Zona montuosa |
Alpi Orobie |
Località
di partenza |
Lizzola (BG) |
Quota
partenza |
1250 Mt. |
Quota di
arrivo |
2270 Mt. |
Dislivello
totale |
1000 Mt. circa |
Data di
uscita |
20/05/2006 |
Ore di
salita |
4 h. |
Ore di
discesa |
2 h. |
Sentieri utilizzati |
n.
322, 307, 401 |
Giudizio sull'escursione |
Bella |
Sass Balòss
presenti |
Omar e Gölem |
Difficoltà |
EE |
Condizioni
climatiche e dei sentieri |
Segnaletica a tratti confusa, specie in
corrispondenza delle paline. Alcuni bivi non sono ben indicati, ma
nel complesso i bollini sono numerosi ed evidenti, salvo
innevamento. I sentieri e le tracce sono buoni e sicuri. Possibilità
di ghiaccio nella parte finale. Solo il canale iniziale improvvisato
è privo di traccia e risulta decisamente poco agevole. |
Eventuali pericoli |
Probabile neve ghiacciata nel canalino
finale, almeno fino al mese di maggio. Attenzione quindi nel
percorrerlo in discesa. |
Presenza di acqua |
No. |
Punti di appoggio |
Troverete, piccola baita dopo circa 10
minuti dall'uscita del ripido canale privo di tracce e una alla sua
base; una cappelletta nei pressi del Passo di Manina (1799 Mt.), poi
più nulla. |
Materiale necessario oltre al tradizionale |
Utili almeno i bastoncini in caso di
neve dura nel tratto finale. |
Caratteristiche dell'escursione |
Descrizione Generale
Lunga escursione che richiede un certo impegno
fisico. Non inganni il dislivello contenuto, in quanto le distanze sono
consistenti e i continui saliscendi alla fine si fanno sentire.
Bella la serie di ambienti che si attraversa: bosco, prati, valloni ampi e
ghiaione finale. La parte migliore è sicuramente quella nella conca sotto il
Pizzo di Petto, aspra e severa, con un divertente canalino finale. Molto bello
il panorama sulla zona circostante caratterizzata da rocce calcaree ed ambiente
quasi dolomitico. Per quanto riguarda le difficoltà, non ce ne sono,
tranne quelle legate alla neve dura sul ripido terreno finale.
Descrizione Percorso
Dal quartiere
Valletera, nei pressi di alcuni condomini per villeggianti, si prende il sentiero 322,
inizialmente su cemento, poi su sterrata ampia. Dopo un breve tratto in salita,
la pendenza cala e si procede su terreno pianeggiante all'interno di una lunga e
verdissima valle costellata da alcune belle baite sul lato sinistro. Superata una grossa
baita sulla destra e poi lo sbocco di un canale in cemento, si incontra un ampio
sentiero verso destra indicato da un grosso bollo giallo su un masso. Si segue
il sentiero lungo i bolli gialli e ci si trova ad una bella baita posizionata
nei pressi dell'ingresso di una miniera chiusa. Dietro alla baita parte un ampio
canale ricolmo di terra e sfasciumi con alcune piante intricate (vi è anche una piccola falesia
all'inizio, sul lato destro). Risalendolo fedelmente al suo
centro, tra sassi smossi, rami secchi e piante, aiutandosi a volte con le mani,
si fuoriesce dopo circa 20-30' su un ampio prato proprio al termine del canale.
Si prosegue in salita fino ad incrociare un piccolo sentiero proveniente da
sinistra. Lo si segue verso destra fino ad una baita dietro la quale prosegue il sentierino.
Lo si segue tra prati con limitate pendenze fino ad immettersi sull'ampio sentiero
401. Si continua verso destra. La pendenza rimane modesta, sempre fra
prati e alcune piante ai bordi del sentiero. Giunti ad una piccola selletta
(ceppo in cemento), si
piega a destra e, seguendo fedelmente il filo del costone prativo, si giunge ad
una chiesetta. Poco sotto di questa, si trova il passo della Manina. Qui una
palina ci invita a proseguire verso destra in leggera discesa e poi in
mezzacosta sotto le pendici del Monte Pizzul. Superati 3 o 4 ampi e docili
canali privi di piante, si ricomincia a salire fino ad un ampio spazio erboso
ricco di fioriture di crocus. Ancora pochi metri su prato e poi una evidente
scritta su un masso ci invita a proseguire dritti verso il rifugio Albani. Con
alcuni tornantini su sentiero sassoso, si perviene ad una piccola conca superata
la quale il panorama si fa ampio. Sulla destra, in lontananza si vedono degli
impianti di risalita. Proseguendo il leggera discesa e tenendo la sinistra, ci
si porta sul lato sinistro della valletta, sotto le pendici del monte alla
nostra sinistra. Giunti ad un piccolo intaglio del sentiero, si prosegue
aggirando il costone che scende dall'alto. Con andamento in saliscendi, in
mezzacosta, si taglia un piccolo ghiaione. Alla nostra destra si ammira un bel
monte dal profilo affilato alla cui base si trova un ripido ghiaione e il
laghetto di Spigorel. Con un ampio giro si doppia un secondo costone che scende
dall'alto e rimanendo sul versante sinistro di quella che è la bellissima
conca pitrosa che scende dal Pizzo di Petto, la si risale con
alcuni tornantini stretti ma non ripidissimi. Giunti sotto la paretina rocciosa
finale, si traversa verso destra per circa 200 Mt. fin sotto ad un piccolo ma divertente canalino
roccioso. Lo si risale facendo un minimo d'attenzione e sbucati alla sua sommità (fittone per eventuali calate invernali) si gusta il bellissimo panorama. Da qui ancora un piccolo sforzo e su traccetta
erbosa vicina alla cresta si arriva alla cima del Pizzo di Petto.
Discesa
La discesa si
compie lungo il medesimo itinerario fino al Passo della Manina: Da qui si
prosegue verso la chiesetta e dopo poche decine di metri di costone, si piega
a sinistra lungo il sentiero 307. Inizialmente tra cespugli di ontano e poi per
prati si sbuca poco sopra il paese di Lizzola. Si traversa un bel prato con una
baita, si rientra in un piccolo boschetto e sempre su ripidi tornanti si
fuoriesce sul prato vicino al parcheggio. Lo si taglia e si torna
all'automobile.
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Commenti vari |
Il divertente canalino finale è dotato
di una catena che aiuta i meno sicuri, specie in discesa, ma non
contate sul suo aiuto in caso di neve residua, in quanto, come
successo a noi, viene inesorabilmente sepolta sotto quest'ultima. |
Note |
Il sentiero 401, sul quale si svolge
buona parte dell'escursione, è quello del Sentiero Orientale delle
Orobie, bellissimo trekking (6/7 tappe) che si svolge sui monti e
tra i rifugi a
cavallo tra Val Brembana e Val Seriana. Senza complicarsi la vita,
si può evitare il canale iniziale, non seguendo il sentiero 322 al
parcheggio, ma scendendo verso valle di poche decine di metri e
cercando il sentiero 307 che inizia nel grande prato accanto al
parcheggio. In tal modo si sbuca direttamente al Passo della Manina,
risparmiando fatica e tempo. |
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Inizio del canale senza tracce |
Il bel vallone prima della conca finale |
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Ultimo tratto del ghiaione |
Pochi metri prima del canalino |
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Canalino finale |
In vetta al pizzo |
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In discesa dal canalino |
La conca con il pizzo a sinistra |
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