Galenstock/Galengrat - Via Verschneidung

 
Zona montuosa Alpi Urane
Gruppo del Dammastock
Località di partenza Hotel Furkablick nei pressi del passo della Furka (Canton Uri - Svizzera)
Quota partenza 2428 Mt. Quota di arrivo 3230 Mt. circa termine della via
(3586 Mt. la vetta)
Dislivello totale

+500 Mt. per l'attacco
+300 Mt. la via (380 lo
sviluppo)

Sentieri utilizzati Non numerati
Ore di salita 1 h. 45' per l'attacco
4 h. la via
Ore di discesa 1 h. 50' per le doppie
1 h. 15' dalla base della parete al parcheggio
Esposizione Sud-ovest Giudizio sull'ascensione Molto bella
Data di uscita 09/08/2020 Difficoltà V+, VI/V+, A0
(6a se si percorre l'attacco diretto)
Sass Balòss presenti
Luca.
Amici presenti
Marco "Bibi".
Condizioni climatiche, dei sentieri e della roccia

Bellissima giornata serena e molto calda (con zero termico decisamente alto). Il sentiero per l'attacco nella prima parte è evidente e segnalato in quanto segue quello per la Sidelen Hütte; poi lo si abbandona, si risale la morena e poi alcuni metri del ghiacciaio, fino alla base della parete.
La roccia è ottima lungo tutto il percorso. Solo un tratto su L5 secondo noi non è molto sicuro. Si tratta dei metri sullo spigolo, che tra l'altro alcune relazioni danno come tiro facile ma esposto di IV, che secondo noi è recentemente stato interessato da una piccola frana diventando anche più difficile. Ecco, questi brevi metri danno l'impressione di di avere rocce ancora non del tutto assestate. Prestare attenzione!

Eventuali pericoli
Soliti da arrampicata in ambiente.
Presenza di acqua
Durante l'avvicinamento si costeggia, per un buon tratto, un torrente.
Punti di appoggio
Sidelen Hütte (2708 Mt.). Per questa via non è di passaggio ma si può raggiungere con una piccola deviazione.
Materiale necessario oltre al tradizionale

Solito da arrampicata. Lungo la via si trovano dei fix ed alcuni vecchi chiodi ma occorre integrare con protezioni veloci (consigliamo una serie di friends dal n. 0.3 al 2 o 3 Camalot). Tutte le soste sono attrezzate.
Il tratto finale dell'avvicinamento si svolge su ghiacciaio e, in base alle sue condizioni, potrebbero tornare utili dei ramponi o almeno dei ramponcini.

Caratteristiche dell'arrampicata

Descrizione generale
Itinerario aperto da Hans-Peter Geier e Dieter Kienast nel 1966. Nel 2015 è stata restaurata la chiodatura aggiungendo fix alle soste e alcuni anche di passaggio (in via si trovano ancora alcuni chiodi che non abbiamo segnato
in quanto risultano ormai superflui). Non abbiamo trovato fonti sicure sugli autori della richiodatura ma sembrerebbe essere ad opera dei fratelli Remy. Resta comunque un itinerario in stile alpinistico, soprattutto se si dovesse decidere di non scendere in doppia dall'ultima sosta ma raggiungere la lontana vetta del Galenstock.
L'attacco originale, a causa del ritiro del ghiacciaio, è un po' più complicato rispetto a parecchi anni fa ma comunque non presenta particolari problemi. Nel 2014 è stato aperto un attacco diretto, proprio sotto la verticale della prima sosta, ad opera di Iwan Infanger e Richard Arnold: se percorso è il tiro più duro della via (6a).
Arrampicata varia su placchette e fessurine nonché un bellissimo diedro finale di circa 80 metri che, già da solo, vale la salita.
Attacco, descrizione della via
Dall'Italia imboccare l'autostrada svizzera A2 che collega Chiasso con Basilea. Prendere l'uscita "41 Airolo" (o, in alterativa, percorrere tutto il tunnel del San Gottardo) ed iniziare a salire in direzione del passo della Furka. Poco prima di raggiungerlo si parcheggia nei pressi dell'Hotel Furkablick (2427 Mt.). Da qui sono ben visibili il Galenstock e le cime circostanti: Gross Furkahorn, Gross Bielenhorn e Chli Bielenhorn. Imboccare il sentiero in direzione della Sidelen Hütte; superato un ponticello in ferro piegare a sinistra sotto la morena e seguire il corso del fiume (oppure continuare a seguire il sentiero). Giunti di fronte all'evidente sperone roccioso che scende dalla Galengrat si sale a sinistra della Torre Hannibal fino a raggiungere la base dello sperone. Il percorso non è obbligato: è possibile seguire prima la morena franosa e poi quel che resta del ghiacciaio; oppure calzare i ramponi e salire direttamente il ghiacciaio percorrendo la lingua che scende tra la morena e la Torre Hannibal. Sul ghiacciaio conviene procedere con le dovute cautele in quanto potrebbero celarsi crepacci.
La variante d'attacco è posta più o meno nel centro dello sperone, sotto la verticale dell'evidente diedro finale. Pochi metri più a destra si trova l'attacco della più recente, e difficile, "Lunar impulse" (Calude e Yves Remy e Christophe Siméon, 2013, 6b+).
Per l'attacco originale costeggiare brevemente la rocce verso sinistra fino un diedrino.

1° tiro:
salire pochi metri nel diedro. Abbandonarlo e traversare verso destra fino a raggiungere la sosta (1 fix+1 fix con anello+cordone).
Se per errore si sale troppo nel diedro, come abbiamo fatto noi, lo si segue fino al suo termine e ci si sposta a destra. Per raggiungere la sosta è necessario percorrere un paio di metri in discesa comunque non eccessivamente difficili. 30 Mt., IV-, 2 spuntoni con cordone.

2° tiro:
aiutandosi con la scaglia a destra ci si alza fino allo strapiombino. Si traversa a destra raggiungendo il diedro che si risale per alcuni metri. Attenzione a non continuare nel diedro, che diviene via via più difficile (via Lunar impulse), ma obliquare a sinistra, per fessurine e placca, fino alla sosta (1 fix+1 fix con anello+cordone). 35 Mt., VI- oppure V+ e A0, V+, 6 fix, 2 chiodi, 1 chiodo a pressione.

3° tiro:
spostarsi a sinistra e salire, in leggero obliquo a sinistra, per placchette e fessurine fino una comoda cengia sulla quale si sosta (3 fix con maglia rapida+cordoni). 40 Mt., IV+, V-, IV, 3 fix, 1 sosta intermedia (2 fix+catena).

4° tiro:
spostarsi a sinistra e salire le larghe fessure. Portarsi sullo spigolo e sostare (2 fix+cordone). 25 Mt., IV+, 4 fix.

5° tiro:
seguire l’aereo spigolo fino alla sosta (2 fix+cordone). Crediamo che il tracciato originale, che era più facile, sia crollato.
35 Mt., IV, VI oppure V+ e A0, 5 fix.

6 tiro:
obliquare a destra raggiungendo un breve, ma impegnativo, diedrino. Lo si supera e si continua per rocce via via più facili fino alla sosta (2 fix+catena+maglia rapida). 50 Mt., III, VI- oppure V+ e A0, IV, III, 3 fix, 1 chiodo.

7° tiro:
superare la terrazza inclinata fino alla base della parete successiva. La sosta (2 fix+1 chiodo+cordoni+maglia rapida) è già visibile più o meno sulla verticale della precedente. 30 Mt., II.

8° tiro:
alzarsi sfruttando la fessurina (difficile passo per salire in piedi sopra la cornice). Continuare ora per rocce facili nel canale. Quando si verticalizza uscire a sinistra seguendo una fessura al termine della quale si sosta (2 fix+cordino+moschettone). 30 Mt., V, IV, V-, 2 fix.

9° tiro:
in verticale per rocce articolate con un paio di passi più impegnativi. Si raggiunge una larga terrazza dove, leggermente più a destra, si trova la sosta (2 fix+cordino+moschettone). 20 Mt., V, V-, 2 fix, 2 chiodi.

10° tiro:
spostarsi a destra e alzarsi per facili roccette tornando leggermente a sinistra alla base del lungo diedro che caratterizza le ultime due lunghezze. A questo punto seguire ininterrottamente il diedro sino al terrazzino sul quale sosta comodamente (2 fix+catena+maglia rapida). 45 Mt., III, V, IV+, 6 fix, 2 chiodi.
Verso la metà del tiro, dove c'è un passo un po' più difficile, probabilmente l'itinerario originale si spostava leggermente a sinistra (chiodo) e seguiva la fessura che riporta nel diedro poco sopra.

11° tiro:
seguire ancora il diedro. Dopo i primi metri atletici l’arrampicata si fa più facile grazie a molte lame. Si sosta (2 fix+catena+maglia rapida) al termine del diedro, in corrispondenza della cresta. 40 Mt., V+, V, IV+, 7 fix.
Discesa
In doppia sulla via (forte pericolo incastro corde sulle prime calate che non conviene accorpare). Noi consigliamo:
1a. calata: dalla S11 alla S10;
2a. calata: dalla S10 alla S9;
3a. calata: dalla S9 alla S8;
4a. calata: dalla S8 alla S6 (60 Mt.);
5a. calata: scendere da dove si è saliti, però anziché spostarsi tanto a sinistra verso lo spigolo, continuare verticalmente individuando una sosta a fix molto aerea;
6a. calata: buona parte nel vuoto fino alla S3;
7a. calata: dalla S3 alla S2;
8a. calata: dalla S2 alla S1. Si potrebbe arrivare alla base della parete ma non conviene. In questo modo, con la calata successiva, si può superare facilmente il tratto ripido del ghiacciaio che si trova alla base della parete;
9a. calata: dalla S1 al ghiacciaio scendendo fino al termine delle corde.
Da questo punto, seguendo a ritroso il percorso dell'avvicinamento, si ritorna al parcheggio.

Esistono delle altre calate più dirette, attrezzate nel luglio 2009, ma che non abbiamo testato. Inoltre, per questa opzione, è necessario avere con se l'attrezzatura da ghiacciaio. Percorrere brevemente la cresta in direzione della vetta fino all'inizio degli ancoraggi (vedi fotografia con posizione indicativa dell'inizio delle calate, quota 3252 Mt.). Volendo si può raggiungere la vetta in circa 1 h. e poi ritornare in questo punto. Si effettuano 3 calate da 60 Mt. (ottimamente attrezzate addirittura con ripiani in ferro per stare comodi alle soste. Presenti ancoraggi intermedi per dividere le calate) che depositano sul pendio nevoso a destra dello sperone sul quale corre la via. Da qui si scende fino alla morena riportandosi sul percorso seguito durante l'avvicinamento.

Commenti vari

Nonostante ci si trovi a poca distanza dal rifugio, tra l'altro mai visibile dalla via, e dalla trafficata Torre Hannibal, si ha la sensazione di trovarsi in un ambiente decisamente isolato.

   

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Durante l'avvicinamente il Galenstock è sempre ben visibile

Dettaglio della parete. Segnati indicativamente il tracciato della via ed il punto sulla cresta ove iniziano le calate alternative

   

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Bibi sulla placca che porta alla S2

Terzo tiro

   

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A sinistra Luca, e a destra Bibi, sulle larghe fessure della quarta lunghezza

   

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Percorrendo l'aereo spigolo del quinto tiro

   

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Fessurina, con passo non banale, che porta all'ottava sosta

L10. Bibi sul bellissimo diedro finale

   

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Il bellissimo diedro continua anche sull'undicesima (e ultima) lunghezza

   
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Un sguardo verso il ghiacciaio del Rodano Lo sperone del Galenstock col tracciato della via Verschneidung.
Segnato sia l'attacco originale che quello diretto