Monte Pico |
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Zona montuosa |
Dorsale Medio Atlantica - Isole Azzorre |
Località di partenza |
Isola di Pico (Portogallo) |
Quota partenza |
1220 Mt. |
Quota di arrivo |
2351 Mt. |
Dislivello totale |
+1150 Mt. circa |
Data di uscita |
18/06/2011 |
Ore di salita |
2 h. 10' |
Ore di discesa |
1 h. 30' |
Sentieri utilizzati |
Unico sentiero
ufficiale di salita |
Giudizio sull'escursione |
Eccellente |
Sass Balòss presenti |
Gölem |
Difficoltà |
EE |
Condizioni climatiche e dei sentieri |
Giornata limpida e
ventilata, con magnifica vista sull'oceano e sull'arcipelago
circostante. Sentiero decisamente tecnico, evidente, anche se faticoso
e quasi sempre molto ripido.
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Eventuali pericoli |
Nessuno, fatto salvo per la nebbia improvvisa (e davvero densissima) che spesso avvolge le pendici di questo vulcano. |
Presenza di acqua |
Nessuna. |
Punti di appoggio |
Alla partenza c'è il rifugio con del personale preparato a illustrare il percorso agli escursionisti. |
Materiale necessario oltre al tradizionale |
Nessuno. |
Caratteristiche dell'escursione |
Descrizione generale
Si
tratta di una meravigliosa ascensione in montagna, su quella che oltre
ad essere la cima più alta del Portogallo (2351 Mt.) è anche il punto
più elevato della dorsale medio-oceanica atlantica (la stessa che passa dall'Islanda, molto più a Nord), e soprattutto un
vulcano che non cessa di dare manifestazioni di attività.
Descrizione percorso Si
parte da un rifugio montano raggiungibile in automobile con una strada
un po' accidentata che parte dal paese costiero di Madalena.
Una volta parcheggiato occorre registrarsi presso il personale del
rifugio, meglio se di mattina presto: all'esterno dell'edificio c'è un
campanello, e anche se il personale dorme qualcuno viene sempre ad
aprire la porta.
Vi verrà fatta compilare una scheda anagrafica, e vi faranno vedere un
filmato di pochi minuti sulle cose a cui occorre prestare attenzione
durante la salita, che comunque non presenta particolare pericoli.
Al termine vi consegnano un gps da cui potrete chiamare il soccorso, in
caso di necessità, e che al tempo stesso permetterà al soccorso di localizzarvi in
ogni tratto del vostro percorso, mentre salite e anche mentre scendete.
Tutte queste precauzioni sono certamente molto lodevoli, e mi fanno
pensare che su questa montagna devono esserci stati molti escursionisti
sprovveduti che si sono messi in guai seri, visti anche ripetuti ammonimenti alla prudenza che vengono rivolti a chi sale.
In realtà avendo un minimo di esperienza di escursionismo non c'è modo
di farsi seriamente del male; se si segue il sentiero, che è molto bene
indicato con paletti colorati ogni 50-70 metri e tracce di passaggio
evidenti che conducono fino al cratere della cima.
Alcuni tratti sono su delle rocce di lava taglienti, dove occorre
aiutarsi un po' con le mani, e va detto che il percorso è tutto molto
ripido dall'inizio alla fine, il dislivello forse non è alla portata di
tutti (1200 metri in salita), tuttavia la vista
meravigliosa che si gode dalle pendici di questo vulcano sull'oceano
circostante, e sulle nuvole che stazionano solitamente al di sotto della sua cima, è
davvero esaltante!
Dal rifugio si attraversa il cancellino da cui parte il sentiero e si
inizia subito a salire molto ripidamente lungo il sentiero seguendo i
paletti indicatori (utili per seguire il sentiero in caso di nebbia,
molto frequente da queste parti) e si transita nei pressi di un
evidente cratere minore del vulcano, al cui interno è stato attrezzato
un brevissimo sentiero che consente di visitare una parte del tunnel
scavato dalla lava, che da qui discendeva verso il mare.
Si prosegue salendo lungo il sentiero; partendo al mattino molto presto si
potrà assistere all'alba sull'oceano, e l'effetto del cono vulcanico
che proietta la propria ombra sulla coltre di nubi basse è davvero
suggestivo, mentre i primi raggi del sole svegliano dal torpore freddo
della notte.
Il sentiero risale il pendio con andamento serpeggiante salendo su dei
ripidi blocchi di lava solidificata, con degli spuntoni taglienti a cui
occorre stare un po' attenti, poi prende un percorso un po' più
rettilineo verso destra e si sale in modo ora meno ripido portandosi
fino all'orlo dell'enorme cratere sommitale.
Il cratere non è particolarmente profondo, è in realtà una grande
spianata circolare dall'aspetto lunare e desolato, dal diametro di alcune centinaia
di metri, contornata da una parete di lava alta 20-30 metri, che è il
bordo del cratere. Decentrato rispetto al centro del cratere c'è un
altro cono vulcanico di formazione successiva, alto circa 70-80 metri,
che è la vera cima del vulcano, e che è chiamato Piquinho.
La scalata di questo ultimo tratto è più impegnativa del sentiero
precedente, si sale da un camino ripidissimo con sfasciumi instabili, su rocce
parecchio inclinate e a tratti insidiose, transitando nei pressi di fessure tra le rocce da cui
fuoriescono pennacchi di fumo dalle viscere del vulcano.
Direi che tutto sommato la difficoltà di questo ultimo e breve tratto è
classificabile come EE, dalla base del cono in 15 minuti si arriva in cima,
dove la vista spazia verso l'infinito del mare, e verso le isole del
gruppo centrale delle Azzorre.
Discesa
Percorrere a ritroso lo stesso itinerario fatto in salita, facendo
solo attenzione a non ferirsi con le taglienti rocce laviche.
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Commenti vari |
Salita
effettuata durante il viaggio di nozze di Guglielmo, in occasione della
prima “libera uscita” ufficiale della nuova vita matrimoniale. |
Note |
La
salita dal rifugio dove si parcheggia richiederebbe in media 3-4 ore,
io sono salito di buon passo, e facendo alcune brevi soste a curiosare
in giro ho impiegato 2 ore e 10 minuti, più un'altra ora e mezza per la
discesa. Avendo abitudine a
camminare su terreni sconnessi non è necessaria a mio giudizio
l'assistenza di alcuna guida (anche se immagino che le numerose guide
che accompagnano i turisti su Pico sappiano illustrare a dovere ai loro
clienti gli aspetti vulcanici e naturalistici), vista l'abbondante
segnaletica presente è quasi impossibile perdersi, anche in caso di
maltempo.
Consiglio questa escursione a chiunque abbia un buon allenamento e
voglia godersi una esperienza quasi "spirituale" su questo bellissimo
vulcano sperduto nel mezzo dell'Oceano Atlantico.
È altamente raccomandabile
una visita approfondita a tutta l'isola di Pico (patrimonio mondiale
dell'umanità UNESCO per i suoi paesaggi e vigneti), ricchissima di
spunti geologici, naturalistici ed etnografici, nonché a tutto
l'arcipelago delle Azzorre, una vera perla nascosta nell'oceano
Atlantico, tutto sommato a poca distanza dalle coste europee più
occidentali.
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Il monte Pico visto dalla non lontana Lagoa do Capitão |
Si parte! |
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Una pausa durate la salita alle prime luci dell'alba |
Arrivato sul bordo del grande cratere vulcanico |
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Una veduta verso il basso, oltre l'orlo del cratere |
Il piccolo cono vulvanico detto “Piquinho”,
posto all'interno del cratere sommitale |
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Sulla cima del Monte Pico |
La mappa della zona del vulcano
(da www.kompass-italia.it) |
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