Descrizione generale
Piacevolissima cresta che porta in vetta ad una delle montagne più famose e frequentate della Lombardia. Il percorso non è mai difficile e consente di divertirsi tra facili salti rocciosi, riposanti tratti erbosi, qualche muretto verticale e sottili tratti emozionanti. Le difficoltà si mantengono nell'ordine del I e II grado. Esiste forse un solo punto dove si supera tale livello, ma questa paretina verticale e povera di appigli è aggirabile. Il bello della cavalcata è di cercare di non mollare mai il filo della cresta, anche quando sembra che davanti a noi si presentino tratti più impegnativi del normale. Esiste comunque la possibilità di aggirare questi punti abbassandosi a sinistra verso il vicino sentiero che porta al Brioschi e che spesso corre più in basso ma rimanendo parallelo alla cresta. Bellissimo il panorama, sia verso i monti che verso la pianura ed i laghi della zona. La discesa lungo il versante settentrionale della montagna consente di compiere un soddisfacente percorso ad anello che, contrariamente a quanto spesso si pensa, ci regala anche angoli ricchi di fitta vegetazione e non solo le tipiche aride zone delle Grigne.
Descrizione percorso
Lungo la superstrada che da Lecco porta a Colico, prendere l'uscita per Bellano. Raggiungere il paese di Barzio e poi seguire le indicazioni per il Castello omonimo e l'abitato di Perledo. Oltrepassato Perledo, proseguiamo per Cainallo. Oltre Cainallo si giunge al Rifugio Cainallo dove,
nel periodo primaverile/estivo, è obbligatorio pagare il ticket per accedere ai parcheggi della zona
(€ 4 al giorno presso macchinetta automatica di fronte al
rifugio-albergo Cainallo). Saliamo in auto lungo una stretta ma agevole stradina asfaltata fino all'ultimo parcheggio sterrato posto al limite del bosco. Qui lasciamo l'auto ed iniziamo a camminare oltre il parcheggio verso l'alto, fino a raggiungere una bacheca in legno posta 50 metri più avanti. Un vecchio cartello appeso al tronco di una pianta ci indica il rifugio Bogani. Giunti alla bacheca, una palina più recente ci segnala i sentieri n. 23, 24, 25. Seguiamo il n. 25 per i rifugi Brioschi e Bogani. Subito entriamo nel bosco fitto e fresco. Con salita piuttosto ripida guadagniamo velocemente quota. Dopo alcuni gradoni fatti con tronchi di legno eccoci di fronte ad un'immagine della Madonna alle cui spalle si apre un fantastico scorcio sul Pizzo di Eghen a sinistra e sulla Grigna settentrionale con la cresta da percorrere sulla destra. La pendenza diminuisce ed iniziano a susseguirsi vari tratti in saliscendi, sempre nel fitto del bosco di faggi. Ad una poco chiara palina, abbandoniamo il sentiero n. 25, per salire verso destra il sentiero n. 19 per il Brioschi e la cresta Piancaformia (qui ritorneremo durante il ritorno). Cinque minuti di ripida salita ed eccoci alla Bocchetta di Prada (1653 metri di quota; 30 minuti dalla partenza) dove un bellissimo panorama si apre davanti a noi, con tanto di scorcio sul lago. Andiamo ora verso sinistra su un morbido sentiero in falsopiano. In lontananza, piano piano si scorge l'Arco di Prada, una curiosa formazione rocciosa al cui centro si trova una grossa apertura. Altri cinque minuti di tranquilla camminata ed arriviamo ad una cappelletta votiva immersa nel bosco e dedicata ai caduti di una brigata Poletti durante la Seconda Guerra Mondiale. Davanti alla chiesetta si trova una palina che ci indica il sentiero 19. Rientriamo nel bosco su dolce salita tra curiosi alberi dai rami stranamente forgiati e ritorti. Il tracciato è evidente. Usciti dal bosco, iniziamo a salire più ripidamente su un sentiero sassoso. Questo passa proprio sulla verticale dell'Arco di Prada sotto di noi. Da qui ecco una serie di stretti e ripidi tornantini che fanno velocemente guadagnare quota fino ad arrivare ad una dorsale dominata da un tronco doppio di larice morto. Qui seguiamo la dorsale verso destra restando poco sotto di essa fino ad un'evidente selletta. Comincia ora un lungo mezzacosta in saliscendi che ci conduce senza sforzo alla Bocchetta Piancaformia (1805 metri di quota; 30 minuti dalla Bocchetta di Prada). Lungo il comodo mezzacosta si supera una banale tratto attrezzato da una catena. Dalla bocchetta, posta in un ambiente molto piacevole, tra prati e larici, iniziamo a salire lungo l'evidente dorsale davanti a noi. Il percorso serpeggia tra cespugli, erba e sparuti larici. Subito lasciamo sulla sinistra il sentiero per il rifugio Bogani. Proseguiamo lungo la comoda dorsale piuttosto ripidamente. Oltrepassato il limite dei larici, in breve anche i cespugli lasciano il posto all'erba e alle pietre. Dietro di noi il panorama diviene sempre più ampio verso il Lago di Como e la Val Chiavenna, sulla Valsassina e poi verso i Monti delle Orobie e più lontane le Alpi. Proseguiamo tra tratti faticosi ed altri più pianeggianti fino all'attacco della cresta vera e propria. Un comodo sentiero sassoso ci eviterebbe il primo tratto roccioso, ma conviene portarsi subito sulla sinistra ed attaccare le prime divertenti roccette di I° grado. Alcuni sbiaditi bolli gialli ci accompagnano. Il sentiero corre vicino alla cresta ma è più piacevole rimanere sui facili saltini rocciosi. Tra divertenti gradini, salti mai difficili o esposti, brevi paretine articolate e quasi sempre appoggiate, saliamo godendoci il panorama. I punti più impegnativi, per chi non abbandona mai la cresta, sono quelli che scendono e poi risalgono alcuni intagli lungo il filo di cresta stessa. Con attenzione e cautela spesso occorre abbassarsi e poi risalire lungo il lato opposto dell'intaglio. I segni di ramponi sulla roccia (la cresta è percorsa con grande soddisfazione anche in inverno) ci aiutano quando il percorso non è obbligato. Dopo un'ora di salita dalla Bocchetta di Prada, lungo la cresta si trova una palina che segnala verso destra la discesa per il rifugio Bietti lungo il sentiero attrezzato n. 28. Proseguiamo ancora lungo la cresta. Qui è anche possibile abbassarsi verso sinistra per il sentiero n. 29 che porta al Brioschi. Ora inizia un tratto più tranquillo e camminabile con vari saliscendi fino ad un intaglio dalla cui parte opposta si trova una liscia paretina povera di appigli ed alla cui destra si trova un curioso terrazzo roccioso. Qui abbandoniamo il filo di cresta per spostarci verso sinistra ed aggirare questa paretina verticale. Nei paraggi si vede anche l'ingresso di una profonda grotta con tanto di sosta per calate. Saliamo il gradino di roccia stando sulla sinistra ed evitiamo così la parete ostica. Più sopra riprendiamo i divertenti passaggi rocciosi. Inizia ora la parte più impegnativa, ma mai difficile. Poco oltre eccoci ai piedi di alcuni gradoni appoggiati, Qui dobbiamo traversare verso sinistra facendo attenzione alle placche scivolose e ad eventuali residui di neve. Saliamo ora i gradoni facendo attenzione a non smuovere i numerosi sassi depositati sulle cenge tra un gradone e l'altro. Nulla di difficile, ma qui il percorso non è obbligato ed occorre un minimo di attenzione per trovare l'itinerario migliore. Seguono altri salti ben appigliati. Scesi ad un profondo intaglio con una certa attenzione, dobbiamo risalire un bel tratto su roccia ottima e divertente per uscire su un punto piuttosto sottile di cresta che si percorre comunque senza problemi. L'itinerario ora è più tranquillo e presenta solo gradini e roccette elementari, ormai in vista del rifugio. Ancora un piccolo sforzo per seguire la cresta, adesso più ampia e con brevi saliscendi, ed eccoci al termine della salita, davanti alla piccola cappelletta in vetro posta pochi metri prima del rifugio Brioschi. Raggiunto il rifugio, saliamo ancora pochi metri su comodo sentiero ed eccoci al cospetto della croce di vetta su basamento in cemento.
Discesa
Dalla croce, tornare all'adiacente rifugio e da qui alla cappelletta in vetro. Scendere lungo le catene legate a lunghi fittoni nella roccia percorrendo il ripido versante nord della cima. Qui è facile trovare neve anche fino a giugno. Il tratto con catene termina dopo una ventina di metri di dislivello. Ora si scende lungo la ripida pietraia. In caso di neve, valutate la necessità di ramponi, poichè la pendenza, in caso di scivolata potrebbe causare seri problemi. Arrivati al termine del ripido pendio, traversiamo verso sinistra, sempre su pietraie (o neve come nel nostro caso), portandoci paralleli alla cresta appena percorsa, ovviamente molto più in basso. Una serie di corde facilita il traverso su alcune placche coperte di detriti instabili. Sempre spostandosi verso sinistra, a seconda dell'innevamento, seguiamo alcuni paletti di ferro che evitano di finire sopra alle numerose (e pericolose) doline presenti, oltre a buche ed ingressi di grotte nascoste. Ci troviamo in un ambiente brullo, pietroso ed arido, tipico di queste montagne calcaree. Un bel salto roccioso in discesa è facilitato dalla presenza di una catene di metallo. Dopo di questo troverete un cartello posto poco sopra ad una paretina rocciosa con l'indicazione per il rifugio Bogani. Noi non abbiamo visto il cartello e ci siamo abbassati troppo. In realtà la zona è piena di sentieri e sentierini che scendono verso valle e molti di essi convergono proprio al Bogani. Seguendo una via abbastanza logica, tra conche nevose e tracce di sentiero arriviamo al rifugio in circa 1 ora. Da qui seguiamo le indicazioni di una palina che ci indica il sentiero n. 25 per Cainallo ed una seconda palina poco più sotto. Tra larici e radi boschetti giungiamo in breve ad una pozza d'abbeverata e da qui all'Alpe Moncodeno, dove l'ennesima palina ci indica Cainallo. Scendiamo nel bosco misto. Ad un bivio prendiamo a sinistra (palina con freccia) e, superato un cancelletto di legno ci dirigiamo sotto alcune imponenti pareti rocciose e curiose formazioni calcaree che scendono alla nostra sinistra. Dopo una breve ma poco gradita risalita eccoci al bivio incontrato durante la salita (quello con la palina mal posizionata) da dove procediamo dritti lungo il nostro sentiero n. 25 che in meno di 30 minuti ci riporterà al parcheggio in località Vo di Moncodeno. |