Descrizione generale
Itinerario d'arrampicata aperto da Paolo Consiglio, Marino Dall'Oglio e Giuseppe Micarelli nell'estate del 1954 (vedi
"commenti vari" a fine relazione) che sale, con percorso logico ed estetico, la parete ovest del Lagazuoi Nord.
L'itinerario si svolge a sinistra della ben più nota
via del Drago.
I tre apritori, appartenenti alla SUCAI (Stazione Universitaria del Club Alpino Italiano) di Roma, in quegli anni condussero un'intensa attività di apertura nelle Dolomiti grazie alla quale, Consiglio e Dall'Oglio vennero ammessi al CAAI (Club Alpino Accademico Italiano).
L'attività della SUCAI di Roma di quegli anni non era frutto di improvvisazione ma di una ben definita interpretazione intellettuale ed etica dell'alpinismo quale si addiceva a una mentalità universitaria. Marino Dall'Oglio fu il primo direttore della Scuola D'Alpinismo della SUCAI di Roma (in seguito la scuola sarà dedicata a Paolo Consiglio che morì, il 27 maggio 1973, durante un viaggio di ricognizione sulla via che da Namche Bazar porta verso l'Everest). Dall'Oglio scrisse:
"A pochissimi è concesso di andare ai Poli o all'Himalaya; ma senza andare lontano, alcuni gruppi delle nostre Alpi possono ancora appagare il desiderio di ignoto di chi vuole uscire per qualche tempo dall'organizzazione della vita moderna... Senza entrare in una discussione psicologica sui motivi dell'abbandono di certi gruppi non di moda, si può dire che vi sarebbe da compiervi anche al giorno d'oggi del vero alpinismo esplorativo classico, e contemporaneamente dell'alpinismo moderno di qualsiasi categoria e difficoltà. I problemi interessanti della zona (siano "prime" o ripetizioni) vanno però cercati e individuati; bisogna cioè percorrere valli solitarie, spesso senza sentieri, abituarsi ad approcci lontani e ghiaioni faticosi, prima di arrivare ai piedi di bellissime pareti alte talora mille metri. I problemi dunque non sono noti e spetta all'uomo scoprirli o ritrovarli. Pochi scrittori li additano agli alpinisti, né la fama o la moda potrebbero (almeno per ora) allettare verso di essi un ambizioso ricercatore di pura notorietà...".
In base a questa filosofia, la SUCAI Roma impiegò i suoi soci per vari anni consecutivi, sia collettivamente (tramite i raduni) sia individualmente, nello studio sistematico di alcune zone delle Dolomiti Orientali.
La via si snoda lungo un percorso logico, esposto, sostenuto e l'arrampicata è in ogni lunghezza di soddisfazione.
Attacco, descrizione della via
Raggiungere il Passo Falzarego e parcheggiare nel grosso posteggio dietro la funivia.
Portarsi alla Forcella Lagazuoi (2573 Mt.) percorrendo il sentiero n. 402 che parte proprio a ridosso del parcheggio
oppure sfruttando la funivia (conviene comprare il biglietto di sola andata)
e, dalla stazione a monte, scendere alla forcella sfruttando la pista da sci e il sentiero n. 401.
Dalla forcella seguire le indicazioni per il bivacco Gianni Dalla Chiesa percorrendo il sentiero 20b
che conduce proprio sotto alla parete giallastra dove corre la
via del Drago. Salire il conoide di ghiaia alla sua sinistra stando a ridosso delle rocce di destra (viso a monte) sino ad un'evidente cengia orizzontale. Percorrerla verso destra sino a raggiungerne il termine dove una clessidra (bassa) con del filo di ferro indica l'attacco della via.
1° tiro:
salire il diedro/camino e poi spostarsi a sinistra; proseguire in verticale lungo un secondo diedro e, poco prima del suo termine, uscire a destra (esposto). Proseguire verso destra, per terreno più semplice, sino alla sosta (2 chiodi+cordoni).
35 Mt., IV-, IV, III, 1 spuntone con cordino.
2° tiro;
superare la breve placchetta e obliquare a destra. Raggiunta un'esile cornice traversare
sotto rocce aggettanti. Appena possibile alzarsi e spostarsi a
destra raggiungendo la sosta (3 chiodi+cordone). 25 Mt., IV-, 1 chiodo.
3° tiro:
alzarsi per due metri e traversare a sinistra aggirando uno spigoletto. Continuare
ad obliquare verso sinistra lungo la placca articolata fin sotto una lama/diedro. Risalirla e, al suo termine, sostare
sulla terrazza (4 chiodi+cordini).
35 Mt., IV, IV+, V-, 4 chiodi (2 dei quali vicini).
4° tiro:
spostarsi a sinistra alla base della fessura; salirla e poi
continuare per roccette fino alla rampa che sale obliqua verso destra.
Seguire la rampa fino al suo termine in corrispondenza di un camino.
Traversare a destra, su cornice, e sostare (2 chiodi).
40 Mt., IV, III, 1 chiodo e 1 sosta intermedia (2 chiodi).
5° tiro:
salire appena a destra della sosta e poi proseguire lungo il diedro sino al suo termine. Risalire il canale detritico facendo attenzione a
non smuovere sassi. Sosta da attrezzare (clessidra, non facile da
individuare, sul lato sinistro del canale).
45 Mt., IV sostenuto, 3 chiodi.
6° tiro:
alzarsi nel canale uscendo a destra sulla larga cengia. Qui sostare (1 chiodo). 10 Mt., II, III+.
Discesa
Non difficile ma, nella prima parte, molto esposta. Conviene
continuare in cordata fino a quando si raggiunge il termine della
via del Drago.
Seguire la cengia verso sud (destra - viso a monte) e, poco prima del suo termine,
individuare una grossa clessidra. Da questo punto salire le rocce
soprastanti tendendo verso sinistra. 30 Mt. (dalla clessidra), III+, roccia discreta
e sosta da attrezzare (bella fessura per friend cercando a destra).
In questo modo si raggiunge la cengia superiore.
Percorrerla verso destra, superando una spaccatura, e poi pił
facilmente. In questa zona si trova l'ultima sosta della via del Drago. Continuare a percorrere la cengia
sino al suo termine; scendere lungo la cresta (qualche passo d'arrampicata - II, III) sino alla forcella
e poi mediante il vecchio sentiero di guerra sul versante ovest si
raggiunge il canalone. Scenderlo raggiungendo in breve la base della parete. Risalire alla Forcella Lagazuoi
e poi scendere in direzione del passo Falzarego seguendo il sentiero n. 402. |