Zona montuosa |
Alpi Orobie |
Località di partenza |
Località Monaci - Branzi (BG) |
Quota partenza |
870 Mt. |
Quota di arrivo |
2340 Mt. |
Dislivello totale |
1600 Mt. con i saliscendi
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Data di uscita |
10/10/2020 |
Ore di salita
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4 h. 30' |
Ore di discesa |
3 h. |
Sentieri utilizzati |
n. 212 |
Giudizio sull'escursione |
Bella |
Sass Balòss presenti |
Omar
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Difficoltà |
E |
Condizioni climatiche e dei sentieri |
Temperature
tiepide per la stagione, sole splendente. Oltre i 2000 metri ho
rinvenuto neve, che ha raggiunto meno di 10 cm di spessore nelle zone
meno esposte ai raggi solari e non ha creato alcun problema. Tracciato
ben segnalato e ben tenuto fino alla diga del Lago delle Casere. Da qui
in poi, non avendo seguito il percorso classico per il rifugio Laghi Gemelli, i segni tendono a
sparire, la traccia a essere meno evidente e decisamente poco
frequentata fino al rifugio stesso. Oltre il rifugio si naviga
un poco a vista, tra labili tracce, qualche provvidenziale ometto e
rari segni dipinti sulle rocce. Dal passo di Val Vegia, la neve ha
coperto quel poco che probabilmente c'era, ma l'itinerario diviene
intuivo.
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Eventuali pericoli |
Nessuno. Un minimo di attenzione lungo la ripida breve crestina finale
dal Passo del Tonale alla cima del Pizzo delle Orobie, in caso di neve
o terreno umido. |
Presenza di acqua |
Nei
pressi del parcheggio, poco prima di attraversare il ponte in località
Monaci, si trova una fontanella tra le case. Dopo meno di un ora dalla
partenza, in località Fontanì, in mezzo al bosco ecco una fresca fonte
d'acqua sbucare dalla roccia. Troverete acqua al rifugio Laghi Gemelli,
dopo circa 2 ore e mezza dalla partenza. In generale, lungo tutto il
percorso, si attraversano torrentelli più o meno rigogliosi ai quali
attingere acqua. |
Punti di appoggio |
Mezz'ora
dopo la partenza eccoci ai piedi di una grande roccia (La Preda a Bas)
sotto la quale è possibile trovare riparo. Dopo un'altra mezzora
arriviamo ad una vecchia baita con il tetto in ardesia, ma questa offre
pochissimo riparo. Più avanti eccoci ad una seconda baita che offre
maggior riparo, posta in splendida posizione in una radura erbosa nel
bosco (Baita Grassi). Arrivati alla diga del Lago delle Casere,
possiamo attraversarla (uscendo dal nostro percorso) e dirigerci verso
numerosi edifici correlati con il bacino artificiale. Per raggiungere
la diga servono meno di 2 ore di cammino da Branzi. Da qui, in circa
30-40 minuti si arriva al rifugio Laghi Gemelli. Proseguendo verso il
Passo di Val Vegia, 15 minuti prima del passo, arriviamo ad una baita
aperta che offre un comodo punto di sosta e riparo. |
Materiale necessario oltre al tradizionale |
Nulla. |
Caratteristiche dell'escursione |
Descrizione generale La
zona montuosa attorno ai Laghi Gemelli, in alta Val Brembana, presenta
aspetti affascinanti: specchi d'acqua naturali, bacini artificiali,
cime oltre i 2500 metri di quota, pareti rocciose verticali, placidi
prati e pascoli, lariceti che si colorano d'oro nel periodo autunnale,
vallette incassate e luminosi pendii assolati. Una delle montagne meno
conosciute della zona è il Pizzo delle Orobie, facente parte della
bella e lunga catena di cime che parte dal Passo di Mezzeno, inizia con
il Monte Spondone, prosegue con il Monte Tonale, arriva al Pizzo delle
Orobie stesso e termina con il Pizzo dell'Orto. Di facile ma abbastanza
lunga salita e con un certo dislivello, è una vetta accessibile ai più,
ma richiede comunque un certo allenamento e qualche capacità di
muoversi su terreno non sempre ben segnalato.
Descrizione percorso
Giunti al bel paese di Branzi (luogo di produzione del delizioso
Formaggio Tipico di Branzi), dopo la strettoia nel centro abitato
subito dopo la chiesa, svoltiamo a destra seguendo le indicazioni per
le cascate (ben visibili sul versante opposto della valle).
Oltrepassiamo una grande piazza dove il parcheggio necessita del dico
orario e proseguiamo brevemente fino ad un secondo più ampio parcheggio
libero. Lasciamo l'auto. Da qui, attraversiamo il fiume Brembo grazie
ad un ponticello che ci conduce in località Monaci. Qui inizia il
sentiero n. 212 per il rifugio Laghi Gemelli. Passiamo accanto al
Condominio Laghi Gemelli (in realtà si tratta di piccole casette
addossate tra loro, dal dubbio gusto). Saliamo lungo un muretto a secco
coperto di muschio ed entriamo in un bosco misto. Saliamo con pendenza
regolare. Superiamo un muro di cemento che sostiene una piccola
piazzola erbosa definita “Angolo pic-nic”). Attraversiamo un ripido
torrente lungo un ponticello di legno. Arriviamo ai piedi di una grossa
pietra che forma di tettoia (La Preda a Bas). Qui un cartello ci indica
di andare verso destra. Poco più avanti incrociamo la "Strada Piana",
caratteristico sentiero che collega Carona con Roncobello lungo un
panoramico tracciato a mezzacosta sulla valle. Seguiamo le indicazioni
per il rifugio Laghi Gemelli dato ancora a 2 ore e 50 minuti di
cammino. Arriviamo ora in una zona in cui il bosco è particolarmente
rado e alla nostra destra appaiono i monti della zona a noi
dirimpettaia: il Pegherolo, il Pizzo Badile Brembano, la Cima di
Lemma). Superiamo una fontanella in zona Funtanì. Qui il sentiero è
stato recentemente sistemato con tronchi e staccionate. Ad un bivio,
ignoriamo la direzione destra per la Val Scura. Andiamo a sinistra per
il rifugio. In breve rientriamo nel bel bosco di abeti. Arrivati ad una
baita chiusa, la lasciamo alla nostra destra e procediamo verso
sinistra. Entriamo in un valloncello costeggiato da un torrentello che
attraversiamo un paio di volte. Eccoci ora presso Baita Grassi, posta
in una luminosa radura nel bosco. Saliamo lasciando la baita alla
nostra sinistra. La pendenza si fà più ripida. Superiamo un piccolo
monumento alla memoria di un ingegnere defunto. Poco più avanti gli
abeti lasciano il posto a fitti pini mughi con il sentiero che
serpeggia tra questi. Superiamo una panca di legno alla nostra sinistra
e proseguiamo dritti fino ad un tavolino e delle panche sotto ad un
gruppo di larici. Qui andiamo a destra seguendo una rampa pietrosa che
in breve ci conduce fino ad un secondo tavolo di legno nei pressi della
diga del Lago delle Casere (2 ore dalla partenza). Arrivati alla diga,
non dobbiamo attraversarla (cosa che faremmo se seguissimo il sentiero
classico per il rifugio), ma pieghiamo decisamente verso destra lungo
un sentierino che, inizialmente in salita (superiamo subito un
misterioso pilastrino di cemento armato sormontato da un coperchio di
acciaio; sul pilastro stesso si rinviene un bollo bianco e rosso) e poi
in falsopiano,
costeggia il lago sotto di noi, alla nostra sinistra. Ad un certo
punto iniziamo a scendere brevemente. Attraversiamo un ruscelletto al
centro di una valletta e subito dopo di questo, abbandoniamo il
sentiero per deviare verso destra lungo una impercettibile traccia che
risale il torrentello stesso. Un paio di ometti ci indicano la giusta
via. Arrivati ad una luminosa spianata erbosa, alla nostra destra si
innalzano le ripide pendici del Pizzo dell'Orto con i suoi
caratteristici e curiosi paravalanghe o anti cornici sulla cresta.
Senza lasciarci tentare dal rimontare tali pendici, proseguiamo dritti
nel valloncello erboso. Attraversiamo un altro ruscello ed iniziamo a
scendere tra grossi massi e cavità rocciose strapiombanti. Sotto di
noi, ormai, il Lago delle Casere è alle spalle. Eccoci ora in una
seconda radura erbosa che percorriamo fino ad una zona acquitrinosa al
cui centro scorre placido un corso d'acqua. Deviamo verso sinistra
seguendo il corso d'acqua fino ad una evidente rampa erbosa verso
destra. Questa ci conduce in breve in vista del rifugio Laghi Gemelli
che in pochi minuti raggiungiamo (2 ore e 45' da Branzi). Dal
rifugio proseguire verso ovest risalendo alcuni ripidi prati e zone
cespugliose praticamente senza sentiero nè bolli puntando ad alcune
evidenti placconate rocciose. Bellissima la vista sul Pizzo del Becco,
alle spalle del rifugio. Giunti ad un breve pianoro si scende in
un valloncello longitudinale (occhio agli ometti) e lo si segue verso
destra fino ad arrivare al piccolo Laghetto della Paura (non indicato
in molte mappe), posto ai piedi di alcune alte pareti rocciose scure.
Si prosegue verso destra fino ad una piccola pietraia piuttosto scomoda
da attraversare. Seguiamo fedelmente i bolli disegnati sui massi.
Giunti oltre la pietraia ci troviamo sotto ad un
rudere e subito dopo arriviamo alla Baita le Orobie. Da qui, si risale
un saltino erboso (vi è anche una piccola cascatella), e seguendo la
labile traccia nell'erba si sale verso il Passo di Val Vegia. Man mano
saliamo verso il valico, ecco apparire alla nostra sinistra un
appuntito e slanciato torrione roccioso, alla cui sinistra si trova il
Pizzo delle Orobie. La salita al passo avviene per prati lungo una
evidente traccia segnalata anche da alcuni ometti. Giunti al Passo di
Val Vegia (1 ora dal rifugio), eccoci apparire il versante opposto con
la lunga cresta del Pietra Quadra leggermente alla nostra sinistra, il
Monte del Tonale e più in lontananza, verso destra il Pegherolo. Subito
a destra del passo si innalza la piramidale cima del Pizzo dell'Orto
con la sua ripida e sottile cresta (vedi relazione del 04-06-2016). Dal
passo, proseguiamo verso sinistra, svallando leggermente e puntando
verso l'evidente piramide del Monte del Tonale, alla cui sinistra si
trova l'omonimo passo che dobbiamo raggiungere. Passiamo così sotto al
torrione roccioso del Pizzo delle Orobie (che ora appare come una
sottile torre) e proseguiamo tra valloncelli e conche fino ad una breve
cengia che ci conduce (leggermente esposta) al Passo del Tonale.
Bellissimo il panorama sui Laghi Gemelli, il Monte Corte, ed il Pizzo
Farno. Dal passo pieghiamo verso sinistra seguendo fedelmente la
rocciosa ma facile cresta del Pizzo delle Orobie. I primi metri di
questa sono i più divertenti se ne seguiamo il filo, oppure possiamo
restarne leggermente più sotto sulla sinistra. Un paio di saliscendi ed
eccoci ad un tozzo e piccolo torrioncello che aggiriamo sulla sinistra
o rimontiamo per poi ridiscenderlo sul lato opposto (attenzione alla
discesa). Ci troviamo ora ad una comoda sella erbosa dalla quale si
eleva la parte erbosa della cresta finale. Senza alcun problema
risaliamo la ripida china ed in pochi minuti eccoci sulla rocciosa
vetta del Pizzo delle Orobie dove uno striminzito ometto di pietre ci
attende (45 minuti dal Passo di Val Vegia). Panorama ampissimo e
bellissimo.
Discesa Ripercorriamo a ritroso l'itinerario della salita.
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Note |
Per
vedere altre foto della zona, potete dare un'occhiata alla relazione
del Pizzo dell'Orto (4 giugno 2016). Dal Passo di Val Vegia è possibile
scendere lungo il versante opposto e dirigersi nella Valle Scura,
percorrere questa e incrociare il sentiero n. 212 in località Fontanì e
da qui proseguire per Branzi. |
Commenti vari |
Un
nome forse un pò troppo altisonante per una cima, comunque piacevole e
panoramicissima, di secondaria importanza, oltretutto quasi mai
nominata e
quotata sulle carte. Scendendo dalla cima, una volta giunto al Passo di
Val Vegia, ho astutamente pensato di accorciare l'itinerario
dirigendomi direttamente verso il Lago delle Casere, poichè salendo mi
era parso possibile percorrere alcuni valloni; in realtà, dopo un
tratto agevole e logico che mi aveva illuso, mi sono trovato a seguire
tracce di animali che mi hanno condotto ad un torrente pieno di salti e
cascatelle. Tornato sui miei passi ho imboccato un secondo vallone che
terminava su salti impraticabili. Solo al terzo tentativo sono riuscito
a trovare un intricato passaggio in un canale ripido e cosparso di
ontani. Seguendolo sono arrivato alla prima delle radure erbose sopra
al Lago delle Casere e da qui ho ripreso il sentiero della salita.
Sconsiglio decisamente di perseguire la mia stessa idea! |
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Il rifugio Laghi Gemelli con il Pizzo del Becco dietro
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La Baita Orobie salendo al Passo di Val Vegia
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Inizia la neve nei pressi del Passo di Val Vegia
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Il Pizzo delle Orobie visto dal versante della Val Vegia
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La facile cresta per la cima
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Omar sul Pizzo delle Orobie col Farno a sx e il Corte a dx
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Panorama sui laghi Marcio, Colombo e delle Casere
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Vista sul Monte Tonale a destra e Antecima del Monte Spondone a sinistra
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Panorama verso i Laghi Gemelli
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Omar presso la diga del Lago delle Casere
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