Salame del Sassolungo - Via Comici

 
Zona montuosa Dolomiti - Gruppo del Sassolungo Località di partenza Località Monte Pana -
S. Cristina di Valgardena (BZ)
Quota partenza 1626 Mt. Quota di arrivo 2836 Mt.
Dislivello totale +872 Mt. per l'attacco (416 fattibili in funivia)
+340 Mt. la via (370 lo sviluppo)
Sentieri utilizzati n. 526B, 526A, 525
Ore di salita 1 h. 30' per l'attacco (da S. Cristina con funivia)
6 h. la via
Ore di discesa 1 h. 45' fino al rifugio Vicenza
1 h. 30' dal rifugio al parcheggio
Esposizione Nord Giudizio sull'ascensione Ottima
Data di uscita 27/07/2013 Difficoltà VI+/V+, A0
Sass Balòss presenti
Bertoldo, Luca.
Amici presenti
Claudia, Michele.
Condizioni climatiche, dei sentieri e della roccia
Bella giornata serena e calda tanto da arrampicare in mezze maniche in questo angolo delle dolomiti famoso per essere molto freddo! Nel pomeriggio un leggero temporale passeggero ci ha leggermente rinfrescati.
I sentieri per l'avvicinamento sono in ottimo stato e ben segnalati; è comunque necessario risalire uno zoccolo di II.
La roccia in via è ottima su quasi tutto l'itinerario ma nella seconda parte bisogna prestare un po' di attenzione perché in alcuni tratti risulta leggermente friabile.
Eventuali pericoli
Soliti d'arrampicata in ambiente.
Presenza di acqua
Lungo l'avvicinamento generalmente no anche se noi abbiamo trovato acqua da scioglimento delle nevi sullo zoccolo, però questo dipende dall'innevamento. Durante la discesa si può reperire al rifugio Vicenza.
Punti di appoggio
Rifugio Vicenza (2253 Mt.) lungo la via di discesa, eventualmente il rifugio Comici (2153 Mt.).
Materiale necessario oltre al tradizionale
Normale materiale per arrampicata su roccia. Consigliato un assortimento di friends (dal n. 0.5 al 2 Camalot).
Caratteristiche dell'arrampicata

Descrizione generale
Il Salame del Sassolungo è uno dei simboli dell'arrampicata in Dolomiti. Su questa bella parete, che da Santa Cristina di Valgardena appare come un siluro puntato verso il cielo, Emilio Comici e Severino Casara il 28 e 29 agosto del 1940 tracciarono un itinerario molto elegante, quasi a goccia d'acqua. La via offre un'arrampicata atletica, su roccia generalmente ottima e con arrampicata prevalentemente in fessura e placca.
La chiodatura è di tipo classico anche alle soste e, in alcuni casi, non sempre affidabile.
Nel libro "Alpinismo Eroico" scritto in seguito alla morte di Emilio Comici da un gruppo di amici, nell'ultimo capitolo viene riportato questo passo:
"A Comici è mancato il tempo per descrivere questa sua superba scalata. Nell'ultima estate della sua vita mortale arrampicò con una intensità senza precedenti: quasi che - presago del destino - questo Principe volesse rimandare il più intensamente possibile dappertutto alla montagna - la sua Regina - e accarezzarla, e saziare il suo cuore, e donare a lei e tutta la sua ultima giornata...
Ma il tempo intanto fuggiva ed il pensiero, assorto nella contemplazione di un autunno radioso nella incomparabile conca di Selva, non riusciva a trovare il modo di fissarsi sulla Carta. Così non ci rimase che la scheletrica relazione tecnica".

I due apritori dedicarono questo torrione ad Italo Balbo (alpino, aviatore, e Quadrumviro della rivoluzione fascista). Oggi, complice la forma slanciata e arrotondata viene vilmente abbreviato come "Salame del Sassolungo". Qualche guida alpinistica lo riporta anche come "Torrione Comici".
C'è da aggiungere però che la salita di questo itinerario fu a lungo contesa da due alpinisti. Da una parte Emilio Comici, dall'altra il bergamasco (ai tempi Calolziocorte era provincia di Bergamo) Ercole Esposito detto "Ruchin". I due fecero a gara ma la meglio riuscì a Comici. Ruchin dovette accontentarsi della prima ripetizione.
Ma il destino giocò loro un brutto scherzo...
Emilio Comici, dopo poco tempo, morì in un banale incidente in falesia siglando con questa via il riassunto dei suoi ideali e delle sue tecniche. Ruchin e compagni, dopo aver raggiunto la vetta, realizzando così la prima ripetizione, bivaccarono. La cordata fu ritrovata morta la mattina successiva alla base della parete. Il Salame, oggi, conserva entrambe le anime.
Attacco, descrizione della via
E' possibile raggiungere il canale ghiaioso (canale Innerkofler) alla base dello zoccolo in due diversi modi:
1- (quello da noi seguito) da Santa Cristina di Valgardena si sale in macchina in località Monte Pana dove si parcheggia (oltre la strada diventa sterrata e con divieto d'accesso. Parcheggio a pagamento). Da qui si sale verso il Mont de Seura (2042 Mt., possibilità funivia sola andata € 8.50, A/R € 15, con tessera CAI € 7.50/12) dal quale si compie un semicerchio da destra verso sinistra fino al canale alla base del Salame;
2- dal Passo Sella si segue inizialmente il sentiero per il rifugio Comici e poi per il rifugio Vicenza fino a trovarsi alla base del canale sotto la verticale del Salame.
Si risale inizialmente il canale (solitamente innevato) per poi spostarsi a destra sullo zoccolo. Seguendo i punti più facili (qualche ometto) si sale fino alla base della parete. Qui un avancorpo forma un lungo canale che sale verso sinistra e nel quale è ben visibile un grosso masso incastrato sopra cui si trova la prima sosta
(2 chiodi). Si risale il canale, si passa sotto il masso e si sale sopra di esso. In caso di presenza di neve conviene legarsi e salire sulla parete sinistra del canale fino a raggiungere il masso (55 Mt., II, IV-).

1° tiro:
traversare verso destra inizialmente in orizzontale e poi in leggera ascesa. Non fermarsi alla prima sosta (piccola nicchia) ma traversare ancora pochi metri a destra fino ad una seconda sosta (3 chiodi+cordini+maglia rapida).
35 Mt., V+, IV+, 3 chiodi, 1 sosta intermedia (2 chiodi+cordone).

2° tiro:
obliquare leggermente a destra fino a prendere la fessura che si segue; dopo un passo strapiombante si continua sino alla sosta (2 chiodi+cordini+clessidre da attrezzare)
. 30 Mt., V+, VI- oppure A0, IV+, 3 chiodi.

3° tiro:
superare subito uno strapiombino e poi continuare brevemente nella fessura. Spostarsi leggermente a destra, alzarsi 3-4 metri e obliquare a sinistra su placchetta sino alla sosta (1 grossa clessidra con cordone+1 chiodo). 30 Mt., V-, IV, 1 chiodo.

4° tiro:
obliquare a sinistra raggiungendo la fessura che si segue fin sotto una fascia gialla strapiombante dove si sosta (1 chiodo+1 dado incastrato). 40 Mt., V, 4 chiodi, 1 sosta intermedia sulla sinistra (4 chiodi).

5° tiro:
alzarsi ancora con l'aiuto della fessura poi spostarsi leggermente a destra e salire fin sotto lo strapiombo. Spostarsi ora a sinistra, superarlo direttamente dove inciso dalla fessura e sostare appena oltre (2 chiodi+clessidra con cordino).
25 Mt., V, VI+ oppure A0, 9-10 chiodi.

6° tiro:
seguire la fessura, al suo termine obliquare decisamente a sinistra in leggera ascesa fino alla "nicchia Comici" dove si sosta (2 chiodi+cordone+1 chiodo). Presente il libro di via. 35 Mt., V+, IV, 8-9 chiodi, 1 sosta intermedia (4 chiodi).
Dal termine della fessura è possibile, anziché traversare alla "nicchia Comici", salire dritti fino alla S7 (V+).

7° tiro:
alzarsi a destra della sosta per circa 6-7 Mt. e poi traversare a destra abbassandosi 1 metro. Continuare a traversare alzandosi leggermente fino a raggiungere la sosta (1 chiodo+1 clessidra da attrezzare). 25 Mt., IV+, V+, IV+, 4 chiodi.

8° tiro:
stando appena a destra della sosta alzarsi in verticale e poi spostarsi un poco a sinistra per uscire sulla terrazza. Obliquare a destra e sostare (1 chiodo+1 grossa clessidra da attrezzare) a destra di un camino. 25 Mt., IV+, I, 2 chiodi.

9° tiro:
entrare nel camino a sinistra e seguirlo fin dove questo si apre. Qui traversare a destra circa 5 metri e salire per una spaccatura leggermente obliqua verso destra sino alla sosta (2 chiodi un po' brutti). 40 Mt., IV, 1 chiodo.

10° tiro:
continuare per facili rocce uscendo sulla spalla. Puntare ora al canalino al termine del quale si sosta (spuntone da attrezzare) su comodo terrazzino. 50 Mt., IV, 2 chiodi

11° tiro:
per facili rocce si raggiunge l'anticima del Salame e si attrezza la sosta su uno spuntone. 35 Mt., III.

Discesa
Per raggiungere la Forcella del Salame ci sono due diverse possibilità di corde doppie. Di seguito descriviamo solo quelle da noi seguite. Percorrere la cresta nella direzione opposta rispetto a quella di salita (sud-est) fino al suo termine dove è ben visibile il primo ancoraggio per le doppie (2 chiodi+cordini+maglia rapida):
1a. doppia: 50 Mt.. Stare verso destra in prossimità dello spigolo, risalire 1 metro sulla cresta e ridiscendere tenendosi sempre sulla cresta fino all'ancoraggio successivo (spuntone+fettuccia+cordino+maglia rapida). Possibilità sosta intermedia dopo 25 Mt.;
2a. doppia: 40 Mt. sino alla Forcella del Salame.
Ora per tracce sul ghiaione (inizialmente verso sinistra - viso a valle) si scende al rifugio Vicenza. Numerosi ometti. Non difficile ma su terreno instabile e a tratti esposto. Dal rifugio, seguendo il comodo sentiero n. 525, si ritorna al parcheggio.

Note
Severino Casara, nel suo libro "L'Arte di arrampicare di Emilio Comici" edito da Hoepli scrive:
"Quando pochi giorni dopo risalii a Selva, non più con la corda e il sacco, ma col peso dell'angoscia nell'animo, per seguire l'amico verso l'estrema dimora, trovai sul suo tavolo un foglio scritto a lapis. Era l'inizio della relazione della sua ultima impresa. Conoscendo la profonda e umana semplicità del suo stile, avevo insistito perché descrivesse le impressioni della scalata di quella torre ch'egli particolarmente amava perché incombeva sulla vallata a lui tanto cara. Mi aveva risposto che non era capace di scrivere.
Doveva scendere a Vincenza, come dissi, il lunedì 21 ottobre per una conferenza. Forse egli voleva accontentarmi recandomi quel primo scritto per farmi vedere che la relazione l'aveva incominciata. Con quel foglio, invece, si chiuse la sua vita.
Trascrivo quel brano, ultimo scritto di Emilio Comici sulla montagna:
"Prendere la penna in mano e mettersi a scrivere è tanto faticoso per me quanto a decidermi di andare all'attacco di una parete; ma mentre la malavoglia scompare quando incominciano le prime difficoltà sulla roccia e mi riprende l'entusiasmo e mi sento felice, a buttar sulla carta, invece, sensazioni che ho vissuto e che ricordo come fossero d'oggi, mi vien di perdere l'entusismo, perché pur avendo tutti quei ricordi ben vivi sempre cullati nel mio cuore, aleggianti nel cervello, non riesco a farli uscire e a fissarli sulla carta, e ciò mi rende infelice.
Se non ci fosse quel tiranno di Casara che viene a portarmi via dalle mie normali occupazioni di guida alpina, e che poi, con una tirrannia ancor più spietata, mi tormenta ancora per lambiccarmi il cervello a scrivere la relazione della salita, io non avrei fatto né la salita né la relazione; ma c'è poco da scherzare con lui perché è talmente invadente col suo continuo tormentarmi, che, per non sentirlo più parlare del Campanile e non vederlo sempre affaccendato attorno a me a farmi piani d'attacco, a consultar fotografie, a sbinoccolarlo, a fotografarlo, a gridar meraviglie, a scoprir sempre nuovi particolari, a salire alla malga della Mont de Seura e al Monte Pana per mettersi in adorazione davanti a lui, dovevo pur decidermi di andare all'attacco. E non si può far altro quando si è di fronte ad un uomo che arde giorno e notte dall'entusiasmo di dar l'assalto a quel Campanile e non fa altro che parlare sempre del Campanile in questione.
La colpa è mia che gliel'ho messo in testa scrivendogli a Vicenza, nel giugno, di questo bel problema insoluto nel gruppo del Sassolungo. Lui si precipitò verso la metà di luglio e scrutando il Sassolungo, dal trenino che stava portandolo a Selva, lo vide subito quel Campanile e da allora incominciò a tormentarmi con il suo smisurato entusiasmo da non darmi più pace. Ben presto dovetti partire e portarmi alla malga della Mont de Seura, che sta ai piedi del versante nord del Sassolungo, donde si ammira quel magnifico monolite di oltre 400 metri di altezza...".

E alla parola "altezza", la penna si arrestò.
Dopo la sua scomparsa, proposi che quel 'magnifico monolite', ultimo monumento alla sua memoria, ultima relazione alpinistica sua troncata dalla morte appena scritta la parola più eccelsa è più degna che potesse essere concepita da lui... ALTEZZA... venisse eternato tra le sue cime con il suo nome".
Commenti vari
Questa via non prende mai il sole se non sulle ultime due lunghezze; si tramanda inoltre che sia una zona generalmente fredda.

Clicca per visualizzare lo SCHIZZO DELLA VIA
(Disegno di Claudia Farruggia "Iaia")

Pubblicazioni

Questa relazione è stata inserita nella guida ARRAMPICARE Dolomiti nord-occidentali vol.1 edita da ViviDolomiti.
Clicca sull'immagine qui sotto per accedere alla pagina web ViviDolomiti edizioni - libri di montagna e acquistarne direttamente una copia.

   

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Il canale per raggiungere l'attacco della via

Il traverso della prima lunghezza

   

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A sinistra Michele sulla fessura strapiombante del secondo tiro, a destra sulla quarta lunghezza

   

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Claudia sul quarto tiro

Lo strapiombino giallo della quinta lunghezza

   

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Sempre la quinta lunghezza vista dall'alto

Gli ultimi metri del traverso del settimo tiro

   

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Vista del Salame durante l'avvicinamento
(foto di Davide Martini)

Salame del Sassolungo con il tracciato della via Comici

 

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