Descrizione
generale
Bella escursione circolare in una zona pochissimo frequentata
dagli escursionisti.
L'ascensione
attraversa pascoli, lande desolate, brughiere, valloni e creste
rocciose, è poco faticosa ed è molto godibile.
Descrizione
percorso
Occorre innanzitutto raggiungere la cittadina di Menaggio, sulla
sponda occientale del lago di Como, da li prendere la SS 340 che
va verso Porlezza e il lago di Lugano, addentrandosi in Val Solda.
Si prosegue poi per Carlazzo e Cusino, raggiungendo infine San
Nazzaro. Subito dopo la minuscola piazza di San Nazzaro si esce
dall'abitato, e poco prima prendere la stradina asfaltata che
sale a destra guadagnando quota con alcuni tornanti, costeggiando
una simpatica chiesetta e poi addentrandosi in un bel bosco di
larici. Si parcheggia in uno slargo poco prima delle case di Tecchio,
e di un nuovo campeggio con 5 graziosi bungalow in legno.
Si
inizia a piedi a seguire la strada che prosegue sterrata, uscendo
subito dal bosco e iniziando a salire con ampi tornanti nei
pascoli costellati di ginestra.
La
vista si allarga tra le tondeggianti e verdissime montagne
circostanti, ma fa già capolino a nord la piramide del Pizzo di
Gino e la sua cresta rocciosa.
In
alto è visibile un enorme caseggiato che si raggiungerà seguendo
la mulattiera in poco
più di un ora di cammino: Croce di campo.
Poco
prima di raggiungere Croce di Campo si trova un bivio: ignorare la
strada pianeggiante che va a sinistra (sarà la via di ritorno) e
raggiungere in pochi passi il grande edificio.
Dalla
Croce di Campo iniziare a seguire l'ampia dorsale che sale dolce
verso la cresta (visibilissima) del Pizzo di Gino, si segue una
labilissima traccia di passaggio, passando qua e la su rocce
stratificate che emergono dal prato. La dorsale dopo un poco si
stringe e sale con alcuni strappi più ripidi fino alla sommità
di un dosso chiamato Cima Pianchette (2158 Mt., 1 h. 45'). Qui
prestare attenzione: in caso di nebbia traversare a sinistra poco
prima di raggiungerne la cima, e seguire il sentierino (bolli)
che prosegue verso NO in direzione del Pizzo di Gino, altrimenti
è facile sbagliare e dalla cima proseguire lungo la cresta E.
La
traccia diventa in breve parecchio accidentata, si passa da una
stretta insellatura (indicazioni oltre la bocchetta per il Rifugio
Sommafiume in 1 h. e 15') e rimanendo sul versante Sud si ridiscende
di qualche metro attraversando delle placche rocciose e delle
zolle insidiose in caso di bagnato. Si supera un tratto attrezzato
e qualche facile roccetta, poi la traccia diventa più facile e
segue la cresta, ora erbosa.
Ad
un certo punto la traccia si distacca dalle prossimità del filo
di cresta e inizia ad attraversare in orizzontale la scoscesa
parete Sud del Pizzo di Gino, superando canaloni impervi e pendii
ripidi, con alcuni tratti un po' esposti, su rocce lisce o cenge
sospese su rocce verticali.
L'ultimo
tratto della traversata è poco logico, la traccia pare sparire,
oramai si è quasi giunti alla cresta SO, al cima è visibilmente
vicina (circa 45-50 metri più in alto). Occorre salire lungo 3-4
metri di un facile camino poi raggiungere una cengia erbosa e
si ritrovano le tracce di passaggio verso sinistra, la cresta
è raggiunta. Da qui in meno di 10 minuti si è in vetta.
Discesa
La
discesa avviene lungo la cresta SO, facile ed erbosa, seguirla
lungo il margine che dà sul precipizio, poi appena si rinviene
un sentiero seguirlo verso sinistra. Si scorgono le due malghe
componenti l'Alpe di Piazza Vecchia (una delle due servita da
teleferica), si abbandona il sentiero sulla loro verticale e le
si raggiunge.
Da
qui basta seguire la strada sterrata che in 20-25 minuti porta al
bivio sotto la Croce di Campo, da dove si era transitati
all'andata.
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