Descrizione generale
Le Cime dei Mugoni non sono di sicuro tra le vette più famose delle dolomiti. Negli anni molti alpinisti si cimentarono sulle loro pareti ma questi itinerari sono quasi tutti caduti nel dimenticatoio. Forse gli unici a venire raramente percorsi sono le vie Vinatzer e Eisenstecken e, tra le due, la Vinatzer è quella sicuramente più popolare. Itinerario dalla logica impeccabile, segue un lineare ed evidentissimo diedro giallo, aperto da Gian Battista Vinatzer e Vinzenz Peristi il 9 settembre 1935. Arrampicata libera estrema per l'epoca, sicuramente più abbordabile ai nostri giorni, ma comunque da non sottovalutare per la qualità della roccia che, in alcuni punti, richiede una certa esperienza e per la chiodatura, sicuramente non abbondante, con alcuni passaggi non integrabili con protezioni veloci.
Sicuramente una via da consigliare a chi ama le salite in diedro e non pretende roccia "marmorea" dall'inizio alla fine.
Nel 2006 una frana ha interessato il quinto tiro e si trovano ancora delle prese instabili.
Attacco, descrizione della via
Per raggiungere il rifugio Roda di Vael ci sono due possibilità. La prima è quella di parcheggiare al Passo Costalunga (1753 Mt.) e imboccare il sentiero n. 548 poco prima di arrivare
al passo salendo dalla Val di Fassa (1 h. 15'). La seconda
possibilità, sicuramente più comoda e veloce, è quella di
parcheggiare a Carezza (1 Km. dal Passo di Costalunga in direzione di Bolzano, 1620 Mt.) e salire mediante una comoda seggiovia al
rifugio Paolina (2127 Mt.) dal quale, seguendo i sentieri n. 539
e 549, è possibile raggiungere il
rifugio Roda di Vael (2283 Mt.) in soli 25 minuti.
Dal rifugio Roda di Vael imboccare il sentiero n. 541 in direzione del Passo delle Cigolade. Al bivio per il Passo del Vaiolon continuare sempre verso il Passo delle Cigolade giungendo in breve sotto la verticale dell'evidente e inconfondibile diedro dove corre la via Vinatzer. Restare sul sentiero portandosi circa 30 metri più a destra del diedro fino ad individuare un secondo diedro, meno marcato, con roccia gialla. Si attacca 5-7 metri a sinistra di quest'ultimo.
1° tiro:
alzarsi 4 metri e iniziare un lungo traverso ascendente verso sinistra. Attenzione a non alzarsi troppo. Verso la fine del tiro non seguire un diedrino erboso che sale ma traversare ancora a sinistra (sembra più difficile di quello che è) raggiungendo così la sosta (3 chiodi+cordino). 50 Mt., IV-, III, IV-, 3 chiodi.
2° tiro:
alzarsi nel diedrino e uscire a sinistra. Superare una breve placchetta e immettersi nel canalino che porta alla base del diedro dove si sosta (2 chiodi). 30 Mt., III.
3° tiro:
seguire il diedro con bella arrampicata in spaccata superando, verso la fine, un passo un po' ostico. Poi si raggiuge facilmente la sosta (3 chiodi+cordino).
40 Mt., V, V+, 5 chiodi.
4° tiro:
a destra nel camino/canale un po' umido e con roccia apparentemente insicura. Si passa sotto un primo strapiombino verso destra e, raggiunto il secondo, si esce seguendo la bella fessura di sinistra. Si continua più facilmente fino alla sosta (2 chiodi).
30 Mt., V-, V, IV-, 1 chiodo, 1 friend incastrato.
5° tiro:
questo tratto è stato interessato da una frana avvenuta nel 2006 e forse da alcuni cedimenti successivi. Il nuovo percorso traversa a destra raggiungendo un grosso lamone, lo si rimonta e si segue la soprastante lama gialla per soli 2 o 3 metri. Si traversa quindi a sinistra riportandosi sopra la sosta e riprendendo il diedro oltre il punto della frana. Si segue il diedro fino alla sosta (2 chiodi+2 chiodi).
Tiro protetto male e non integrabile a dovere. Sul traverso per rientrare nel diedro (tra l'altro con roccia delicata) si rischia un bel volo. Noi consigliamo, dalla sosta, di salire direttamente la gialla fessura interessata dalla frana. A occhio VI/VI+ ma tranquillamente proteggibile/azzerabile con friends n.2 e 3 Camalot. 25 Mt., IV-, V+, 4 chiodi.
6° tiro:
lunghezza spettacolare per la continuità delle difficoltà e la qualità della roccia. Una delle più belle, in diedro, che abbiamo percorso. Seguire ininterrottamente il diedro fino alla sosta (2 chiodi).
40 Mt., V, IV, 4/5 chiodi, 1 sosta intermedia (2 chiodi+masso incastrato+cordoni), 1 masso incastrato con cordino.
7° tiro:
seguire il diedro fino al suo termine e il successivo canalino che si sposta verso destra. Giunti alla base della fessura/diedro spostarsi a destra e sostare (1 clessidra con cordino+1 chiodo).
20 Mt., IV+, III, 1 sosta intermedia (2 chiodi+cordini).
8° tiro:
tornare a sinistra e salire la fessura/diedro che poi diviene canale. Lo si segue fino al suo termine e si supera lo strapiombino che lo chiude raggiungendo così il facile pendio detritico finale. Continuare fino a quando si riesce ad attrezzare una sosta (friends o spuntone).
60 Mt., V-, IV, IV+, I, 1 chiodo.
Discesa
Salire slegati (I) per pochi metri su sfasciumi ed erba fino a raggiungere la cresta.
Non proseguire verso la vetta ma attraversare il pendio detritico verso ovest abbassandosi leggermente (vaga traccia e alcuni ometti un po' malconci). Quasi alla fine del versante ovest si incontra la Normale che sale alla cima principale dei Mugoni (traccia e ometti leggermente migliori). Seguirla in discesa con passaggi mai difficili (I, II, roccia buona) ma sempre in massima esposizione. In alcuni tratti il percorso non è obbligato e si possono superare dei tratti più ripidi sia a sinistra che a destra. Raggiunto il sentiero n. 551 lo si segue verso sinistra ritornando al rifugio Roda di Vael e successivamente alla macchina mediante il percorso
seguito durante l'avvicinamento. |