Descrizione generale
Piacevole e lunga camminata ad una delle più famose e frequentate cime
delle Alpi Orobie Occidentali. il Pizzo dei Tre Signori. Qui abbiamo
anche aggiunto la salita al
suo dirimpettaio: il Pizzo Paradiso, pochissimo
conosciuto, frequentato e di facile accesso dalla Bocchetta d'Inferno,
ma con un bellissimo panorama dalla sua cima sulla zona del Lago
Rotondo, il Pizzo di
Trona e tutta la zona del rifugio Benigni. Durante il ritorno, possiamo
salire anche l'erboso dosso della Cima Fontane, la quale, pur non
aggiungendo nulla all'escursione, ci consente comunque di avere un
ottima visione della Valle d'Inferno. Nel complesso si tratta di una
lunga escursione per gente allenata, priva di difficoltà ma piuttosto
impegnativa per il dislivello e la lunghezza. Di certa soddisfazione
per i panorami e gli ambienti vari e mai uguali attraversati.
Descrizione percorso
Dall'ingresso
di Ornica, ameno e solitario paesino in alta Val Brembana, si prosegue
fino ad una evidente curva verso sinistra. Poco dopo un cartello indica
la partenza del sentiero 107. Noi proseguiamo dritti tra le case del
paese fino ad un successivo tornante verso destra. Qui una strada
stretta sale dritta (Via del Santuario, indicazioni anche per il
sentiero 106 e l'agriturismo Ferdy). Io ho parcheggiato poco prima di
questa strada, ma consiglio di proseguire in salita fino ad arrivare ad
un piccolo santuario poco prima del quale esiste la possibilità di
parcheggiare comodamente l'auto e guadagnare qualche decina di metri di
dislivello. Ovunque abbiate parcheggiato, a piedi si supera il suddetto
santuario (969 Mt.), poco dopo si incontra una bella fontana alla
nostra destra (palina che indica la località Prato del Forno, 1000 Mt.)
e circa 100 Mt. oltre,
abbandoniamo l'asfalto per prendere un sulla sinistra sentierino che
costeggia uno spumeggiante torrente. Saliamo lungo il sentiero che in
breve sbuca di nuovo sulla strada asfaltata appena abbandonata. Sarà
così per qualche minuto. Il sentiero taglierà tornanti e curve della
strada. Arrivati ad un ampio tornante destrorso, proseguiamo dritti
abbandonando definitivamente l'asfalto per il ripido sentiero n° 106.
Entriamo in un bellissimo bosco misto. Il percorso segue ed attraversa
in più punti il torrente che scende dall'alto (attenzione ai tronchi
con cui sono fatti i ponticelli perché risultano molto scivolosi). Con
ripidi e continui tonanti il sentiero sale velocemente nel bosco misto.
Supera le Baite di Costa (1279 Mt., 30' dal parcheggio), svolta
decisamente a destra e passa accanto alla Baita Giai. Cinque minuti
dopo incrociamo un'ampia e pianeggiante strada sterrata (lo Stradù) che
seguiamo verso sinistra. Dopo circa 200 Mt. la strada compie un curva
verso destra e noi possiamo ammirare un bellissimo scorcio sul
fondovalle. Dopo la curva proseguiamo in leggera discesa fino a deviare
verso destra (vi è una piccola struttura dell'acquedotto) su un
sentierino che si immerge in un fitto bosco di abeti, pulito e ben
tenuto. Il percorso prosegue in leggera salita. In pochi minuti
arriviamo alla fine del bosco ed all'inizio della bella Val d'Inferno.
Risaliamo ora l'ampio sentiero sterrato che serpeggia tra prati e abeti
fino ad arrivare presso l'Agriturismo d'Alpe Ferdy (1415 Mt., 1 h.
dall'auto). Da qui scendiamo leggermente verso sinistra, attraversiamo
un ponticello di legno per poi tornare a salire piuttosto ripidamente
verso la testata della valle, tra prati, recinti per animali, faggi,
larici ed abeti. Giunti presso la Baita Ciarelli (1 h. 20' dalla
partenza), l'ambiente si fa più ampio e si riducono le piante d'alto
fusto. Continuiamo a salire su comodo ma ripido sentiero, attraversando
verso sinistra il torrente al centro della valle per poi risuperarlo
verso destra fino ad arrivare ad una curiosa costruzione posta sotto ad
un enorme masso di verrucano lombardo (tipica roccia di queste zone):
si tratta della Baita (più giusto chiamarla ricovero...) Predù (40'
dall'agriturismo). Camminiamo tra grossi massi ed erba, alzandoci
sempre più, per poi spostarci verso sinistra, attraversare per
l'ennesima volta il torrente ed arrivare ad un secondo ricovero (Baita
delle Corna dei Vitelli, 1910 Mt., 10' dal bivacco Predù) posto sotto
un masso. Passiamo oltre il ricovero aggirandolo verso sinistra e
salendo per prati ripidi fino ad incrociare il sentiero 101 che
seguiamo verso destra per un breve tratto. Giunti ad una palina che ci
indica la Bocchetta d'Inferno saliamo verso destra. Poco dopo
abbandoniamo il sentiero 101, alla nostra destra e visibile la croce in
legno del Poiat (2095 Mt.), piccolo dosso erboso piramidale all'inizio
del vallone pietroso, per inoltrarci all'interno di quest'ultimo che
termina presso la bocchetta d'Inferno. La conca è dominata
dall'imponente e severa sagoma della Sfinge, alta torre rocciosa dalla
curiosa forma di profilo umano nella sua parte terminale. Saliamo su
comodo sentierino sassoso, prima tra erba e poi saltando su grossi
massi sparsi. Transitando sotto la Sfinge, posta alla nostra sinistra,
non possiamo non restare intimiditi ed affascinati da questa formazione
rocciosa. Il sentiero che risale il vallone rimane inizialmente alla
sua sinistra (per chi sale), passata la Sfinge si sposta verso il
centro e lo attraversa per portarsi sul suo lato destro. Qui si sale
con alcune serpentine verso un masso su cui si leggono alcune
indicazioni confuse, tra cui rifugio FALC a sinistra e rifugio Benigni
a destra (meno di 1 h. dal bivacco Corna dei Vitelli). Noi prendiamo
verso sinistra ed in breve risaliamo un gradone pietroso e siamo alla
Bocchetta d'inferno (quasi 3 h dal parcheggio, 2306 Mt.).
Sotto di noi, verso
nord si vede bene il lago d'Inferno e il rifugio FALC. Una palina
indica varie direzioni. Qui prendiamo decisamente verso destra per
salire al Pizzo Paradiso. Una scritta su di un masso ci indica la
direzione per il Lago Rotondo. Procediamo con un breve traverso,
passiamo sotto ad una fascia rocciosa alla nostra destra e poco dopo
eccoci alla base di un valloncello che risaliamo verso destra.
Superiamo una facile placca con un bollo rosso facendo attenzione a non
scivolarci sopra e riprendiamo a salire sul lato opposto del
valloncello. In pochi minuti sbuchiamo su un bel dosso erboso. Lo
rimontiamo verso sinistra fino ad una ampia e comoda sella erbosa. Da
qui il sentiero per il Lago Rotondo scende sul versante opposto, mentre
noi andiamo verso destra per rimontare gli ultimi metri pietrosi stando
preferibilmente sulla costa centrale, fino alla tondeggiante cima del
Pizzo Paradiso. Torniamo sui nostri passi fino alla Bocchetta d'Inferno
ed iniziamo a salire verso il Pizzo dei Tre Signori. La palina alla
bocchetta ci indica di proseguire dritti. Saliamo lungo un versante
aperto e roccioso grazie ad un sentiero a tratti poco visibile che
serpeggia tra grossi massi (per chi ne avrà voglia ci sarà la
possibilità di affrontare direttamente alcuni di questi massi, tagliano
tornanti e deviazioni). Seguiamo i numerosi ometti in un ambiente quasi
lunare. Senza mai essere troppo faticoso, né tanto meno difficile, il
percorso procede tra vallette e dossi rocciosi fin sotto al croce della
cima che si raggiunge con un ultimo ripido tratto in 30' dalla
bocchetta. Scendiamo ora lungo il versante opposto della montagna,
quello Ovest grazie al sentiero 45 che, dopo un primo tratto
pianeggiante, scende leggermente esposto (presenza di alcune catene)
fino ad un ampio intaglio roccioso. Da qui si entra nello stretto
camino appoggiato (da cui il nome del sentiero "Via del Caminetto").
Fate attenzione alla roccia sempre umida in questo punto ed alla
probabile presenza di neve fino ad inizio estate. Nel caminetto sono
presenti delle catene appena sistemate. Usciti da questi ripidi e
originali passaggi, dopo qualche altro tratto attrezzato nel quale fare
attenzione all'esposizione, affrontiamo un facile passaggio in cresta
pianeggiante. Arrivati ad una Madonnina (15' dalla croce), dalla quale
volgendosi indietro si può osservare l'ardito percorso appena fatto,
saliamo nuovamente un breve tratto e torniamo a camminare sul semplice
cresta erbosa. Ad un certo punto il percorso piega a sinistra e scende
ripidamente (altre catene) verso il basso con alcuni tornantini e
facili salti rocciosi fino ad un traverso protetto da un cavo metallico
al termine del quale si torna a scendere verso destra senza più nessuna
difficoltà fino ad una palina posta sul sentiero 101. Andando a destra
si arriva in 30' al rifugio Grassi. Noi invece andiamo a sinistra sul
101 (indicato qui anche come Sentiero dei Solivi) che con un lungo
traversone in mezza costa ed in saliscendi (più sali che scendi...) ci
riporta poco sopra la Val d'Inferno. Il sentiero è erboso e tranquillo,
anche se taglia i ripidi pendii meridionali del pizzo, e risulta
danneggiato dal cedimento della parte superficiale del terreno. Al
termine del lungo traverso in falsopiano, il sentiero piega verso
destra ed inizia a perdere quota più velocemente passando tra erba e
numerosi sassi affioranti. Arrivati ad una evidente sella erbosa ,
sulla nostra destra si nota una zona rocciosa rossa e l'ingresso di una
miniera probabilmente di ferro. Davanti a noi si innalza una piramidale
cima erbosa: la Cima Fontane. Ne raggiungiamo facilmente la base e
altrettanto facilmente ne saliamo i fianchi fino alla sua sommità
presso al quale ci meritiamo un poco di riposo osservando il panorama.
Discesa
Torniamo
alla base della Cima delle Fontane presso la sella erbosa e scendiamo
verso destra lungo il sentiero n. 101, qui sassoso ed in parte franato.
Questo, tagliando i fianchi di un pendio ci condurrà in pochi minuti
alla palina che indica l'incrocio con il sentiero n. 106 della Valle
d'Inferno. Non ci resta che seguirlo fino ad Ornica ripercorrendo
i passi fatti salendo.
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