Descrizione
generale
Bell'itinerario su un bel calcare solido aperto da M. Agnese,
G. L. Vaccari, G. P. e M. Di Clemente il 18 novembre 1973. A
nostro parere risulta un po' discontinuo a causa
dei brevissimi tratti su sentiero tra un tiro e l'altro.
La via non presenta difficoltà alte ma, a nostro
avviso, per quanto sia ben protetta e non continua non
è assolutamente banale e alcuni passaggi di V richiedono
una discreta tecnica di arrampicata (a meno che non si voglia
vergognosamente azzerare).
E' attrezzata a spit discretamente vicini comunque è possibile
piazzare dadi e friend; le soste sono poste su
cenge spaziose e comode e attrezzate a spit.
Attacco, descrizione della via
Comodissimo e rapido: dall’abitato
di Finalborgo seguire la strada che costeggia il fiume che va
verso Calice. Transitare sotto l’autostrada, poi dopo
circa 3,5 Km imboccare sulla destra una stradina che si stacca
a gomito (cartello con indicazione “palestra roccia Rocca
Perti”), dapprima asfaltata e poi dopo due tornanti sterrata,
parcheggiare nello slargo sulla destra della stradina prima
del cartello con la cartina della zona. Risalire a piedi lungo
la strada per un centinaio di metri, poi imboccare il sentierino
che sale a sinistra verso le pareti. L’attacco,
identificato da una scritta "simonetta",
è vicino alle prime rocce che si raggiungono.
Dalla macchina 10 minuti.
1° tiro:
risalire la rampa abbattuta che sale in diagonale verso destra,
dirigendosi verso una vistosa grotta (ignorare una sosta che
si incontra sul percorso, appartiene ad un’altra via).
Prima della grotta risalire in verticale le rocce per 7 metri,
raggiungendo degli alberelli dove si può comodamente
sostare. 15 Mt., III+.
2° tiro:
si percorre per qualche metro la traccia di sentiero che va
verso destra, poi si risalgono delle facili (II) roccette, poi
si cammina ancora un po’ verso sinistra su traccia di
sentiero, giungendo alla base della parete successiva, dove
si sosta al tronco di un albero. 20 Mt., II.
3° tiro:
si risalgono due lisce pance di roccia (IV), poi si giunge sotto
ad un grosso tetto sporgente. Traversare a destra con movimenti
delicati (V-) raggiungendo una sosta, ma si passa oltre risalendo
a destra un diedrino di 7-8 metri che conduce ad una strettissima
cengia, la si traversa verso destra raggiungendo una terrazza
tra gli alberi, dove è attrezzata una sosta. 40 Mt., V-.
4° tiro:
dalla sosta procedere in conserva o slegati sul tranquillo sentiero
che sale verso la parete successiva, poi seguire la traccia
verso sinistra fino al limite sinistro della parete, dove su un piccolo
terrazzino è attrezzata la sosta (scritta “Simonetta” alla base). 15 Mt., semplice camminata su sentiero.
5° tiro:
attaccare l’elegante spigolo in verticale sopra la sosta
(attenzione, roccia unta), in un passo gli appigli sono piccoli
(V) e sfuggenti, vietato attaccarsi al cordino ancorato ad una
clessidra vicino al chiodo. Superato il passo delicato lo spigolo
diviene più facile (IV) e lo si segue piegando a sinistra,
dove si sbuca in un tratto piano con alberi, raggiungendo poi
un larga piazzola dove in corrispondenza della scritta “Simonetta” sulla parete si trova la sosta. 25 Mt., un passo di V.
6° tiro:
risalire il soprastante diedro fessurato, è verticale
e tecnico (V) ma comunque ben chiodato, poi si afferra un lama
di roccia e ci si sposta sulla destra. Ora, afferrando la
comoda lama, si traversa 5 metri verso sinistra fino al piccolo
terrazzino dove si sosta. 25 Mt., V.
7° tiro:
superare lo strapiombino sopra la sosta (spit subito
raggiungibile) aiutandosi con un comodo maniglione, poi seguire
la facile fessura che in breve conduce al terrazzo sulla vetta,
dove si trova la sosta. Lo svacco qui è d’obbligo. 20 Mt., IV.
Discesa
Imboccare il sentiero che scende a destra nel bel
bosco mediterraneo, al primo bivio prendere a destra,
al secondo scendere ancora a destra raggiungendo così la strada sterrata che, percorsa in discesa, riconduce
alla macchina. |