Descrizione generale
I monti che circondano il lago artificiale e quello naturale del
Barbellino sono sicuramente tra i più belli delle Orobie bergamasche.
Alcune di queste cime sono piuttosto frequentate e conosciute (Monte
Recastello, Pizzo Strinato, Monte Gleno, Pizzo del Diavolo di Malgina,
Monte Torena, ecc.), altre sono decisamente meno frequentate e
pochissimo conosciute; tra queste possiamo tranquillamente mettere la
Cima del Lago Gelt o meglio le cime, visto che questa poco pronunciata
montagna presenta due distinte vette, separate da una stretta selletta:
quella sud, di poco più alta e quella nord (di 2768 Mt. di quota). Il
percorso proposto consente di salire al Lago Naturale del Barbellino,
proseguire fino al Passo di Caronella, raggiungere la più alta delle
due cime Gelt lungo una breve ma un poco impegnativa cresta rocciosa,
scendere al curioso Lago Gelt (da cui il nome della montagna) e
proseguire fino al Lago di Malgina, per poi ricongiungersi al percorso
fatto in salita, poco a valle del Lago Naturale del Barbellino.
L'intero itinerario richiede una discreta preparazione fisica (servono
circa 9 ore per completare il giro, con oltre 1900 metri di
dislivello), ma se si esclude l'evitabile salita alla vetta, non
presenta nessuna difficoltà, né pericolo. Inoltre l'ambiente, severo e
affascinante, consente di godere bellissime sensazioni.
Descrizione percorso
Da Valbondione, in alta Valle Seriana, si sale lungo l'ampio e sterrato
sentiero 305 che in meno di 2 ore porta al rifugio Antonio Curò.
Inizialmente si cammina nel bosco, poi, sempre su comodo e ampio
sentiero, si fuoriesce da questo per iniziare un lungo tratto tra
prati. Il percorso taglia i ripidi pendii che scendono dall'alta
vallata in cui siamo immersi. La zona del rifugio è ben presto
visibile, poco a destra del salto delle cascate del fiume Serio (aperte
varie volte durante l'anno, quando vengono rilasciate per alcuni minuti
le acqua imprigionate nel bacino artificiale del Lago Barbellino), ma
il tragitto è ancora lungo, anche se non faticoso e compie un ampio
giro verso destra per poi tornare a sinistra, passare lungo una comoda
ed ampia cengia tagliata nella roccia verticale del Monte Verme e
quindi arrivare alle soglie del rifugio Curò (1915 Mt.) da poco
affiancato dall'ostello Barbellino. Il rifugio è posto sopra il
bellissimo invaso artificiale del Barbellino, dal colore turchese
intenso. Seguiamo ora la pianeggiante e comoda strada sterrata militare
che costeggia il lago sul lato destro (per chi sale) e porta in circa 1
ora al lago Naturale del Barbellino dove si trova il rifugio Barbellino
(2130 Mt.). Da qui una palina in legno ci indica varie mete: destra per
il Pizzo Strinato, sinistra per il Passo di Caronella ed il Passo del
Serio ed il Monte Torena. Seguiamo quindi verso sinistra, salendo
decisamente per prati e pascoli. Evitiamo la traccia più bassa che
conduce al lago naturale del Barbellino e si porta verso il Passo
Grasso di Pila. Dopo un breve tratto più ripido, il tracciato si dirige
verso nord e segue una bella terrazza erbosa con andamento
pianeggiante, parallelo al sottostante Lago del barbellino. Sopra do
noi si vedono tre alti tralicci dell'energia. Poco più avanti inizia
una tranquilla serie di tornanti molto dolci e poco faticosi. Man mano
si sale, l'erba tende a diminuire ed aumentano i tratti pietrosi.
Lasciamo alla nostra destra il percorso per il Passo del Serio, le
sorgenti dell'omonimo fiume e le Cime di Caronella. Proseguiamo dritti
verso il Passo di Caronella. Ora siamo molto vicini alla linea di
alcuni tralicci dell'energia elettrica che sale al passo. Giunti
all'inizio di un valloncello roccioso, ecco che termina improvvisamente
l'erba. Ci dirigiamo verso il valloncello e subito lo attraversiamo
verso sinistra. Superiamo un traliccio elettrico e poi poco più in alto
un secondo. Eccoci ora, improvvisamente, davanti al bivacco AES (Gruppo
Escursionisti di Sforzatica) in pietra. Siamo a 2591 metri di quota.
Proseguiamo oltre il ricovero e in breve arriviamo in una conca alla
cui destra sorge il rifugio AEM (chiuso e privato), posto nei pressi di
un laghetto (Lago della Cima, 2606 Mt.). Sopra rifugio si innalza la
cresta che sale alle Cime di Caronella. Qui si trova il Passo di
Caronella (2612 Mt. di quota; 3h 30' - 4 h dalla partenza). Alla
sinistra del passo si innalzano le due vette della Cima di Lago Gelt,
più a sinistra la Cima Sud e più a destra quella Nord. Sotto di esse si
estende una grossa pietraia fatta da grandi blocchi di pietra rugosa e
scura. Numerosi ed evidenti segnali ci indicano la via per il Lago di
Malgina. Risaliamo quindi la pietraia, restandone al suo margine
destro. Il percorso è piuttosto ripido e tortuoso ed in circa 20 minuti
ci porta alla stretta selletta tra le due cime (Forcella di Lago Gelt,
2730 Mt.). Poco sotto di essa si trova una lunga palina in metallo rossa
e bianca. Per la Cima Sud seguiamo la cresta a sinistra risalendola
senza incontrare nessun segnale o bollo, e nemmeno tracce di passaggio.
Occorre un minimo di attenzione e di intuito, ma le difficoltà maggiori
si riducono ad un paio di passaggi (max II) su placche verticali
ed esposte, di cui la prima probabilmente aggirabile verso sinistra.
Una volta superata la seconda placca, le difficoltà si riducono
decisamente e si necessità solo di seguire il filo di cresta. Ad un
certo punto la cresta si allarga e ci troviamo all'interno di una
specie di trincea rocciosa lunga una ventina di metri, larga 3-4 metri
e profonda 2-3 Mt. Usciti da questa risaliamo alcuni grossi blocchi
rocciosi, per poi tornare in cresta, seguirne il facile sviluppo e
ritrovarci sulla piccola cima tondeggiante, dove c'è un piccolo ometto
di pietra. Bellissimo il panorama verso il Lago Gelt ed il Pizzo del
Diavolo di Malgina, nonché sulle Cime di Caronella.
Discesa
Ridiscesi alla selletta lungo il medesimo itinerario lungo la cresta
(maggior attenzione durante la discesa delle due placche), andiamo
verso sinistra, scendendo nel ripido vallone che conduce al Lago Gelt,
seguendo le indicazioni per il lago stesso e per quello di Malgina. La
discesa è ripida e su terreno sdrucciolevole, ma in breve arriviamo sul
fondo del vallone dove un paio di laghetti ci attendono. Siamo ora in
un bel pianoro roccioso costellato di pozze e rivoli d'acqua. Da qui,
seguiamo il piccolo rigagnolo d'acqua che scende a valle, passando tra
grossi massi e pietraie. Quando il corso d'acqua si incunea in uno
stretto canyon, lo abbandoniamo per andare leggermente a sinistra.
Risaliamo un breve tratto fino ad un dosso roccioso nei cui pressi si
trova una alta palina metallica. Da qui è ben visibile il sottostante
Lago di Malgina che dobbiamo raggiungere. Riprendiamo la discesa che
alterna tornantini e tratti più regolari. Alla nostra sinistra si ha
una bella visione della vedretta del Trobio ciò che di essa rimane.
Giunti sulle rive del Lago di Malgina (45' dalla selletta), andiamo a
sinistra e poco dopo attraversiamo il torrente che esce dal lago per
gettarsi nella valle sottostante (Valle di Malgina). Subito dopo il
torrente, andiamo ancora a sinistra scendendo lungo la ripida valle.
Passiamo sotto una alta parete rocciosa che si trova sopra l'altro lato
del torrente. Il sentiero è pietroso ma sicuro. Terminata la parte
pietrosa del sentiero, questo diviene erboso ed effettua un traverso
pianeggiante verso sinistra, per poi piegare verso destra e tornare nel
solco principale della valle. Scendiamo ancora e giunti ad un
ponticello di cemento, attraversiamo il torrente d'acqua e riprendiamo
la discesa, ora più dolce verso alcuni invitanti prati sotto di noi.
Qui giunti, andiamo verso sinistra, in direzione del Passo del serio.
Arrivati nei pressi di alcuni roccioni, la traccia nell'erba ripiega
verso valle e in breve incrocia l'ampia strada militare che scende dal
Lago Naturale del Barbellino verso il rifugio Curò. Qui arrivati, in
meno di 45' praticamente pianeggianti, con il bellissimo lago
artificiale del Barbellino sotto di noi a destra, continuiamo la
discesa verso Valbondione lungo il medesimo itinerario di salita. |