Monte Sasso

 
Zona montuosa Alpi Orobie Località di partenza Carona (BG)
Quota partenza 1150 Mt. Quota di arrivo 2382 Mt.
Dislivello totale 1300 Mt. con i saliscendi Sentieri utilizzati n. 210, 208, 224, 246, 225
Ore di salita 2 h. 45'
Ore di discesa 3 h. 30'
Data di uscita 08/07/2023 Giudizio sull'escursione Bella
Sass Balòss presenti Omar Difficoltà EE
Condizioni climatiche e dei sentieri

Ottime condizioni meteo. Sentieri ben segnalati e frequentati lungo l'intero percorso, ad esclusione della cresta che dal Passo Selletta porta sulla cima del Monte Sasso: qui si rinviene una timida traccetta che corre sul sottile filo di cresta ad anche alcuni bolli rossi, sempre confortanti e di aiuto.

Eventuali pericoli
Un pochino di attenzione lungo la suddetta cresta che risulta molto sottile e su roccia che tende a sfaldarsi, ma certamente non difficile.
Presenza di acqua
Possiamo rifornirci di acqua presso una fresca fontana a Pagliari, dopo circa 15 minuti dalla partenza. Poco oltre ci imbattiamo in una baita alla cui sinistra c'è una seconda fontana. Acqua ne troveremo poi poco prima del rifugio privato Il Baitone. Ovviamente al rifugio Longo possiamo fare altra scorta. Poi dovremo attendere di arrivare al rifugio Fratelli Calvi per trovare altra acqua, anche se scendendo dal Passo della Selletta verso quest'ultimo rifugio, attraverseremo il neo-nato fiume Brembo lungo la Val Camisana. Durante il ritorno passeremo nuovamente dalla baita con fontana e poi da Pagliari.
Punti di appoggio
Come già detto per i rifornimenti di acqua, passeremo dalle baite di Pagliari, dalla baita con fontana. Passiamo poi da una baita con bandiera, poco sopra il sentiero e poi dal rifugio Privato Il Baitone con piccolo ricovero sempre aperto. Arriveremo in zona Lago Rotondo, con una breve deviazione, dove si trova una baita. Eccoci poi al rifugio Longo. In discesa dal Passo della Selletta verso il rifugio Calvi, troveremo un paio di baite con stalla e ricoveri. Dopo il rifugio Calvi possiamo ripararci presso la casa dei guardiani della diga di Fregabolgia. Poco sotto la diga, troveremo una baita ristrutturata a poco distanza dal sentiero. In fine passeremo ancora dalla baita con fontana e da Pagliari.
Materiale necessario oltre al tradizionale
Nulla.
Caratteristiche dell'escursione

Descrizione generale
Tra la cima del Monte Aga e il pianoro della Baita dell'Armentaga, si sviluppa una lunga cresta con andamento Sud-Ovest. Tale cresta è divisibile in tre parti: la prima che parte dalla cima dell'Aga e arriva al Passo della Selletta, prevalentemente rocciosa e con un paio di interessanti sommità; la seconda parte, prevalemtemente erbosa, si sviluppa dal pianoro dell'Armentaga e sale fino alla cima del Monte Sasso; la terza, posta tra le prime due, corre tra il Passo della Selletta ed il nostro Monte Sasso, ed è costituita da parti rocciose e tratti erbosi. Questa parte della cresta è piuttosto sottile, a tratti molto, quasi pianeggiante, e non presenta difficoltà tecniche, solo roccia non sempre buona ed esposizione notevole, lame taglienti e placchette. Nel complesso, per affrontarla, occorre passo sicuro ed un minimo di capacità di muoversi su roccia e creste esposte. Il resto della camminata appare molto piacevole, specialmente il tratto che collega il Passo della Selletta con il rifugio Calvi, lungo il quale si attraversa la Val Camisana, particolarmente affascinante e dominata dalla bellissima mole del Pizzo del Diavolo di Tenda e dal Diavolino, solcata dal neo-nato fiume Brembo che qui si manifesta con cascatelle e pozze. L'escursione è adatta a qualunque buon camminatore, purchè abituato a percorrere crestine rocciose. Il nome Monte Sasso, non riconosciuto ufficialmente, pare derivare dal nome della sottostante valle ad Ovest, la Valle del Sasso.
Descrizione percorso
Giunti a Carona, in alta Val Brembana, prendete la direzione (ben indicata) per il parcheggio dei rifugi Longo e Calvi. Lungo la strada asfaltata arriverete al bivio per i rifugi stessi, oltre il quale non è più possibile proseguire in auto. Si inizia a camminare su ripido asfalto fino al bel borgo di Pagliari (10'). Da qui la strada, sebbene ampia, diviene ciottolata e cementata (sentiero n. 210), ma rimane comunque ripida. Passate le affascinanti cascate di Val Sambuzza (30' dal parcheggio) si prosegue fino ad un paio di ripidi tornanti per giungere ad una baita sul margine della strada con annessa fontanella. Andiamo oltre la casetta e con un altro tornante procediamo lungo la carrareccia. Ora la pendenza diminuisce e si inizia a camminare anche all'ombra di qualche pianta. Dopo circa 45' dalla partenza ci imbattiamo in un evidente cartello in legno (con indicazioni Rifugio Longo, sentiero 208) che ci invita ad abbandonare (finalmente...) la strada e deviare verso sinistra per entrare in un ripido bosco di abeti. In breve arriviamo sotto ad una baita privata e poco dopo al rifugio privato il Baitone (15' dalla deviazione). Il percorso è ora quasi pianeggiante e sbucherà su una ampia sterrata (sentiero n. 224) in mezzacosta con pendenza regolare, che in circa 40' sale verso il rifugio Longo. Dal rifugio si prosegue sulla sterrata fino al poco distante lago del Diavolo (15'). Da qui, attraversiamo la diga di sbarramento e portiamoci sotto i ripidi fianchi che scendono dalla sovrastante cresta proveniente dal Monte Aga. Saliamo tra balze erbose e pietraie. Man mano guadagnamo quota, sotto di noi ci appaiono il bel Lago del Diavolo ed il rifugio Longo. Alle nostre spalle vediamo la lunga dorsale che dal Passo di Cigola, corre verso la Cima di Venina ed il Monte Masoni. Nell'ultima parte della salita, la traccia si sposta decisamente verso sinistra, con un traverso meno ripido. A questo segue un ultimo tratto di ripida salita ed eccoci al valico del Passo della Selletta, a 2372 metri di quota. Ora non ci resta che proseguire verso destra lungo l'evidentissimo filo di cresta, segnato da alcuni bolli rossi. Questo appare fin da subito molto sottile e con un precipite versante destro, ossia quello che cade verso la Valle del Sasso, mentre quello verso sinistra (Val Camisana), è meno ripido e più erboso. Con una certa attenzione e passo sicuro ci avviamo verso la nostra vetta. In alcuni tratti la roccia della cresta risulta poco solida e con roccia a falde. Alterniamo tratti erbosi ad altri prettamente rocciosi; questi ultimi, sebbene privi di difficoltà, appaiono comunque esposti e delicati. A volte è possibile abbandonare il filo di cresta e appoggiare su uno o l'altro versante a seconda della situazione, come nel caso dell'aggiramento di un piccolo pinnacolo, ma in tal modo ci perdiamo parte del divertimento. È comunque possibile restare sempre fedeli al crinale. L'andamento del percorso è in continui saliscendi, mai faticosi e i tratti erbosi camminabili ci aiutano a rilassarci tra un punto roccioso e l'altro. Giunti sulla vetta del Monte Sasso, dopo 15 minuti dal passo, vi troviamo un piccolo ometto di sassi con un paletto di legno ed una fotografia.
Discesa
Ritorniamo al Passo della Selletta per poi discendere verso destra lungo il sentiero n. 246 per il rifugio Calvi. Scendiamo per ripidi prati. Arrivati ad una lunga stalla, andiamo verso sinistra, come da freccia. Bella la vista sul Pizzo Poris e sul Grabiasca, nonchè sull'accoppiata Diavolo e Diavolino di Tenda. Giungiamo poi ad una seconda stalla semi diroccata. Da qui ci inoltriamo più in profondità nel solco della Val Camisana, con davanti a noi una delle immagini più iconiche delle orobie bergamasche, ossia il piramidale Pizzo del Diavolo con il suo fratellino minore Diavolino, il tutto adornato dalle cascatelle formate dal fiume Brembo. Fiume che andiamo ad attraversare poco dopo, per portarci lentamente sul versante opposto della valle. Scendiamo per bel sentiero parallelelo al corso del fiume, ma più alto. Più avanti, pieghiamo verso sinistra ed entriamo in una valletta puntando ad una evidente baita di pietra e poi ad una seconda più in basso (Baita del Poris, 1838 Mt.). Tra le due baite dobbiamo attraversare uno spumeggiante corso d'acqua, con tanto di cascatelle e pozze, grazie ad un piccolo ponte di legno. Qui una palina ci segnala il Calvi a meno di mezz'ora di cammino (sentiero n. 225). Saliamo ora il versante della valle, con bella vista sul lungo percorso appena fatto scendendo dal Passo della Selletta. Superiamo il rudere di una baita, sempre in leggera salita. Eccoci ora davanti ad alcune placche rocciose appoggiate, lisciate dal lavoro di un antico ghiacciaio. Al culmine di queste rocce, ecco apparire un enorme ometto di sassi ed in lontananza, il rifugio Calvi. Proseguiamo fino alle rive del Lago Rotondo, dal quale in breve risaliamo fino al rifugio. Dopo una meritata pausa, riprendiamo la lunga discesa seguendo il sentiero n. 210 che in circa 2 ore ci riporta a Carona. Il tracciato passo alto sopra il Lago di Fregabolgia. Passa dalla diga del medesimo e poi dalla sottostante case dei guardiani. Da qui, dopo un breve tratto di sentiero nel bosco, prosegue su ampia sterrata in costante discesa, a tratti ripida. Superiamo il Lago del Prato  e più in basso la bella Cascata di Val Sambuzza. Eccoci poi all'abitato di Pagliari ed in ultimo a Carona.

Note
Come già detto, il nome Monte Sasso non è una denominazione ufficiale della cima salita, ma prende spunto dal nome della valle sottostante la cima stessa. Secondo qualcuno poi, la quota che viene riportata su alcune mappe è sbagliata in difetto, essendo troppo pochi 10 metri di differenza tra il passo della Selletta e la cima del Monte Sasso. Per raggiungere il rifugio Longo, possiamo anche restare sul sentiero n. 210 fino alla località Lago Rotondo e poi deviare verso sinistra e andare a percorrere l'ampia sterrata che sale al rifugio stesso (sentiero n. 224). La seconda fotografia che vedete sotto è stata scattata in una precedente escursione.
Commenti vari
Pare che fino a qualche tempo fa, sulla cima del Monte Sasso ci fosse una piccola statua della Madonna; io non l'ho trovata ed al suo posto ho visto solo un piccolo ometto di sassi con un paletto di legno ed una fotografia a ricordo di un ragazzo.
   
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Il Monte Sasso visto dal rifugio Longo Parte del tracciato visto dalla vetta del Monte Aga
   
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L'inizio della crestina per il Monte Sasso Si prosegue in cresta tra erba e roccette
   

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Un tratto riposante e camminabile Breve discesa con il minuscolo pinnacolo
   
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Tratto sottile su scaglie Sulla cima del Monte Sasso con Venina e Masoni a destra
   
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Diavolo e Diavolino dalla Val Camisana Il monte Sasso visto dalla zona del rifugio Calvi