
16° tiro:
spostarsi a sinistra e superare delle roccette. Poi, per facile pendio erboso, raggiungere la sommità del Sasso Cavallo. Attrezzare una sosta su dei massi appena prima della vetta. 40 Mt., III, II, 1 chiodo.
Discesa
Scendere inizialmente per facili pendii erbosi e qualche mugo
sul versante nord fino ad incontrare una traccia decisamente più
marcata. Nonostante sarà necessario piegare verso destra (viso a
valle) in direzione della Bocchetta di Val Cassina, in questo primo
tratto è meglio scendere dritti perché verso destra i mughi si
infittiscono. Raggiunta la traccia più evidente (alcune paline
metalliche e bolli) seguirla verso destra abbassandosi e poi
risalendo leggermente per aggirare un gendarme (lo Zuccone) oltre il
quale si raggiunge velocemente la Bocchetta di Val Cassina. Da qui:
1- per ritornare a Cainallo
percorrere a ritroso il sentiero seguito durante l'avvicinamento transitando nuovamente dal rifugio Bietti/Buzzi;
2- per ritornare a Rongio scendere tutto il canale fino a giungere nei pressi dell'attacco e successivamente al parcheggio mediante il sentiero seguito durante l'avvicinamento.
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