Descrizione generale
Camminando
nella bellissima Conca dei Campelli, vi trovate circondati, almeno
verso Sud, dalle dolomitiche ed affascinanti cime di questo isolato
gruppo montuoso – dalle caratteristiche assolutamente dolomitiche – che pochissimo o nulla ha a che fare con il resto delle
Orobie. Partendo dal Passo di Baione, procedendo verso ovest, possiamo
osservare una lunga serie di cime più o meno aguzze, torrioni, guglie,
forcelle e sellette. In questa bella escursione andiamo a salire due
(ma potrebbero facilmente diventare tre, aggiungendo il Cimon della
Bagozza) di queste vette, con salita dal Passo di Baione e discesa dal
Passo delle Ortiche. Sebbene priva di vere difficoltà tecniche, la
camminata non è da sottovalutare ed è adatta a escursionisti esperti,
svolgendosi su terreni esposti, ripide balze erbose e tratti rocciosi.
Panorami molto belli.
Descrizione percorso
Da Schilpario, in Valle di Scalve, la più orientale ed isolata delle valli bergamasche, si prende la bella strada che conduce al Passo del Vivione. La
seguiamo in auto fino ad un piccolo spiazzo sulla destra, pochi
metri sotto il rifugio Cimon della Bagozza. Qui parcheggiamo ed
imbocchiamo il vicino sentiero n. 428 per il Passo dei Campelli.
In breve lasciamo alla nostra sinistra la deviazione che porterebbe al
vicino rifugio (meno di 200 Mt. di distanza su sentiero pianeggiante).
Altri cinque minuti di cammino ed usciamo anche dal bosco di abeti per
trovarci finalmente nella splendida conca dei Campelli. Ci guardiamo
attorno e vediamo alla nostra destra le dolomitiche cime del Cimon
della Bagozza, del Pizzo Camino, della Cima Mengol, del Corno Baione,
ecc. Dritti davanti a noi sono invece riconoscibili il Monte Campione
ed il Campioncino, separati da una profonda sella non praticabile. A
sinistra, si eleva benevolo il Monte Gardena e più ad ovest il Monte
Colli. Poche decine di metri ed incontriamo la deviazione per il
Gardena a sinistra. La oltrepassiamo e attraversiamo un piccolo
ponticello. Subito dopo ecco la deviazione a destra per il Passo di
Valzellazzo; ignoriamo anche questa per procedere dritti e tranquilli
sull'ampia traccia davanti a noi verso il Passo Campelli ed il rifugio
Campione, dati entrambi ad un'ora di cammino (cosa non possibile, visto
che il rifugio si trova oltre il passo...). Man mano che ci inoltriamo
nella conca, l'ambiente diviene sempre più piacevole ed affascinante:
le alte pareti rocciose che osserviamo ci sembrano sempre più vicine.
Un quarto d'ora dopo l'ultima palina, eccoci nei pressi della Madonnina
dei Campelli e ad una piccola croce in ferro sul bordo del sentiero.
Qui si trova anche una palina che segnala la deviazione per la Cima
della Bacchetta, a ben 5 ore di cammino. Davanti a noi ora si staglia
il Cimone della Bagozza con il suo imponente spigolo e il ripido
vallone che quando è innevato viene percorso da molti sci alpinisti. In meno di venti
minuti, il percorso ci conduce, senza sforzo, alla Baita Campelli. Da
qui, possiamo proseguire dritti con alcuni saliscendi, oppure deviare a
sinistra e con un giro in senso orario, salire direttamente al Passo
dei Campelli, ben visibile poco lontano. La pendenza come sempre è
modesta, ed in 15-20 minuti arriviamo al passo (1892 Mt.). Da
qui, dopo aver ammirato il panorama, scendiamo in territorio bresciano
lungo l'ampia sterrata. Dopo un paio di tornanti, eccoci ad una bacheca
di legno, qui abbandoniamo la sterrata per deviare verso destra e
seguire un sentierino (n. 81, direzione Bivacco Valbaione) che perde
ulteriore quota, passando sotto pendii rocciosi e pietrosi. Dopo pochi
minuti di discesa, riprendiamo a salire a mezza costa lungo un piccolo
ghiaione, a cui seguono alcuni saliscendi, fino ad arrivare all'imbocco
di un ampio vallone detritico che dobbiamo faticosamente risalire
seguendo i rari e spesso poco evidenti bolli bianco-rossi. Facciamo
attenzione all'instabilità del fondo. Il percoso alterna tratti molto
ripidi ad altri meno faticosi, ma comunque non riposanti. La salita ci
regala anche qualche tratto su elementari roccette piuttosto friabili.
Giunti in prossimità del Passo di Baione, compiamo un breve traverso
verso sinistra su esigua cengia. Giunti al passo, l'ambiente cambia
completamente: ci troviamo ora su ampi prati con la presenza di doline
e rocce affioranti. Bella vista sulla Cima della Bacchetta e sulla Cima
dei Landrinai. Alla nostra destra possiamo vedere i contrafforti della
Cima di Baione, alla quale abbiamo fatto un (fallito) tentativo di
salita. Dal passo seguiamo i bolli del sentiero n. 6 verso destra che
con andamento in saliscendi su terreno prevalentemente erboso ci
permette di riprendere fiato. Attraversiamo poi una pietria. Superiamo
un costone roccioso. Ci troviamo ora ai piedi di un ampio vallone
erboso che dobbiamo risalire tendendo verso sinistra nella parte
mediana di questo. Arriviamo ad una selletta con bollo n. 6 e
bella vista sulla zona di Lozio ed il fondovalle camuno. Segue un tratto
pianeggiante. In lontananza davanti a noi si vede la triangolare Cima
delle Casse Larghe con la crestina che andremo a salire più tardi. Noi
dobbiamo arrivare alla evidente sella alla base della cresta e che
divide la suddetta cima con la Cima Mengol. Poco dopo ci troviamo
davanti ad un ripido canalino da discendere con una certa attenzione, questo tratto è sconsigliabile ad escursionisti poco esperti.
Qualche bel passo di facile arrampicata in discesa ed eccoci alla base
del canalino. Poco più avanti la traccia discende da balze erbose e rocce affioranti molto ripide, ed occorre prestare la dovuta attenzione a non scivolare. Procediamo ora su traccia erbosa che taglia un ripido
valloncello erboso a cui segue una rampa pietrosa. Eccoci alla sella
tra la Cima Mengol e quella delle Casse Larghe. Andiamo decisamente a
destra per salire la Cima Mengol. Dinanzi a noi abbiamo la bella
piramide rocciosa che attraversiamo alla sua base su traccetta appena
visibile. Poi deviamo verso l'alto muovendoci su ripide balze erbose,
alternate a qualche elementare roccetta un poco esposta sul ripido
pendio sotto di noi. Aguzziamo la vista per individuare qualche raro e
ben mimentizzato ometto, oppure cercando di trovare le labili tracce dei
passaggi precedenti. Più in alto, omai in vista della croce, il terreno
diviene più roccioso. Ormai in cresta, tra blocchi e balze rocciose, la
seguiamo verso sinistra ed in breve ci troviamo davanti alla piccola
croce in ferro della vetta. Panorama mozzafiato. Ripercorriamo i passi
della salita fino alla sella con le Casse Larghe. Qui arrivati ci
troviamo davanti l'invitante crestina rocciosa che, più suggetiva che
difficile, possiamo risalire stando sul filo di essa. Per chi non se la
sentisse (max I grado), alla sinistra della cresta rocciosa, sale il
ripido sentiero erboso che porta facilmente in vetta. Noi abbiamo
seguito la cresta e non ce ne siamo pentiti, anzi, la salita è breve e
divertente, su placchette e gradoni rocciosi. Ultimi metri su erba ed
eccoci al piccolo ometto di vetta. Bellissima vista sul Cimon della
Bagozza e sulla Mengol appena salita.
Discesa
Dall'omino di vetta proseguiamo brevemente in cresta, fino a prendere
la traccia (segnata) che scende verso sinistra. Dopo una breve e facile
discesa, segue un mezzacosta, per poi riprendere la discesa. La
pendenza diviene in breve piuttosto notevole e così l'esposizione. Una
caduta qui sarebbe difficile da arrestare. Ai tratti di ripide e
scivolose balze erbose si alternano tratti su roccette affioranti,
altrettanto ripide e unte, spesso sporche di terriccio. Con una certa
apprensione arriviamo alla bocchetta (Passo delle Ortiche, 2292 Mt.) che divide la Cima di Casse Larghe
dal Cimon della Bagozza (salibile da qui in meno di mezz'ora). Dalla bocchetta
scendiamo verso destra nel ripido e tetro canalone (Canalone Bagozza) dominato dalla
slanciatissima Torre Nino, ben visibile davanti a noi. Dopo un centinaio
di metri percorsi su sfasciumi instabili, il canale si allarga e il terreno diviene più
agevole. Passiamo ora su ghiaia insidiosa e terreno sdrucciolevole. Più
in basso le pendenze si riducono ed il fondo diviene più agevole.
Scandiamo ora su pietraia mobile fatta da sassi piccoli che
ammorbidiscono i passi, fino a trasformare la camminata in una specia di sciata.
Giunti sul fondo del ghiaione segue una breve risalita su sentiero
pietroso e poi una comoda discesa tra arbusti fino al pittoresco
Laghetto dei Campelli (più una pozza che un vero laghetto..., 1680 metri di altezza). Da qui, dopo
aver ammirato il Cimon della Bagozza dal basso, risaliamo lungo un
breve boschetto fino ad arrivare al sentiero che percorre la Conca dei
Campelli (n. 417). Lo seguiamo verso sinistra, ripercorrendo i passi fatti
all'andata fino al rifugio Cimon della Bagozza e da qui all'auto.
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