Valle del Gleno - Passo di Belviso

 
Zona montuosa Alpi Orobie Località di partenza Loc. Pianezza - Vilminore di Scalve (BG)
Quota partenza 1263 Mt. Quota di arrivo 2518 Mt.
Dislivello totale 1300 Mt. circa Data di uscita 07/01/2017
Ore di salita 4 h. Ore di discesa 3 h.
Sentieri utilizzati n. 411, 410, 321 Giudizio sull'escursione Bella
Sass Balòss presenti Omar, Gölem Difficoltà E; tratto finale EE
Condizioni climatiche e dei sentieri

Sole e cieli limpidi hanno caratterizzato questa giornata. Temperature estremamente rigide che hanno raggiunto i -13°C alla diga del Gleno. Vento fortissimo (raffiche superiori ai 100 km orari, come da notiziario del giorno successivo) nei pressi del Passo di Belviso che sollevava alti pennacchi di neve. Sentieri perfettamente segnalati ed evidenti. Neve ventata e non battuta a partire dai 2000 Mt. con manto di circa 30 cm al passo.

Eventuali pericoli
La coltre di neve era ben assestata per cui non abbiamo riscontrato nessun pericolo in tal senso. Ma in caso di recenti nevicate, occorre ben valutare la situazione a partire dall'ultimo gradone della valle. Unico pericolo da noi rilevato è stata la presenza di tratti ghiacciati dopo la diga.
Presenza di acqua
No.
Punti di appoggio
Nei pressi della diga del Gleno si trova un piccolo ristoro che nella bella stagione vende bibite e panini. Le strutture e gli edifici attigui alla diga stessa possono offrire riparo. Salendo oltre la diga si incontrano tre baite, la prima e la seconda delle quali molto accoglienti, mentre la terza è poco più di un ricovero di fortuna.
Materiale necessario oltre al tradizionale
Ramponi.
Caratteristiche dell'escursione

Descrizione generale
La Valle del Gleno, laterale della Val di Scalve, è caratterizzata nella sua prima parte dalla presenza di ciò che rimane della diga del Gleno. La diga nel 1923 è parzialmente crollata causando numerose vittime e lasciando sul posto un rudere a memento dell'accaduto. I punti di interesse della valle non terminano con la visita alla diga, ma continuano nella parte più alta. Il percorso si svolge su terreno poco ripido, all'interno di una bella valle dalla tipica forma glaciale, con numerosi segni della presenza passata del ghiacciaio che l'ha scavata: lisce placconate rocciose pianeggianti con striature parallele, gradoni rocciosi, forma a "U". Al suo centro scorre il bel torrente che dà il nome alla valle ed origina il pittoresco lago a monte della diga. Il termine dell'escursione si trova al Passo di Belviso, tra la Valle di Scalve e la Valtellina, da qui si ha un magnifico panorama che ripaga delle fatiche e delle ore di piacevole e semplice camminata per arrivarci.
Descrizione percorso
Per arrivare a Pianezza, punto di partenza della camminata, si deve risalire la Val Seriana (per chi proviene da Bergamo) fino al Passo della Presolana e da qui scendere nella bella Valle di Scalve. Giunti a Vilminore di Scalve (troverete numerose indicazioni per la Diga del Gleno), si prosegue su ripida ma comoda stradina asfaltata fino al termine di questa, proprio nella piazzetta centrale della piccola frazione di Pianezza. Nei pressi del parcheggio si trova una fontana-lavatoio presso la quale si vedono le indicazioni del sentiero n. 411 per la diga del Gleno ed il Passo di Belviso. Passati per un breve tratto tra le case del nucleo abitato, ne usciamo subito per salire lungo una ripida scalinata in un bel prato. Al termine di questa entriamo all'interno di un bosco di faggi. Saliamo ripidamente fino ad incrociare un ampio sentiero pianeggiante nei pressi di una bella baita isolata (Bait de Bet). Seguiamo il sentierone verso destra con bellissimo vista sul Pizzo Camino alla nostra destra. Un cartello ci indica che stiamo entrando nel "parco regionale delle Orobie". Poco oltre si incontrano alcuni cartelli didattici e pannelli che raccontano la triste storia della diga del Gleno. La palina successiva, poco distante, ci invita a proseguire verso sinistra su ripido sentiero nel bosco. Oltrepassiamo un altro pannello che racconta i fatti relativi alla diga e continuiamo a salire con una serie di tornanti sassosi. Superiamo un ponticello che scavalca una piccola condotta forzata per poi arrivare al termine del ripido tratto di salita. Qui ci troviamo davanti una rete metallica ed una condotta di acqua coperta da cemento. Ignoriamo la deviazione per la Baita Napoleù e l'osservatorio Pagarulì e andiamo a sinistra su comoda e rilassante strada pianeggiante che in breve ci conduce ai piedi di ciò che rimane della diga. Poco prima di arrivarci percorriamo una bellissima cengia intagliata nella roccia strapiombante. Dopo una doverosa visita delle strutture della diga, riprendiamo il cammino spostandoci sull'altro lato del vallone (destro orografico), lungo il sentiero n. 410. Risaliamo le sponde del Lago del Gleno, restandone poco più alti (si osserva appena dopo il lago un curioso affollamento di numerosissimi ometti di sassi sparsi nei prati) e ci inoltriamo nel bellissimo vallone pianeggiante davanti a noi al cui centro serpeggia placido il torrente Povo. Superata una bella baita (Baita Bassa del Gleno, 1557 Mt.), iniziamo a salire il primo gradone della valle. Camminiamo su terreno erboso, aperto, con il torrente che scende spumeggiante alla nostra destra. Anche qui incontriamo una bella baita. Al termine della salita ci troviamo in un secondo pianoro che percorriamo per intero fino al suo termine dove un secondo ripido gradone roccioso ci attende. Saliamo anche questo grazie ad una poco visibile cengia che da destra ci porta verso sinistra. Arrivati al terzo pianoro, sulla sinistra si vede una piccola costruzione (forse la Baita Alta del Gleno); senza raggiungerla ci spostiamo verso destra e continuiamo a guadagnare quota meno ripidamente. Entriamo in un ampio vallone sulla destra, per poi deviare bruscamente verso sinistra con un traverso quasi pianeggiante. Giunti davanti ad un enorme mucchio di sassi, una evidente palina ci indica il sentiero n. 321 ed il Passo a meno di 1 ora di distanza. Seguiamo la palina verso destra e rimontiamo, con percorso non obbligato (in caso di neve), un vallone che scende direttamente dal passo, prima restando sul lato destro, per poi spostarci al centro ed in fine verso sinistra. La salita è ripida ma comoda e regolare. Il passo è evidente e ci attira verso di lui, dritto davanti a noi, leggermente sulla sinistra. Gli ultimi metri del vallone sono i più ripidi (attenzione in caso di neve ghiacciata) ma lo sforzo sarà ampiamente ripagato dall'ambiente circostante e dal panorama verso la Valtellina.
Discesa
Seguiamo a ritroso il percorso appena compiuto.

Note
La costruzione della diga del Gleno si rende necessaria nel 1917 per poter sfruttare l'energia delle acque create dallo sbarramento del torrente Povo, al fine di renderla disponibile all'industria tessile della valle. Si crea, quindi, uno sbarramento in località Piano del Gleno a quota 1500 Mt. La capacità del bacino, inizialmente prevista per 4 milioni di metri cubi, è di quasi 5 milioni di metri cubi d'acqua. La tipologia di sbarramento prevista è a gravità (tipologia ancora poco utilizzata all'epoca) con un'altezza di 50 metri, una lunghezza di 250 metri ed uno spessore di 30 metri. La diga verrà costruita in muratura di calce idraulica. Durante i lavori vengono cambiati i progetti e da una diga a gravità si passa ad una diga ad archi. Nell'autunno del 1923, quando la diga non era ancora completa, a seguito di forti piogge, l'invaso si riempie completamente ed iniziano a verificarsi pericolose e preoccupanti perdite di acqua. Queste sono solo il preludio a quello che purtroppo avverrà a dicembre. Il primo del mese di dicembre del 1923, alle ore 7.15 la diga cede, una parte di essa crolla e l'enorme massa d'acqua si riversa nella valle sottostante causando morte e distruzione fin anche in Valle Camonica. In circa 45 minuti 6 milioni di metri cubi d'acqua percorrono l'intera Val di Scalve, la Forra della Via Mala e la Valle Camonica, arrivando al Lago di Iseo. Il bilancio delle vittime fu enorme: 360 persone persero la vita. Come sempre accade in questi casi, da quella data furono varate leggi più severe e maggiori controlli per la costruzione dei bacini idrici, ma ormai, per 360 persone, era troppo tardi.
Commenti vari
Appena sotto il passo abbiamo rinvenuto una micro croce che spuntava dalla neve, forse la più piccola croce che abbiamo visto in montagna: meno di 5 cm di altezza!
La lunghezza totale del nostro percorso è stata di 17,1 Km. La velocità media (comprese le numerose soste) è risultata essere pari a 2,6 Km/h.

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I resti della diga del Gleno vista da sopra il lago

Risalendo la vallata

   

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Omar osserva l'evidente valle glaciale

In salita nel vallone sotto il Passo di Belviso

   

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Omar raggiunge il Passo Belviso

Ci si appresta a scendere

   

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Il posa al Passo Belviso

Raffiche di vento al passo



 

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Rilievi GPS

 

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