Descrizione
generale
La Val Venegia, punto di partenza di questa ascensione, è un luogo bellissimo e facilmente raggiungibile molto frequentato da famiglie. A fare da cornice a questa bellissima valle si trovano la Cima Focobòn, la Cima di Valgrande, la Cima dei Bureloni, la Cima Vezzana, il Cimon della Pala ed ovviamente il Monte Mulàz.
La via del Pilastro grigio è stata aperta da Mathias Mayr e Martl Koch il 5 agosto 1956. Arrampicata classica molto bella, fra le più
note e frequentate delle Pale di San Martino e probabilmente delle Dolomiti.
L’arrampicata si svolge su roccia sempre ottima e su difficoltà medie più che abbordabili, ad eccezione del tratto chiave.
Arrampicata varia in placca, diedro e fessura. Le soste sono quasi tutte attrezzate
e le protezioni presenti lungo i tiri sono decisamente parsimoniose, però è facile posizionare ottimi friends.
Attacco, descrizione della via
Sulla SP81, tra Paneveggio ed il Passo Valles, imboccare la strada sterrata per la Val Venegia. Varie possibilità di parcheggio, tutte a pagamento (dal 1 luglio alla seconda domenica di settembre). Conviene pagare ticket (€ 7, un paio di euro in più rispetto al parcheggio basso) e percorrere tutta la strada fino al suo termine, nei pressi della malga Venegia.
Si segue la sterrata in piano, lasciandosi sulla sinistra la malga Venegia, fino a raggiungere la malga Venegiota (1824 Mt.). Si continua ancora raggiungendo in breve la costruzione in legno della teleferica del rif. Mulàz oltre la quale si trova una palina con indicazioni. Seguire a sinistra il Passo Valles (sentiero n. 749, ignorando il successivo bivio sulla destra n. 710 dal quale si passerà durante la discesa). Continuare fino ad sbucare su dei prati con ottima vista sulla parete del Mulàz e sull'evidente pilastro grigio dove corre l'omonima via. Alla base del pilastro, leggermente più a destra, si nota una macchia gialla da prendere come riferimento durante l'avvicinamento. Seguire ancora un po' il sentiero e poi abbandonarlo per raggiungere il canale detritico che sale verso destra. Segue un tratto di ripidi prati fino a toccare le prime rocce dello zoccolo. Si prosegue a sinistra (ometti) e poi si superano 2 canalini (II). Ancora a sinistra per roccette e canalino (II, ometti) fino una cengetta esposta sotto la parete gialla presa come riferimento dalla base. La si percorre verso sinistra ed al suo termine si risalgono le facili rocce (II) fino al canale sotto una grande nicchia gialla. Alzarsi ancora pochi metri, sulle rocce appena a sinistra del canale, fino un terrazzino alla base di una fessura con partenza aggettante dove si trova l'attacco della via (clessidra con cordino).
A destra del canele si trova l'attacco della via dei Tedeschi.
1° tiro:
seguire la fessura e poi piegare leggermente a destra. Si segue ancora una fessura, che riporta leggermente a sinistra, fino alla sosta (1 chiodo+1 clessidra). 35 Mt., V, IV.
2° tiro:
obliquare a sinistra e seguire la fessura principale che si verticalizza. Dove diventa strapiombante traversare a destra portandosi sotto l'evidente spaccatura. Risalirla; superare un'ostica strozzatura e sostare poco sopra e più a sinistra (1 chiodo+1 clessidra).
35 Mt., IV+, V+, VI-, 4 chiodi.
3° tiro:
salire il diedro-fessura per circa 10 metri; quindi traversare a sinistra con passo in discesa (1 chiodo) sino a raggiungere la comoda cengia sulla quale si sosta (3 chiodi) alla base del diedro chiave. 15 Mt., V, II, 1 chiodo.
Attenzione al punto in cui bisogna traversare a sinistra, in caso di errore più in alto si vede uno spuntone con cordini per calarsi.
4° tiro:
salire nel camino fino a prendere l’aggettante diedro fessurato. Da qui le difficoltà aumentano anche
perché la parete di destra è veramente liscia. Però la fessura è continua e netta e permette di posizionare ottimi friends. Raggiunta una cornice spiovente conviene salire alla nicchietta con
chiodo 1 metro fuori a destra, dalla quale si rientra subito sopra. Ancora pochi metri e la fessura liscia lascia spazio ad un diedro più articolato tramite il quale si raggiunge la cima del "pilastro grigio" dove si sosta (sasso incastrato con cordoni).
40 Mt., V, VII- oppure VI e A0, VI, V, 5-6 chiodi.
5° tiro:
alzarsi a destra della sosta e spostarsi ancora a destra raggiungendo una fessura. Salire tutta la fessura; quindi per rampa in obliquo a sinistra puntando alla base di un diedro dove si sosta (2 chiodi). 40Mt., V, V+, IV, 1 chiodo.
6° tiro:
dritto, seguendo il diedro, sale la variante De Donà, VI.
Traversare orizzontalmente a destra per placca. Non andare oltre uno spigoletto, ma salire dritti in placca fino una cengetta. Seguendo delle fessurine si raggiungono rocce più facili. Obliquare verso sinistra fino una zona comoda dove attrezzare una sosta (friend+clessidra).
45 Mt., V, V-, IV+, 3 chiodi, 1 clessidra con cordone.
7° tiro:
dritti fin sotto un primo tettino che si aggira a destra per raggiungerne un'altro (2 chiodi). Salire verso sinistra passando a sinistra di un grosso tetto giallo/nero. Proseguire per roccia molto articolata andando fino alla base di un muro verticale dove si sosta (2 clessidre con cordoni). 40 Mt., III+, IV, 1 clessidra con cordone, 1 sosta intermedia (2 chiodi).
8° tiro:
traversare a sinistra ad uno spuntone. Salire ora verticalmente per placca manigliata e poi per facile canalino fin sotto un nuovo salto (attenzione a non andare troppo a destra) dove si sosta (2 clessidre con cordone). 45 Mt., IV+, III.
9° tiro:
superare il breve colatoio nero e poi proseguire su terreno appoggiato puntando alla base de pilastrino finale. Effettuare una spaccata portandosi sul lato del pilastrino e sostare (clessidra senza niente). 45 Mt., IV, II.
10° tiro:
dritti seguendo lo spigoletto poi, per rocce più semplici, raggiungere la cresta sulla sinistra. Sosta da attrezzare (spuntoni).
Dovrebbe essere possibile aggirare sulla destra, con difficoltà inferiori, tutto il pilastrino finale.
40 Mt., IV, II.
Seguire la cresta verso destra (sud) raggiungendo, in pochi minuti, la vetta dove è situata una struttura metallica con campana.
Discesa
Dalla vetta si scende lungo la via Normale (bolli rossi) portandosi sul versante sud. Si arriva al Passo del Mulàz (2619 Mt.); poco prima del passo, con una brevissima deviazione, si può passare dall'omonimo rifugio (sent. n. 751). Scollinare a destra il passo e seguire lungamente l'evidente sentiero (n.710 “Quinto Scalet”). Ad un bivio a destra per Malga Venegiota (indicazioni), raccordandosi al sentiero seguito durante l'avvicinamento. Mediante questo si torna al parcheggio. |