Pizzo Redorta - Via Normale |
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Zona montuosa |
Alpi Orobie
Orientali |
Località
di partenza |
Fraz. Fiumenero
- Valbondione (BG) |
Quota
partenza |
795 Mt. |
Quota di
arrivo |
3038 Mt. |
Dislivello
totale |
+1500 Mt.
per il rif. Brunone
+743 Mt. dal rif. alla vetta |
Data di
uscita |
28-29/07/2007 |
Ore di
salita |
3
h. 30' per
il rifugio
2 h. 15' dal rif. alla vetta |
Ore di
discesa |
1 h. 30' dalla
vetta al rifugio
2 h. 30' dal rifugio al parcheggio |
Sentieri utilizzati |
n. 227, 252 |
Giudizio sull'escursione |
Molto bella |
Sass Balòss
presenti |
Omar, Gölem |
Difficoltà |
E (...stenuante) fino al
rifugio;
F+ per la vetta (brevi passaggi di II) |
Condizioni
climatiche e dei sentieri |
Caldissimo il primo giorno. Bello il
mattino seguente, ma verso il primo pomeriggio le nubi e qualche
goccia hanno fatto la comparsa sulle cime dei monti circostanti.
Ovviamente per la salita fino al rifugio non ci sono problemi di
peggioramento delle condizioni climatiche visto che si tratta di un
lungo, ma comodo e perfettamente segnalato, sentiero. Per quanto
riguarda la salita alla vetta, come sempre, è opportuno sfruttare le
prime ore dell'alba per essere di ritorno al rifugio prima delle
11:00 in modo da non incappare nel brutto tempo (nebbie e nuvoloni).
Dal rifugio fino all'inizio della vedretta il sentiero è segnalato
da bolli e nella parte alta da rari ometti in pietra. La vedretta non
presenta crepacci significativi. Dalla bocchetta alla vetta fate molta
attenzione alle condizioni della roccia; l'itinerario di salita,
indicato da rari ometti che hanno tutti vita molto breve, è spesso
poco chiaro. |
Eventuali pericoli |
Attenzione alla caduta sassi nel tratto
sotto la bocchetta e lungo la cresta finale. La salita alla vetta è
caratterizzata da roccia molto instabile e friabile. |
Presenza di acqua |
Troverete acqua di torrente lungo tutto
il percorso fino al rifugio e fino all'inizio del ghiacciaio. |
Punti di appoggio |
Rifugio Baroni al Brunone (2295 Mt.).
Inoltre incontrerete una piccola costruzione adibita
a maneggio a circa 1 h. dal parcheggio dove potervi riparare in
caso di maltempo, ma attenzione ai cartelli che indicano... cavalli
pericolosi! |
Materiale necessario oltre al tradizionale |
Ramponi e casco. Se si vuole essere sicuri anche
imbraco,
qualche cordino e uno spezzone di corda da 25 Mt. (utili in caso di
discesa su roccia bagnata). Noi abbiamo
incontrato una guida che saliva con 2 clienti, ed erano legati in
cordata fin dall'inizio del ghiacciaio. In realtà la vedretta è
molto facile e poco ripida, ma all'attacco della cresta può essere utile
fare sicura, specie in discesa. |
Caratteristiche dell'escursione |
Descrizione generale
Una bella e selvaggia vallata, un rifugio isolato, una buona
presenza di flora e fauna alpina, un piccolo ghiacciaio, una cresta
rocciosa ed una vetta panoramicissima: cosa volere di più da una
escursione in montagna? Sicuramente si tratta di un'uscita lunga e a
tratti faticosa su una montagna molto poco celebrata, e che presenta alcuni punti un poco delicati nella
cresta finale, ma, se affrontata con la dovuta preparazione e in
buone condizioni climatiche, può regalare momenti affascinanti in
una delle zone più belle delle Orobie.
Descrizione percorso
Arrivati alla frazione Fiumenero, pochi chilometri prima di Valbondione
(in Val Seriana), incontrerete il piccolo cimitero del
paese. Poco prima di questo, in un ampio parcheggio sterrato potete lasciare
l'auto. Di fronte al parcheggio una breve scaletta immette
direttamente dall'asfalto al bosco dove inizia il sentiero 227 che
in circa 4 ore vi porterà al rifugio Brunone. Si cammina all'interno
di un boschetto per uscire poco dopo in un piccolo prato e seguire
un sentierino contornato da muretti a secco. In breve si torna nel
bosco e si segue il corso di un limpido e spumeggiante torrente che
spesso forma invitanti vasche di acqua freschissima. Sempre su
comodo sentiero ben segnalato e mai ripido si prosegue alternando
tratti nel bosco ad altri tra pascoli e piccole pietraie. Giunti nei
pressi di una bella conca prativa troverete una costruzione adibita
a maneggio con alcuni cavalli liberi e grossi massi sparsi qua e là.
Superate il torrente e proseguite in mezza costa sul fianco sinistro
della valle, che ormai si apre di fronte ai vostri occhi. Arrivati ad
un ponticello in legno, si attraversa di nuovo il corso d'acqua che
qui serpeggia pianeggiante per poi tuffarsi in salti e cascatelle
poco più a valle, e ci si porta sul versante opposto. Si riprende a
salire, tra rare piante e rivoli d'acqua che scendono da alti
gradoni rocciosi. Qui il percorso alterna tratti ripidi a tratti in
falsopiano fino ad arrivare ad un punto in cui si sale decisamente
lasciando che il corso del torrente si allontani da noi e si faccia
sempre più profondo in uno stretto canyon sotto di noi. Il sentiero
adesso diviene sassoso e una volta giunti al cospetto di un grande
vallone pianeggiante, attraversiamo una pietraia in mezza costa
verso destra per
poi iniziare a rimontare un alto pendio con una serie di tornanti.
Qui ci troviamo di fronte due belle cascate. Grazie a questi
tornanti, arriviamo proprio sopra una di queste e camminiamo tra una
fitta vegetazione di cespugli, sbucando in un' ampia conca erbosa
percorsa dal torrente. Arrivati ad un ponticello in legno, ci
portiamo verso destra, attraversiamo il corso d'acqua e cominciamo
la lunga e ripida salita verso il rifugio che intravediamo fin da
subito sopra le
nostre teste. Da qui manca ancora più di 1 ora al rifugio. Fatta la
lunga serie di tornanti, interrotti a metà da un brevissimo tratto
in pianura, si sbuca all'incrocio con il sentiero delle Orobie
proveniente dal rifugio Calvi. Lo si segue verso destra e in circa
10-15 minuti, con pendenze ora molto più dolci, si arriva al rifugio
Baroni al Brunone.
Dal
rifugio Brunone, si prende il sentiero n. 252 posto
proprio dietro al rifugio e lo si segue fino ad un bivio dove su di
un masso è indicata la direzione per il Redorta. La svolta a
sinistra ci immette su una ripida traccia che sale su terreno
franoso e contorto, fino a incrociare una traccia più ampia e meno
ripida poco più in alto, dopo aver lasciato sulla nostra destra una
grande placca rocciosa alla cui base scorre un piccolo corso
d'acqua. In circa 30 minuti arriveremo ad una bella conca pietrosa
che dobbiamo percorrere rimanendone sulla sinistra fin sotto un
grande gradone roccioso. Si rimonta questo gradone particolarmente
ripido e friabile e dopo un ulteriore sforzo su una pietraia più
solida e in seguito sull'ennesimo dosso friabilissimo da farsi anche in
mezza-costa, arriviamo al cospetto della piccola vedretta. Ci
portiamo sul ghiacciaio e iniziamo la salita all'evidente bocchetta
che separa il Redorta dallo Scais. Facendo un minimo di attenzione
ad alcuni piccolissimi crepacci e rimanendo lontani dalle pareti che
possono scaricare sassi, senza particolari sforzi ed in poco tempo
arriviamo sotto la bocchetta. Superato con qualche difficoltà in un
diedro quasi verticale il
salto di roccia (pessima e friabile) che porta alla bocchetta (max
II grado, abbastanza delicato da affrontare in discesa), ci godiamo per un attimo il
bellissimo panorama e iniziamo a percorrere la parte finale che ci
porterà in circa 30 minuti alla vetta. I primi metri (ancora II
grado) sono i più impegnativi perché piuttosto friabili ed
esposti alla caduta di sassi, e anche quelli con la maggior
esposizione. Dopo circa 20 Mt., le difficoltà calano notevolmente e si cammina
in parte in cresta ed in parte sul versante verso la vedretta appena
risalita. Fate attenzione solo al terreno molto sdrucciolevole e
seguite i pochi ometti presenti. Giunti sopra ad uno strettissimo
intaglio si perde qualche metro di quota e lo si raggiunge per poi
risalire alcune roccette e in seguito portarsi su una larga e comoda
cresta che ci conduce direttamente in vetta.
Discesa
Seguendo il medesimo itinerario di salita.
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Note |
Il Pizzo Redorta, assieme alla più
difficile ed adiacente Punta Scais, è la seconda vetta in altezza
delle Orobie, dopo il Pizzo Coca. Qualche superuomo affronta la
salita al Redorta in un solo giorno (circa 2300 Mt. di dislivello!),
noi consigliamo di godersela e dividerla in due per passare due belle giornate tra i
monti. |
Commenti vari |
Non credete a chi vi dice che il
rifugio Brunone (il cui vero nome è rifugio Antonio Baroni al
Brunone) è poco frequentato perché lontano da raggiungere: noi
abbiamo trovato molta gente, alcuni solo in transito, altri che vi
hanno passato la notte, per cui se volete pernottare, vi consigliamo
di fare uno squillo al rifugista ed accertarvi della disponibilità
dei posti letto.
Se poi riuscite a parlare con la sorella di quest'ultimo, possiamo
assicurarvi che è molto meglio... Un ultimo consiglio: prima di
arrivare all'auto, fermatevi a fare un bagnetto nelle limpidissime
acque del torrente che incontrerete nella parte bassa della valle,
dimenticherete fatiche e dolori della discesa. |
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Salendo al Brunone |
Relax al rifugio |
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Il Pizzo di Redorta al tramonto |
La vedretta, la bocchetta e la cresta finale |
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Omar verso la bocchetta |
Losio affronta il caminetto della bocchetta |
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Si sale tra salti e gradoni |
In vetta |
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In discesa dal piccolo ghiacciaio |
Meritato rinfresco al ritorno |
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