Descrizione
generale
Grandiosa via, di grande valore storico ed alpinistico, aperta nell'agosto del 1935 da Bruno Detassis ed Enrico Giordani.
Supera, con logica impeccabile, l'immensa parete nord-est del Crozzon di Brenta, una delle più sbalorditive pareti delle Dolomiti.
La via, seppur di difficoltà non particolarmente elevate, è riservata ad alpinisti esperti in quanto presenta un avvicinamento su neve/ghiaccio; una lunga arrampicata su roccia; ed un rientro lungo e difficile su cresta, canali ghiacciati e paretine rocciose sempre in massima esposizione.
Attacco, descrizione della via
Da Madonna di Campiglio (TN) seguire le indicazioni per Vallesinella
dove vi è anche l'omonimo rifugio (1513 Mt.). Qui parcheggiare (6 euro). Imboccare il sentiero n. 317 che in circa 40 minuti conduce al rifugio Casinei (1850 Mt.) dal quale si prosegue sul sentiero n. 318 che, dopo aver guadagnato repentinamente quota, si porta nella Val Brenta e sale più dolcemente verso il rifugio Brentei (2175 Mt.). Appena dietro al rifugio si stacca sulla destra il sentiero n. 327 (sentiero Matinazzi) che perde inizialmente quota fino ad un avvallamento. Quando inizia a riprendere quota abbandonarlo e risalire per ghiaione e detriti obliquando verso sinistra alla base del Canalone Neri, ossia il canale ghiacciato tra la Cima Tosa ed il Crozzon di Brenta. Risalire il pendio iniziale del Canalone Neri (solitamente innevato) restando sul lato destro. L'attacco originale della via è situato alla base di un diedro (bollo e scritta rossa "via d. guide"). Tuttavia il continuo ritiro dei ghiacciai ha fatto si che ora si debba partire circa 15 metri più in basso su un comodo terrazzino (con nicchia gialla friabile sul lato destro) dal quale però la scritta non è visibile. Con una buona vista si può adocchiare solo il bollo rosso.
1° tiro:
salire obliquando verso sinistra fino alla base del diedro dove si trova la scritta "via d. guide". Superare il diedro e proseguire per rocce più semplici fino alla sosta (2 chiodi+cordone). 50 Mt., V, IV, 3 chiodi.
2° tiro:
sulla destra si trova un grosso diedro lungo circa 70 metri. Seguire la fessura sopra la sosta che sale leggermente verso sinistra, poi traversare a destra 5-6 metri raggiungendo una comoda terrazza dove si sosta (2 chiodi+cordoni).
35 Mt., IV-, IV+, 2 chiodi, 1 friend incastrato.
3° tiro:
per la fessura che incide la placca a destra della sosta. Si sale più o meno fino al termine del grosso diedro, indi traversare a destra un paio di metri per raggiungere la sosta (3 chiodi+cordini). 35 Mt., IV, IV+, 2 chiodi.
4° tiro:
salire la fessura/diedro a destra della sosta obliquando leggermente a sinistra verso la fine. Si raggiunge la prima terrazza detritica dove si sosta (2 chiodi+cordone). 50 Mt., V, IV, III, 1 chiodo, 1 sosta intermedia (2 chiodi+cordino).
5° tiro:
per facili rocce a sinistra della sosta si raggiunge la base di un pilastro che forma un diedro con la parete. Salire il diedro e sostare (2 chiodi) nell'intaglio tra la parete e la sommità del pilastro.
50 Mt., III, IV+, V-, 2 chiodi, 1 sosta intermedia (2 chiodi+cordini).
6° tiro:
per placchetta sopra il pilastro, poi obliquare a sinistra raggiungendo un caminetto oltre il quale si perviene alla seconda cengia detritica. Spostarsi verso destra alla base di una lama che sale obliqua verso sinistra. Si sosta (2 chiodi+cordone) appena a destra della lama.
50 Mt., V, IV, III, 1 clessidra con cordone, 1 chiodo, 1 sosta intermedia (2 chiodi+cordini).
7° tiro:
salire la lama fino al suo termine, poi dritti per diedrino aperto e molto verticale fin sotto un tettino. Spostarsi 1 metro a destra del tettino e, dopo un passo strapiombante, seguire più facilmente il diedro/fessura obliquo verso sinistra fino alla sosta (1 chiodo+1 clessidra con cordino).
45 Mt., V+, V, V+, IV+, 8 chiodi, 1 dado incastrato, 2 cunei (senza cordino).
8° tiro:
alzarsi mediante il diedro fin sotto lo strapiombino. Seguire la fessura alla sua base verso destra e, quando inizia a salire dritta, traversare a sinistra per pochi metri e sostare (1 clessidra con cordone). 20 Mt., V, 3 chiodi, 1 clessidra con cordone.
9° tiro:
proseguire obliquando verso sinistra fino un terrazzino dove si sosta (2 chiodi+cordone). 20 Mt., IV.
10° tiro:
spostarsi verso destra alla base di muro verticale di roccia nera. Alzarsi mediante una fessurina, traversare a destra circa 3 metri (prima di traversare visibile un chiodo fuori via che inganna a salire dritti), poi salire verticalmente su placca compatta fino un piccolo ripiano dove sostare (2 clessidre 1 delle quali con cordino). 40 Mt., V, V+, 6 chiodi.
11° tiro:
alzarsi sopra la sosta, poi obliquare verso sinistra puntando ad un diedrino inclinato oltre il quale si sosta (2 chiodi+cordone) su comoda terrazza. 30 Mt., IV, V-, IV, 1 chiodo.
12° tiro:
alzarsi a destra della sosta ma spostarsi subito alla sua sinistra per salire un muro verticale. Raggiunta una cornice la si sfrutta per traversare a destra circa 4 metri. Poi si obliqua facilmente a sinistra fino una nicchietta con sosta dalla quale si esce a destra e si sale fino un'esile cengia dove si sosta (2 chiodi). 35 Mt., V-, 3 chiodi, 1 sosta intermedia (2 chiodi+cordini).
13° tiro:
spostarsi a sinistra sotto la verticale del diedro che si sale sino al suo termine. Poi proseguire spostandosi leggermente a sinistra per rocce più semplici fino ad individuare la sosta (2 chiodi). 55 Mt., IV, III, 1 chiodo.
14° tiro:
per rocce gradonata obliquando verso destra fin sotto un colatoio nero dove si attrezza una sosta. 50 Mt., III.
15° tiro:
evitare la fascia strapiombante del colatoio aggirandola sulle rocce appena a destra fino una cengetta dove si sosta (2 chiodi).
30 Mt., III, IV-.
16° tiro:
traversare su cengietta un paio di metri a sinistra poi salire obliquando verso sinistra fino a raggiungere il diedrino che si forma nel centro del colatoio. Seguirlo fino a sbucare su una grossa cengia detritica e sostare (2 chiodi, appena a sinistra altra sosta su 1 chiodo+1 dado). La roccia nel centro del colatoio presenta alcune prese instabili. 50 Mt., IV, 1 chiodo.
17° tiro:
traversare verso sinistra sulla cengia per circa 6-8 metri, poi salire per facili rampe fino al termine delle corde ed attrezzare una sosta.
60 Mt., II, III.
18° tiro:
superare a sinistra una fascia orizzontale scavata e strapiombante, poi obliquare a destra per rampe con molti sassi appoggiati e dove possibile attrezzare una sosta. 60 Mt., III+, II.
Qui conviene slegarsi e proseguire per roccette e sfasciumi fino in vetta al Crozzon dove si trova il bivacco Ettore Castiglioni.
Circa 100 Mt., II, I.
Discesa
AGGIORNAMENTO 2020: Francesco Milani Capialbi ci segnala, in seguito alla ripetizione dell'itinerario, che il percorso il discesa è stato completamente riattrezzato. Sono presenti fittoni resinati nei passaggi più esposti e diverse soste, sempre a fittoni resinati, con dei moschettoni. La riattrezzatura, oltre a rendere molto più sicura la discesa, facilita anche l'individuazione del percorso
che è rimasto invariato. Le indicazioni qui di seguito riportate restano valide.
La discesa è lunga e complessa specialmente nella prima parte, ossia fino alla Cima Tosa (3173 Mt.). Pur non presentando grosse difficoltà (II) richiede esperienza per muoversi su roccette, paretine e canalini (spesso ghiacciati) sia in salita che discesa, il tutto sempre in massima esposizione.
Il percorso è ben segnalato con molti ometti, tuttavia in caso di nebbia o al buio può creare grossi problemi di orientamento.
Dal bivacco Castiglioni spostarsi verso sinistra (spalle al bivacco) individuando la prima calata di 15 Mt. (sosta su 2 chiodi+cordini+maglia rapida), poi scendere fino al primo intaglio fra la Cima Nord e la Cima di Mezzo del Crozzon (3128 Mt.). Traversare ora verso destra per cengette fino allo spigolo ben visibile. Non aggirarlo ma salirlo e poi seguire delle cengette verso destra (foto 12) fino a raggiungere la vetta della Cima di Mezzo. Scendere (doppia di 20 Mt. - cordini+maglia rapida su grosso masso) al secondo intaglio posto fra la Cima di Mezzo e la Cima Sud. All'intaglio spostarsi qualche metro a sinistra, poi salire la ripida parete raggiungendo la sommità della Cima Sud.
Si scende ora per rocce gradinate e sfasciumi all'intaglio successivo, poi per il canalino detritico alla sua destra (possibilità di neve) uscendone, poco prima del suo termine, a sinistra tramite una stretta cornice. Traversare mediante cengia (foto 13) fin sopra la forcella (riconoscibile da un grosso gendarme al suo centro) che divide il massiccio del Crozzon di Brenta dalla Cima Tosa.
Si scende alla forcella e poi si attraversa il canale a destra del gendarme (se la neve rende difficoltoso il passaggio è possibile passare a sinistra del gendarme). Alzarsi tramite un canalino friabili, poi traversare a destra su cengia fino allo spigolo che si segue fin sotto il suo termine. Traversare a destra in direzione di un canalino ghiacciato. Prima di raggiungerlo imboccare un altro canalino che, salendo, si allarga fino a terminare sulla calotta innevata della Cima Tosa.
Da qui seguire la Normale in direzione sud-est (transitando accanto all'uscita del Canalone Neri) scendendo poi in una conca ghiaiosa (ometti e tracce). Giunti sopra un salto roccioso spostarsi verso destra (viso a valle) scendendo un poco fino al bordo del camino (III-) dove si trova una sosta attrezzata per la doppia (fittone+clessidra+cordoni+maglia rapida). Con una calata di 50 Mt. (ancoraggio intermedio per dividerla in due) si scende alla base del salto roccioso. Da qui seguire il sentiero n. 358 verso sinistra (viso a valle) tramite il quale si percorre un semicerchio verso destra raggiunge il rifugio Pedrotti. Risalire ora brevemente alla Bocca di Brenta per ridiscendere al rifugio Brentei e poi a Vallesinella (sentiero n. 318).
Lo schizzo qui sotto indica in maniera abbastanza precisa la prima parte della discesa, ossia dalla cima del Crozzon alla Cima Tosa.
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