Monte Masoni e Cima di Venina  
Zona montuosa Alpi Orobie Località di partenza Carona (BG)
Quota partenza 1150 Mt. Quota di arrivo 2663 Mt. Monte Masoni
2624 Mt. Cima di Venina
Dislivello totale 1500 Mt. con i saliscendi Sentieri utilizzati n. 209, 254, 224, 210
Ore di salita 3h. per il Monte Masoni
30' per il successivo Monte Venina
Ore di discesa 3 h. 30'
Data di uscita 21/09/2019 Giudizio sull'escursione Bella
Sass Balòss presenti

Omar

Difficoltà EE
Condizioni climatiche e dei sentieri

Luminosissima giornata di fine estate. Temperature ideali e cieli tersi. Sentieri ben indicati fino al Lago Varobbio; da qui al Monte Masoni non esistono bolli o tracce evidenti. Dalla cima del Masoni alla Cima di Venina è presente un’evidente traccia. Da qui al rifugio Longo si cammina lungo un sentierino segnalato. Dal rifugio a Carona esiste una larga carrareccia.

Eventuali pericoli
Attenzione lungo il tratto privo di sentiero che dalla conca sotto al Passo di Publino, conduce sotto alla Bocchetta di Zerna: qui il terreno appare piuttosto instabile e, lungo la parte finale anche piuttosto ripido.
Presenza di acqua
Troverete acqua presso l’ultima baita della Valle Sambuzza, prima di iniziare la salita verso il Laghetto Verobbio. Successivamente ne troverete al rifugio Longo e più a valle presso una baita, poco prima di Pagliari. Anche a Pagliari esiste una fresca e bella fontana.
Punti di appoggio
Poco distante dal Lago Verobbio, con una deviazione di meno di 30 minuti, possiamo trovare riparo presso il Bivacco Pedrinelli. Scendendo dalla Cima di Venina, incontreremo un canale d’acqua quasi orizzontale, seguendolo, arriveremo ad una piccola ma utile galleria in caso di forte maltempo. Una volta arrivati al Lago del Diavolo, un minimo di riparo sarà possibile trovarlo presso le costruzioni della diga. Poco più a valle il comodo rifugio Longo ci potrà dare riparo e ristoro. Scendendo lungo il sentiero n. 210 troveremo alcune baite più o meno utili allo scopo.
Materiale necessario oltre al tradizionale
Nulla.
Caratteristiche dell'escursione

Descrizione generale
Il Monte Masoni, dalle bonarie ed erbose forme verso Sud, presenta un comodo e facile sentiero di salita che, poco prima del rifugio Longo, ne rimonta le ripide pendici suddette. Il suo versante Ovest, appare invece, pietroso e nella parte terminale roccioso. Proprio lungo questo versante, che domina il lago di Valsambuzza, esiste la possibilità di una via di salita non segnalata e raramente affrontata, tra pietraie, ghiaioni misti ad erba e qualche divertente salto roccioso mai difficile. Lungo quest’ultima possibilità si sviluppa la nostra camminata odierna. Dalla panoramicissima vetta del Masoni, tramite una comoda e larga dorsale pietrosa, dalle caratteristiche quasi lunari, è d’obbligo proseguire fino alla Cima di Venina e da qui scendere verso il Lago del Diavolo e da qui al rifugio Longo dal quale tornare comodamente alla partenza. Si compie in questo modo un lungo percorso ad anello in una zona sicuramente valida da un punto di vista paesaggistico, faunistico ed escursionistico.
Descrizione percorso
Da Carona, in alta Valle Brembana, saliamo verso il bel borgo di Pagliari, fatto da piccole ed addossate case di pietra scura, proseguiamo lungo il sentiero invernale che conduce al rifugio Calvi e dopo poche centinaia di metri da Pagliari, abbandoniamo questo sentiero per deviare improvvisamente a sinistra. Un piccolo cartello in legno indica la direzione per la Valle Sambuzza verso sinistra. Saliamo molto ripidamente in un bosco di frassini. Il sentiero è piuttosto accidentato, pietroso e ricco di ripidi tornantini. I bolli rossi sono appena stati pitturati e risultano ben visibili. Usciamo per un breve tratto dal bosco ed eccoci ad una prima baita. Transitiamo dietro di questa e riprendiamo la salita. Superiamo alcuni tralicci dell'alta tensione ed in breve, con pendenze meno elevate arriviamo ad una serie di isolate baitelle alla nostra sinistra, semi nascoste tra le piante. Scendiamo pochi metri fino ad arrivare al torrente che più in basso genera le belle cascate della Valle Sambuzza. Attraversiamo il torrente su un ponticello di legno. Riprendiamo a salire seguendo le evidenti indicazioni su una pianta e su una palina (Passo Publino, sentiero n. 209). Proseguiamo in un bel prato circondato da alberi, compiendo un giro in senso antiorario e passando nei pressi di un paio di incantevoli baite poco più in alto ai margini del prato stesso. Da qui andiamo verso sinistra ed in breve rientriamo nel bosco che ora è di abeti. Seguendo il sentiero guadagniamo lentamente quota. Passiamo da una grande stalla (Baitone Valle Sambuzza) presso la quale vi è una palina con alcune indicazioni. Noi andiamo a sinistra e saliamo regolarmente con un bel sentiero quasi rettilineo. Sotto di noi risulta ben visibile una grande baita. Entriamo ora nella parte mediana della Valle Sambuzza proseguendo lungo il comodo sentiero in mezzacosta. Ignoriamo il bivio per il Monte Chierico (ben visibile alla nostra sinistra in alto) e Foppolo per inoltrarci ulteriormente nella valle. Qui si trova una baita (Baita Cascina Vecchia) la lasciamo alla nostra destra ed iniziamo a camminare lungo ampi pascoli e prati, percorsi al centro da un allegro torrente che spesso si tuffa in piccoli salti. Più in lato la valle si apre improvvisamente lasciandosi ammirare in tutta la sua bellezza. Inizialmente, in lontananza risulta ben visibile solo la Cima di Valsumbuzza (quasi mai nominata sulle carte), posta ad Ovest del Passo di Publino. Passiamo una seconda Baita sul cui muro è dipinto il numero del sentiero 209. Poco oltre ecco il grande lago di Val Sambuzza (2085 Mt., 1 h. 30'), chiuso nella conca ai piedi del Monte Masoni. Al centro di questa è ben visibile il Passo di Publino, con alla sua destra il Pizzo Zerna e ancora più a destra l'imponente Monte Masoni, diviso dallo Zerna dalla Bocchetta omonima. Superiamo un baitello con il tetto di sassi, attraversiamo un ponticello di legno ed eccoci ad una bella baita, nei cui pressi si trova un tubicino da cui sgorga acqua. Ci troviamo ora sul versante opposto della valle, quello di sinistra per chi sale. Continuiamo a salire con regolarità su un comodo sentiero pietroso. Questo, più in alto inizia ad incrociare alcuni corsi d'acqua e poi ci regala vari tornanti grazie ai quali guadagniamo rapidamente quota. Ignoriamo il bivio per il sentiero 209A che conduce al Passo di Publino. Noi dobbiamo andare sotto alla Bocchetta di Zerna, ben visibile alla destra del Pizzo omonimo. Per arrivarci non esiste un sentiero e occorre improvvisare un percorso che tagli i ripidi pendii pietrosi che scendono dal versante Ovest del Monte Masoni, da qui non appena visibile. Possiamo anche arrivare sulle sponde del piccolo laghetto di Varobbio e da lì, spostarsi verso destra in mezzacosta fin sotto la bocchetta di Zerna. Facciamo attenzione all’itinerario da scegliere con cura, portandoci di volta in volta sul percorso migliore. Una volta giunti sotto la bocchetta, abbiamo ben visibile anche la croce sul Pizzo di Zerna. Continuiamo a spostarci verso destra passando ai piedi di alcune alte pareti rocciose ben articolate. Ormai giunti al termine della poca erba presente sotto le pareti, scegliamo una via verso sinistra che salga alla cresta sopra le nostre teste. Saliamo tra balze sassose, qualche facile roccetta e terreno friabile. La salita è ripida ma breve ed in pochi minuti eccoci sulla cresta che proviene dalla Bocchetta di Zerna. Il terreno ora è sicuro e facile. Pieghiamo a destra e risaliamo alcuni facili salti rocciosi, andando a cercare i passaggi più divertenti. Più avanti, la cresta lascia spazio ad una più agevole ed ampia costa pietrosa che risaliamo fino al cospetto della piccola croce di ferro del Monte Masoni. L’ambiente circostante è quasi lunare, fatto da aride pietraie dal colore rosso e grigio. Ampissimo il panorama che spazia dalle vette della Val Masino a quelle della Valle Seriana, dalle vicine cime della Valle Brembana e quelle della Valsassina. Dalla cima è ben evidente la successiva nostra meta: la Cima di Venina. Scendiamo lungo l’ampia dorsale sassosa che ci conduce senza difficoltà ad una bella sella pietrosa (dove spesso vi sono grandi gruppi di stambecchi). Da qui possiamo risalire facilmente la sommità davanti a noi, proseguendo lungo la dorsale, oppure scegliere di andare a destra e aggirare in mezzacosta la suddetta sommità, seguendo una bella traccia sul versante brembano. Nel primo caso, una volta arrivati sulla sommità di questa cima senza nome, la discendiamo fino alla sella successiva, alla quale arriva anche la traccia verso destra. Da qui, saliamo ora la successiva crestona sassosa, priva di difficoltà, fino alla vetta della Cima di Venina dove una piccola croce di legno ci aspetta.
Discesa
Dalla vetta, scendiamo verso il versante brembano senza un vero sentiero, fino ad incrociare il sentiero che taglia il pendio che stiamo affrontando e lo seguiamo verso sinistra. In breve arriviamo nei pressi della cresta che dalla Cima di Venina porta al passo omonimo. Senza fatiche e difficoltà arriviamo al passo, preceduto ad una profondissima placca rocciosa che cade verso il versante valtellinese. Dal Passo di Venina, ignorando l’evidente traccia che prosegue in cresta verso il Pizzo di Cigola, scendiamo verso il già visibile rifugio Longo. Il sentierino, fin troppo ricco di bolli e frecce, scende con vari ampi tornanti perdendo rapidamente quota. Attraversato un ruscello che scende da una scura rupe alla nostra destra, proseguiamo la discesa su terreno prevalentemente erboso, con tratti sassosi. Superiamo il rudere di una baita. Poco dopo, ecco che alla nostra sinistra si stacca una labile traccia nell’erba che, come indica una freccia metallica bianca e rossa, porta al sottostante rifugio Longo, passando prima dal Lago del Diavolo. Scendiamo rapidamente su ripide serpentine, fino ad arrivare ad un canale d’acqua che seguiamo verso sinistra camminando sulle sue pareti di cemento. Il canale procede praticamente pianeggiante. Arrivati ad una prima galleria, il corso d’acqua vi entra, mentre noi aggiriamo la galleria verso destra, per ricongiungerci poco oltre. Alla seconda galleria, una serie di blocchetti in cemento ci consente di entrare in galleria, camminando sopra il velo d’acqua. Segue anche una terza galleria che aggiriamo verso destra camminando su una cengia friabile. Continuiamo ora a scendere con scarsa pendenza fino ad un breve e facile tratto che corre sotto ad una fascia rocciosa. Qui si trova anche un cavo metallico, utile in caso di neve. Eccoci ora al termine del sentiero che ci conduce nei pressi della diga artificiale che crea il Lago del Diavolo, magnificamente adagiato ai piedi del Monte Aga e del Passo di Cigola. Seguiamo l’ampia sterrata verso destra scendendo in circa 20 minuti al rifugio Longo e da qui, sempre seguendo il tracciato n. 224, arriviamo alla pianeggiante zona del Lago del Prato dove incrociamo il sentiero n. 210 che in un’oretta ci porterà a Pagliari e da qui a Carona.

Note
Con il senno di poi, posso dire che sarebbe stato meglio salire verso il Passo della Manina, dal sentiero seguito in discesa. Ciò avrebbe fatto risparmiare tempo e strada e non sarebbe nemmeno stato necessario arrivare alla chiesetta, ci saremmo trovati già dopo la discesa dal passo stesso, nel punto in cui si torna a salire verso la Sella d'Asta, poco sotto la cima della Sponda Vaga. Oppure seguire il sentiero 307 che conduce direttamente al Passo della Manina, senza dover percorrere il lungo tratto della Valle del torrente Bondione e relativo traverso in quota verso il passo.
Commenti vari
È con rammarico e dispiacere che, scendendo dal Passo di Venina verso il rifugio Longo, ho notato la presenza di numerosissime scritte, frecce e bolli fatti con vernice spray, tracciati in malomodo, indicanti il tracciato del Trofeo Longo, spesso in punti assolutamente inutili e con dimensioni spropositate. Stesso danno l’ho visto anni fa lungo al salita al Monte Aga, all’interno del bellissimo e selvaggio vallone che porta alla cima di questa bella montagna.
   

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Il Monte Masoni a destra visto dalla Valsambuzza

Lungo la cresta per il Monte Masoni con il Pizzo di Zerna

   

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Dal Masoni verso il Venina

Omar alla croce del Monte Masoni

   

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La croce della Cima di Venina

Dalla Cima di Venina sguardo a ritroso verso il Masoni

   

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In discesa verso il Passo di Venina

Il Lago di Venina in Valtellina

   

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La Luna sorge dietro il Masoni

Il tratto lungo il canale verso il Lago del Diavolo