Rifugio Santa Rita

 
Zona montuosa Alpi Orobie Località di partenza Località Alpe di Paglio - Casargo (LC)
Quota partenza 1386 Mt. Quota di arrivo 1988 Mt.
Dislivello totale 1200 Mt. circa Data di uscita 08/11/2014
Ore di salita 3 h. 45' Ore di discesa 3 h.
Sentieri utilizzati Non numerati Giudizio sull'escursione Discreta
Sass Balòss presenti Gölem, Omar Difficoltà E
Condizioni climatiche e dei sentieri

Bella giornata limpida, sentieri ben segnalati ed evidenti, a tratti rovinati dal passaggio di motociclette.

Eventuali pericoli
Nessuno.
Presenza di acqua
Bar e locali al parcheggio dell'Alpe di Paglio. Bella fontana presso l'Alpe di Ortighera. Acqua, ovviamente, al rifugio Santa Rita.
Punti di appoggio
Pochi minuti dopo la partenza si arriva ad un nutrito gruppo di edifici nelle vicinanze di alcuni impianti di risalita al Pian delle Betulle. L'Alpe Ortighera (1512 Mt., 30' dal parcheggio), piccolo abitato in bella posizione panoramica, si incontra dopo circa mezz'ora dall'auto. Giunti in località Bucc dol Rat (1815 Mt., 3 h. dalla partenza) si può scendere al vicino (20') rifugio Madonna della Neve in Val Biandino. Ultimo punto d'appoggio è il rifugio Santa Rita che richiede altri 30' di cammino (Telefono: 0341 982034 - 340 7500476) .
Materiale necessario oltre al tradizionale
Nulla.
Caratteristiche dell'escursione

Descrizione generale
Lunga – decisamente lunga – escursione, attraverso una tranquilla costiera erbosa, a tratti piuttosto ripida (sia in salita che in discesa) che in oltre 12 km (di sola andata) consente di giungere al bel rifugio Santa Rita, posto alla Bocchetta della Cazza, tra la Val Biandino e la Val Varrone. Sebbene privo di difficoltà, non è un itinerario da affrontarsi senza la adeguata preparazione fisica e in condizioni di scarsa visibilità, visto l'ambiente aperto che attraversa.
Descrizione percorso
Dall'alta Valsassina, provincia di Lecco, si sale verso Premana; superato Casargo si prende la ripida e tortuosa strada per l'Alpe di Paglio. Dopo una decina di km di strada asfaltata e tornanti, si giunge ad un enorme parcheggio nei pressi di un bel ristoro. Lasciata qui l'auto si seguono le evidenti indicazioni gialle poste all'inizio del parcheggio per il Pian delle Betulle dove sono presenti gli impianti di risalita di una piccola pista da sci.
Saliamo lungo una stradina asfaltata che supera alcuni edifici e poco dopo incontriamo una palina con riportata la direzione e i tempi per il rifugio Santa Rita. In corrispondenza di una sbarra la strada diviene sterrata e vietata alle auto. In un bel bosco proseguiamo sulla sterrata che con bassa pendenza sale verso il Pian delle Betulle. Poco prima di questo, il fondo della stradina diviene lastricato da grosse pietre lisce, si arriva in un bel lariceto, si supera una riserva naturale recintata, una baita adibita ad osservatorio della fauna ed un parco avventura in cui sono presenti vari percorsi attrezzati tra le belle piante del luogo. Oltre il parco si arriva al Pian delle Betulle dove troviamo gli impianti di risalita, alcune case, una bianca chiesetta moderna (un poco fuori luogo a dire il vero), una piccola pozza con annessa baita e vari esercizi commerciali. Con un ampio giro in senso antiorario aggiriamo il prato della pista da sci puntando al bosco ad ore 11 al cui inizio si trova una palina indicante il rifugio. Il percorso diviene ora pianeggiante fino all'abitato di Ortighera, dal quale torna a salire. Oltre le ultime case ci imbattiamo in una piccola croce ed una santella alla nostra sinistra. Il sentiero ora piega decisamente verso sinistra, sale su una bella mulattiera sterrata e dopo un tornante verso destra (qui c'è un bivio che scende a sinistra verso il Pian delle Betulle) sale dritto verso la costiera erbosa che dovremo seguire passando tra curiose placche rocciose appoggiate e lisce che caratterizzano tutto l'ambiente circostante. Al termine della dolce salita ci troviamo in località Larice Bruciato (1708 Mt.; 1 h. 15' dall'auto). Qui si trova un bel tavolo in legno con panchine per una piacevole sosta. Una palina ci indica il monte Cimone verso sinistra. Noi invece proseguiamo lungo la dorsale erbosa senza segnali puntando ad una piccola santella poco distante che raggiungiamo in un paio di minuti. Il panorama è ampio e l'ambiente molto aperto, caratterizzato da dolci ondulazioni erbose e boscose. Proseguiamo lungo la dorsale fino alla vetta del Monte Olino (1782 Mt.), scendendo poi lungo la parte opposta, tra erba e rododendri, prestando un poco di attenzione in quanto la pendenza diviene molto elevata e il fondo erboso potrebbe risultare scivoloso. Davanti a noi osserviamo i ripidissimi fianchi della costiera che andremo a percorrere. Arrivati sul fondo della discesa ci troviamo alla Bocchetta d'Olino (1640 Mt.; 20' dalla santella). Qui incrociamo la strada sterrata che abbiamo abbandonato in località Larice Bruciato e che seguiremo al ritorno evitando di risalire la dorsale erbosa molto ripida appena percorsa. Seguiamo la strada, ignoriamo un sentiero che si stacca dalla strada e scende verso sinistra all'Alpe Ombrega; superato un guard-rail, abbandoniamo la sterrata per salire verso destra a riprendere la costa precedente. La salita prosegue su terreno erboso, con alcune belle viste sulla zona del Pizzo di Trona. Giunti alla Bocchetta di Agoredo (1825 Mt.; 30' dalla Bocchetta di Olino) una palina ci indica il percorso; si prosegue sempre per facili ed aperti prati seguendo il filo di costa fino ad una seconda palina. Ignoriamo le frecce per varie direzioni e saliamo dritti verso un dosso erboso poco lontano lungo una traccia ben evidente e piuttosto rovinata dal passaggio di motociclette. Immediatamente dopo la seconda palina ne troviamo una terza che indica a sinistra verso l'Alpe Ombrega. Noi ci dirigiamo invece dritti come detto poco sopra. Ad un certo punto, senza giungere sulla cima del dosso davanti a noi, il tracciato segue un lungo mezzacosta in leggera salita verso destra, aggira un costone che scende dalla nostra sinistra e prosegue a sinistra in maniera pianeggiante lungo un successivo mezzacosta che ci porta sopra la Valbiandino. Qui si trova un segnale in metallo che indica il rifugio a 40' di cammino (tempistica molto sottostimata...) ed un bellissimo larice biforcuto e solitario. Prima di arrivare sopra la Val Biandino passiamo dei piccolissimi laghetti (poco più di pozze tra l'erba) e una santella con una grande croce su di una parete (45' dall'ultima palina). Bellissima la vista sulla sottostante Val Biandino che possiamo ammirare in tutta la sua lunghezza e più in alto sulla zona del Pizzo dei Tre Signori. Proseguiamo lungo l'evidente traccia che ci fa perdere quota e procede sempre lungo l'ampia dorsale. Arriviamo in breve a due tavoli di legno e ad una palina che ci segnala di essere in località Laghit (1930 Mt.). Da qui una freccia ci invita a procedere dritti per il rifugio santa Rita situato ad 1 ora di cammino (tempistica che risulterà corretta). Passati sotto ad alcuni poco estetici tralicci dell'alta tensione, il prossimo incontro lo faremo con un crocefisso ligneo in località Bucc del Rat (1815 mt; 15' dai Laghit). Da qui il tracciato torna a salire seguendo il filo di cresta, ora meno ampio, ma sempre agevole. A tratti il sentiero rimane sul versante della Val Biandino fino ad un bivio dove una palina indica a sinistra Via Bassa "facile" e a destra la Via delle Creste "difficile". Noi andiamo a destra lungo questa via delle creste, che di difficile non ha assolutamente nulla: si tratta solo di un sentierino stretto e ripido che serpeggia tra alcune rocce e massi lungo il filo di cresta. Questa termina sulla sommità erbosa della Cima della Costa del Dente (2018 Mt.) e da qui in 2 minuti si scende fino alla Bocchetta della Cazza, dove sorge il rifugio Santa Rita.
Discesa
Ripercorrere più o meno il percorso dell'andata. Noi abbiamo fatto alcune varianti evitando di seguire il filo della costiera erbosa per ridurre un poco la distanza e la fatica. La sostanza comunque non cambia. Dal rifugio, anziché seguire la via delle creste, siamo rimasti sulla via Bassa. Giunti alla bocchetta dove si il sentiero si ricongiunge a quello delle creste, abbiamo proseguito lungo il percorso dell'andata fino alla Bocchetta di Agoredo per poi scendere direttamente verso l'Alpe di Ombrega, senza arrivarci. Giunti sull'ampia sterrata che proviene dalla bocchetta di Olino, l'abbiamo seguita fino a questa, per seguirne il tracciato fino alla località Larice Bruciato, evitando così vari saliscendi in cresta. Da qui siamo rimasti sul percorso originale fino a poco prima dell'abitato di Ortighera che abbiamo evitato prendendo una deviazione a destra presso un tornante sinistrorso (per chi scende) che ci ha condotto direttamente al Pian delle Betulle e da lì all'auto.

Note
Per gli appassionati (ed esperti) di mountain bike buona parte del percorso è percorribile anche con la bicicletta. Il rifugio Santa Rita, in passato, fu un ricovero per i minatori del bacino minerario nelle vicinanze.
Commenti vari

Da segnalare gli incresciosi passaggi di motocross lungo parte del bel sentiero percorso. Sono evidenti i danni sia a livello della cotica erbosa che del sentiero stesso, nonché quelli indiretti arrecati alla fauna locale. Noi stessi siamo stati testimoni del transito di 4 moto da trial che si divertivano a scavare profondi solchi nel sentiero: eppure molti di loro dicono di essere amanti della natura…

Al rifugio Santa Rita, nonostante la stanchezza, abbiamo improvvisato una estemporanea partita a pallone; da segnalare un'entrata assassina del Guli ai danni del povero Omar: da cartellino almeno arancione!!

La lunghezza totale del nostro percorso (andata e ritorno) è stata di circa 24,9 Km. La nostra velocità media - comprese le soste - abbastanza sostenuta rispetto al solito: 3,5 km/h.

SCARICA IL FILE PER IL GPS

   

Ingrandisci

Ingrandisci

Ai laghit

Guglielmo sul Monte Olino

   

Ingrandisci

Ingrandisci

Ultimi metri in discesa verso il rifugio

Partitina a fòbal nei pressi del rifugio

   

Ingrandisci

Ingrandisci

Rilievi GPS

 

Il contenuto di questo sito (testo, elementi grafici, immagini, ecc.) così come il modo in cui i contenuti sono presentati e formati è di esclusiva proprietà del gruppo SassBalòss ed è protetto dalle leggi italiane ed internazionali in particolare da quelle in materie di copyright. E' consentita la consultazione. Sarà concessa la duplicazione, anche parziale, solo dopo esplicita richiesta; in tal caso dovrà essere espressamente indicata, sulle copie realizzate, la provenienza della fonte ossia il sito internet www.sassbaloss.com. Ogni utilizzazione diversa da quelle sopra previste quindi (indicativamente: la distribuzione a terzi e/o la pubblicazione a scopo di lucro, la modificazione, l'elaborazione in qualunque forma e modo) deve considerarsi abusiva e sarà perseguita a norma delle vigenti leggi.