Gran Sasso/Corno Grande/Paretone - Via Diretta Alessandri

 
Zona montuosa Appennino Centrale - Gruppo del Gran Sasso Località di partenza Loc. Prati di Tivo - Pietracamela (TE)
Quota partenza 1450 Mt. Quota di arrivo 2903 Mt. (cima orientale)
Dislivello totale

+565 Mt. per "La Madonnina" (fattibili in funivia)
+418 Mt. da "La Madonnina" al rif. Franchetti
+300 -340 Mt. circa dal rifugio all'attacco
+380 Mt. la via (470 lo sviluppo)
+130 Mt. di cresta sino alla vetta

Sentieri utilizzati n. 3, 3E (ferrata Ricci)
Ore di salita

1 h. 45' dal parcheggio al rif. Franchetti
3 h. dal rifugio all'attacco
5 h. la via

Ore di discesa 50' dalla cima al rif. Franchetti
1 h. 15' dal rif. al parcheggio
Esposizione Nord-est Giudizio sull'ascensione Molto bella
Data di uscita 08/08/2012 Difficoltà V, V+
Sass Balòss presenti
Luca.
Amici presenti
Claudia.
Condizioni climatiche, dei sentieri e della roccia

Giornata abbastanza serena con qualche addensamento nuvoloso che in certi momenti avvolgeva la parete. Il sentiero che conduce al rifugio è evidente. La ferrata Ricci (segnavia 3E) verso la cima orientale del Corno Grande è evidente ed in ottimo stato (questa sarà anche la via di discesa). Quando però ci si immette nel canale Jannetta inizia un'avventura. Si tratta di un canale molto ripido e con roccia non sempre buona. Non conoscendo il percorso si perde molto tempo per l'assenza di segnavia; i pochi ometti e segni rossi presenti sono difficili da vedere.
La roccia in via è nel complesso buona tranne che sulle ultime due lunghezze dove diventa friabile e le difficoltà calano.

Eventuali pericoli
Soliti d'arrampicata in ambiente.
Presenza di acqua
Unicamente al rifugio Franchetti oppure al bar in località "La Madonnina" accanto alla stazione a monte della seggiovia.
Punti di appoggio
Rifugio Carlo Franchetti (2433 Mt., 23 posti, tel: 0861959634).
Materiale necessario oltre al tradizionale
Normale dotazione alpinistica. Indispensabile una serie di friends (da 0.3 a 3 Camalot) ed alcuni cordini.
Chiodi e martello in via non servono ma dato il carattere decisamente esplorativo dell'avvicinamento nel canale Jannetta consigliamo di portarli per rinforzare le doppie presenti oppure attrezzarne altre in caso di necessità.
Descrizione dell'arrampicata

Descrizione generale
Il Gran Sasso con i suoi 50 km. di lunghezza, 15 Km. di larghezza ed i 2912 Mt. della vetta occidentale del Corno Grande, è il più vasto ed alto gruppo montuoso della catena appenninica. Il Vallone delle Cornacchie, poco sopra il rifugio Franchetti, conserva i resti del Calderone, ossia il ghiacciaio più meridionale d'Europa. Tra i vari monti che fanno parte del gruppo quelli di maggiore interesse alpinistico sono il Corno Grande, il Corno Piccolo ed il Pizzo d'Intermesoli.
Il Corno Grande è il luogo più selvaggio del Gran Sasso, riservato solo ad alpinisti con una certa esperienza in quanto l'avvicinamento ed un'eventuale ritirata non sono sicuramente tra le più veloci e comode da effettuare. Inoltre bisogna considerare anche che la roccia non è tra le migliori in circolazione. Per recarsi agli attacchi delle vie sul Paretone bisogna salire fin quasi a raggiungere la cima orientale del Corno Grande per poi ridiscendere alcune centinaia di metri nel ripido canale Jannetta. Dulcis in fundo, quando vi renderete conto di essere finalmente giunti nei pressi dell'attacco, i segni dell'imponente frana avvenuta il 22 agosto 2006 vi faranno venire un po' di pensieri per la testa...
La via Diretta Alessandri, aperta da Domenico Alessandri, Roberto Furi e Carlo Leone il 21 luglio 1968, sale su quello che viene definito il Terzo Pilastro del Paretone. Arrampicata prevalentemente in diedro. Chiodatura sufficiente nei tratti più impegnativi, per il resto è indispensabile integrare con protezioni veloci. Alcune soste sono attrezzate con 2 chiodi mentre in altre ne è presente solo 1 da rinforzare.
Attacco, descrizione della via
Raggiungere in macchina il grande piazzale di Prati di Tivo, situato alcuni chilometri dopo il comune di Pietracamela, e parcheggiare.
Per salire a "La Madonnina" -un piccolo pianoro posto alle pendici rocciose del Corno Piccolo dove veglia una statua della Madonna e dov'è presente anche la stazione a monte della funivia a 2015 Mt.- ci sono due possibilità. O con la funivia (9 € A/R) oppure a piedi seguendo la cresta dell'Arapietra. In quest'ultimo caso conviene, dalla grossa rotonda nel piazzale dei Prati di Tivo, prendere la strada sulla sinistra che dopo poco diviene sterrata ma ben percorribile. Seguirla sino al suo termine e parcheggiare. Si guadagnano così circa un centinaio di metri di quota. Incamminarsi ora verso destra sino un dosso erboso con un grande crocefisso dal quale si ha un'ottima vista sul Gran Sasso, in particolar modo sul Paretone.  Da qui è anche ben visibile "L'albergo diruto" situato sulla cresta dell'Arapietra. Puntare a destra alla base della cresta che, passando per "L'albergo diruto", porta a "La Madonnina". Poco oltre il sentiero si biforca: verso destra si imbocca il Sentiero Ventricini mentre proseguendo diritto in breve si raggiunge il Passo delle Scalette che immette nel Vallone delle Cornacchie. Si risale il vallone sino al rifugio Franchetti ottimo punto d'appoggio per la salita. Attraversare verso sinistra, subito dietro al rifugio, il vallone sino all'evidente rampa inclinata dove passa la ferrata Ricci. Seguirla sino al suo termine e poi continuare per cresta sino una zona quasi pianeggiante in vista della cima orientale del Corno Grande. In questo punto, portandosi sul lato sinistro della cresta, ci si affaccia sul ripido canale Jannetta. Scendere tra erba e roccette in direzione della parete sino un colatoio nero ma stando ben attenti a non raggiungere il più ripido ed incassato canale che corre proprio accanto alla parete. Abbassarsi ora seguendo il colatoio con tratti molto verticali (possibili due doppie: 20 Mt. su un chiodo spostandosi leggermente a sinistra (viso a monte); 60 Mt. su una clessidra con cordone). Scendere ora pochi metri nel canale e traversare a sinistra (viso a valle) su esile cengetta. E' possibile superare facilmente il salto sottostante (si vedono 2 ometti in basso) con una calata (30 Mt., 1 chiodo. Sarebbe opportuno piantarne un'altro poiché gli ultimi metri della doppia sono leggermente nel vuoto). Ci si trova di fronte alla grossa frana del 2006. Seguire ora il canale ghiaioso riportandosi verso la parete per entrare in quel canale incassato e verticale che la costeggia. Bisogna scendere portandosi nel centro di questo canale (3 frecce rosse molto sbiadite). Man mano che ci si avvicina alla zona della frana il terreno si fa instabile e pericoloso poiché ancora pieno di detriti. E' rimasto un chiodo nostro per effettuare una calata di 15 Mt. sino uno spit con anello dal quale è possibile effettuare un'ulteriore doppia di 55 Mt. che deposita nel centro del canale (sembra sia possibile evitare le doppie aggirando più in basso la zona detritica). Con uno sguardo verso l'alto si può notare quanto sia stata enorme la frana! Traversare in leggere ascesa sul lato opposto del canale sino all'inizio della cengia erbosa. L'attacco è posto alla base di un facile diedro.

1° tiro:
seguire il diedro sino al suo termine poi aggirare un salto di roccia verso sinistra ritornando a destra tramite rampa erbosa sino alla sosta (2 chiodi). 50 Mt., III, 1 spuntone con fettuccia.

2° tiro:
salire la fessura con passi strapiombanti ed abbandonarla per obliquare in placca verso sinistra in direzione di un diedrino. Raggiunta la terrazza erbosa aggirare il salto di roccia spostandosi prima a sinistra e poi tornando a destra sino alla sosta (2 chiodi+cordone) sotto un'evidente tetto triangolare. 45 Mt., V, V+, III, 2 clessidre con cordone, 4 chiodi, 1 sosta intermedia (2 chiodi).

3° tiro:
seguire la fessura passando a destra del tetto e obliquare successivamente a destra fino due grossi massi. Salire sopra i massi e superare il breve muretto per poi spostarsi leggermente a sinistra dove si trova la sosta (2 chiodi+cordone). 40 Mt., V+, 3 chiodi.

4° tiro:
la parete sovrastante è caratterizzata da due grossi pilastri di roccia gialla e friabile. Nel centro passa un diedro di roccia grigia.
Dalla sosta spostarsi a sinistra imboccando questo diedro. Dopo un po' di metri è necessario spostarsi a sinistra su roccia migliore e proseguire sempre nel diedro sino un terrazzino. Spostarsi leggermente a destra sotto al verticale di una fessura dove si sosta (2 chiodi).
40 Mt., IV+, IV, 2 clessidre con cordone, 1 chiodo.

5° tiro:
per fessura leggermente strapiombante, poi obliquare decisamente a sinistra su rampa erbosa sino alla base di una placchetta dove si sosta (1 chiodo+cordino). 45 Mt., V, III.

6° tiro:
superare la facile placchetta e poi per canale detritico raggiungere una fessura alla base della quale si sosta (1 chiodo). Poco oltre, dove termina il canale, ha inizio un diedro. 30 Mt., IV, I, 1 chiodo.

7° tiro:
salire la fessura e poi spostarsi a sinistra in un diedrino che si segue sino al suo termine. Per rocce articolate si raggiunge la grande terrazza detritica. La sosta (da attrezzare su spuntone) è situata nel punto più alto della terrazza, alla base di una fessura che sale obliqua verso destra. 60 Mt., IV, III+, 2 chiodi.


8° tiro:
salire obliquando a destra seguendo la fessura, traversare brevemente a destra e riprendere ad obliquare a destra sin sotto la verticale di un diedro/canale
dove si sosta (1 chiodo). 30 Mt., IV.

9° tiro:
proseguire stando appena a sinistra del diedro/canale per poi riportarsi nel suo centro e continuare sino un terrazzino dove si sosta (1 chiodo). 45 Mt., 6 chiodi, V+ oppure A0, IV, 1 sosta intermedia (2 chiodi).

10° tiro:
seguire ancora il diedro canale. Dove la roccia peggiora obliquare a destra su facili placchette e prima di raggiungere la fascia di rocce gialle sostare (1 chiodo). 40 Mt., IV, III+.

11° tiro:
obliquare decisamente a sinistra sino una paretina con rocce instabili oltre la quale, per rampa ghiaiosa, si raggiunge la cresta che porta sull'anticima. Sosta da attrezzare. 45 Mt., IV, III.

Seguire la cresta che porta sull'anticima senza raggiungerla ma aggirandola verso sinistra in discesa. Poi risalire tenendosi più o meno sempre sul filo di cresta sino a raggiungere il sentiero pochi metri sotto la cima orientale del Corno Grande. Circa 110-120 Mt., II, alcuni ometti. Attenzione ad un tratto molto friabile.
Discesa
Dalla cima si segue la cresta verso nord e poi la ferrata Ricci che riporta nel Vallone delle Cornacchie a pochi minuti dal rifugio Franchetti.

Note

Per la discesa, anziché seguire a ritroso la ferrata Ricci, è possibile seguire la via Normale fino al ghiacciaio del Calderone e poi al rifugio Franchetti.

Commenti vari

Il Paretone ha caratteristiche simili ad una grande parete dolomitica e percorrendone una sua via, se adeguatamente preparati, si possono provare le stesse soddisfazioni.

Clicca per visualizzare lo SCHIZZO DELLA VIA
(Disegno di Claudia Farruggia "Iaia")
   
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Dal Canale Jannetta vista sull'altipiano di Campo Imperatore
La spaventosa frana del 2006
   
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Sulla seconda lunghezza
Inizio del terzo tiro accanto all'evidente tetto triangolare
   
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Verso la fine del diedro del quarto tiro
Sulla rampa erbosa che conduce alla quinta sosta
   
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Uno sguardo verso il basso
Luca sull'ottava lunghezza
   
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Claudia sul decimo tiro
Gli ultimi metri della cresta
   
Luca e Claudia sulla cima orientale del Corno Grande
Il Paretone con il tracciato della via (in rosso)
e la discesa nel canale Jannetta (in verde)