Descrizione Generale
Piacevole escursione che, una volta giunti al Passo di Baciamorti, consente di muoversi seguendo una lunghissima e facile cresta erbosa fino alla Cima di Piazzo, passando dal Pizzo Baciamorti, il Monte Aralalta, un paio di bocchette e il Monte Sodadura, salendo e scendendo su facile terreno anche in presenza di forte innevamento. Panorami ampissimi lungo tutto il tragitto fanno dimenticare la fatica che comunque il percorso richiede.
Descrizione Percorso
Giunti a San Giovanni Bianco, in Val Brembana, si prende a sinistra
per la bella Val Taleggio. Arrivati a Pizzino, poco prima del paese,
si devia a destra (indicazioni per il rifugio Gherardi) lungo una
stretta strada asfaltata che porta alla isolata località di
Quindicina dove, poco oltre, termina la strada (loc. Capo Foppa).
Qui si parcheggia e si inizia a camminare lungo una ripida stradina
cementata seguendo le indicazioni del sentiero n. 153. Ignoriamo il vicinissimo bivio a sinistra per il rifugio Gherardi e procediamo dritti verso il Passo di Baciamorti. Dopo i primi minuti fatti su stradina ripida la pendenza diminuisce fino a procedere su terreno pianeggiante. Al successivo bivio, dopo circa 15 minuti dall'auto, si scende verso destra (indicazioni su un grosso masso per il passo Baciamorti), abbandonando la strada che sale verso sinistra al rifugio Gherardi. Scesi pochi metri, si entra nel bel bosco di faggi prendendo il sentiero a sinistra, abbandonando l'ampia strada sterrata che procede in discesa. Si cammina ora in questa rilassante faggeta su saliscendi molto rilassanti. Giunti ad un appostamento di caccia, si piega verso sinistra, evitando di raggiungere il capanno (specie durante le stagioni venatorie...), si sale pochi metri per discendere subito dopo. Si procede in mezzacosta su un piccolo sentierino, protetto da una staccionata in legno, che in breve perde quota e si ricongiunge al sentiero originale che si segue verso sinistra. Attraversiamo un primo valloncello al cui centro si trova una piccola pietraia per poi rientrare nel bosco. Continuiamo nel bosco fino al suo termine improvviso all'interno di un secondo valloncello erboso che si attraversa passando ancora su una piccola pietraia (indicazioni su un masso spezzato, 45' dall'auto). Ora siamo su prati aperti e puntiamo ad una baita isolata (Baita Baciamorti, 1453 Mt.) sul cui muro vi è l'indicazione per il Pizzo Baciamorti (50' dal parcheggio). Passiamo dietro alla baita e continuiamo tra prati e cespugli di lamponi e maggiociondoli fino ad arrivare al poco lontano Passo di Baciamorti (1540 Mt. ). Da qui si segue verso sinistra la lunga crestona erbosa che in circa 45 minuti conduce all'omonima vetta ornata da una bella madonnina. Il percorso è agevole e panoramico, con il lato sinistro erboso che scende verso valle dolcemente, mentre il versante destro è più dirupato, cespuglioso e ripido. Giunti in vetta (2009 Mt.), si prosegue lungo la dorsale che in pochi minuti porta alla cima del Monte Aralalta (2006 Mt.); in realtà non ci si accorge quasi di arrivare a questa vetta che è di poco più bassa della precedente e collegata a questa da un tratto quasi pianeggiante. Ora si scende, rimanendo più vicini possibile alla linea della cresta (attenzione alle cornici in caso di neve e nebbia). Arrivati ad un ampio pianoro (15' dalla cima), dove è presente anche la poco distante baita Cabretondo (1869 Mt.), lo si attraversa rimanendone sul suo margine destro per giungere al suo termine e entrare in un breve tratto in mezzacosta sul versante che guarda alla Val Brembana del pendio e che ci porta ad un piccolo intaglio. Da qui si prosegue sul versante della Valtaleggio fino alla Bocchetta di Regadur che si raggiunge in altri 10-15' di cammino (capanna privata nei pressi). Alla bocchetta (1853 Mt.) alcune paline ci indicano la direzione per il rifugio Cazzaniga che seguiamo (sentiero 101). Camminiamo su terreno in saliscendi, passiamo un grande abbeveratoio e proseguiamo fino alla bocchetta (o passo) di Sodadura (30- 40' dalla bocchetta Regadur) sotto l'omonima cima che saliremo al ritorno, ma dal versante opposto. Camminiamo ancora per qualche minuto finchè si arriva in vista del rifugio Cazzaniga con sullo sfondo le Grigne; scendiamo nel sottostante valloncello carsico lungo un ripido ma breve pendio erboso e risaliamo l'evidente e facile cresta della Cima di Piazzo. Dopo un primo tratto molto ripido ci troviamo davanti ad un salto roccioso di 2-3 metri che viene aggirato verso sinistra per tornare subito lungo la linea della cresta che seguiamo fino alla madonnina di vetta senza nessuna difficoltà (30' dal pianoro).
Discesa
Anziché scendere dalla cresta appena salita, si scende dal lato opposto tra prati e vallette fino al valloncello del rifugio Cazzaniga. Senza raggiungere il rifugio, ci riportiamo sotto il ripido pendio sceso all'andata, ma invece di risalirlo, lo aggiriamo verso destra con un giro in senso antiorario, per arrivare alla bocchetta dal lato opposto a quello di salita. Saliamo ora il ripido pendio del Sodadura lungo la facile e breve cresta nord-ovest che presenta forte pendenza ma nessuna difficoltà. Una volta arrivati sulla sua sommità (2010 Mt.), scendiamo dalla dorsale est che arriva direttamente ad incrociare il sentiero 101 per facile percorso erboso fino al Passo di Sodadura. Seguendo il sentiero 101 verso destra, si torna, in breve alla bocchetta Regadur. Da qui si scende verso il rifugio Gherardi (sentiero n. 120) passando accanto alla Baita Regina, 1870 Mt., e percorrendo il comodo sentiero (rifatto dopo le recenti frane) che passa sotto alcuni ripidi pendii coperti da mughi. Arrivati all'ex rifugio Battisti, si continua per comodi prati fino al Gherardi (1650 Mt.). Sempre per prati si prosegue oltre, seguendo grandi ometti di pietra e poi per vallette erbose fino ad una baita. Da qui si scende ancora, per andare poi verso sinistra. Giunti sopra un grande prato che scende alla nostra destra verso la strada asfaltata sottostante, proseguiamo dritti in mezzacosta verso un piccolo boschetto di faggi e in breve sbuchiamo poco più in alto del parcheggio di quindicina che raggiungiamo in pochi minuti. |