Descrizione generale
Diverse guide d'arrampicata che riportano la relazione di "Luna Nascente" si limitano a dire che si tratta di una linea di salita stupenda.
Ritengono infatti che ulteriori commenti siano superflui, anzi,
che non sia possibile commentare con le parole la bellezza di
questa via.
L'itinerario è molto logico e regala certamente numerose soddisfazioni a chi lo ripercorre. Trattandosi di un'arrampicata in fessura la via risulta molto proteggibile con friend (e nut).
La seconda lunghezza è ben chiodata, nelle altre si trovano
pochi chiodi, e le ultime due si svolgono in placca e sono praticamente improteggibili. Tutte
le soste sono attrezzate con 2 o più chiodi, spesso già
collegati da cordini e a volte con la presenza di un anello per
la calata.
L'apertura della via risale al 3 settembre 1978 e i suoi apritori sono nomi ben noti... Antonio Boscacci, Mirella Ghezzi, Graziano Milani.
Attacco, descrizione della via
Raggiungere la frazione San Martino nel comune di Val Masino (SO). Superato il parcheggio all'inizio del paese (presente parchimetro per il ticket obbligatorio per posteggiare in Val di Mello) svoltare a sinistra in direzione dei bagni di Masino. Al secondo tornante proseguire verso destra (indicazioni per la Val di Mello) e percorre la stretta strada per circa 2 km sino ad un piazzale sterrato oltre il quale è impossibile proseguire in macchina
(attenzione, da quando la valle è stata dichiarata riserva
naturale è necessario munirsi del ticket per il posteggio € 5,00
- 80 posti auto al giorno. Dal 2014 divieto assoluto nei fine settimana, informarsi poichè queste norme sono soggette a variazioni).
Qui imboccare il sentiero che attraversa tutta la Val di Mello.
Superare la contrada "Cà di Carna" ed in corrispondenza del "Bidè della Contessa"
(una grossa e profonda pozza d'acqua posta in corrispondenza di un grande masso) prendere un sentiero sulla sinistra che conduce dapprima alla struttura "Sarcofago" e successivamente alla cascata delle Sponde del Qualido. Dopo aver attraversato il corso d'acqua il sentiero s'appresta a salire sino a raggiungere il grande bosco situato alla sommità della struttura denominata "Dimore degli Dei". Il sentierino si snoda ora lungo il bosco e conduce alla base dello "Scoglio della Metamorfosi".
Costeggiare la parete verso destra (viso a monte) sino a raggiungere un canale. Qui si noterà una grotta; l'attacco è alla sua destra in corrispondenza di una pianta.
Costeggiando la parete verso sinistra si va all'attacco de "Gli Oracoli di Ulisse".
1° tiro:
salire appena a destra della grotta puntando ad un piccola fessura obliqua dov'è presente un vecchio chiodo e poco più sopra un nut incastrato. Dopo aver vinto l'ostico passaggio
innalzarsi alcuni metri lungo un facile camino sino a raggiungere la sosta che si effettua su spuntone (cordini).
20 Mt., V, VII o VI e A1, V, 1 chiodo, 1 nut incastrato.
2° tiro:
dalla sosta portarsi nello stretto camino a sinistra formato da una grossa lama denominata "La Porta del Cielo". Non salire in verticale
perché si tratta della prima lunghezza di "Polimagò", ma
obliquare a destra fino a raggiungere un tetto sotto il quale
scorre una netta fessura. Con l'aiuto di quest'ultima traversare
a destra fino al termine del tetto, indi proseguire in verticale per
pochissimi metri raggiungendo così la sosta (2 chiodi). 20 Mt., V+, VII- o VI e A0, V+, 5 chiodi.
3° tiro:
salire in verticale lungo la fessura sino al suo termine, indi
traversare verso destra sino alla sosta (2 chiodi+cordini) che è posta su di un terrazzino in corrispondenza dello spigolo della parete. 40 Mt., V+, IV+, 1 chiodo, 1 dado incastrato.
4° tiro:
puntare a degli evidenti cordini posizionati qualche metro sopra la sosta, indi seguendo la fessura
obliquare verso destra per poi riprendere a salire fino alla sosta
(2 chiodi+cordini). 40 Mt., V+, VI,
cordini su spuntone, 1 clessidra, 1 chiodo.
5° tiro:
ancora lungo la fessura per qualche metro, poi si traversa a
destra passando sotto uno strapiombo ed infine si riprende a
salire in verticale sino alla sosta (2 chiodi+ cordini). 35 Mt., V+, VI-,
1 chiodo, 1 friend incastrato.
6° tiro:
seguire la fessura sino a quando è possibile traversare a sinistra
(puntare ai cordini a sinistra e non a quelli più alti). Scendere per qualche metro grazie ad una lama, aggirarla e risalire l'ampia fessura sino alla sosta
(2 chiodi). Quest'ultimo tratto (25 Mt. circa) è
proteggibile solo con friend grossi (4
o 5 Camalot).
Poco prima della sosta esce il famoso
traverso di "Polimagò".
45 Mt., VI, V+, V, 2 chiodi, 1 sosta intermedia
con cordini, 1 friend incastrato.
7° tiro:
seguire la fessura (che ad un certo punto diviene molto piccola) sino a raggiungere la sosta (3 chiodi) in corrispondenza di un alberello
rinsecchito (dal 2009 questo alberello non c'è più!). 50 Mt., IV+, V.
8° tiro:
da qui sono possibili 4 diverse uscite (vedi "note" a fine relazione). La più comune è la seguente:
seguire verso sinistra la vena bianca di quarzo fino ad incontrare una fessura leggermente obliqua verso destra. La si risale fin sotto il tettino dove si sosta (2 chiodi). 50 Mt., III+, IV+, V, 1 chiodo.
9° tiro:
spostarsi sulla placca a sinistra e salire in verticale sino ad incontrare terreno più semplice.
Obliquare poi a sinistra raggiungendo le piante sommitali dove si attrezza una sosta. 45 Mt., IV+, IV, III, II.
Discesa
Seguire la traccia di sentiero che sale lungo il bosco sino a raggiungere un terreno adagiato (attenzione a non uscire dalla traccia principale!) quindi imboccare il canale di discesa che è segnalato con dei grossi massi. Scendere facendo attenzione ai diversi passi esposti
ma mai difficili (alcuni anche su roccia) sino a pervenire all'attacco della via e da qui al parcheggio mediante il sentiero percorso durante l'avvicinamento. |