Pizzo d'Uccello -- Diedro Sud |
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Zona montuosa |
Alpi Apuane |
Località di partenza |
Fraz. Vinca - Fivizzano (MS) |
Quota
partenza |
764 Mt. |
Quota di arrivo |
1781 Mt. |
Dislivello totale |
+686 Mt. dal parcheggio
all'attacco
+150 Mt. la via
(200 lo sviluppo)
+181 Mt. per la vetta |
Sentieri utilizzati |
n. 38, 175 |
Ore di salita |
1 h. dal parcheggio all'attacco
3 h. per la via
20' per la vetta |
Ore di discesa |
1 h. 30' |
Esposizione |
Sud |
Giudizio sull'ascensione |
Bella |
Data di uscita |
31/10/2005 |
Difficoltà |
V+, VI- |
Sass Balòss presenti |
Luca, Bertoldo. |
Condizioni climatiche,
dei sentieri e della roccia |
All'inizio la giornata era limpida
ma nel primo pomeriggio il cielo ha iniziato a coprirsi. La temperatura
era piuttosto estiva e questo ci ha permesso di arrampicare in
mezze maniche. Il sentiero che conduce all'attacco non è
sempre molto evidente. Roccia generalmente buona. |
Eventuali
pericoli |
I soliti pericoli dell'arrampicata in ambiente. La via è
di stampo alpinistico ma vi sono parecchie protezioni. |
Presenza
di acqua |
No. |
Punti
di appoggio |
Lungo il
percorso non si trovano punti d'appoggio. Il paese dista qualche
chilometro dal parcheggio dove parte il sentiero d'avvicinamento. |
Materiale
necessario oltre al tradizionale |
Normale
materiale per arrampicata su roccia, portare friend, dadi e cordini. |
Caratteristiche
dell'arrampicata |
Descrizione generale
Il Pizzo
d'Uccello è sicuramente la vetta più conosciuta
e più presa d'assalto di tutte le Apuane. Qualcuno sul
libro di vetta l'ha definito addirittura il "Cervino"
delle Apuane. Sulla sua parete nord vi sono una decina di vie alcune delle quali ormai super-classiche
(vedasi la Oppio/Colnaghi oppure la Diretta dei Pisani) che si sviluppano in un ambiente
piuttosto severo e su roccia non sempre ottima.
Noi, vista la stagione, ci siamo avventurati sul Diedro Sud aperto da G. Crescimbeni e S. Carmignani. E' uno dei pochi itinerari che non vanta la 'spittatura' tipica
della parete sud; le protezioni presenti sono dei
vecchi chiodi e qualche friends e dado incastrato. Si trovano
solo le soste attrezzate con 2 spit.
Attacco, Descrizione della via
Dall'autostrada A15 uscire ad Aulla. Svoltare subito
a destra e poi a sinistra. Seguire le indicazioni per Fivizzano.
Dopo qualche chilometro seguire i cartelli per Equi Terme/Monzone
e successivamente per Vinca.
Giunti all'ingresso di Vinca seguire per la strada di destra
(quella di sinistra si interrompe dopo qualche centinaia di metri)
fino al termine dell'asfalto. Parcheggiare sulla destra. Questa strada
è in disuso e l'asfalto in alcuni tratti è molto danneggiato.
Sulla sinistra vi è un sentiero (con indicazione su di
un albero) che conduce alla capanna Garnerone. Seguirlo fino ad
incontrare una strada marmifera. In corrispondenza della strada
corre il sentiero CAI n. 38. Seguire la strada (verso destra) per
circa 200 metri fino ad incontrare sulla sinistra
delle paline che indicano le varie diramazioni. Qui svoltare
decisamente a sinistra (ignorare i vari sentieri) e imboccare quella
che sembra essere una piccola traccia di strada che dopo pochi
metri conduce ad un anfiteatro di detriti dove al centro vi è un grosso ometto.
Proseguire ora per una piccola traccia, a volte coperta
dall'erba alta, aggirando la conca e salendo poi in direzione della ben visibile parete
sud. La parete sud del Pizzo d'Uccello può essere divisa
in tre contrafforti (sinistra, centro, destra). Il diedro sud
è situato nel contrafforte destro.
Dopo aver risalito per prati il sentiero attraversa un bosco e
successivamente prosegue nuovamente per prati (ometti) fino a
raggiungere un gruppo di resti di antichi casolari. Ora si prosegue
quasi in piano fino ad incrociare il sentiero n. 175 che proviene
da Vinca. Seguire inizialmente il sentiero che sale verso la Foce di Giovo,
ma poi abbandonarlo per puntare direttamente alla base della
parete. Superare lo zoccolo e proseguire ancora per prati ora più
ripidi. Il diedro è ben visibile fin da lontano.
L'attacco è posto al vertice del grosso diedro
triangolare nel contrafforte di destra. 6/7 metri a sinistra
dell'attacco vi è una piccola madonnina in marmo bianco (1450 Mt.).
1° tiro:
salire per circa 15 metri il diedro (III+) fino al suo termine.
Traversare a sinistra e salire la placca (1 chiodo nero poco visibile)
fino a giungere ad un terrazzino. Salire ora a destra entrando
nel canale/camino. Dopo un primo passo leggermente in strapiombo (possibilità
di proteggere con clessidra o friend) il terreno diviene più
semplice anche se molto friabile. Salire il canale per 20 Mt.
fino a quando sulla destra è possibile uscire. Qui sulla
destra
vi è una placca con la sosta (2 vecchi chiodi a pressione
con cordino).
40 Mt., III, II, 1 chiodo, 1 clessidra.
2° tiro:
probabilmente il secondo tiro della via originale prosegue nel
canale (1 vecchio chiodo giallo visibile) noi invece abbiamo proseguito
fuori dal canale raggirando un grosso masso. Da qui salire la placca
sfruttando una grossa fessura dove è ben visibile un
friend incastrato. Al termine della fessura
traversare per circa 3 metri a sinistra in direzione della placca successiva
(1 chiodo arancione). Superare la placca obliquando a
destra (2 chiodi) fino a riprendere il diedro. Con passo
delicato superare l'ultimo tratto del diedro e raggiungere la
sosta attrezzata con 3 spit. Eventualmente più a sinistra (nel
diedro) c'è la vecchia sosta su 2 chiodi.
45 Mt., II, V+, IV+, V+,
3 chiodi, 1
friend, 1 nut.
3° tiro:
per proseguire è necessario
rientrare nel diedro. Salire il diedro (passo delicato di VI-)
fino al suo termine (5 chiodi). Qui sulla sinistra vi è
un piccolo terrazzino con la sosta su spit. 40 Mt., VI-,
V+, 5 chiodi.
4° tiro:
raggiungere il diedro/canale passando faticosamente nella
spaccatura a destra della sosta. Necessario togliere lo zaino. Può
risultare utile salire circa un metro e mezzo dalla sosta e poi
traversare nella spaccatura. Eventualmente si può risalire
interamente la placca sopra la sosta, che però risulta sprotetta
(e non facilmente proteggibile). Raggiunto il diedro/canale salire
(1 chiodo) per rocce semplici ma un po' umide che porta alle placche
superiori dove è situata la sosta. Proseguire per rocce
articolate fino a raggiungere poco oltre altre 2 soste a spit
molto vicine. 40 Mt., IV+, IV,
3 chiodi.
5° tiro:
dalla sosta avvicinarsi di nuovo al diedro (1 chiodo) e poi
spostarsi in placca (3 chiodi). Al suo termine raggiungere un terrazzino sulla destra dove vi sono tre chiodi di
sosta collegati con un vecchio cordino. 25 Mt., IV, IV+
un passo di V, 4 chiodi.
6° tiro:
dalla sosta sulle placche di sinistra è visibile un fix.
Noi vedendolo abbiamo pensato ad una variante in quanto tutta
la via è attrezzata a chiodi. Abbiamo proseguito quindi
per una decina di metri in verticale sopra la sosta e poi abbiamo
piegato a sinistra. Da qui il terreno diviene più semplice
fino a raggiungere la sosta a spit. Il non aver trovato
nessun chiodo ci ha fatto pensare di aver sbagliato tracciato.
Il tiro è comunque ben proteggibile con dadi e friends.
30 Mt., IV, IV+, V-, IV, II
Qui termina la via ma la vetta è ancora distante. Generalmente
molti proseguono lungo la via Tiziana. Noi ne abbiamo cercato
l'attacco ma dopo due conti ci siamo resi conto che saremmo sbucati in
vetta col buio; abbiamo quindi optato per salire in vetta
lungo la
via Normale.
Dall'ultima sosta salire per qualche metro seguendo la piccola
traccia di sentiero (ometti) e poi tagliare verso destra in direzione
del filo di cresta del Pizzo D'uccello. La via normale è
segnata molto bene ed è impossibile perdersi.
Una volta raggiunta la via Normale è anche possibile iniziare subito la discesa verso la Foce di Giovo.
Discesa
Dalla vetta scendere percorrendo nuovamente la via Normale (bolli) fino a giungere
alla Foce di Giovo dove è situata una palina in legno con
delle indicazioni. Scendere a destra in direzione del sentiero attrezzato
Mario Piotti. Ci si immette nel vallone percorso durante la
salita, raggiungere il sentiero seguito la mattina e proseguire a ritroso
fino al parcheggio. |
Note |
Purtroppo
nel pomeriggio le nuvole hanno coperto in parte il panorama
che generalmente si può ammirare dalla vetta. |
Commenti
vari |
La quota, la vicinanza al mare, il sole ci hanno regalato una
piacevole arrampicata in mezze maniche a stagione ormai inoltrata.
Per il giorno successivo avevamo intenzione di tornare sul pizzo
mediante un'altra via ma purtroppo al nostro risveglio abbiamo trovato
brutto tempo. Abbiamo ripiegato così sulla visita dell'Antro
del Corchia, le grotte più lunghe d'Europa (circa 50 Km., ma al pubblico
è concessa la visita di circa 2 Km. e mezzo). |
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Durante la salita |
Bertoldo alla prima sosta |
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Luca sale il terzo tiro |
Bertoldo alla 3a. sosta fotografato
dall'interno della spaccatura |
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Il
"mitico" sul 5° tiro |
In
vetta all'Uccello |
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Guardando verso il mare
(anche se non si vede)
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Il tracciato della via. In viola il percorso
per ricongiungersi alla
via Normale |
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