Marmolada/Punta Penia - Via Tomasson/Bettega/Zagonel

 
Zona montuosa Marmolada Località di partenza Fraz. Alba - Canazei (TN)
Quota partenza 1486 Mt. circa Quota di arrivo 3345 Mt.
Dislivello totale +530 Mt. dal parcheggio al rif. Contrin
+714 -80 Mt. dal rifugio all'attacco
+695 Mt. la via (1075 lo sviluppo)
Sentieri utilizzati n. 602, 606, 610
Ore di salita 1 h. 30' dal parcheggio al rif. Contrin
1 h. 45' dal rifugio all'attacco
9 h. la via
Ore di discesa 1 h. 30' dalla vetta alla forcella Marmolada
1 h. 30' dalla forcella al rif. Contrin
1h. dal rifugio al parcheggio
Esposizione Sud Giudizio sull'ascensione Bella
Data di uscita 17-18/08/2012 Difficoltà IV+, V
Sass Balòss presenti
Bertoldo.
Amici presenti
Ivan.
Condizioni climatiche, dei sentieri e della roccia

Giornata soleggiata dalle giuste temperature. I sentieri che si percorrono sono in ottimo stato e ben segnalati.
La roccia è in via alterna tratti buoni ad altri un po' delicati.

Eventuali pericoli
Soliti d'arrampicata in ambiente; prestare attenzione all'ultimo tratto molto soggetto a scariche di sassi.
Presenza di acqua

Al rifugio Contrin è presente una fontana.

Punti di appoggio
Rifugio Contrin (2016 Mt.), Bivacco Marco Dal Bianco (2730 Mt. - posto in corrispondenza del passo Ombretta), Capanna Punta Penia (3343 Mt. - posta a pochi metri dalla vetta).
Materiale necessario oltre al tradizionale

Solito materiale d'arrampicata. Portare friend, nut e cordini per integrare.

Caratteristiche dell'arrampicata

Descrizione generale
Grandioso itinerario salito il 1 luglio del 1901 da Beatrice Tomasson con le guide di Primiero Michele Bettega e Bortolo Zagonel.
La storia di questa impresa è cosa assai curiosa e per certi versi bizzarra. Il primo tassello a non combaciare è che questa salita è stata l'unica a non essere divulgata con la relazione dei primi salitori tant'è che la figura di Beatrice Tomasson (che Alessandro Gogna nel suo libro "Dolomiti e Calcari di NordEst" definisce "la Signora di Ferro") è un po' oscura.
La Tomasson nacque nell'estate del 1859 in Inghilterra (sul libretto guida di Bettaga è riportato "from Nottingham") ma all'età di vent'anni si trasferì in Prussia per lavorare come tutrice privata presso la famiglia nobile del generale Von Bulow e successivamente per il generale Von Knoblock.
L'interesse per l'alpinismo arrivò solo verso il 1890 ma fu una passione un po' anomala in quanto la Lady non era solita lasciare traccia su giornali o riviste delle sue salite e non faceva parte dell'Alpine Club di Londra. I genitori non appartenevano alla ricca borghesia e di certo non potevano aiutare la figlia nei lunghi viaggi in Italia. La Tomasson alloggiava sempre nei migliori alberghi e per la salita in Marmolada versò a Bettega 400 corone... vale a dire l'introito di un anno di una guida.
A dare una prima risposta al modo in cui la Tomasson era in grado di procurarsi il denaro fu Bepi Pellegrinon che nel 2001 nel suo libro "Salve... Regina - La Marmolada dei Pionieri" azzarda questa risposta:
"La Tomasson non fece mai cenno della sua attività alpinistica su riviste o giornali dell'epoca; spesso cambiava guida per non dare nell'occhio. E' probabile che facesse parte dei servizi segreti tedeschi di quel tempo, immessavi dai generali prussiani di cui era diventata amica. Una donna inglese, intelligente e libera, era l'ideale per raccogliere tutta una serie di notizie e informazioni su cosa stava maturando nelle vallate dolomitiche percorse allora da un confine importante anche sotto il profilo strategico in vista di un possibile conflitto che sarebbe appunto scoppiato nel 1914. La stessa scalata della Marmolada pare proprio un dovere, una verifica da compiere assolutamente, lungo una frontiera che vedrà poi confrontarsi gli uomini dell'una e dell'altra parte".
Una seconda risposta venne data poco tempo dopo da Hermann Reisach (co-autore del libro di Pellegrinon) in un articolo dell'Alpine Journal:
"At Burntwood Hall she was employed as private secretary with an income of about 150£ a year, compared to the the 450£ her brother earned as Chief Constable of Nottinghamshire. In this way she could pay her guides very generously for the Marmolada venture."
"A Burntwood Hall è stata assunta come segretaria privata con un reddito di circa 150£ l'anno, suo fratello, capo della polizia della contea di Nottingham guadagnava invece 450£ l'anno. In questo modo avrebbe potuto pagare le guide molto generosamente per l'impresa della Marmolada".
Nel 1900 la Tomasson salì a passo Ombretta con Luigi Rizzi e suo fratello Simone per valutare la possibilità di salire un nuovo itinerario. In quell'occasione Luigi Rizzi salì da solo sino alla prima terrazza per valutare se l'ascensione fosse possibile. Ridiscese arrampicando e propose alla Tomasson la salita per il giorno successivo. Il meteo peggiorò e la salita fu rinviata all'anno successivo siglando l'accordo con una stretta di mano. L'anno successivo Rizzi probabilmente chiese un compenso troppo alto e la "Lady di Ferro" andò a Cortina ad ingaggiare le migliori guide di inizio secolo: Pietro Dimai e Zaccaria Pompanin. Con le guide di Cortina venne effettuato un nuovo tentativo ma la Tomasson non fece parola dell'anno precedente e di Rizzi; forse per evitare di divulgare informazioni preziose. Alcuni strapiombi però obbligarono la cordata al dietro-front.
La Tomasson decise così di rivolgersi a Michele Bettega di Primiero e il 20 giugno del 1901 effettuò una prima ricognizione a passo Ombretta ma le condizioni della parete non erano delle migliori. Il 1 luglio del 1901 iniziò la scalata con Michele Bettega e Bortolo Zagonel ed in circa tre ore la cordata raggiunse la prima grande terrazza. L'ambiente si fece più severo e un'intuizione di Bettega (traversare ed abbassarsi per circa 20 Mt.) risultò essere la chiave della vittoria. La parte finale della salita fu condotta da Zagolen e seppure le difficoltà siano contenute, la cordata rallentò per via di una bufera. Alle 18.00, dopo 12 ore di scalata, i tre raggiunsero la vetta della Marmolada
dove brindarono con dello champagne portato in vetta per l'occasione da Agostino Sopperla e Nepomuceno Dal Buos (che salirono lungo il ghiacciaio).
Nonostante l'itinerario oggi sia molto ripetuto nulla va sottovalutato. La lunghezza è notevole e in Marmolada il meteo cambia velocemente.
Attacco, descrizione della via
Da Alba di Canazei seguire le indicazioni per la Funivia del Ciampac e la Val di Contrin lasciando la macchina nel parcheggio della funivia da dove parte una strada sterrata (sentiero n. 602) che conduce al Rifugio Contrin. Dal rifugio imboccare il sentiero n. 606 che sale verso la Forcella Marmolada lungo la Val Rosalia. A circa 2400 Mt., in corrispondenza di un bivio abbandonare il sentiero n. 606 e imboccare la traccia verso destra (sentiero n. 610) che sale in direzione del Passo Ombretta.
Raggiunto il passo abbassarsi per circa 80 Mt. in direzione del rifugio Falier dopodiché portarsi, tramite tracce poco evidenti, alla base della parete. L'attacco è situato all'inizio di una rampa che sale obliqua verso destra. Una targa commemorativa a nome di Gehrard Schneele darà la certezza del giusto attacco.

1° tiro:
salire in obliquo verso destra sino alla base di due camini verticali dove si trova la sosta (1 chiodo con cordino). 35 Mt., II, I.

2° tiro:
proseguire lungo il camino di sinistra (all'inizio più impegnativo) sino a raggiungere la sosta situata dopo un grosso masso incastrato (2 chiodi+cordino+anello di calata). 25 Mt., IV, IV+, 2 chiodi.

3° tiro:
continuare ancora lungo il camino superando un muretto verticale ed atletico. La sosta (3 chiodi+cordino+maglia rapida) si trova poco dopo sulla sinistra . 40 Mt., IV, IV+, 4 chiodi.

4° tiro:
superare la paretina sopra la sosta (non banale) indi piegare a destra e continuare lungo il camino sino alla sosta (2 chiodi+cordino) situata poco dopo un masso incastrato . 30 Mt., IV+, IV, IV+, 2 chiodi.

5° tiro:
ora il camino diviene più impegnativo. Proseguire in verticale sino a quando è possibile traversare verso destra su di un terrazzino in direzione di uno spigoletto. Qui superare una paretina con roccia molto delicata e ritornare poi a sinistra in direzione del camino. La sosta è situata poco dopo sulla sinistra (3 chiodi di cui 2 collegati con cordino). Con difficoltà simili è possibile rimanere sempre nel camino.
30 Mt., IV+, V, 7 chiodi (di cui 2 vicini), 1 clessidra.

6° tiro:
continuare lungo il camino sino alla sosta (3 chiodi di cui 2 collegati con cordino). 40 Mt., IV, 2 chiodi, 1 sosta intermedia (2 chiodi).

7° tiro:
proseguire in verticale sempre all'interno del camino dapprima stando sulla paretina di sinistra e poi rientrando a destra (tratto iniziale con roccia leggermente delicata). Sostare al termine del camino (2 chiodi). 30 Mt., V-, IV+, 5 chiodi.

8° tiro:
traversare verso sinistra in direzione della prima grande terrazza. Sosta da attrezzare su spuntone. 60 Mt., II, I, 1 chiodo con cordino.

9° tiro:
spostarsi a sinistra e superare una rampa obliqua verso sinistra che conduce ad una grande placca. Traversare a sinistra in direzione di una fessura e spostarsi a destra appena possibile. Superare la placca tendendo a sinistra sino alla sosta (2 chiodi). Allungare bene le protezioni. 50 Mt., III, IV, 2 chiodi.

10° tiro:
superare il muretto verticale sovrastante e piegare leggermente a destra sino alla sosta (2 chiodi+cordini). 15 Mt., IV, III, II.

11° tiro:
salire la rampa verso destra sino ad imboccare una fessura camino che sale dapprima verso sinistra e successivamente verso destra e che conduce ad una sosta (3 chiodi+cordino+moschettone di calata) posta alla base del sovrastante muro giallo.
40 Mt., III, IV, 1 chiodo, 1 masso incastrato con cordino.
Questa lunghezza e la successiva corrispondono al tracciato dei primi salitori. E' possibile evitarle salendo in obliquo verso destra (medesime difficoltà) sino alla sosta del 12° tiro.

12° tiro:
abbassarsi (attenzione roccia marcia - meglio farsi calare) per qualche metro sino a raggiungere la comoda cengia che verso destra conduce alla sosta (2 chiodi+cordini) alla base di un pilastrino addossato alla parete. 40 Mt., III, II, III.

13° tiro:
la via originale costeggia il pilastro abbassandosi per circa 20 Mt., oggi invece si è soliti salire lungo la fessura obliqua a sinistra della sosta sino a raggiungere il sovrastante camino all'interno del quale si sosta (2 chiodi). 40 Mt., IV+, IV, III, 5 chiodi.

14° tiro:
salire lungo il camino sino a raggiungere una spaccatura che consente di passare sul lato opposto del pilastro dove si trova la sosta (2 chiodi accoppiati+1 chiodo+1 masso incastrato il tutto collegato da un cordino con maglia rapida).
30 Mt., IV+, V, IV, 3 chiodi, 1 masso incastrato con cordone.

15° tiro:
abbassarsi mediante una calata in corda doppia per circa 15 Mt., raggiunta la cengia traversare verso destra (viso a monte) per circa 5 Mt. sino alla sosta (2 chiodi+cordino). Utile utilizzare un'unica corda per evitare l'incastro del nodo. 20 Mt., I.

16° tiro:
salire in verticale lungo la fessura sino a quando è possibile traversare a destra su difficoltà contenute aggirando uno spigolino. Sosta poco oltre (2 chiodi+cordino). 40 Mt., IV, 1 chiodo, 1 sosta intermedia (2 chiodi, situata in prossimità del traverso a destra).

17° tiro:
salire obliquando a destra sfruttando delle fessure. Poco prima di uscire sulla seconda grande terrazza traversare verso destra sino alla sosta (1 chiodo). 35 Mt., III, IV, 2 chiodi.

18° tiro:
uscire sulla terrazza e portarsi alla base della parete. Sosta da attrezzare su friend. 35 Mt., I.

19° tiro:
traversare verso destra in direzione del grande pilastro giallastro staccato alla base del quale si attrezza una sosta su friend. 35 Mt., I.

20° tiro:
aggirare verso destra il pilastro. Attrezzare una sosta su dei massi nei pressi dei posti di bivacco. 20 Mt., I.

21° tiro:
salire in verticale lungo l'evidente fessura/camino di destra fino a sostare (2 chiodi). 25 Mt., III, IV, 1 chiodo.

22° tiro:
salire in verticale sino ad una rampa fessurata che consente di obliquare a destra sino ad un terrazzino dove si trova la sosta (1 clessidra co cordino). 40 Mt., IV, IV+, III, 2 chiodi.

23° tiro:
rimontare la paretina a sinistra della sosta oltre la quale è ben evidente una fessura con erba (visibile un chiodo) che sale verso destra. E' possibile evitare la fessura continuando lungo il caminetto di sinistra e traversando ulteriormente verso sinistra. Una successiva paretina verticale consentirà poi di riportarsi a destra sino alla sosta (2 chiodi+cordino). 30 Mt., IV, IV+, III.

24° tiro:
alzarsi per circa 2 metri sopra la sosta. Spostarsi a sinistra per pochi metri e salire una bellissima placca sino al suo termine. Qui traversare verso destra (roccia delicata) sino alla sosta (2 chiodi) poco visibile. 50 Mt., II, III.

25° tiro:
aggirare lo spigolo a destra. Da qui è visibile l'anfiteatro terminale. Lungo il canale di destra (facile ma marcio) corre la via originale.
Salire in obliquo verso sinistra per circa 8-10 Mt. e proseguire poi in verticale per facili risalti cercando roccia buona ma rimanendo sempre sul versante sinistro dell'anfiteatro fino a sostare (2 chiodi+cordino). 60 Mt., II, III, 2 chiodi.

26° tiro:
salire in verticale puntando al sovrastante camino che si segue sino al termine delle corde. Sosta da attrezzare su friend.
60 Mt., II, III, 1 chiodo.

27° tiro:
proseguire per facili rocce obliquando leggermente a destra sino ad uscire in cresta dove si attrezza una sosta. 20 Mt., II, III.

Da qui proseguire in conserva lungo la cresta di sinistra (viso a monte) sino a raggiungere la vetta di Punta Penia (croce). 100 Mt., I, II.
Discesa
Dalla vetta raggiungere la Capanna Punta Penia e imboccare la traccia che scende in direzione della cresta ovest lungo la quale corre la ferrata che conduce alla Forcella Marmolada. Da qui mediante il sentiero n. 606 scendere in Val Rosalia e al rifugio Contrin.
Dal rifugio rientrare alla macchina percorrendo a ritroso il sentiero d'avvicinamento.
Dalla vetta è anche possibile scendere lungo il ghiacciaio della Marmolada fino a raggiungere il Pian dei Fiacconi. Da qui scendere mediante la cabinovia a Passo Fedaia. Questa soluzione però risulta essere molto scomoda per due motivi: la necessità di avere con sè i ramponi e la difficoltà di trovare un passaggio da Passo Fedaia ad Alba.

Note

Percorrere la via con condizioni meteorologiche perfette in quanto la seconda parte della via, in presenza di temporali, diviene molto pericolosa per la caduta di sassi ed eventuali depositi di neve.

Commenti vari

Presso la SAT di Trento è conservato il libretto guida di Michele Bettega all'interno del quale la Tomasson ha scritto:
"
First ascent of the Marmolata by the South (rock) Wall. The ascent was made (with Bortolo Zagonel as 2 nd guide) directly from Ombretta Pass, slightly to the east of the culmination of the Pass. The first two thirds of the way in my opinion is the most difficult that I had ever met in the Dolomites, requiring more strength, skill, endurance and courage than anything I know.
The remainder of the ascent would have been easier but for a storm of thunder, hail and snow, which made it more difficult and dangerous.
We were 12 hours on the rocks, descending by the Glacier to Fedaia, the last few hours were a test of endurance so we were all wet through on a high and very cold wind.
Bettega led for the first two thirds of the way and excelled even himself in every way, conquering apparently insuperable difficulties with this usual – unfailing - courage and skill".

“Prima ascensione della parete sud (di roccia) della Marmolada. La salita è stata compiuta (con Bortolo Zagonèl come seconda guida) direttamente dal Passo Ombretta, leggermente sulla destra rispetto alla sommità del passo. Secondo me i primi due terzi della salita sono il tratto più difficile che io abbia trovato in Dolomiti, in quanto richiedono più forza, abilità, costanza e coraggio di qualsiasi altra salita io conosca. Il resto dell’ascensione sarebbe stato più facile se non fosse scoppiata una bufera con fulmini, grandine e neve, che lo rese più difficile e pericoloso.
Rimanemmo 12 ore sulla roccia, discendendo per il ghiacciaio fino alla Fedaia; le ultime poche ore furono una vera prova di resistenza perché eravamo tutti fradici e schiaffeggiati da un vento forte e molto freddo.
Bettega stette in testa per due terzi della salita e fu veramente ottimo sotto ogni aspetto, perché seppe superare difficoltà apparentemente insormontabili con il solito immancabile coraggio e la sua abilità”.

Pubblicazioni

Questa relazione è stata inserita nella guida ARRAMPICARE Dolomiti nord-occidentali vol.1 edita da ViviDolomiti.
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Ivan sulla terza lunghezza Una serie di camini conduce alla prima grande terrazza
   
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Will Quinto tiro
   
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Sesto tiro Will sull'ultimo camino prima di uscire sulla terrazza
   
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Matteo e il caminetto del quattordicesimo tiro Vetta: stanchi ma felici
   
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La Nord Ovest del Civetta dalla vetta Tracciato della via sino alla seconda grande terrazza