Zona montuosa |
Gruppo delle Grigne
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Località di partenza |
Loc. Baiedo - Pasturo (LC) |
Quota partenza |
650 Mt. |
Quota di arrivo |
2248 Mt. |
Dislivello totale |
1800 Mt. circa con i saliscendi
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Sentieri utilizzati |
n. 36, 37 |
Ore di salita |
4 h. 30'
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Ore di discesa |
3 h. 30' |
Data di uscita |
16/09/2023 |
Giudizio sull'escursione |
Bella |
Sass Balòss presenti |
Omar |
Difficoltà |
EE, EEA |
Condizioni climatiche e dei sentieri |
Purtroppo
la pioggia e soprattutto la nebbia hanno rovinato il piacere di una
bella camminata in un ambiente sicuramente affascinante e con panorami
molto ampi. Percorso ben segnalato, almeno fino al Passo del Zapel. Da qui
i bolli si fanno meno visibili, e tendono a rendersi ulteriormente radi
man mano si sale, fino alla Sella del Nevaio (nevaio che era presente una volta...). Dalla sella, fino alla
cima del Pizzo della Pieve non esistono segni e anche la vetta vera e
propria non è ben identificabile, ma il problema non esiste: basta seguire il crinale. Lungo il percorso scelto per la
discesa bolli e segnali tornano abbondanti e ben evidenti.
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Eventuali pericoli |
Una
discreta attenzione nella parte attrezzata che sale verso il Passo del
Zapel; qui infatti il terreno molto ripido ed a tratti esposto può
creare
problemi con il suolo umido. Anche nella parte di percorso che precede
la Sella del Nevaio, il terreno è molto instabile e richiede cura
nell'avanzare, per evitare di scaricare sassi su chi vi segue. |
Presenza di acqua |
Potrete
rifornirvi di acqua presso una bella fontanella ad inizio percorso, tra
i vicoli di Baiedo. Passerete poi dal rifugio Riva, dove potrete
chiedere acqua. Durante la discesa troveremo acqua nelle vicinanze del
rifugio Antonietta al Praleral, nonchè poche centinaia di metri dopo
presso una bella fontana. Da qui in poi saranno numerose le fontane e
le fontanelle presso cui dissetarsi. |
Punti di appoggio |
Non
faticherete a trovare ripari e ricoveri presso baite, cascine e
casolari, almeno fino al rifugio Riva, specialmente nella zona del Pian
di Nava che precede il rifugio. Oltre il rifugio Riva, ottimo punto di
ristoro e riparo, troverete una cascina dal curioso color rosa e poco
oltre un'altro baitello. Più avanti eccoci in una bella radura nella
quale si trova una tettoia in legno con tavoli e panche. Non troverete
altro fino alla Sella del Nevaio, dalla quale, deviando dal nostro
itinerario, possiamo raggiungere il vicino rifugio Brioschi sulla cima
del Grignone. Durante la discesa, passeremo dal Bivacco Riva-Girani, in
località Comolli (da non confondere con il rifugio Riva), al termine
della ripidissima discesa chiamata il "muro" (la classica via invernale
al Grignone). Più in basso eccoci ad alcune baite e
cascine nelle vicinanze del rifugio Antonietta al Pialeral. Scendendo
ulteriormente non mancheranno altre cascine e baite più o meno isolate
presso cui ripararsi in caso di necessità. |
Materiale necessario oltre al tradizionale |
Nulla.
Per i meno sicuri, potrebbe tornare utile, ma non inidspensabile, il
set da ferrata, da utilizzarsi lungo il tratto attrezzato che sale la prima parte verso il Passo di Zapel. |
Caratteristiche dell'escursione |
Descrizione generale Lunga
escursione ad una cima secondaria (e poco pronunciata) del gruppo della
Grigna Settentrionale attraverso un percorso molto vario ed
emozionante, mai difficile, ma sicuramemte impegnativo, sia da un punto
fisico, che in alcuni tratti attrezzati o esposti. Il Pizzo della Pieve
si trova al termine della lunga cresta Est della Grigna Settentrionale
ed è
facilmente raggiungibile da essa lungo una facile dorsale in parte
erbosa ed in parte pietrosa. L'itinerario scelto per giungervi, parte
dal bel paese di Pasturo e sale verso la rilassante località Nava di
Baiedo, ricca di cascine e verdi pascoli, passa dal rifugio Riva e sale
la selvaggia e severa Val Cugnetta, stretta e caratterizzata da un
lungo
tratto attrezzato nella parte bassa, più aperta e pietrosa nella parte
alta. Lungo quest'ultima avremo il pacere di osservare l'imponente
parete Nord del Pizzo della Pieve. Ampissimi i panorami dalla cima. Il
ritorno verrà effettuato lungo il percorso della classica salita
invernale al Grignone fino a Pialeral e da qui, per sentieri e strade
si torna senza difficoltà a Baiedo, compiendo in tal modo un bel anello
escursionistico, faticoso, ma appagante.
Descrizione percorso
Lasciata
l'auto presso l'abitato di Baiedo, frazione di Pasturo in Valsassina,
saliamo tra alcuni stretti vicoli a monte di una chiesetta (chiesa di San Pietro Martire).
Superiamo una cascina con un bel dipinto sul muro rappresentante i
luoghi della zona. Subito vediamo una freccia gialla che segnala il
rifugio Riva, dove, a detta del cartello, si trovano "polenta, vino ed
allegria". Proseguiamo per ampia strada cementata che presto entra in
un bosco e sale ripida fino ai Pian di Nava, dove divene pianeggiante e
rilassante. Proseguiamo tra cascine e baite fino ad un evidente bivio
presso un crocefisso ligneo. Noi andiamo a destra, ignorando le
indicazioni per la chiesetta di San Calimero a sinistra (itinerario per la salita del Cornel Bus). In breve, dopo
un tratto tra prati e poi nel bosco, eccoci al rifugio Riva. Lo
superiamo ed arriviamo ad una grande santella dalla quale pieghiamo a
sinistra seguendo le indicazioni per il Passo Zapel e il Passo della
Stanga. Saliamo lungo un sentierino nel bosco. Superiamo una cascina
dalle mura di un acceso color rosa. Poco dopo ecco una seconda baita
con indicazioni per il Passo della Stanga. Ora il sentiero diviene più
stretto e la zona più selvaggia. Passiamo in una ampia radura erbosa
con tettoia in legno per picnic. Troviamo poi una palina con
indicazioni per il rifugio Brioschi e il Passo dello Zapel. Proseguiamo
lungo il sentierino. Scendiamo sul fondo di un vallone dal quale
abbiamo una bella vista sulle alte pareti rocciose alla nostra
sinistra. Poco dopo passiamo sotto ad una fascia rocciosa alta sopra il
sentiero ed eccoci ad una scaletta metallica con catena in ferro (Passo
o passaggio della Stanga). Superiamo questo breve e semplice tratto
roccioso per poi proseguire in un rado bosco di faggi. Passiamo una
piccola pietraia ed entriamo nella profonda Valle Cugnoletta dominata
dalle pareti rocciose del Pizzo della Pieve e che culmina al Passo
Zapel. Lungo una ripida pietraia ci portiamo alla base di un canalone
che dobbiamo risalire con l'aiuto di numerosi tratti attrezzati, facili
ma in alcuni punti un poco esposti. Tra facili balze rocciose che si
alternano a cengette erbose, tra salti e placche appoggiate, tra
muretti e tratti camminabili, in breve guadagnamo quota ed usciamo
dalla parte più stretta e profonda della valle. Davanti a noi abbiamo
ora un vallone pietroso puntinato di pini mughi. Man mano saliamo,
tenendo d'occhio i bolli rossi, le piante lasciano spazio alle pietre,
fino a che queste diventano la sola presenza atorno a noi.
Sulla nostra sinistra si innalzano le alte pareti verticali del Pizzo
della Pieve. Alla sommità della pietraia, presso il Passo Zapel (1915 Mt.), entriamo in un valloncello, sempre pietroso, che percorriamo
sul lato destro. I bolli da seguire divengono poco visibili e radi, ma
con un poco di attenzione, li possiamo seguire. Su di un grosso masso
vediamo la scritta "Brioschi" verso sinistra, per cui procediamo in
quella direzione. Camminiamo tra conche e dossi, seguendo una labile
traccia. Alle nostre spalle si innalza la Cima del Palone. Ad un certo
punto, tra le rocce vediamo una vecchia croce di metallo arrugginito.
Superiamo poi una grotta alla nostra destra. Ora entriamo in un severo
vallore pietroso, aspro e ripido, tra grossi massi e fondo irregolare.
Arrivati al cospetto di una scura parete rocciosa alta una ventina di
metri, i bolli tendono a sparire; infatti il percorso originale
andrebbe dritto, lasciando la parete più lontana alla nostra sinistra e
compie un giro in senso antiorario. Invece io sono salito a ridosso
della parete suddetta, ingannato da un bollo dipindo alto su di questa.
In tal modo ho penato su un pendio ripidissimo e friabilissimo fino ad
aggirare la parete. Ho poi pieghiato verso sinistra lungo un piccolo
ripiano, dal quale sono poi andato verso destra a rintracciare il
percorso originale. Seguiamo poi la traccia sassosa verso sinistra fino
a portarsi sotto la cresta che collega la Grigna Settentrionale a
destra con il Pizzo della Pieve a sinistra. La traccia ci porta,
spostandosi verso sinsitra, alla Sella del Nevaio; oppure possiamo
salire direttamemte alla cresta di cui sopra imboccando un evidente
canalino roccioso non banale, di una quindicina di metri. Dalla Sella
del Nevaio, andando verso destra in pochi minuti si arriverebbe alla
vetta della Grigna Settentrionale. Noi invece andiamo a sinistra e
seguiamo il facile crinale che porta al Pizzo della Pieve. Inizialmene
troviamo dei paletti di metallo che però poi scendono verso destra e
che seguiremo al ritorno. Proseguendo sul crinale arriviamo ad un arco
di legno con numerose bandierine colorate. Oltrepassiamo l'arco e
restiamo fedeli alla linea dello spartiacque. Arrivati ai piedi di un
torrioncino, lo possiamo evitare standone alla base verso destra,
tagliando i ripidi pendii erboso-sassosi e riprendere il filo di cresta
oltre di esso, oppure, con difficoltà molto superiori, salire lungo lo
spigolo del torrioncino dalla cui vetta si percorre un aereo tratto di
cresta, molto esposto ma non tecnicamente difficile. Occorre molta
attenzione nel compiere questi 10 metri scarsi di cresta, stando
leggermemte sulla sinistra per evitare uno spuntoncino di due metri che
ci blocca la strada. Oltre questo tratto, si discende con meno
difficoltà fino a ritrovare il facile percorso del crinale che basta
seguire senza alcun probòema per giungere ad uno striminzito ometto di
sassi che dovrebbe indicare la cima del Pizzo della Pieve.
Discesa Iniziamo
ora la lunga discesa. Ripercorriamo
il crinale, evitando ovviamente il torrioncino, fino alle bandierine
colorate. Da qui scendiamo verso sinistra seguendo i numerosi paletti
di metallo. Stiamo scendendo lungo il ripido pendio sud orientale del
Grignone (la classica via normale invernale), lungo una interminabile e irta serie di tornantini tra prati
e qualche pietra affiorante. Al termine della parte più ripida, eccoci
al cospetto del bivacco Riva. Riprendiamo poi a scedndere, ora molto
meno ripidamente e per piacevoli prati ondulati. Entriamo in un piccolo
boschetto di faggi per poi uscirne nei pressi di un ampio pianoro con
tanto di tavolini e panche per pic nic. Qui troviamo anche una bacheca,
un agriturismo ed una bella fontana. Imbocchiamo l'evidente scalinata
che scende verso alcune baite. Poco più in basso eccoci al rifugio
Antonietta al Pialeral. Proseguiamo lungo la sterrata. Superiamo una
sbarra. Una palina ci indica di essere in località Alpe Covo a 1301
metri. Prendiamo per Pasturo, passando accanto ad una cascina con un
bel laghetto ed una fontana. Scendiamo ora comodamente lungo una ampia
strada cementata che attraversa prati, pascoli e boschi. Ad un tornante
destrorso, imbocchiamo una stradina davanti a noi, seguendo una freccia
di legno che ci indica Pasturo e una che segnala Baiedo. Procediamo poi
su un sentierino pianeggiante che poco dopo si trasforma in un bel
acciotolato. Giungiamo poi ad un abbeveratoio e in seguito ad una casa
con fontana. Più in basso ecco un'altro abbeveratoio. Sbucati su una
ampia strada cementata, la seguiamo verso sinistra. Attraversiamo un
ponte e affrontiamo una breve salita. Simo in località Cornisella a
1050 metri di quota. Passiamo accanto ad una santella dedicata alla
Madonna, oltre la quale una freccia ci segnala la direzione per
Pasturo. Scendiamo così in un bosco lungo uno scomodo sentierino tra la
fitta vegetazione. Arrivati ad un paio di baite, seguiamo una strada
verso sinistra. Saliamo un breve tratto sterrato, tenendo d'occhio le
numerose frecce per Baiedo. Segue poi una lunga discesa poco ripida,
sempre su strada cementato o sterrata fino a Introbio e da qui in breve
a Baiedo.
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Note |
Una
volta saliti al Pizzo della Pieve e tornati alla Sella del Nevaio, in
meno di 30' di salita è possibile e raccomandabile, salire alla vicina
vetta della Grigna Settentrionale. Dalla cima del Pizzo della Pieve, si
può optare per una discesa più avventurosa e meno banale di quella da
me seguita, ossia, percorrere la via del Cornel Bus che conduce alla
chiesetta di San
Calimero, tra esposte balze e facili tratti attrezzati, e da lì al
rifugio Riva. |
Commenti vari |
Peccato
che la nebbia abbia limitato moltissimo il piacere di frequenatre
queste zone; inoltre la visibilità ridotta a meno di 10 metri nella
parte alta, mi ha impedito di scendere lungo la Via del Cornel Bus,
poiché non sono
nemmeno riuscito ad individuarne l'inizio. Ho trovato molto piacevole
ed inaspettato trovare tanta acqua in questa zona, essendo quello delle
Grigne un ambiente abbastanza asciutto, tipico delle zone calcaree.
Stando a quanto detto dal rifugista del rifugio Riva, la vera cima del
Pizzo della Pieve, potrebbe essere la sommità del torrioncino di
difficile accesso che si trova poco prima dell'ometto di vetta,
effettivamente ben più alto della cima comunemente conosciuta. |
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Il rifugio Riva
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Il ripido tratto iniziale della Val Cugnetta |
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Uno dei facili tratti attrezzati
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L'ampia pietraia nella parte alta della Val Cugnetta |
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Proseguendo oltre il Passo di Zapel
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Risalendo il vallone dopo il Passo Zapel |
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La parte iniziale della dorsale verso il Pizzo della Pieve dopo la Sella del Nevaio
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Omar sulla cima del torrioncino poco prima del Pizzo della Pieve |
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Omino di vetta sul Pizzo della Pieve tra la nebbia
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Grigna Settentrionale e Pizzo della Pieve visti dal Resegone |
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