Buco del Piombo - Via Diedro Scarabelli |
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Zona montuosa |
Prealpi Comasche |
Località
di partenza |
Albavilla (CO) |
Quota
partenza |
815 Mt. circa (ingresso della grotta) |
Quota di
arrivo |
915 Mt. circa |
Dislivello
totale |
-200 Mt.
per l'attacco
+100 Mt. la via
(120 lo sviluppo) |
Sentieri utilizzati |
Non numerati |
Ore di
salita |
30' per
l'attacco
2 h. 30' la via |
Ore di
discesa |
30' |
Esposizione |
Sud-est |
Giudizio
sull'ascensione |
Ottima |
Data di
uscita |
10/04/2010 |
Difficoltà |
6b/5c, A0 |
Sass Balòss
presenti |
Luca,
Bertoldo. |
Amici presenti |
Ale, Luigi. |
Condizioni
climatiche, dei sentieri e della roccia |
Giornata stupenda. Il cielo era completamente azzurro. Per raggiungere l'attacco si
seguono sentieri evidenti (qualsiasi avvicinamento si scelga).
La roccia in via, un tempo decisamente marcia, al giorno d'oggi
risulta ottima. Alcuni passaggi sono un po' levigati, ma non tanto
da dar fastidio.
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Eventuali pericoli |
Soliti da
arrampicata in ambiente, comunque la chiodatura in via è vicina e
sicura. |
Presenza di acqua |
Un corso d'acqua esce dal Buco del
Piombo... potabile? |
Punti di appoggio |
Nessuno. |
Materiale necessario oltre al tradizionale |
Normale materiale
per arrampicata su roccia. Almeno 12 rinvii. Inutili le protezioni veloci data la
chiodatura abbastanza ravvicinata. |
Caratteristiche dell'arrampicata |
Descrizione generale
Il diedro Scarabelli venne
salito nell'ottobre del 1957 da Elio Scarabelli e Enrico Galante ma per anni venne completamente dimenticato. I
motivi di un destino così crudele son presto detti… chiodatura
malsicura e roccia terribilmente marcia. Nel 1973 Graziano Bianchi e
F. Robecchi misero mano all’itinerario dando una bella ripulita alla
roccia e posizionando chiodi nuovi e decisamente più sicuri. Il
momento di gloria per questa elettrizzante linea di salita venne
solamente nel 1981 quando Alessandro Gogna decise d’inserirla nel
suo libro “Cento Nuovi Mattini”, pubblicazione considerata oggi
testimonianza di quel passaggio tra l’alpinismo e l’arrampicata
libera (e che oggi è stata brutalmente trasformata in sportiva!).Ora
la via è decisamente pulita, ben protetta (i chiodi sono ancora
presenti… ma ormai ci sono brillanti spit e soste con catena) e
leggermente unta.
Attacco, descrizione della via
Ci sono diversi modi per
raggiungere il Buco del Piombo:
1-Dal centro di Erba salire a Crevenna per via Fatebenefratelli
oltrepassando l'ospedale, poi a sinistra in via Monti e quindi in
Via San Giorgio superando la chiesa di Crevenna. Passati sotto la
provinciale Arosio-Canzo proseguire a destra oltre il cimitero.
Parcheggiare sulla destra e continuare a piedi per la sterrata fino
a San Salvatore. Dall’Eremo attraversare il grande prato
pianeggiante a sinistra, poi per strada sterrata fino al torrente
della Val Caino, da cui brevemente si giunge alla parete. 15
minuti. (Accesso da noi non seguito).
2-Dalla
strada statale che da Lecco conduce a Como raggiungere Erba e il
successivo paese di Albavilla. Qui entrare nel paese e in
corrispondenza di una grossa rotonda girare a destra entrando in via
dei Crotti fino alla Trattoria dello Zoccolo dove si parcheggia.
Proseguire su sterrata pianeggiante prendendo poco dopo la
deviazione a destra in leggera discesa che conduce nei pressi della
grotta "Buco del Piombo" (paline con indicazioni). Arrivati alla
scalinata di accesso alla grotta si prende il sentierino a destra
che conduce alla base della parete. 25 minuti circa. (Accesso
da noi non seguito).
3-Dalla strada statale che da
Lecco conduce a Como raggiungere Erba e il successivo paese di
Albavilla. Qui entrare nel paese e in corrispondenza di una grossa
rotonda girare a destra entrando in via dei Crotti. Seguire la
strada che supera un bosco fino alla vecchia trattoria Saoute (ormai
pericolante). Parcheggiare e seguire il sentiero in discesa fino
alla grotta "Buco del Piombo" (paline con indicazioni). Arrivati
alla scalinata di accesso alla grotta si prende il sentierino a
destra che conduce alla base della parete. 25 minuti circa.
La direttiva del diedro è molto evidente.
Soluzioni 1 o 2 consigliate se si scende in doppia dalla via, mentre
l'accesso 3 risulta più comodo se si rientra seguendo il sentiero
dal termine della via.
1° tiro:
salire i pochi metri di zoccolo e spostarsi a sinistra entrando nel
diedro. Risalirlo sino ad uscire su di un comodo terrazzino dove si
trova la sosta. La roccia risulta ben pulita dalle numerose
ripetizioni, ma percorrere questa prima lunghezza dà l’impressione
di essere su qualcosa di insicuro. 20 Mt., 4c, 5a, 2 chiodi, 4 spit.
2° tiro:
continuare nel regolare diedro fino alla sosta. La roccia ora è
decisamente migliore rispetto al primo tiro ma le difficoltà
aumentano notevolmente ed è richiesta un’arrampicata tecnica. 25
Mt., 6a, 8 spit.
3° tiro:
proseguire ancora lungo il diedro sino ad incontrare una pianta
(presente una catena per un’eventuale azzerata). Qui traversare a
sinistra (aiutarsi con le radici) sino a raggiungere un'altra catena
che consente di superare delle pericolose placchette erbose oltre le
quali si sosta. (Matteo e Luigi anziché utilizzare le catene hanno traversato a sinistra e risalito sino alla sosta la placca).
20 Mt., 6a oppure 5c/A0, 1 chiodo, 7 spit, due
tratti con catena.
4
° tiro:.
obliquare a destra per rampa, poi ci si immette ancora nel diedro
con passo delicato e si prosegue fino alla sosta, posta su una
cengia dopo uno strapiombino. 40 Mt., 5c, 12 spit.
5° tiro:
seguire il diedro verso sinistra fino a superare la fascia
strapiombante che conduce alla sosta di fine via.
15 Mt., 6b oppure 5c/A0, 1 chiodo, 6 spit.
Discesa
Si può scendere in due modi:
1-In corda doppia. La prima fino alla S3, 50 Mt.; la seconda fino a
terra 50 Mt.
2-Tramite il sentiero che si trova al termine della via. Seguirlo
verso sinistra prima in salita, poi in leggera discesa fino ad un
bivio con paline CAI. Da qui scendere verso sinistra per tornare
alla base della parete, oppure a destra (indicazioni Alpe dei Vicerè)
se avete lasciato la macchina alla "Speranza". |
Note |
In via si trovano molti più chiodi
di quelli che abbiamo segnato nella relazione. Tuttavia molti ormai
risultano obsoleti poiché a pochi centimetri si trova il nuovo spit.
Quelli che abbiamo segnato sono quelli "ancora utili". |
Commenti vari |
Matteo e Luigi hanno salito
questo itinerario il 31 gennaio 2010. |
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A sinistra Ale e a destra Luca sul primo tiro del Diedro |
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Diedro lineare nella
seconda lunghezza |
Ale alla prima sosta |
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Il
quarto tiro |
Il
passo strapiombante per raggiungere la quarta sosta |
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L'ultimo ed impagnativo tiro |
La parete con i tracciati delle vie.
In rosso il Diedro Scarabelli, in viola la Molteni/Valsecchi |
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