Val Caldenave - Laghetti della Val d'Inferno

 
Zona montuosa Lagorai - Cima d'Asta Località di partenza Loc. Val Campelle, rif. Carlettini - Scurelle (TN)
Quota partenza 1380 Mt. Quota di arrivo 2015 Mt.
Dislivello totale

+700 Mt. circa

Sentieri utilizzati n. 332, 360, L37 (sentiero dei Zirmi), L31 (sentiero Nomadi)
Ore di salita 3 h. 15' Ore di discesa 2 h. 45'
Data di uscita 28/04/2012 Giudizio escursione Bella
Sass Balòss presenti Omar, Gölem Difficoltà E
Condizioni climatiche e dei sentieri
Giornata radiosa e tersa, ma condizionata, dal punto di vista escursionistico, dallo spesso manto di neve, fradicio e in scioglimento, sopra i 1700 metri di quota.
Eventuali pericoli
Nessuno.
Presenza di acqua
Ci sono torrenti e rivoli d'acqua ovunque.
Punti di appoggio

Rifugio Carlettini, alla partenza; rifugio Caldenave, dopo 1 h. 40'; bivacco Nassere, lungo la discesa sul sentiero Nomadi.

Materiale necessario oltre al tradizionale
Ghette per la neve alta, altrimenti nulla.
Caratteristiche dell'escursione

Descrizione generale
Bellissimo assaggio del gruppo del Lagorai. Escursione in una vallata dalla natura meravigliosa, tra cime di pietra, torrenti limpidi, torbiere, abetaie luminose, laghetti sparpagliati tra i larici.
Descrizione percorso
Dal rifugio Carlettini, ospitale alberghetto comodamente raggiungibile con una tortuosa e panoramica carrozzabile, si discende per trecento metri lungo la strada asfaltata, poi si piega a sinistra (indicazioni sentiero 332) iniziando ad addentrarsi nei primi pascoli della Val Caldenave, si transita a fianco di una colonia estiva, poi il sentiero acciottolato si infila nella foresta, affiancato dallo spumeggiante torrente Rio di Caserine. Dopo un tratto poco ripido un ponticello di legno fa attraversare il torrente portandoci dalla sponda opposta. Da qui in poco tempo si raggiunge Ponte Caldenave (1792 Mt.), dove inizia un ampio pianoro paludoso, solcato dalle acque dal corso serpeggiante del torrente, che qui è più lento e cristallino. L'ambiente è magnifico, si intravede a poche centinaia di metri di distanza il rifugio Caldenave, ma noi proseguiamo a risalire la valle mantenendoci alla sinistra del fiume, e ben presto si stacca sulla sinistra, quasi a gomito, il sentiero 360, che sale a zig-zag molti ripido tra abeti, poi larici e pini cembri (Zirmi, in lingua locale) che si fanno sempre più radi. I bolli rossi e bianchi del sentiero sono a volte difficili da individuare sui tronchi degli alberi, e in situazioni come la nostra con neve abbondante quelli tracciati sulle rocce in terra sono invisibili: inevitabile sbagliare spesso strada. Abbiamo proseguito con grande fatica la salita arrancando nella neve marcia e ripida fino alla vita, quando, passato da parecchio l'ultimo bollo visibile, siamo giunti ad un marcato ed evidente costone della montagna (pianeggiante, in questo tratto, 2015 Mt.), con una casupola (probabile ricovero di pastori) da cui è possibile vedere bene - dall'alto - i sottostanti laghetti della Val d'Inferno.
Lo stato della neve, e le incognite dei pezzi successivi del sentiero verso il Lago Nassare, ci hanno consigliato di tornare sui nostri passi, ridiscendendo al Ponte Caldenave. Da qui si ripercorre per 270 metri il sentiero fatto all'andata, poi a destra si trova una indicazione del sentiero L37 (o degli Zirmi) per la località Carlettini; lo imbocchiamo. Il sentiero è molto piacevole ed evidente, attraversa una bella e fresca foresta mantenendosi sempre alla quota costante di circa 1750 Mt., ben presto si trasforma in una traccia più larga, e poi in una strada forestale. La strada esce dal bosco e ai primi pascoli si nota in alto a destra una casa rivestita da tronchi di legno: è il bivacco Nassere, che offre riparo in una piccola e spartana stanza con soppalco, stufa, poche suppellettili, e una bella vista sulla catena del Lagorai. Nei pressi del bivacco, discende dall'alto il sentiero L31, attraversando la strada forestale da cui si proveniva. lo si segue in discesa perdendo rapidamente quota, le abetaie lasciano il posto ad un tratto disboscato, e nel giro di poco tempo si discende al rifugio Carlettini, da dove si era partiti.

Note

L'idea era di andare ai laghetti della Val d'Inferno, risalire al Lago Nassare, per poi andare a prendere (più in alto di quanto non abbiamo poi fatto) il sentiero Nomadi, da usare per la discesa. La neve abbondantissima, sicuramente anomala a primavera così inoltrata, ha reso la salita degli ultimi 200 metri di quota durissimi, da qui la rinuncia a proseguire il giro. Ne è uscita comunque una gran bella escursione, il tutto ha confermato in noi la convinzione che il Lagorai merita senz'altro un'altra visitina.

Commenti vari
Il gruppo dei Lagorai si discosta dai classici ambienti dolomitici trentini per la roccia, più simile al granito che non al calcare della dolomia, e per la bassissima frequentazione. Non ci sono valichi con chiassosi motociclisti e turisti in gita, niente impianti, e le vallate più selvagge e i poggi più pittoreschi si conquistano solo con del sano sudore, ripagato da viste bellissime, gentili e severe al tempo stesso, e - altra differenza dalle Dolomiti - ricche di acqua, sotto forma di laghi e fiumi.

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Omar
Lentamente si avanza tra la neve
   
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Giornata stupenda
Corso d'acqua
   
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Omar
La stupenda vallata
   
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Sassi Balossi
   
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Rilievi GPS
   

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