Cime dei Mugoni/Cima Sud - Diedro Vinatzer

 
Zona montuosa Dolomiti - Gruppo del Catinaccio Località di partenza Passo di Costalunga - Vigo di Fassa (TN)
Quota partenza 1753 Mt. Quota di arrivo 2700 Mt. circa (2734 Mt. la vetta)
Dislivello totale +530 Mt. per il rif. Roda di Vael
+150 Mt. dal rif. Roda di Vael all'attacco
+270 Mt. la via (295 lo sviluppo)
Sentieri utilizzati n. 539, 549, 541, 551
Ore di salita 25' per il rif. Roda di Vael (con seggiovia)
40' dal rifugio all'attacco
6 h. la via
Ore di discesa 1 h. 15' dalla vetta al rif. Roda di Vael
1 h. 15' dal rifugio al Passo Costalunga
Esposizione Sud-est Giudizio sull'ascensione Molto bella
Data di uscita 9/07/2016 Difficoltà V, V+
Sass Balòss presenti
Luca.
Amici presenti
Claudia.
Condizioni climatiche, dei sentieri e della roccia

Bella giornata, serena e calda, ma all'ombra si teneva volentieri la felpetta. Il sentiero che conduce all'attacco è evidente e ben segnalato. La roccia in via varia da discreta a buona con dei tratti dove è addirittura ottima. Comunque è richiesta attenzione nel valutare le prese.

Eventuali pericoli
I soliti dell'arrampicata in ambiente. La discesa, seppur non difficile, e sempre molto esposta.
Presenza di acqua
No.
Punti di appoggio
Rifugio Paolina (2127 Mt. - 16 posti), rifugio Roda di Vael (2283 Mt. - 50 posti)
Materiale necessario oltre al tradizionale
Normale dotazione alpinistica. Portare una serie di friends (dal n. 0.3 al 3 Camalot. Volendo raddoppiare alcune misure tipo 0.5, 1 e 2). Cordini per poter utilizzare alcuni chiodi "fondi" e per attrezzare le soste. Martello e chiodi non indispensabili ma potrebbero essere utili per rinforzare alcune soste che sono tutte su vecchi chiodi (ma attualmente ancora in buono stato).
Caratteristiche dell'arrampicata

Descrizione generale
Le Cime dei Mugoni non sono di sicuro tra le vette più famose delle dolomiti. Negli anni molti alpinisti si cimentarono sulle loro pareti ma questi itinerari sono quasi tutti caduti nel dimenticatoio. Forse gli unici a venire raramente percorsi sono le vie Vinatzer e Eisenstecken e, tra le due, la Vinatzer è quella sicuramente più popolare. Itinerario dalla logica impeccabile, segue un lineare ed evidentissimo diedro giallo, aperto da Gian Battista Vinatzer e Vinzenz Peristi il 9 settembre 1935. Arrampicata libera estrema per l'epoca, sicuramente più abbordabile ai nostri giorni, ma comunque da non sottovalutare per la qualità della roccia che, in alcuni punti, richiede una certa esperienza e per la chiodatura, sicuramente non abbondante, con alcuni passaggi non integrabili con protezioni veloci.
Sicuramente una via da consigliare a chi ama le salite in diedro e non pretende roccia "marmorea" dall'inizio alla fine.
Nel 2006 una frana ha interessato il quinto tiro e si trovano ancora delle prese instabili.
Attacco, descrizione della via
Per raggiungere il rifugio Roda di Vael ci sono due possibilità. La prima è quella di parcheggiare al Passo Costalunga (1753 Mt.) e imboccare il sentiero n. 548 poco prima di arrivare al passo salendo dalla Val di Fassa (1 h. 15'). La seconda possibilità, sicuramente più comoda e veloce, è quella di parcheggiare a Carezza (1 Km. dal Passo di Costalunga in direzione di Bolzano, 1620 Mt.) e salire mediante una comoda seggiovia al rifugio Paolina (2127 Mt.) dal quale, seguendo i sentieri n. 539 e 549, è possibile raggiungere il rifugio Roda di Vael (2283 Mt.) in soli 25 minuti.
Dal rifugio Roda di Vael imboccare il sentiero n. 541 in direzione del Passo delle Cigolade. Al bivio per il Passo del Vaiolon continuare sempre verso il Passo delle Cigolade giungendo in breve sotto la verticale dell'evidente e inconfondibile diedro dove corre la via Vinatzer. Restare sul sentiero portandosi circa 30 metri più a destra del diedro fino ad individuare un secondo diedro, meno marcato, con roccia gialla. Si attacca 5-7 metri a sinistra di quest'ultimo.

1° tiro:
alzarsi 4 metri e iniziare un lungo traverso ascendente verso sinistra. Attenzione a non alzarsi troppo. Verso la fine del tiro non seguire un diedrino erboso che sale ma traversare ancora a sinistra (sembra più difficile di quello che è) raggiungendo così la sosta (3 chiodi+cordino). 50 Mt., IV-, III, IV-, 3 chiodi.

2° tiro:
alzarsi nel diedrino e uscire a sinistra. Superare una breve placchetta e immettersi nel canalino che porta alla base del diedro dove si sosta (2 chiodi). 30 Mt., III.

3° tiro:
seguire il diedro con bella arrampicata in spaccata superando, verso la fine, un passo un po' ostico. Poi si raggiuge facilmente la sosta (3 chiodi+cordino). 40 Mt., V, V+, 5 chiodi.

4° tiro:
a destra nel camino/canale un po' umido e con roccia apparentemente insicura. Si passa sotto un primo strapiombino verso destra e, raggiunto il secondo, si esce seguendo la bella fessura di sinistra. Si continua più facilmente fino alla sosta (2 chiodi).
30 Mt., V-, V, IV-, 1 chiodo, 1 friend incastrato.

5° tiro:
questo tratto è stato interessato da una frana avvenuta nel 2006 e forse da alcuni cedimenti successivi. Il nuovo percorso traversa a destra raggiungendo un grosso lamone, lo si rimonta e si segue la soprastante lama gialla per soli 2 o 3 metri. Si traversa quindi a sinistra riportandosi sopra la sosta e riprendendo il diedro oltre il punto della frana. Si segue il diedro fino alla sosta (2 chiodi+2 chiodi).
Tiro protetto male e non integrabile a dovere. Sul traverso per rientrare nel diedro (tra l'altro con roccia delicata) si rischia un bel volo. Noi consigliamo, dalla sosta, di salire direttamente la gialla fessura interessata dalla frana. A occhio VI/VI+ ma tranquillamente proteggibile/azzerabile con friends n.2 e 3 Camalot. 25 Mt., IV-, V+, 4 chiodi.

6° tiro:
lunghezza spettacolare per la continuità delle difficoltà e la qualità della roccia. Una delle più belle, in diedro, che abbiamo percorso. Seguire ininterrottamente il diedro fino alla sosta (2 chiodi).
40 Mt., V, IV, 4/5 chiodi, 1 sosta intermedia (2 chiodi+masso incastrato+cordoni), 1 masso incastrato con cordino.

7° tiro:
seguire il diedro fino al suo termine e il successivo canalino che si sposta verso destra. Giunti alla base della fessura/diedro spostarsi a destra e sostare (1 clessidra con cordino+1 chiodo). 20 Mt., IV+, III, 1 sosta intermedia (2 chiodi+cordini).

8° tiro:
tornare a sinistra e salire la fessura/diedro che poi diviene canale. Lo si segue fino al suo termine e si supera lo strapiombino che lo chiude raggiungendo così il facile pendio detritico finale. Continuare fino a quando si riesce ad attrezzare una sosta (friends o spuntone).
60 Mt., V-, IV, IV+, I, 1 chiodo.
Discesa
Salire slegati (I) per pochi metri su sfasciumi ed erba fino a raggiungere la cresta.
Non proseguire verso la vetta ma attraversare il pendio detritico verso ovest abbassandosi leggermente (vaga traccia e alcuni ometti un po' malconci). Quasi alla fine del versante ovest si incontra la Normale che sale alla cima principale dei Mugoni (traccia e ometti leggermente migliori). Seguirla in discesa con passaggi mai difficili (I, II, roccia buona) ma sempre in massima esposizione. In alcuni tratti il percorso non è obbligato e si possono superare dei tratti più ripidi sia a sinistra che a destra. Raggiunto il sentiero n. 551 lo si segue verso sinistra ritornando al rifugio Roda di Vael e successivamente alla macchina mediante il percorso seguito durante l'avvicinamento.

Commenti vari

Piccolo aneddoto che abbiamo vissuto personalmente chiedendo informazioni riguardo alla salita (lasciamo l'interlocutore anonimo):
Sassbaloss: "ciao, com'è la Vinatzer ai Mugoni?"
Interlocutore: "ormai non la fa più nessuno, è marcia e, non essendo ripetuta, è pure sporca."
Sassbaloss: "ma sai dirmi se è fattibile fare l'attacco diretto sotto al diedro o conviene prenderla da destra seguendo la rampa più facile?"
Interlocutore: "guarda settimana scorsa una cordata si è calata dalla seconda sosta dicendo che è troppo marcia."
Nostre considerazioni:
una via a torto poco percorsa forse proprio perchè ha la fama di avere roccia marcia. Non è assolutamente così e non fatevi impressionare da quello che si legge o sente in giro! Ovviamente non aspettatevi roccia marmorea (se non a tratti, stupendo il sesto tiro) ma chi ha una certa esperienza sulle grandi classiche dolomitiche non dovrebbe avere nessun problema. Di certo le prime due lunghezze non fanno una bella impressione, ma una volta entrati nel diedro tutto cambia. Assolutamente consigliata.

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Il lungo traverso ascendente verso sinistra del primo tiro

Terza lunghezza

   

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Claudia sull'ostico passaggio prima della terza sosta

 Il canale/camino poco invitante all'inizio del quarto tiro

   

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Verso la fine del quarto tiro

Claudia sulla quinta lunghezza

 

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Luca sullo spettacolare sesto tiro

Claudia quasi alla sesta sosta
   
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Settima lunghezza Cima Mugoni col tracciato del Diedro Vinatzer
 
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