Descrizione generale
Il Gran Sasso con i suoi 50 km. di lunghezza, 15 Km. di larghezza ed i 2912 Mt. della vetta occidentale del Corno Grande, è il più vasto ed alto gruppo montuoso della catena appenninica. Il Vallone delle Cornacchie, poco sopra il rifugio Franchetti, conserva i resti del Calderone, ossia il ghiacciaio più meridionale d'Europa. Tra i vari monti che fanno parte del gruppo quelli di maggiore interesse alpinistico sono il Corno Grande, il Corno Piccolo ed il Pizzo d'Intermesoli.
Il Corno Grande è il luogo più selvaggio del Gran Sasso, riservato solo ad alpinisti con una certa esperienza in quanto l'avvicinamento ed un'eventuale ritirata non sono sicuramente tra le più veloci e comode da effettuare. Inoltre bisogna considerare anche che la roccia non è tra le migliori in circolazione. Per recarsi agli attacchi delle vie sul Paretone bisogna salire fin quasi a raggiungere la cima orientale del Corno Grande per poi ridiscendere alcune centinaia di metri nel ripido canale Jannetta. Dulcis in fundo, quando vi renderete conto di essere finalmente giunti nei pressi dell'attacco, i segni dell'imponente frana avvenuta il 22 agosto 2006 vi faranno venire un po' di pensieri per la testa...
La via Diretta Alessandri, aperta da Domenico Alessandri, Roberto Furi e Carlo Leone il 21 luglio 1968, sale su quello che viene definito il Terzo Pilastro del Paretone. Arrampicata prevalentemente in diedro. Chiodatura sufficiente nei tratti più impegnativi, per il resto è indispensabile integrare con protezioni veloci. Alcune soste sono attrezzate con 2 chiodi mentre in altre ne è presente solo 1 da rinforzare.
Attacco, descrizione della via
Raggiungere in macchina il grande piazzale di Prati di Tivo,
situato alcuni chilometri dopo il comune di Pietracamela, e
parcheggiare.
Per salire a "La Madonnina" -un piccolo pianoro posto alle pendici
rocciose del Corno Piccolo dove veglia una statua della Madonna e
dov'è presente anche la stazione a monte della funivia a 2015 Mt.- ci sono
due possibilità. O con la funivia (9 € A/R) oppure a piedi
seguendo la cresta dell'Arapietra. In quest'ultimo caso conviene,
dalla grossa rotonda nel piazzale dei Prati di Tivo, prendere la
strada sulla sinistra che dopo poco diviene sterrata ma ben
percorribile. Seguirla sino al suo termine e parcheggiare. Si
guadagnano così circa un centinaio di metri di quota. Incamminarsi
ora verso destra sino un dosso erboso con un grande crocefisso dal
quale si ha un'ottima vista sul Gran Sasso, in particolar modo sul
Paretone. Da qui è anche ben visibile "L'albergo diruto"
situato sulla cresta dell'Arapietra. Puntare a destra alla base
della cresta che, passando per "L'albergo diruto", porta a "La
Madonnina". Poco oltre il sentiero si biforca: verso destra si imbocca il Sentiero Ventricini mentre
proseguendo diritto in breve si raggiunge il Passo delle Scalette
che immette nel Vallone delle Cornacchie. Si risale il vallone
sino al rifugio Franchetti ottimo punto d'appoggio per la salita. Attraversare verso sinistra, subito dietro al rifugio, il vallone sino all'evidente rampa inclinata dove passa la ferrata Ricci. Seguirla sino al suo termine e poi continuare per cresta sino una zona quasi pianeggiante in vista della cima orientale del Corno Grande. In questo punto, portandosi sul lato sinistro della cresta, ci si affaccia sul ripido canale Jannetta. Scendere tra erba e roccette in direzione della parete sino un colatoio nero ma stando ben attenti a non raggiungere il più ripido ed incassato canale che corre proprio accanto alla parete. Abbassarsi ora seguendo il colatoio con tratti molto verticali (possibili due doppie: 20 Mt. su un chiodo spostandosi leggermente a sinistra (viso a monte); 60 Mt. su una clessidra con cordone). Scendere ora pochi metri nel canale e traversare a sinistra (viso a valle) su esile cengetta. E' possibile superare facilmente il salto sottostante (si vedono 2 ometti in basso) con una calata (30 Mt., 1 chiodo. Sarebbe opportuno piantarne un'altro
poiché gli ultimi metri della doppia sono leggermente nel vuoto). Ci si trova di fronte alla grossa frana del 2006. Seguire ora il canale ghiaioso riportandosi verso la parete per entrare in quel canale incassato e verticale che la costeggia. Bisogna scendere portandosi nel centro di questo canale (3 frecce rosse molto sbiadite). Man mano che ci si avvicina alla zona della frana il terreno si fa instabile e pericoloso
poiché ancora pieno di detriti. E' rimasto un chiodo nostro per effettuare una calata di 15 Mt. sino uno spit con anello dal quale è possibile effettuare un'ulteriore doppia di 55 Mt. che deposita nel centro del canale (sembra sia possibile evitare le doppie aggirando più in basso la zona detritica). Con uno sguardo verso l'alto si può notare quanto sia stata enorme la frana! Traversare in leggere ascesa sul lato opposto del canale sino all'inizio della cengia erbosa. L'attacco è posto alla base di un facile diedro.
1° tiro:
seguire il diedro sino al suo termine poi aggirare un salto di roccia verso sinistra ritornando a destra tramite rampa erbosa sino alla sosta (2 chiodi). 50 Mt., III, 1 spuntone con fettuccia.
2° tiro:
salire la fessura con passi strapiombanti ed abbandonarla per obliquare in placca verso sinistra in direzione di un diedrino. Raggiunta la terrazza erbosa aggirare il salto di roccia spostandosi prima a sinistra e poi tornando a destra sino alla sosta (2 chiodi+cordone) sotto un'evidente tetto triangolare. 45 Mt., V, V+, III, 2 clessidre con cordone, 4 chiodi, 1 sosta intermedia (2 chiodi).
3° tiro:
seguire la fessura passando a destra del tetto e obliquare successivamente a destra fino due grossi massi. Salire sopra i massi e superare il breve muretto per poi spostarsi leggermente a sinistra dove si trova la sosta (2 chiodi+cordone). 40 Mt., V+, 3 chiodi.
4° tiro:
la parete sovrastante è caratterizzata da due grossi pilastri di roccia gialla e friabile. Nel centro passa un diedro di roccia grigia.
Dalla sosta spostarsi a sinistra imboccando questo diedro. Dopo un po' di metri è necessario spostarsi a sinistra su roccia migliore e proseguire sempre nel diedro sino un terrazzino. Spostarsi leggermente a destra sotto al verticale di una fessura dove si sosta (2 chiodi).
40 Mt., IV+, IV, 2 clessidre con cordone, 1 chiodo.
5° tiro:
per fessura leggermente strapiombante, poi obliquare decisamente a sinistra su rampa erbosa sino alla base di una placchetta dove si sosta (1 chiodo+cordino). 45 Mt., V, III.
6° tiro:
superare la facile placchetta e poi per canale detritico raggiungere una fessura alla base della quale si sosta (1 chiodo). Poco oltre, dove termina il canale, ha inizio un diedro. 30 Mt., IV, I, 1 chiodo.
7° tiro:
salire la fessura e poi spostarsi a sinistra in un diedrino che si segue sino al suo termine. Per rocce articolate si raggiunge la grande terrazza detritica. La sosta (da attrezzare su spuntone) è situata nel punto più alto della terrazza, alla base di una fessura che sale obliqua verso destra. 60 Mt., IV, III+, 2 chiodi.
8° tiro:
salire obliquando a destra seguendo la fessura, traversare brevemente a destra e riprendere ad obliquare a destra sin sotto la verticale di un diedro/canale dove si sosta (1 chiodo). 30 Mt., IV.
9° tiro:
proseguire stando appena a sinistra del diedro/canale per poi riportarsi nel suo centro e continuare sino un terrazzino dove si sosta (1 chiodo). 45 Mt., 6 chiodi, V+ oppure A0, IV, 1 sosta intermedia (2 chiodi).
10° tiro:
seguire ancora il diedro canale. Dove la roccia peggiora obliquare a destra su facili placchette e prima di raggiungere la fascia di rocce gialle sostare (1 chiodo). 40 Mt., IV, III+.
11° tiro:
obliquare decisamente a sinistra sino una paretina con rocce instabili oltre la quale, per rampa ghiaiosa, si raggiunge la cresta che porta sull'anticima. Sosta da attrezzare. 45 Mt., IV, III.
Seguire la cresta che porta sull'anticima senza raggiungerla ma aggirandola verso sinistra in discesa. Poi risalire tenendosi più o meno sempre sul filo di cresta sino a raggiungere il sentiero pochi metri sotto la cima orientale del Corno Grande. Circa 110-120 Mt., II, alcuni ometti. Attenzione ad un tratto molto friabile.
Discesa
Dalla cima si segue la cresta verso nord e poi la ferrata Ricci che riporta nel Vallone delle Cornacchie a pochi minuti dal rifugio Franchetti. |